Parigi 2024, Khelif: “Sono una donna, il mio onore ora è salvo”
La pugile algerina: "Sono nata donna e ho sempre vissuto da donna"
"Sono una donna come tutte le altre". Imane Khelif si gode la medaglia d'oro nella boxe alle Olimpiadi di Parigi 2024 e, una volta per tutte, rivendica la legittimità della propria partecipazione ai Giochi. La 25enne pugile algerina è stata, suo malgrado, uno dei personaggi della rassegna a cinque cerchi. L'esclusione dai Mondiali 2023 per un imprecisato gender test è diventata un tema di discussione a Parigi. Tra polemiche continue, la legittimità della presenza di Khelif in una competizione femminile è stata messa in discussione.
"Ho fatto tante dichiarazioni: posso competere o no, sono una donna o no... Ho partecipato a pieno titolo a questa competizione, sono una donna come tutte le altre. Sono nata donna, ho vissuto da donna, ho gareggiato da donna: non ci sono dubbi. Chi dice il contrario osteggia il mio successo, sono nemici del successo. E questi attacchi danno un sapore speciale alla mia vittoria", ha detto. "Il mio onore è salvo, ma gli attacchi che visto sui social sono stati terribili. Non avevano alcun fondamento, colpivano la dignità della persona. Credo che ora le idee della gente siano cambiate", ha aggiunto.
Khelif ha anche risposto alle domande sull'esclusione dai Mondiali organizzati dall'Iba, ente non riconosciuto dal Cio. "Dal 2018 ho partecipato a competizioni di pugilato sotto la loro egida, mi conoscono bene. Sanno cosa posso fare, sanno quanto sono cresciuta negli anni. Ora, a quanto pare, non lo sanno più. Mi odiano e non so perché. Gli mando un solo messaggio: con quest'oro, la mia dignità e il mio onore sono al di sopra di tutto".
Sport
Sinner trionfa alle Atp Finals 2024, Fritz battuto in finale
L'azzurro trionfa in 2 set contro l'americano
Jannik Sinner trionfa alle Atp Finals 2024 di Torino. L'azzurro, numero 1 del mondo, in finale oggi 17 novembre batte lo statunitense Taylor Fritz, numero 5 del tabellone, per 6-4, 6-4. Il 23enne altoatesino cancella la sconfitta subita un anno fa in finale contro Novak Djokovic e corona una stagione stellare con l'ottavo titolo dell'anno e il diciottesimo della carriera.
Sinner completa una settimana perfetta: 5 match, 5 vittorie, nemmeno un set concesso agli avversari. La finale coincide con la miglior prestazione dell'altoatesino al servizio, come dimostrano i 14 ace e il 70% di prime palle. Fritz prova a reggere aggrappandosi alla potenza della battuta, sparata a oltre 210 km orari, ma quando lo scambio si allunga va in apnea: gli spostamenti laterali non sono la qualità migliore dell'americano, che va spesso in difficoltà quando Sinner pennella il rovescio lungolinea.
Il primo set ruota attorno al settimo game. Fritz annulla 3 palle break ma alza bandiera bianca sulla quarta: Sinner mette la freccia (4-3) e non si guarda più indietro, incamerando il primo set per 6-4 - chiuso con un delizioso drop shot - dopo aver annullato nel decimo game l'unica palla break concessa all'avversario.
Copione simile nella seconda frazione. Appena Fritz abbassa il livello, l'equilibrio salta. Lo strappo arriva nel quinto game, in cui l'americano è soffocato dal ritmo imposto da Jannik. Lo statunitense si mette nei guai tentando un'improbabile palla corta, poi può solo guardare il rovescio lungolinea del rivale: break (3-2) per Sinner, che continua a spolverare gli angoli del campo nel game successivo (4-2). Fritz non ha nessuna chance di tornare in corsa, Sinner inserisce il pilota automatico: 6-4 e trionfo.
Esteri
Trump e Musk, a tavola patatine e hamburger: Kennedy si...
Tutti mangiano junk food, anche il segretario alla Salute
Donald Trump, Elon Musk, Donald Trump jr e Robert Kennedy jr a pranzo o a cena insieme. Il menù, quando a tavola c'è presidente degli Stati Uniti, è obbligato o quasi: fast food. La foto, pubblicata sui social da Donald Trump jr, evidenzia un dettaglio che viene colto da molti utenti e sottolineato con ironia.
Cheeseburger, patatine, bibite e pollo fritto sono un menù apprezzato da quasi tutti. L'espressione di Robert Kennedy jr, però, è tutta un programma. Il nuovo segretario alla Salute, appena nominato da Trump, nel suo programma ha messo ai primissimi posti l'impegno per l'alimentazione più sana degli americani e il contrasto al junk food, il cibo spazzatura che a lungo andare diventa un fattore di rilievo nel deterioramento delle condizioni di salute della popolazione.
"La sicurezza e la salute di tutti gli americani sono l'elemento più importante per qualsiasi Amministrazione e il Dipartimento della Salute svolgerà un ruolo importante per contribuire a garantire che tutti siano protetti da sostanze chimiche nocive, inquinanti, pesticidi, prodotti farmaceutici e additivi alimentari che hanno contribuito alla devastante crisi sanitaria in questo Paese", le parole di Trump nel comunicato con cui, il 14 novembre, ha annunciato il conferimento dell'incarico a Kennedy.
Il programma non è in linea con la tavola imbandita e immortalata nella foto. Ci pensa Donald Trump jr, con un post, ad assolvere tutti, Kennedy compreso: "Make America Healthy Again starts TOMORROW". "L'America di nuovo sana? Da domani".
Spettacolo
Antonello Venditti, la confessione: “Lucio Dalla mi...
Il cantautore ospite di Mara Venier a Domenica In
"Lucio Dalla mi ha salvato Mi volevo uccidere con la macchina, ma guidavo troppo bene...". Antonello Venditti si confessa a Domenica In, in una lunga intervista con Mara Venier. Il cantautore riavvolge il nastro e torna all'inizio degli anni '80. "Lucio Dalla mi ha salvato, lo sanno tutti. Uno dei problemi della nostra vita è la depressione, che porta alla solitudine e all'idea di suicidio che sembra diventata comune. Lui se ne accorse nel 1980. Non avevo nulla, ma lui caì che io dovevo andare via da Roma. Mi portò a Carimate, a Milano. E li mi ha curato. Mi ha curato anche stare a contatto con altri artisti", dice.
"A Carimate c'erano due studi: c'erano De Andrè, Lucio, i Pooh, Pino Daniele... La sera, quando avevamo finito le nostre session, stavamo insieme e ci confrontavamo. L'idea malavagia di farla finita non mi era passata, volevo uccidermi con la macchina. Sapevo guidare talmente bene che non mi è riuscito, non ci ho nemmeno provato", aggiunge.
"Il mal di vivere mi è passato con l'amore ricevuto, percepito. Sono guarito veramente al Circo Massimo" nel 1983 nel concerto "dopo il primo scudetto della Roma. Avevo la sensazione che non ci fosse distonia tra me e gli altri. Io non mi piacevo, non mi accettavo. Tendevo alla perfezione e chi tende alla perfezione spesso è il più fragile", afferma ancora.