Generale Tricarico: "Fatto nuovo che ha colto di sorpresa tutti, scopo è tuttora da decifrare". Generale Camporini: "Potrebbe portare russi a riflettere"
L’Ucraina attacca in Russia con un’offensiva a sorpresa. La guerra cambia? A cosa può portare la strategia di Kiev? "L’incursione delle truppe ucraine in territorio russo, nella regione di Kursk, e la loro penetrazione per circa dieci km oltre i confini internazionalmente riconosciuti è un fatto nuovo che ha colto di sorpresa tutti, a cominciare dai russi, il cui scopo è tuttora da decifrare nei suoi intendimenti di fondo. Certo è che un evento tattico di tali caratteristiche ha un significato molto contenuto dal punto di vista operativo, una semplice smagliatura nel sistema di difesa russo che sarà prontamente rammendata". Così all'Adnkronos il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare e attuale presidente della Fondazione Icsa, commentando l'avanzamento dell'esercito ucraino verso la centrale nucleare di Kursk.
"Inverosimile quindi pensare a uno spostamento degli equilibri militari che quindi continuano a mantenere le caratteristiche, ormai consolidate fin dalle fasi iniziali dell’invasione russa, di una guerra di posizione e di logoramento, una condizione di stallo che, se dovesse perdurare, farà registrare limitati progressi territoriali russi a fronte di impegno e perdite enormi, anche umane. Diverso è il dividendo che Zelensky può incassare dal punto di vista politico, e della percezione pubblica, internazionale ed interna su ambedue i fronti russo e ucraino - continua - E’ la prima volta che truppe regolari ucraine invadono il territorio russo e incassano un successo militare limitato ma di tutta evidenza. Lo smacco è sotto gli occhi di tutti anche se i suoi effetti saranno in breve tempo riassorbiti, tanto da far ritenere poco sensato che Zelensky se ne possa avvalere in un ipotetico futuro tavolo negoziale. Diverso è ciò che è accaduto nelle più recenti operazioni offensive ucraine in cui sono stati colpiti obiettivi militari paganti ed altamente significativi quali una base aerea di caccia tattici e alcune installazioni radar e missilistiche della difesa aerea russe".
"Operazioni che, almeno secondo quanto riportato da fonti mediatiche, sono apparse 'pulite' e precise, quasi gli ucraini stiano impiegando in maniera professionalmente corretta l’armamento di lancio di precisione fornito dall’Occidente e magari anche i primi F16 operativi - aggiunge il generale - Questo sì, potrebbe costituire un significativo irrobustimento delle capacità militari ucraine anche se la quantità dei sistemi è ben lungi dall’aver raggiunto la massa critica necessaria a stabilire nuovi equilibri. Anche i tipi di obiettivi battuti fanno ritenere che, meglio tardi che mai, si sia collocato nella giusta priorità la neutralizzazione progressiva delle forze aerotattiche e della difesa, e la necessità di concentrare su di loro tutte le energie disponibili".
Camporini: "Offensiva Kiev fatto nuovo, potrebbe portare russi a riflettere"
"Venendo da un periodo piuttosto lungo di passività o meglio di atteggiamento difensivo, credo che con l'offensiva di Kiev si sia voluto far arrivare a a Mosca il messaggio 'possiamo farvi ancora tanto male'. Un modo eventualmente per suggerire che forse è la davvero il momento di mettersi a un tavolo, ma con delle proposte serie, non irricevibili come quelle che fino adesso ha fatto Mosca", ha detto dal canto suo all'Adnkronos il generale Vincenzo Camporini, ex Capo di Stato Maggiore della Difesa, commentando l'avanzata dell'esercito ucraino verso la centrale nucleare di Kursk. "Quello che è impressionante - continua - è l'impreparazione dei russi, come avessero dato per scontato che non c'era nessun rischio e quindi si poteva tranquillamente lasciare sguarnita una parte così importante della zona di confine. E' abbastanza sorprendente che non sia stata fatta alcuna azione preventiva".
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha evidenziato però il rischio di un allontanamento ulteriore della pace. "Per una volta non sono della sua stessa idea - commenta il generale Camporini - e capita molto di rado. L'offensiva ucraina è un fatto nuovo che potrebbe indurre a qualche ripensamento, a qualche riflessione da parte russa, magari non immediata ma certamente a questo punto la consapevolezza di poter essere vulnerabili, cosa che finora sembra non fosse nella mente di Putin e dei pianificatori militari, potrebbe in qualche modo far riflettere circa la necessità di formulare delle proposte che non siano del tutto irricevibili".
Cronaca
Morta per rinoplastica, lunedì i funerali di Margaret...
Indagati i due medici, padre e figlio
Si terranno lunedì 18 novembre i funerali di Margaret Spada. La ragazza siciliana è morta a soli 22 anni in ospedale, tre giorni dopo un intervento di rinoplastica a Roma. Lutto cittadino nel paese del siracusano nel giorno delle esequie. "Vogliamo esprimere così partecipazione al dolore dei familiari per la prematura e tragica perdita" ha annunciato il sindaco di Lentini Rosario Lo Faro.
La salma ha lasciato oggi la Capitale per fare ritorno in Sicilia. La Procura capitolina ha aperto una inchiesta e iscritto nel registro degli indagati due medici, padre e figlio. Sequestrato il centro medico. Nell’ambito dell’inchiesta della procura, i carabinieri del Nas effettueranno un nuovo sopralluogo per verificare la presenza nella struttura di un defibrillatore e farmaci da somministrare in caso di emergenza.
Nella struttura nei giorni scorsi non sarebbe stato trovato alcun documento, cartella clinica, consenso informato né registrazione, relativi all’intervento né documenti contabili.
L'autopsia
Dai primi risultati dell'autopsia svolta presso l'istituto di medicina legale di Tor Vergata, emerge che Margaret è morta per arresto cardiocircolatorio in un quadro ricollegabile a una sofferenza acuta, la cui origine dovrà essere accertata con esami istologici e tossicologici. Gli esami tossicologici dovranno chiarire anche cosa sia stato somministrato alla ragazza prima e dopo il malore.
Cronaca
Corteo pro Pal a Milano, Hannoun telefona dopo foglio di...
Al presidente dell'Associazione palestinesi in Italia è stata notificata la procedura di avvio dell'iter amministrativo per il foglio di via dal capoluogo lombardo
Oggi a Milano la 58esima manifestazione pro Palestina, ore dopo che al presidente dell’Associazione palestinesi in Italia, Mohammad Hannoun, è stata notificata la procedura di avvio dell’iter amministrativo per il foglio di via dal capoluogo lombardo. Una notizia che “tocca tutti quanti noi. Per questo motivo forse non è il caso di fare dei commenti”, ha suggerito parlando al microfono Khader Tamimi, presidente della comunità palestinese della Lombardia. “Certamente il fratello Hannoun ha i suoi avvocati che vedranno il caso. Noi siamo vicini a lui e speriamo che questa faccenda si chiarisca il più presto possibile”, ha aggiunto, prima che il corteo prendesse il via da Porta Genova. In 500 hanno preso parte alla manifestazione.
Cosa è successo
Sono stati denunciati per istigazione a delinquere Mohammad Hannoun e un 25enne egiziano, che alla manifestazione pro Palestina a Milano dello scorso 9 novembre fecero partire gli applausi per l'aggressione dei tifosi israeliani ad Amsterdam ed esibirono la foto dell'ex leader di Hamas ucciso Yahya Sinwar, fa sapere una nota della questura di Milano, che ha avviato nei confronti dei due denunciati anche il procedimento per il foglio di via obbligatorio da Milano.
Hannoun, architetto giordano di 62 anni, residente di Genova, il mese scorso è stato sanzionato dal dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti perché ritenuto uno dei finanziatori di Hamas. Da ottobre 2023 è una delle anime dei cortei pro Palestina che tutti i sabati sfilano per le vie di Milano.
Due giorni dopo l'aggressione dei tifosi israeliani ad Amsterdam in occasione della partita Ajax-Maccabi, alla manifestazione dello scorso sabato, con un migliaio di persone, Hannoun - ricorda la questura in una nota - "era intervenuto approvando e promuovendo pubblicamente le condotte violente tenute dai giovani tifosi olandesi".
L'altro denunciato per istigazione a delinquere è un 25enne egiziano, residente in provincia di Milano, che aveva esibito pubblicamente un cartello con la foto di Sinwar, con una scritta in lingua araba. Nei confronti dell'uomo - fa sapere la questura - è in corso un’istruttoria della divisione anticrimine per l’avvio del procedimento amministrativo per il foglio di via.
Hannoun telefona a corteo
Hannoun si è collegato telefonicamente con il corteo pro Pal dopo la notifica dell’avvio dell’iter amministrativo per il foglio di via. “Una punizione per zittire tutti coloro che sostengono il popolo palestinese”, ha detto nella telefonata trasmessa dai megafoni dagli organizzatori della manifestazione, in cui ha scandito: “Non mi fermerò mai. Il mio impegno c’è sempre per il popolo palestinese e la sua legittima resistenza”. Hannoun ha respinto le accuse: “I miei avvocati mi hanno tranquillizzato: non c’è nessuna istigazione alla violenza, al razzismo o a niente".
"Il mio discorso era chiarissimo. Noi abbiamo denunciato i crimini dei tifosi del Maccabi Tel Aviv che hanno vandalizzato e bruciato e picchiato i cittadini marocchini arabi giovani di Amsterdam. Abbiamo denunciato questi atti criminali e ringraziato i giovani che hanno fermato questa violenza e questi crimini da parte della tifoseria del Maccabi Tel Aviv. Non abbiamo istigato nessuno alla violenza, noi siamo sempre stati contro la violenza e infatti il nostro corteo è per denunciare la violenza da parte dell’autorità israeliana che continua a sterminare la popolazione di Gaza, Libano e Cisgiordania”. Quindi un messaggio per i “giornalisti corrotti, bastardi e figli di puttana che hanno preso una parte del mio discorso sabato scorso: non potete mai farmi stare zitto. Io continuerò nella mia lotta perché è una lotta giusta per un popolo oppresso”.
“Vorrei abbracciare ognuno di voi uno a uno”, ha detto il presidente di Api, per salutare la piazza di Milano, che - ha ammesso nella telefonata trasmessa alla manifestazione - “mi manca”, ma “mi sposto subito in un’altra piazza. Oggi vi saluto dalla piazza di Torino, un corteo partecipatissimo. Non mi fermerò mai. È ora che facciamo pressione sul vostro governo perché interrompa immediatamente ogni rapporto commerciale, politico e scientifico con l’entità sionista”, ha detto Hannoun.
“Confermo ancora che io ho sempre sostenuto la legittima resistenza del popolo palestinese e continuerò a sostenerlo. Invito tutti voi a continuare il vostro impegno sociale e politico con la lotta del popolo palestinese perché insieme possiamo vincere. E possiamo fare cadere questi bastardi maledetti fogli di via. Una punizione per zittire tutti coloro che sostengono il popolo palestinese. Vi invito ad andare avanti e portare avanti la vostra solidarietà: insieme possiamo vincere e aiutare il popolo palestinese. Ci vediamo prossimamente a Milano”, ha concluso il presidente dell’Associazione palestinesi in Italia, prima di chiudere la telefonata, augurando a tutti “buon corteo”.
Cronaca
Pro Loco, da assemblea Unpli appello a mantenere regime...
La Spina: "Non siamo imprese, ma il motore dell’economia sociale. Senza di noi l’Italia si spegne"
Le Pro Loco italiane, motore e volàno del turismo sostenibile, crescono e investono nel futuro. Questo il filo rosso della prima giornata dell’assemblea dell’Unpli – Unione Nazionale Pro Loco Italiana – riunita due giorni a Roma all’Ergife Palace Hotel. Un appuntamento che ha l’obiettivo di affermare il ruolo strategico delle Pro Loco per il territorio italiano e rinnovare gli organi dell’Associazione. L’Assemblea, si legge in una nota, è un’importante occasione di confronto con le istituzioni su temi centrali per il terzo settore, per il turismo, le comunità e il patrimonio culturale immateriale del Paese. Un momento per chiedere maggiore attenzione alle istituzioni soprattutto sulla riforma del Terzo Settore.
La proposta, partita dall’Assemblea, è quella di collocare fiscalmente le Pro Loco e le loro attività all’interno dell’economia sociale che punta a valorizzare cultura, tradizione e territorio. Per questo gli enti e le reti Associative, per bocca di Gabriele Sepio, giurista, esperto di economia e fisco, chiedono “di rivedere la procedura di infrazione europea che obbliga le associazioni non Profit ad aprire la partita Iva come se fossero imprese for profit. Semplificare la gestione delle attività di interesse generale e considerare la possibilità di tenere fuori dai nuovi adempimenti le realtà del terzo settore”.
In linea con la richiesta avanzata dal Forum terzo Settore al Governo, il mondo delle Pro Loco chiede, quindi, di intervenire nella Legge di Bilancio per mantenere il regime di esclusione Iva per le realtà il non Profit. “Siamo qui oggi – ha specificato il presidente Unpli Antonino La Spina- per confrontarci con le istituzioni e stringere sempre di più i rapporti su base locale. A loro chiediamo ovviamente un supporto economico e una semplificazione delle procedure burocratiche. Abbiamo presentato una proposta di legge in Senato per fare sì che le nostre manifestazioni (ne organizziamo circa 110.000) siano più snelle sia dal punto di vista della sicurezza che da quello fiscale. La proposta di introdurre il regime Iva preoccupa il terzo settore: non possiamo essere tassati per fare del bene. Non siamo imprese che fanno profitto, ma il motore dell’economia sociale. Senza di noi e le 25 milioni di ore che più di 500mila volontari dedicano alle comunità locali, l’Italia si spegne”.