Ferragosto, Polizia: ”Attenzione ai social e alle truffe, i cybercriminali non vanno in ferie”
Nel periodo delle vacanze, complice la voglia di leggerezza e il desiderio di pubblicare sui social momenti di svago e panorami suggestivi, dimentichiamo di prestare attenzione all’uso che può essere fatto delle informazioni che condividiamo. Una foto scattata con gli amici in riva al mare rivela che siamo lontani da casa e può invogliare i ladri di appartamento a visitare la nostra abitazione. Le immagini e i video che condividiamo mostrano con precisione le nostre abitudini quotidiane, con chi trascorriamo il tempo libero, dove ci troviamo e rendono facile la nostra profilazione. L’arma più efficace per un corretto uso dei social, sottolinea la Polizia sul Commissariato di Ps online, ''è praticare la consapevolezza: avere la giusta conoscenza degli strumenti che utilizziamo e avere chiaro che le informazioni che scegliamo di condividere, oltre a non essere più nella nostra esclusiva disponibilità, potrebbero essere usate anche per scopi illeciti. Scegliere di pubblicare le foto delle vacanze solo al ritorno dalle ferie e rendere privati i nostri profili può rendere più sicure le nostre condivisioni''.
Anche chi resta in ufficio e non va in vacanza non è al sicuro dalle truffe!Le sostituzioni di personale che avvengono con maggiore frequenza durante le vacanze estive, rendono le aziende più vulnerabili ad alcuni attacchi cyber, come nel caso del Ceo fraud. Questa tipologia di attacco utilizza tecniche di ingegneria sociale per creare con l’inganno e-mail convincenti al fine di sottrarre denaro e dati sensibili di imprese e attività commerciali.
Il personale in sostituzione viene indotto a eseguire pagamenti in frode seguendo indicazioni ricevute tramite e-mail che sembrano provenire dal capufficio o da un collega. Il cybercriminale in alcuni casi falsifica il mittente, in altri accede direttamente all’e-mail aziendale assumendone il controllo, interponendosi fraudolentemente nella corrispondenza così da poter formulare un ordine di pagamento che appare essere legittimamente impartito.
Il consiglio della Polizia è di verificare ''l’attendibilità della richiesta di pagamento contattando direttamente la persona che appare essere l’autrice della stessa, così da avere conferma della genuinità dell’operazione finanziaria''. Analoga tecnica viene utilizzata anche nel caso della truffa del Bec (Business Email Compromise). In tal caso il cybercriminale, interponendosi fraudolentemente nella corrispondenza tra cliente e fornitore, modifica le coordinate bancarie indicate per effettuare il pagamento, dirottando le somme su un conto corrente di cui ha disponibilità.
''Se la tua azienda riceve una richiesta di pagamento per il saldo di una fattura dove sono fornite coordinate bancarie differenti da quelle utilizzate abitualmente verifica l’attendibilità della comunicazione chiamando direttamente il fornitore tramite i contatti ufficiali dell’azienda - sottolinea la Polizia - Investire nella formazione del personale e definire rigidi protocolli per l’autorizzazione di spesa può ridurre drasticamente il rischio di cadere nella truffa. Per informazioni scrivi a: www.commissariatodips.it''.
Cronaca
Processo Open Arms, naufrago chiede risarcimento di 50mila...
Il legale del migrante: "La condotta dell'imputato ha aggravato i danni già subiti in Libia da Musa, che aveva 15 anni"
Un naufrago chiede 50mila euro di risarcimento a Matteo Salvini nel processo Open Arms. La somma è stata chiesta nell'udienza di oggi del processo a carico del leader della Lega, imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, dall'avvocata Serena Romano, legale di parte civile di Musa, uno dei naufraghi soccorsi dalla Open Arms nell'agosto del 2019.
"La condotta dell'imputato ha aggravato i danni già subiti in Libia da Musa, che aveva 15 anni, per le sofferenze fisiche ed emotive e per l'ingiustificato prolungamento della permanenza in mare, per il timore di essere riportato in Libia, per la violazione di tutti i diritti riconosciuti dalla nostra carta costituzionale che tutelano l'infanzia, che andava tutelata", ha detto Romano.
La nave della ong spagnola Open Arms "ha salvato decine di migliaia di persone" e nell'agosto 2019 , quando il ministro dell'interno di allora Matteo Salvini impedì lo sbarco di 147 persone a bordo della imbarcazione, "la ong si è trovata non solo a non avere il supporto che avrebbe dovuto avere e che è previsto dalla convenzione Sar da parte dello Stato rivierasco, ma si è trovata di fronte a questo muro", ha detto ha detto l'avvocato Arturo Salerni, legale di parte civile della ong spagnola Open Arms.
"E' evidente il danno che si è creato all'armatore umanitario Open Arms, il danno prodotto al suo equipaggio alla sua funzionalità, alle attività che perseguono con un fine esclusivamente umanitario che tanti frutti ha dato", ha aggiunto.
"L'udienza di oggi del processo Open Arms a Palermo conferma la totale insussistenza delle tesi dell’accusa, che pure ha chiesto 6 anni per Matteo Salvini perché ha difeso i confini: nell'indifferenza clamorosa degli immigrati presunti sequestrati, sarà interessante verificare quanti finanziamenti pubblici hanno incassato le realtà, a partire da Legambiente e Arci, che hanno speso soldi e tempo per partecipare a questo teatrino. Verificheremo con grande attenzione. E ancora: quanto sta costando ai contribuenti questo processo, voluto dalla sinistra contro Salvini?", la posizione espressa dalla Lega in una nota.
Cronaca
Capo Gendarmeria francese: “Cooperazione con...
"Conosciamo solo il 20 per cento di quello che avviene nel cybercrime. I criminali del cybercrime sono molto duttili e dinamici, dobbiamo trovare il modo per potere rispondere adeguatamente. Il cybercrime non ha confini, è fondamentale lavorare in cooperazione con l'Italia per potere contrastare adeguatamente questi crimini. Tra i Carabinieri e la gendarmeria francese c'è una relazione quotidiana. Con degli scambi regolari". Lo ha detto il direttore generale della Gendarmeria francese Gen. Christian Rodriguez, parlando a Palermo con i giornalisti, durante un incontro con il Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, generale di corpo d'armata Teo Luzi. "Bisogna lavorare insieme per contrastare i gruppi criminali che operano in diverse zone del mondo- dice ancora Rodriguez - Per questo abbiamo una formazione condivisa con scambi regolari. E' fondamentale per cercare di contrastare questi fenomeni riuscire a gestire i Big Data". "Con la gendarmeria condividiamo i valori. L'unico grande limite è la lingua. Per il resto c'è grandissima intesa. Noi abbiamo mandato per la formazione una compagnia di marescialli in Francia e una compagnia di marescialli francesi è venuta in Italia. La stessa cosa la facciamo con la guardia civil spagnola e con la gendarmeria portoghese - ha spiegato il generale Luzi - C'è un network che di chiama Fiep un'associazione internazionale della gendarmerie a cui partecipano 21 paesi che si scambiano tra loro informazioni in modo constante. Quest'anno il presidente sono io e a ottobre cederò la guida alla Francia. Un modo anche per tessere delle visioni di lotta al crimine e assistenza alle rispettive popolazioni con questi apparati, che hanno molto in comune".
"Abbiamo molto in comune con la Francia - ha detto ancora il genarel Luzi -. Ad esempio il quartiere palermitano dello Zen, che conosco bene. L'idea di aprire lì una caserma, dove non si riusciva ad entrare, è stata del generale Vittorio Tomasone, poi io l'ho portata avanti e non è stato semplice e per lungaggini amministrative e gli ostruzionismi che ci sono stati. Dopo oltre 10 anni, si può dire che è stato uno dei piccoli segnali vincenti in questa città. Il fatto che 70/80 mila persone ora accettino lo Stato è importante. La Francia ha le Banlieues, che sono tanti Zen messi insieme dove la gendarmerie riesce a farsi accettare per cultura e umanità".
Cronaca
Totò Schillaci, gremita la Cattedrale di Palermo per i...
Un lungo applauso accoglie il feretro
Un lungo applauso ha accolto l'ingresso in una Cattedrale di Palermo gremita del feretro di Totò Schillaci, il bomber di Italia '90 morto, dopo una lunga malattia.
In tanti non hanno voluto rinunciare a dare l'ultimo saluto all'eroe delle Notti magiche. Tifosi ma anche semplici cittadini, visibilmente commossi, alcuni in lacrime per testimoniare l'amore non solo di Palermo all'ex attaccante azzurro. "Ciao Totò, figlio di Palermo", si legge su uno striscione della Curva nord.
In chiesa sono circa mille le persone presenti, 800 posti a sedere e 200 in piedi nei transetti, la maggior parte delle persone è rimasta fuori, oltre le transenne. A officiare il rito delle esequie monsignor Filippo Sarullo, parroco della cattedrale. Al termine della celebrazione, la benedizione delle spoglie sarà impartita dall'arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.