Connect with us

Published

on

Quando Giovanni Malagò, presidente del Coni, si è presentato davanti alla stampa a Casa Italia per fare il bilancio dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, il suo volto era un misto di orgoglio e soddisfazione. “40 medaglie come a Tokyo,” ha dichiarato con un sorriso, “ci siamo riusciti con una precisione evidente che ha caratterizzato in qualità il valore delle medaglie: 2 ori in più, 3 argenti in più, e una conferma del nostro ruolo da protagonisti nello scenario dello sport mondiale”. Parole che non solo riflettono il successo quantitativo della spedizione azzurra, ma anche il significativo progresso qualitativo che ha contraddistinto l’Italia olimpica quest’anno.

Grande successo delle azzurre

Quest’edizione olimpica ha visto le atlete italiane brillare come mai prima d’ora. Malagò non ha esitato a sottolineare la straordinaria performance delle donne: “Le donne hanno stravinto la loro personale competizione con i maschietti. Noi abbiamo conquistato 12 ori, di cui 2 in prove miste e 7 sono stati vinti dalle donne”. Un grande successo che ha visto l’Italia conquistare la medaglia d’oro nella pallavolo femminile, una vittoria che segna un capitolo storico per lo sport italiano.

La squadra guidata da Julio Velasco ha realizzato un’impresa storica, vincendo la medaglia d’oro e rompendo il lungo digiuno olimpico. La finale contro gli Stati Uniti è stata un trionfo azzurro, con un netto 3-0 (25-18, 25-20, 25-18) che ha lasciato poco spazio ai dubbi. “L’oro dell’Italvolley è il 12esimo della spedizione azzurra a Parigi e la 40esima medaglia come a Tokyo,” ha sottolineato Malagò, evidenziando la consistenza e la forza della delegazione italiana.

Il presidente del Coni ha evidenziato come, per la prima volta nella storia olimpica italiana, la pallavolo femminile abbia ottenuto una medaglia d’oro, rompendo così un tabù che perdurava da decenni. “Era da 20 anni che non vincevamo una medaglia di squadra,” ha detto Malagò, “e mai una donna aveva vinto una medaglia nei 10.000 metri, fino alla straordinaria performance di Nadia Battocletti”. Un segno chiaro di quanto l’Italia abbia saputo investire nella formazione e nell’eccellenza sportiva femminile.

Le Olimpiadi di Parigi 2024 hanno visto l’Italia trionfare con un bottino straordinario di 40 medaglie, eclissando le aspettative e dimostrando una forza sportiva senza pari. L’Italia ha brillato in molte discipline, con 12 medaglie d’oro conquistate da atlete che hanno dato il massimo in competizioni di altissimo livello. La pallavolo femminile ha visto una vittoria storica, con la squadra che ha sconfitto gli Stati Uniti in una finale senza appello. Il ciclismo su pista ha visto Vittoria Guazzini e Chiara Consonni trionfare nella Madison, mentre Ruggero Tita e Caterina Banti hanno dominato nella vela Nacra 17 Foiling. Il tiro a volo misto ha visto Gabriele Rossetti e Diana Bacosi raggiungere il gradino più alto del podio, mentre Alice D’Amato ha conquistato l’oro nella trave di ginnastica artistica. Anche il tennis ha visto il successo di Sara Errani e Jasmine Paolini nel doppio, e Marta Maggetti ha brillato nella vela iQFOiL. In judo, Alice Bellandi ha vinto nella categoria dei 78 kg, e la squadra di scherma nella spada a squadre, composta da Rossella Fiamingo, Mara Navarria, Alberta Santuccio e Giulia Rizzi, ha ottenuto un oro memorabile.

Il medagliere italiano è arricchito da 13 medaglie d’argento (4 conquistate da donne) che evidenziano ulteriori successi e prestazioni di alto livello. Nadia Battocletti ha conquistato il secondo posto nei 10.000 metri di atletica, mentre le squadre di scherma e tiro a volo hanno dato prova di grande competizione. Silvana Maria Stanco ha eccelso nel tiro a volo trap, aggiungendo un ulteriore argento alla collezione italiana.

Infine, 15 medaglie di bronzo (4 femminili) hanno completato il medagliere, con performance eccellenti in ginnastica ritmica e nuoto di fondo. Alessia Maurelli e le sue compagne hanno ottenuto il bronzo nella categoria a squadre di ginnastica ritmica, mentre Sofia Raffaeli ha brillato nell’individuale. Ginevra Taddeucci ha conquistato una medaglia di bronzo nel nuoto di fondo, e Manila Esposito ha fatto lo stesso nella trave di ginnastica artistica.

Il bilancio dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 è senza dubbio un motivo di orgoglio per l’Italia. Le azzurre hanno dimostrato non solo di essere competitive, ma di eccellere su un palcoscenico mondiale. Ogni medaglia racconta una storia di dedizione, sacrificio e passione, e rappresenta un passo avanti significativo per il nostro sport. Come ha detto il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, “L’Italia è donna,” e questo trionfo olimpico è una chiara dimostrazione che il futuro dello sport italiano è luminoso e ricco di promesse.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Continue Reading

Demografica

“Motivi comprensibili”, niente ergastolo per doppio...

Published

on

Giustizia Canva

Un verdetto che lascia il paese intero attonito, una sentenza che sta scuotendo la coscienza collettiva: la Corte d’Assise di Modena ha condannato Salvatore Montefusco a 30 anni di reclusione, e non all’ergastolo come richiesto dalla Procura, per il duplice omicidio di Gabriela Trandafir e di sua figlia Renata, uccise a fucilate il 13 giugno 2022 a Castelfranco Emilia. La motivazione che ha scatenato il dibattito politico e sociale è quella della “comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il reato“, un concetto che ha suscitato indignazione tra le vittime e in ampi settori della politica.

Una sentenza che scuote

Il caso di Gabriela Trandafir e della figlia Renata ha sollevato un velo doloroso su una realtà che, purtroppo, continua a essere troppo spesso invisibile: la violenza di genere. La sentenza, emessa dalla Corte d’Assise di Modena, ha condannato Montefusco, un uomo di 70 anni, per aver ucciso la sua compagna e la figlia di lei. Sebbene l’imputato avesse collaborato con la giustizia, le attenuanti generiche, tra cui la confessione e l’atteggiamento collaborativo, sono state considerate in modo tale da ridurre la pena da quella che la Procura avrebbe voluto, ovvero l’ergastolo, a una condanna di 30 anni di carcere.

Barbara Iannuccelli, avvocata che assiste la famiglia delle vittime, ha definito la decisione “un messaggio grave”, affermando che tale sentenza rappresenta un segnale pericoloso nella lotta contro il femminicidio e la violenza di genere. Le sue parole, cariche di incredulità, riflettono la delusione per una decisione che considera in modo disgiunto le circostanze emotive dell’assassino rispetto alla brutalità del crimine stesso. “Questa sentenza ci riporta indietro nel tempo, quando omicidi di questo tipo venivano giustificati con la gelosia o le difficoltà familiari. Il messaggio che passa è grave: legittimiamo l’idea che in una situazione conflittuale, un uomo possa eliminare il problema a colpi di fucile”, ha dichiarato l’avvocato, che ha aggiunto come il testimone diretto, il figlio della vittima, avesse fornito una testimonianza cruciale nel processo.

Il caso ricorda la sentenza emessa nel 2016, che riguardava l’omicidio di Olga Matei, quando la corte d’appello aveva ridotto la pena per l’assassino, ritenuto in preda a una “tempesta emotiva” dovuta alla gelosia. Anche in quel caso, l’elemento umano, la comprensione dei motivi che avevano spinto l’autore al crimine, era stato preso in considerazione, creando un precedente che ha suscitato ampie polemiche.

Un messaggio che non può passare inosservato

L’incredulità di Iannuccelli è condivisa da numerosi esponenti politici, che non hanno mancato di esprimere il loro disappunto per la decisione dei giudici. Il ministro per gli affari regionali, Roberto Calderoli, ha commentato: “Non capisco come possano esserci motivi ‘umanamente comprensibili’ per uccidere a fucilate due donne. Come è possibile giustificare un atto così crudele? Non ho parole.” Calderoli ha aggiunto che, sebbene trent’anni o l’ergastolo possano apparire simili in pratica, è la motivazione dietro la pena a destare preoccupazione.

Anche il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha espresso forti perplessità sulla sentenza. “Se ciò che emerge dagli stralci pubblicati fosse confermato, la decisione conterrebbe elementi discutibili e certamente preoccupanti che rischierebbero di produrre un arretramento nella lotta contro i femminicidi e la violenza maschile sulle donne”, ha dichiarato. Secondo Roccella, il problema non è la pena inflitta, ma il ragionamento alla base della decisione: “Colpisce il principio secondo cui ‘la situazione familiare’ avrebbe ‘indotto’ l’imputato a compiere il tragico gesto, rendendo ‘umanamente comprensibili’ i motivi del reato. È un nesso causale pericoloso che potrebbe minare lo sforzo di cambiamento culturale contro la violenza di genere”.

La deputata del PD, Ilenia Malavasi, ha definito la sentenza “un insulto alle donne” e ha accusato i giudici di aver dato troppa importanza alle attenuanti, minimizzando le circostanze aggravanti del crimine. “Questa è la risposta che la giustizia dà alla violenza di genere? Un giudizio che riduce un duplice femminicidio a una mera conflittualità familiare? Un messaggio che rischia di legittimare la violenza maschile contro le donne”, ha detto la Malavasi, criticando l’uso di espressioni che sembrano avallare la cultura patriarcale e la giustificazione di atti violenti.

Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, ha rincarato la dose, affermando che le motivazioni della sentenza rappresentano “un pericoloso precedente” nel contrasto alla violenza di genere. “C’è ancora molto lavoro da fare per abbattere la cultura patriarcale che emerge anche nei tribunali”, ha commentato, sottolineando come una tale giustificazione possa alimentare la percezione che gli uomini possano risolvere i conflitti con la violenza.

Le critiche politiche e le richieste di cambiamento

La politica, nel suo complesso, ha risposto a questa sentenza con un coro di proteste che non lascia spazio a interpretazioni. Il Movimento 5 Stelle, attraverso la deputata Stefania Ascari, ha espresso il suo profondo turbamento per le motivazioni adottate dalla Corte d’Assise di Modena. Secondo Ascari, la giustificazione di un omicidio sulla base di “forti conflitti familiari” e di una condizione psicologica di “profondo disagio” è una riduzione inaccettabile della violenza di genere. “Queste motivazioni evidenziano le criticità di un sistema giudiziario che tende a giustificare la violenza e che non riesce a comprendere la gravità del fenomeno”, ha detto Ascari, chiedendo un cambiamento radicale nella formazione dei magistrati, degli avvocati e di tutti gli operatori del sistema giudiziario.

In una nota congiunta, le parlamentari del Movimento 5 Stelle nella commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere hanno sottolineato come la decisione della Corte di Assise di Modena rappresenti “un passo indietro”, soprattutto alla luce dei progressi ottenuti con le battaglie delle donne. “Questa sentenza riduce l’assassinio di due donne a un conflitto familiare”, hanno commentato le parlamentari, sollecitando la necessità di un’educazione giuridica che affronti il problema della violenza maschile contro le donne.

Anche Ilenia Malavasi, deputata del PD, ha espresso forti preoccupazioni, denunciando come il linguaggio utilizzato nella sentenza possa portare alla riabilitazione del vecchio delitto d’onore sotto nuove vesti. “Se le motivazioni della Corte non vengono correttamente interpretate e messe in discussione, rischiamo di legittimare la violenza e di dare spazio a giustificazioni che non hanno fondamento”, ha dichiarato.

Un’analisi che va oltre la sentenza

La sentenza della Corte di Assise di Modena, purtroppo, non è un caso isolato. Negli ultimi anni, si sono susseguite decisioni che hanno sollevato interrogativi sulle reali intenzioni della giustizia nel contrastare il femminicidio e la violenza di genere. La tendenza a considerare le dinamiche familiari e i conflitti come attenuanti in omicidi di questo tipo è un tema che continua a riaffiorare nelle aule di tribunale, minando la percezione di equità e giustizia per le donne.

Le critiche al sistema giudiziario sono rivolte soprattutto alla sua incapacità di trattare la violenza di genere con la necessaria severità. Le legislazioni più recenti, che hanno cercato di rafforzare la protezione delle donne, sembrano spesso non essere supportate da un’efficace interpretazione giuridica. “Le parole giuste sono fondamentali per cambiare la cultura della violenza”, ha detto Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva, sottolineando come il linguaggio giuridico possa perpetuare pregiudizi che vanno a minare gli sforzi per superare la cultura patriarcale.

La decisione della Corte d’Assise di Modena non è solo una questione giuridica, ma anche un problema sociale. “Le motivazioni di questa sentenza rischiano di far riemergere il delitto d’onore sotto nuove vesti”, ha dichiarato Mara Carfagna, deputata di Noi Moderati. Secondo Carfagna, l’idea che ci possano essere motivi “comprensibili” per un femminicidio mina le fondamenta di una società che dovrebbe invece proteggere le vittime e condannare senza esitazioni i colpevoli.

Le parole della sorella di Gabriela Trandafir, “l’ergastolo è per noi”, riassumono il dolore e l’amarezza di chi resta. Per i familiari delle vittime, questa sentenza rappresenta una sconfitta, non solo personale ma collettiva. È il fallimento di un sistema che, invece di tutelare le donne, sembra giustificare chi le uccide.

Continue Reading

Demografica

Bambino inquadrato allo stadio, la scuola gli annulla la...

Published

on

Bambino Inquadrato Stadio Assenza Scuola Social

Antonio Gramsci diceva che “Il calcio è il regno della lealtà umana esercitata all’aria aperta”. Ecco, proprio l’area aperta, unita alle telecamere della televisione, ha incasinato Sammy, il giovanissimo tifoso del Newcastle che aveva saltato la scuola per andare a seguire in trasferta la propria squadra del cuore.

Non che lui se ne fosse fatto un problema, mentre celebrava a pugni chiusi e con un grande sorriso la vittoria dei Magpies a danno dell’Arsenal durante la semifinale di andata della Carabao Cup. La sua esultanza, però, è stata trasmessa in diretta televisiva e così la giustificazione apportata alla sua assenza non è stata ritenuta valida dalla scuola che ha scritto ai genitori del piccolo, presenti con lui allo stadio.

La lettera della scuola ai genitori

“Gentili genitori, vi informiamo che l’assenza di Sammy per martedì 7 gennaio 2025 sarà ora classificata come non autorizzata a causa della copertura mediatica che lo mostrava ad una partita di calcio a Londra. Non esitate a contattarci se desiderate discutere ulteriormente questo argomento”, ha scritto la scuola.

Dopo la partita, la pagina Facebook di Away Day Tours ha condiviso un’immagine di Sammy, colto in un momento di festa durante la trasmissione dal vivo, con la didascalia scherzosa che ha attirato l’attenzione di innumerevoli tifosi: “Questo giovane è stato colto a festeggiare la straordinaria vittoria del Newcastle sull’Arsenal. Ha saltato la scuola quel giorno, portando la sua famiglia a ricevere la seguente e-mail. Momenti come questi sono ciò che il calcio rappresenta. E diciamocelo, era un viaggio di geografia!”

Incluso nel post c’era lo screenshot di un’email inviata dalla scuola ai genitori di Sammy.

Le assenze in Inghilterra

Il riferimento “alla lezione di geografia” ha convinto i tifosi a schierarsi dalla parte del piccolo tifoso e della sua famiglia, ma perché l’assenza risulta ingiustificata anche se i genitori ne erano a conoscenza?

Alla base c’è una diversa disciplina della presenza scolastica. In Inghilterra, le assenze non giustificate da scuola possono comportare sanzioni pecuniarie per i genitori. Questo sistema di multe è stato implementato per incentivare la frequenza scolastica regolare e contrastare il fenomeno dell’abbandono o del disinteresse verso la scuola, aumentato considerevolmente dopo la pandemia.

Se un bambino salta la scuola senza l’autorizzazione del dirigente scolastico per almeno cinque giorni, i genitori possono ricevere una multa di £80. Se la multa non viene pagata entro 21 giorni, l’importo raddoppia a £160.

Se un genitore riceve una seconda multa per lo stesso bambino entro un periodo di tre anni, l’importo della multa sarà immediatamente di £160. Dopo la terza infrazione, le autorità possono considerare azioni legali alternative, che potrebbero includere procedimenti penali.

L’intento del governo è quello di promuovere una frequenza scolastica regolare e affrontare le disparità nelle politiche di sanzione tra diverse autorità locali. Nel 2022-2023, sono state emesse quasi 400.000 multe per assenze non autorizzate, con una prevalenza di casi legati a famiglie che prenotano vacanze durante il periodo scolastico.

Confronto con altri Paesi

In altri paesi europei, come la Francia e la Germania, esistono normative simili:

  • Francia: I genitori possono essere multati fino a €1.500 per aver portato i figli in vacanza durante il periodo scolastico senza autorizzazione del dirigente scolastico;
  • Germania: Le multe variano a seconda dello stato federale e possono arrivare fino a €1.000. Le autorità possono anche segnalare i genitori alla polizia per infrazioni ripetute.

Vista l’assenza di un solo giorno, comunque, nessuna conseguenza grave per Sammy. Anzi, un po’ di notorietà e il sorriso per la vittoria dei Magpies, che hanno battuto per 2-0 l’Arsenal e si preparano con più calma alla gara di ritorno del 5 febbraio al St. James’ Park.

Continue Reading

Demografica

La ricchezza italiana? È over 60

Published

on

Anziano che butta banconote

In Italia, la distribuzione della ricchezza segue una linea di separazione netta tra le generazioni. L’ultimo rapporto Censis sulla situazione sociale dell’Italia evidenzia che la ricchezza pro-capite è in diminuzione, ma soprattutto che la maggior parte del patrimonio si concentra nelle mani della popolazione anziana. Dal 2003 al 2023, il reddito disponibile lordo pro-capite è calato del 7%, mentre la ricchezza netta pro-capite si è ridotta del 5,5%. A ciò si aggiunge il dato impressionante che l’85,5% degli italiani considera la mobilità sociale un obiettivo quasi irraggiungibile.

La ricchezza “anziana”

Secondo il Censis, il 58,3% della ricchezza netta italiana appartiene alle famiglie con un capofamiglia nato prima del 1980. Ma se ci addentriamo nei dettagli, il dato è ancora più sbilanciato. I baby boomer (nati tra il dopoguerra e i primi anni ’60) detengono il 43,3% del totale, con una ricchezza media di oltre 360.000 euro per famiglia. La generazione silenziosa, i nati prima della Seconda guerra mondiale, si difende con 280.000 euro in media.

E i giovani? Non pervenuti. Le famiglie capeggiate da millennial o membri della generazione Z arrancano, con una ricchezza media di circa 150.000 euro, meno della metà rispetto ai baby boomer. In altre parole, la disuguaglianza generazionale si fa ogni anno più evidente, mentre la mobilità sociale è un miraggio per l’85,5% degli italiani.

Ma c’è di più: questa ricchezza “anziana” è destinata a diventare ancora più concentrata. La denatalità ha ridotto il numero di potenziali eredi e, quindi, aumentato il valore medio delle future eredità. E qui si apre un altro scenario inquietante.

Un imbuto generazionale

Il fenomeno della denatalità – che ormai rappresenta uno dei mali endemici del nostro Paese – aggrava ulteriormente questa disparità. non solo riduce la popolazione giovane, ma rischia di creare una concentrazione di patrimoni senza precedenti. Dal 2008 al 2023, le nascite si sono ridotte del 34,1%, mentre le donne in età fertile sono diminuite di oltre 2 milioni. Un trend che, anche in caso di inversione miracolosa, non potrà essere recuperato.

Il risultato? Un passaggio intergenerazionale di ricchezza sempre più ristretto, con pochi eredi che erediteranno tanto. Ma questa attesa sta già avendo effetti deleteri. Il Censis parla di una ridotta propensione al rischio imprenditoriale: molti giovani crescono con l’idea di essere “destinatari di successione”, sviluppando una mentalità da rentier, poco incline all’intraprendenza. Un freno, questo, che l’Italia non può permettersi in un momento storico in cui avrebbe bisogno di idee fresche e spirito innovativo.

La crisi demografica e le sue implicazioni

L’analisi demografica del Censis è altrettanto preoccupante: tra il 1984 e il 2024, la popolazione di 20-29enni è diminuita del 17,5%, mentre quella di 30-39enni ha subito un crollo del 29,4%. Guardando al futuro, si prevede un ulteriore calo: entro il 2044, i giovani tra 20 e 29 anni diminuiranno di un altro 15,6%, rendendo sempre più difficile garantire un ricambio generazionale in qualsiasi ambito.

A fronte di una popolazione sempre più anziana, il rischio è quello di un Paese che si muove a rallentatore. Il patrimonio continuerà a rimanere nelle mani degli over 60, mentre i giovani, numericamente inferiori, saranno costretti a contendersi le briciole, senza avere le risorse per innovare, investire o semplicemente immaginare un futuro migliore.

Infinite forme di povertà

A tutto questo si aggiungono le nuove forme di povertà rilevate dal rapporto. L’Italia registra percentuali di rischio di povertà superiori alla media europea: il 27,2% degli italiani è a rischio prima dei trasferimenti sociali, e il 18,9% anche dopo di essi. Inoltre, il 9,8% delle famiglie non riesce a coprire le spese mensili, mentre l’8,4% vive in povertà alimentare e il 9,5% in povertà energetica. Il 36,9% degli italiani, invece, ha dovuto tagliare altre spese per far fronte ai costi sanitari, con punte del 50,4% tra le famiglie a basso reddito.

In questo contesto, la sanità rischia di diventare un privilegio per pochi. Ogni 100 tentativi di accedere al Servizio sanitario nazionale, 35 finiscono nel privato a pagamento. Non è un caso che l’84,2% degli italiani sia convinto che i ricchi possano curarsi meglio e prima degli altri.

Il boom dei miliardari e il rischio della “medietà”

A fronte di questi numeri impietosi, c’è un’altra faccia della medaglia che fa riflettere. Mentre il reddito pro-capite diminuiva del 7% e la ricchezza netta del 5,5% negli ultimi vent’anni, il numero di miliardari italiani è aumentato. Dal 2023 al 2024, sono 6 i nuovi miliardari registrati, per un totale di 62 super-ricchi con un patrimonio complessivo di 199,8 miliardi di dollari. Una crescita del 23,1%, che ci colloca ai vertici europei. Il paradosso è evidente: mentre una fetta sempre più grande della popolazione fatica ad arrivare a fine mese, una piccola élite continua ad arricchirsi, ampliando il divario sociale.

L’Italia si trova in una situazione di stallo, dove la “medietà” denunciata dal Censis non consente al Paese di avanzare né economicamente né socialmente. Da un lato, abbiamo raggiunto record positivi nell’occupazione e nel turismo. Dall’altro, la spinta verso un benessere diffuso si è fermata. La scelta di non osare, di accontentarsi, è il vero nemico del progresso, dice il rapporto.

La concentrazione della ricchezza nelle mani degli anziani e il declino demografico rappresentano due facce della stessa crisi strutturale, ma cosa fare per invertire la rotta? Le soluzioni non sono semplici e richiederebbe interventi immediati e coraggiosi che passano inevitabilmente per tre direttrici: incentivare la natalità, promuovere politiche di redistribuzione del reddito e investire in programmi per favorire la mobilità sociale. Tuttavia, senza un cambio di paradigma, il rischio è quello di rimanere intrappolati in un circolo vizioso di disuguaglianze crescenti e opportunità sempre più limitate.

Continue Reading

Ultime notizie

Bando Circular Economy Bando Circular Economy
Ambiente e clima27 minuti ago

La Regione Lazio a supporto della sostenibilità: bando...

La Regione Lazio ha annunciato una nuova iniziativa, presso lo spazio Europa Experience di Piazza Venezia il 25 luglio 2024,...

Ultima ora39 minuti ago

Usa, Musk citato in giudizio per acquisto Twitter

La Securities and Exchange Commission (SEC) ha accusato l’imprenditore di irregolarità nelle operazioni con cui nel 2022 acquistò il social...

Sport52 minuti ago

Bernabè e la protesi al pene, chirurgo Antonini: “Mi...

L'urologo-andrologo: "Non esiste e non è mai stato concordato alcun accordo di natura mediatica, mi aspetto scuse da Lazio" "Mi...

Sport58 minuti ago

Australian Open, finisce la favola Passaro. Avanti Alcaraz...

Il tennista azzurro battuto da Bonzi. Esordio vincente per Bolelli-Vavassori nel doppio Avanti tutti i big al secondo turno degli...

Immediapress60 minuti ago

Una casa immersa nella natura dove luce e funzionalità...

Milano, 15 gennaio 2025 – Oknoplast, con le sue soluzioni all'avanguardia, ha contribuito a trasformare una residenza privata di 220mq,...

Immediapress1 ora ago

Fabio Giargia Nominato Nuovo Procurement & Planning...

Il manager guiderà le strategie di approvvigionamento e pianificazione dell’azienda piemontese Alessandria, 15 gennaio 2025 – Fabio Giargia, classe 1980,...

GR Audio (Giornali Radio)1 ora ago

GrAudio Flash delle 09:50 del 15 gennaio

GR Audio (Giornali Radio)1 ora ago

GrAudio edizione delle 09:30 del 15 gennaio

Spettacolo2 ore ago

Morto Fausto Cogliati, l’autore e produttore aveva 66...

Da Eros Ramazzotti a Ultimo, il cordoglio degli artisti E' morto Fausto Cogliati. Il noto autore, produttore musicale e vocal...

Esteri2 ore ago

Energia, Meloni: “Siglato accordo con Albania ed...

La premier al summit di Abu Dhabi: "Italia piattaforma naturale nel Mediterraneo, hub tra Ue e Africa". Poi sul nucleare:...

Cronaca2 ore ago

Dopo il gelo arriva il maltempo dall’Africa,...

Tendenza: weekend con piogge al Centro-Sud e venti forti Dopo l'aria artica e il gelo adesso sull'Italia arriva il maltempo...

GR Audio (Giornali Radio)2 ore ago

GrAudio Flash delle 08:50 del 15 gennaio

GR Audio (Giornali Radio)2 ore ago

GrAudio edizione delle 08:30 del 15 gennaio

GR Audio (Giornali Radio)3 ore ago

GrAudio Flash delle 07:50 del 15 gennaio

Spettacolo3 ore ago

Simone Montedoro chi è, l’attore di ‘Don...

L'attore ha preso parte a diverse fiction italiane, tra cui Don Matteo Simone Montedoro sarà ospite oggi, 15 gennaio, a...

Spettacolo3 ore ago

Zelig 2025, al via stasera 15 gennaio la nuova edizione:...

Guest star della prima serata il rapper Lazza Zelig torna stasera, mercoledì 15 gennaio, in prima serata su Canale 5...

Tecnologia3 ore ago

TCL Ai Me: il robot domestico intelligente che rivoluziona...

TCL presenta il suo primo robot domestico, un compagno intelligente e personalizzabile che si adatta alle tue esigenze e trasforma...

Esteri3 ore ago

Israele-Gaza, media: Hamas chiede di rivedere diverse...

Lo ha riferito la rete televisiva saudita Al Arabiya, citando fonti. I colloqui sono ancora in corso Hamas ha chiesto...

GR Audio (Giornali Radio)3 ore ago

GrAudio edizione delle 07:30 del 15 gennaio

GR Audio (Giornali Radio)4 ore ago

GrAudio Flash delle 06:50 del 15 gennaio