Biden: “Con tregua a Gaza mi aspetto che Iran non attacchi”
Inviati Casa Bianca in viaggio per finalizzare cessate il fuoco e accordo ostaggi. Da Usa ok a vendita armi tra cui F15 per oltre 20 miliardi
"È ciò che mi aspetto". Ha risposto così il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ai giornalisti che gli domandavano se si aspetti che l'Iran rinunci a lanciare un attacco di rappresaglia contro Israele se verrà raggiunto un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi.
L'Iran ha promesso di vendicarsi per l'assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh, a Teheran, ma non lo ha ancora fatto, lasciando Israele con il fiato sospeso per due settimane. Gli Stati Uniti, l'Egitto e il Qatar stanno convocando un summit per finalizzare un accordo sugli ostaggi giovedì e sul cessate il fuoco. Hamas ha finora dichiarato che non parteciperà.
Solo un accordo sul cessate il fuoco a Gaza ai colloqui previsti per giovedì potrebbe convincere l'Iran a evitare la rappresaglia contro Israele per l'uccisione a Teheran di Ismail Haniyeh, avevano detto alla Reuters tre diverse fonti iraniane, come rilanciato dal 'Times of Israel' e da altri media internazionali.
Una delle fonti, che appartiene alla sicurezza, ha detto che Teheran, insieme a Hezbollah, lancerà un attacco diretto contro Israele se i negoziati falliranno o se ci sarà la percezione che lo Stato ebraico li trascina per le lunghe. Le stesse fonti però non precisano per quanto tempo l'Iran permetterà ai colloqui di andare avanti.
Le precisazioni di Teheran erano arrivate dopo che erano emerse indicazioni secondo cui avrebbe attacco Israele prima dell'avvio dei negoziati di giovedì a Doha.
Inviati Casa Bianca in viaggio per finalizzare cessate il fuoco e accordo ostaggi
Il capo della Casa Bianca per il Medio Oriente, Brett McGurk, si sta recando al Cairo e a Doha, mentre l'inviato speciale Amos Hochstein si sta recando a Beirut, ha reso noto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, sottolineando che l'amministrazione cerca di finalizzare un cessate il fuoco e un accordo per il rilascio degli ostaggi, impedendo al contempo un'ulteriore escalation nella regione.
"Crediamo che i negoziatori debbano sedersi al tavolo delle trattative. Crediamo che arrivare a un accordo di cessate il fuoco sia il modo migliore per allentare le tensioni che stiamo vedendo", ha detto Jean-Pierre ai giornalisti.
Da Usa ok a vendita armi tra cui F15 per oltre 20 miliardi
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha approvato dal canto suo la vendita di armi per oltre 20 miliardi di dollari a Israele, tra cui aerei da combattimento F-15 e munizioni per i carri armati. In una notifica al Congresso, il Dipartimento di Stato afferma che le vendite "miglioreranno la capacità di Israele di affrontare le minacce nemiche attuali e future". Gli F-15, per un valore intorno ai 18,82 miliardi, riferisce 'The Times of Israel', non dovrebbero arrivare prima di diversi anni.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha ringraziato il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Austin e il segretario di Stato Usa Blinken per aver approvato la vendita di aerei da combattimento F-15. "Grazie al Segretario alla Difesa Austin e al Segretario di Stato Blinken per aver promosso iniziative di potenziamento delle forze che aiutano Israele a sviluppare e mantenere il suo vantaggio militare qualitativo nella regione. Ciò include l'incorporazione degli F-15ia nella flotta di aerei da combattimento dell'Iaf e la fornitura di munizioni essenziali per garantire le capacità e la sicurezza di Israele", afferma Gallant in un post su 'X'. "Mentre combattiamo per difendere Israele su 7 fronti diversi, il vostro messaggio di sostegno e impegno per la sicurezza di Israele è chiaro", aggiunge il ministro.
La vendita da 18,82 miliardi di dollari include 50 caccia F-15IA – la variante israeliana dell'avanzato F-15Ex – e kit per l'attuale velivolo F-15 dell'aeronautica israeliana, insieme ad altre attrezzature. L'inizio delle consegne, ricorda 'The Times of Israel', è previsto per il 2029. L'anno scorso, Israele ha presentato una richiesta formale agli Stati Uniti in merito all'acquisto di 25 caccia F-15ia, con opzioni per altri 25.
Media: "Iran tiene esercitazioni militari nel nord del Paese"
L'Iran sta tenendo un'esercitazione militare nel nord del Paese. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Mehr, mentre la regione si prepara alla possibile, dichiarata rappresaglia di Teheran contro Israele dopo l'uccisione del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh, a Teheran il mese scorso.
Esteri
Ucraina-Russia, Zelensky: “Guerra può finire nel...
Il presidente ucraino e l'incognita della nuova amministrazione Usa: "Voglio sentire le proposte di Trump"
L'Ucraina punta su Donald Trump per chiudere la guerra con la Russia nel 2025. Mentre Vladimir Putin spaventa l'Europa con il nuovo missile Oreshnik che "può colpire ovunque" nel Vecchio Continente, Kiev attende l'insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti per una svolta negoziale che apra la strada alla pace. Trump, com'è noto, da mesi si dice convinto di poter portare Ucraina e Russia al tavolo per una rapida intesa.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a dirsi fiducioso che la guerra con la Russia possa finire nel 2025 e che "a gennaio avremo un piano", ribadisceai media stranieri a margine della terza conferenza internazionale 'Grain from Ukraine'.
Cosa ha detto Zelensky
"Per quanto riguarda il momento in cui la guerra finirà... finirà quando la Russia deciderà di farla finire. Quando gli Stati Uniti assumeranno una posizione più forte. Quando il Sud globale si schiererà con l'Ucraina e a favore della fine della guerra", dice Zelensky, sottolineando di essere fiducioso che questi sviluppi si verificheranno prima o poi e che verranno prese delle decisioni.
"Sarà un percorso difficile, ma sono convinto che abbiamo tutte le possibilità di raggiungere questo obiettivo l'anno prossimo - afferna - capiamo che la Russia non sarà d'accordo con tutti questi passi, ma c'è la Carta delle Nazioni Unite e tutte le nostre azioni si basano su di essa. Speriamo che siano sostenute dai nostri partner".
"Voglio sentire le proposte di Trump"
L'incognita maggiore per Zelensky - e allo stesso tempo la principale speranza - è la nuova amministrazione Usa. È necessario ascoltare le proposte d Trump sul piano per porre fine al conflitto. "Siamo aperti - dice Zelensky -; lo dirò ancora una volta, e tra l'altro, ai leader dei paesi africani, asiatici e arabi... Siamo pronti a vedere le loro proposte. Voglio anche vedere quelle del nuovo presidente degli Stati Uniti d'America. Penso che avremo queste proposte a gennaio e che avremo un piano per porre fine a questa guerra".
"Sono sicuro che l'anno prossimo avremo tutte le possibilità di porre fine alla guerra - aggiunge il presidente ucraino - Ci sono passi appropriati per questo... Comprendiamo che la Russia non farà tutti questi passi. Ma esiste una carta delle Nazioni Unite e tutti i nostri passi basati sulla Carta delle Nazioni Unite saranno sostenuti dai partner".
Il messaggio (quotidiano) da Mosca
Putin, particolarmente loquace negli ultimi giorni con 2 messaggi, tace lasciando spazio ai proclami di Dmitry Medvedev, ex presidente e attuale numero 2 del Consiglio di sicurezza. Il presidente, dopo il lancio di un nuovo missile a medio raggio contro il territorio ucraino, ha avvertito in particolare l'Europa: "Possiamo colpire ovunque", ha detto come reazione alle azioni condotte da Kiev, che ha colpito il territorio russo con missili americani (Atacms) e britannici (Storm Shadow).
A stretto giro, tocca a Medvedev indicare la soluzione ideale del conflitto per i parametri russi: "Se il blocco Nato smette di soffiare sul fuoco della guerra in Ucraina, questo conflitto può finire senza alcun ulteriore costo per l'umanità", dice Medvedev.
Esteri
Netanyahu, Crosetto: “Linea governo è approfondimento...
Il ministro della Difesa sul mandato emesso dalla Corte penale internazionale: "A primo acchito sembra una sentenza più politica che tecnica". Salvini: "Non è Netanyahu il criminale"
Sul mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, "la linea del governo è quella di approfondire le motivazione della sentenza che a primo acchito sembra una sentenza più politica che tecnica". Dopo le parole della premier Giorgia Meloni, a ribadirlo è il ministro della Difesa Guido Crosetto prima di intervenire alla convention di Centro Popolare e Noi Moderati, in corso a Napoli.
"Ma la cosa che ha colpito di più e che io ho detto sin dal primo momento - ha aggiunto il ministro - è che abbiamo trovato inaccettabile e assurdo mettere sullo stesso piano i leader di un'organizzazione terroristica che ha attaccato innocenti con chi guida legittimamente uno stato democratico e si sta difendendo".
La linea Meloni
Rimettendo ordine dopo una serie di prese di posizione non univoche all'interno dell'esecutivo, tanto che il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini nella mattinata aveva manifestato la convinzione che la premier avrebbe trovato "una sintesi", Meloni ieri sera ha indicato la linea del governo italiano sul caso.
"Approfondirò in questi giorni - ha spiegato Meloni - le motivazioni che hanno portato alla sentenza della Corte penale internazionale. Motivazioni che dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica. La presidenza italiana del G7 intende porre il tema all’ordine del giorno della prossima ministeriale Esteri che si terrà a Fiuggi dal 25 al 26 novembre. Un punto resta fermo per questo Governo: non ci può essere una equivalenza tra le responsabilità dello Stato di Israele e l'organizzazione terroristica Hamas", ha sottolineato la presidente del Consiglio.
Salvini insiste: "Non è Netanyahu il criminale"
''Conto che si trovi una soluzione perché sicuramente non è Netanyahu il criminale di guerra. Diciamo che i terroristi islamici sono il problema per l'Italia e per il mondo, e quindi conto che il problema non si ponga mai'', ha intanto insistito oggi il ministro Salvini.
Parlamentari e Ong italiani a dicembre a L'Aja: "Sostegno a Cpi, Italia non si sottragga"
Intanto, venerdì 13 dicembre prossimo, una delegazione composta da deputati e deputate dell’Intergruppo parlamentare per la pace tra la Palestina e Israele, europarlamentari italiani e rappresentanti delle Ong italiane, si recherà a L'Aja per una serie di incontri presso la Corte penale internazionale (Cpi).
La visita, prevista da tempo, avviene dopo l’emissione dei mandati di arresto da parte della Corte nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e dell’attuale leader di Hamas Mohammed Deif, la cui morte è ancora incerta, per crimini di guerra e contro l’umanità.
"L’obiettivo della visita –dichiarano i parlamentari dell'Intergruppo- è di prendere atto del lavoro della Corte, delle difficoltà e degli ostacoli che sta incontrando nello svolgimento delle proprie attività, oltre ad esprimere pieno sostegno alla Corte, che opera al solo scopo di affermare la legalità internazionale, nonostante pressioni e circostanze molto difficili".
"È fondamentale che l’Italia, Paese in cui fu firmato lo Statuto di Roma che ha istituito la Cpi, dia un chiaro e inequivocabile segnale di vicinanza alla Corte. Il lavoro della Corte va rispettato in tutti i suoi passaggi: indagini, mandato d’arresto e sentenza. Il nostro Governo non può sottrarsi ai suoi obblighi internazionali e, per evitare ogni complicità con chi è ricercato per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, è necessario che prenda chiaramente le distanze dall’operato di Netanyahu e dei suoi ministri, dando piena attuazione al mandato d’arresto della Corte, che rappresenta un obbligo per ciascun Stato parte", concludono i parlamentari e le parlamentari dell'intergruppo per la pace tra la Palestina e Israele, coordinato dalla deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari.
Esteri
Ucraina-Russia, Medvedev: “Armi nucleari? Opzione...
Il vice capo del Consiglio di sicurezza russo: "Guerra finirà se Nato smette di alimentarla". Per il Pentagono, migliaia di soldati nordcoreani combatteranno "presto" contro le forze ucraine
Il conflitto in Ucraina potrà finire senza ulteriori costi in termini di vite umane se la Nato smetterà di alimentarlo. Ad assicurarlo è il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, in un'intervista al canale televisivo Al Arabiya.
"Se il blocco Nato smette di soffiare sul fuoco della guerra in Ucraina, questo conflitto può finire senza alcun ulteriore costo per l'umanità", ha detto Medvedev. Commentando quindi la possibilità che la Russia utilizzi armi nucleari, come minacciato dal presidente Vladimir Putin, Medvedev ha osservato che si tratta di un'"opzione estrema".
Pentagono: "Presto migliaia di nordcoreani contro forze ucraine"
Gli Stati Uniti prevedono intanto che migliaia di soldati nordcoreani di stanza in Russia combatteranno "presto" contro le forze ucraine. A dichiararlo è stato il capo del Pentagono Lloyd Austin.
Il segretario alla Difesa statunitense stima infatti che circa 10mila militari dell'esercito nordcoreano si trovino nella regione russa di Kursk, che confina con l'Ucraina ed è in parte occupata dalle forze di Kiev, e siano "integrati nelle formazioni russe".
"Sulla base di ciò che sono stati addestrati" a fare e "di come sono stati integrati nelle formazioni russe, mi aspetto di vederli presto impegnati in combattimento", ha detto Austin ai giornalisti dalle Figi, dove si trova in visita, precisando di non avere conoscenza di "alcuna informazione significativa" di soldati nordcoreani "attivamente impegnati in combattimento" ad oggi.