Connect with us

Published

on

La natura aumenta il benessere mentale dei bambini: lo studio

Respirare all’aria aperta. Giocare in un parco verde. Correre, passeggiare o solo viversi la natura circostante: quanti benefici si possono avere? Secondo una recente ricerca condotta dall’Università di Glasgow, i bambini che trascorrono più tempo in ambienti naturali godono di una salute mentale significativamente migliore rispetto ai loro coetanei che non lo fanno.

Lo studio innovativo, pubblicato sulla rivista Environment International, ha utilizzato tecnologie avanzate come il tracciamento tramite GPS e l’uso di accelerometri per misurare con precisione il tempo trascorso dai bambini nella natura e l’intensità delle loro attività fisiche. Ecco cos’è emerso.

Lo studio

La metodologia impiegata dai ricercatori ha permesso di superare i limiti degli studi precedenti, che spesso si basavano su stime indirette, come la disponibilità di spazi verdi nelle vicinanze della casa o le opinioni dei genitori.

Il campione dello studio ha coinvolto un gruppo rappresentativo di bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni, di diverse fasce socioeconomiche, che hanno partecipato con il consenso informato dei genitori.

Per una settimana, i ricercatori hanno monitorato il tempo effettivamente trascorso dai bambini in ambienti naturali, distinguendo tra attività fisicamente intense (come il gioco sportivo) e attività più leggere e sedentarie (come passeggiare o rilassarsi all’aperto). La salute mentale dei partecipanti è stata valutata attraverso questionari standardizzati, utilizzati per misurare vari aspetti del benessere psicologico.

I risultati

I risultati dello studio sono significativi: i bambini che trascorrevano almeno 60 minuti al giorno in ambienti naturali mostravano un rischio inferiore del 50% di sviluppare problemi di salute mentale rispetto a quelli che passavano meno tempo nella natura.

Questi benefici si sono rivelati particolarmente pronunciati tra i bambini provenienti da famiglie a basso reddito, con miglioramenti evidenti nel comportamento e nelle abilità sociali. Inoltre, è emerso che il tipo di attività svolta nella natura, sia essa intensa o leggera, non influiva in modo significativo sui benefici ottenuti.

La dottoressa Fiona Caryl, ricercatrice principale dell’Università di Glasgow, ha affermato: “I nostri risultati suggeriscono che incoraggiare i bambini a trascorrere più tempo nella natura potrebbe essere un modo semplice ma efficace per supportare la loro salute mentale. Fondamentalmente, i bambini svantaggiati sembrano trarre maggiori benefici dal tempo trascorso nella natura rispetto ai loro coetanei avvantaggiati”.

Il professor Rich Mitchell, autore senior, ha affermato: “Questo fornisce prove convincenti del ruolo della natura nel ridurre i divari nella salute mentale tra bambini con redditi più alti e più bassi. Suggerisce che gli ambienti naturali potrebbero essere “equigenici”, ovvero possono ridurre le disuguaglianze beneficiando in modo sproporzionato coloro che provengono da contesti meno abbienti”.

Il coautore Dr. Paul McCrorie ha aggiunto: “Gli ambienti naturali possono proteggere i bambini meno avvantaggiati da maggiori fattori di stress psicosociali e ambientali. Aumentano anche le opportunità di migliorare la connessione sociale attraverso attività come gli sport di squadra”.

Questo studio, “L’uso di ambienti naturali è associato a una riduzione delle disuguaglianze nel benessere mentale dei bambini: un’analisi trasversale utilizzando dati del sistema di posizionamento globale (GPS)”, è stato sostenuto dal Medical Research Council (MRC) e dall’ufficio del capo scienziato del governo scozzese.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Demografica

Valditara: “Smartphone armi di distruzione di massa”, sono...

Published

on

Gli smartphone sono “un’arma di distruzione di massa”. Non ha dubbi il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha lanciato l’allarme a ‘Porta a Porta’, su Rai 1.
“Circa 50mila ragazzi hanno abbandonato la scuola per rifugiarsi in un mondo virtuale fatto di cellulari e social media, isolandosi per mesi nelle proprie stanze”, ha detto il ministro collegando l’uso degli smartphone al fenomeno degli hikikomori.

Questi sono i primi giorni di scuola senza cellulare in classe per bambini e ragazzi fino ai 14 anni “anche per l’uso didattico”, come stabilito dal dicastero in estate. Molti genitori hanno apprezzato l’iniziativa di Valditara, soddisfatto della risposta ottenuta: “La reazione del mondo della scuola è stata molto positiva. I ragazzi, con grande senso di responsabilità, e i genitori, entusiasti e al 90% favorevoli, hanno capito che ci stiamo prendendo cura di loro e che abbiamo a cuore la loro salute”, ha detto il ministro, convinto che la scuola debba “insegnare a guardarsi negli occhi”.

Il contatto umano è proprio quello che preoccupa Valditara, che promuove una grande campagna di sensibilizzazione contro l’abuso di smartphone e social network: “Dare un cellulare in mano a un bambino di 7-8 anni può avere effetti devastanti”, denuncia il ministro per cui l’educazione digitale deve partire dalle case e dalle scuole italiane.

Il ministro Valditara vuole portare la crociata anti-smartphone fuori dai confini nazionali: “Ho incontrato la ministra dell’istruzione di Cipro che ha molto apprezzato la decisione di vietare il cellulare a scuola. Abbiamo pensato di preparare un documento da sottoporre a Bruxelles a tutti i ministri dell’Istruzione sul tema, anche perché alcuni Stati come la Francia, l’Olanda, la Svezia, già si sono avviati in questa direzione e credo che raggiungeremo facilmente, credo, un forte consenso”, ha aggiunto.

Smartphone e hikikomori, che relazione c’è?

Se ne sta parlando solo negli ultimi anni, ma il termine ’hikikomori’ è stato coniato dallo psichiatra giapponese Saito Tamaki già negli anni ‘80.
Forma italiana del nipponico 引き籠もり o 引きこも, deriva dalla fusione delle parole “hiku”, “tirare”, e “komoru”, “ritirarsi” o “chiudersi”. Quindi, un hikikomori è una persona che ha scelto di limitare fortemente o eliminare del tutto la propria vita sociale, preferendo tattiche di ‘autoreclusione’. Un hikikomori rifiuta il contatto con le persone dentro e fuori casa; quando vuole comunicare lo fa indirettamente, usando gli smartphone o il pc.

Negli ultimi anni, il fenomeno si sta espandendo anche in Occidente, dove sempre più adolescenti e giovani adulti scelgono di ritirarsi dalla vita sociale, scolastica o lavorativa per periodi prolungati, generalmente superiori a sei mesi.

Gli hikikomori in Italia

Negli ultimi anni, il fenomeno hikikomori ha mostrato un incremento preoccupante accelerato dal lockdown. In Italia, recenti studi hanno identificato circa 66.000 casi tra gli studenti, con una prevalenza nella fascia di età 11-13 anni. Se consideriamo anche le fasce di età più alte, le stime suggeriscono che in Italia potrebbero esserci tra i 100.000 e i 200.000 hikikomori.

Il Ministro Valditara ha espressamente collegato l’uso degli smartphone a questo fenomeno di autoesclusione sociale. È indubbia la relazione tra le due situazioni, meno chiara è la direzione: gli smartphone sono una causa del fenomeno o un mezzo di comunicazione utilizzato dopo la scelta di recludersi?

Molti di loro utilizzano il web come unica forma di comunicazione con il mondo esterno, preferendo le interazioni virtuali al contatto diretto. Tuttavia, è importante notare che l’abuso delle tecnologie non è la causa principale di questa condizione; piuttosto, può essere visto come una conseguenza del ritiro sociale e un facilitatore del fenomeno. Gli hikikomori spesso sviluppano una dipendenza da Internet e dai videogiochi come modo per affrontare l’isolamento, ma ciò non significa che la tecnologia sia la causa scatenante del loro disagio.

Hikikomori: è una malattia?

Il fenomeno degli hikikomori è un argomento di crescente interesse nella comunità scientifica, che sta cercando di inquadrarlo all’interno delle patologie psichiatriche. Sebbene non sia ufficialmente riconosciuto come una diagnosi nel DSM-5, (che classifica i disturbi mentali in diverse categorie) molti esperti lo considerano un disturbo a sé stante, caratterizzato da un isolamento sociale prolungato e volontario.

La scienza ha iniziato a sviluppare criteri diagnostici per l’hikikomori. Secondo una revisione recente, i criteri includono un ritiro dalla vita sociale per almeno sei mesi, il rifiuto di attività scolastiche o lavorative, e l’assenza di altre patologie psichiatriche che possano spiegare il comportamento. Questo approccio è stato proposto anche dal governo giapponese, che ha riconosciuto la rilevanza sociale del problema e ha delineato i criteri necessari per la diagnosi.

Conseguenze a lungo termine

In alcuni casi, il ritiro sociale può restare una parentesi buia nella vita dell’individuo, in altre può avere conseguenze gravi e durature. Gli hikikomori possono sperimentare un deterioramento delle loro capacità sociali e professionali, rendendo difficile il reinserimento nel mondo esterno.

La letteratura suggerisce che molti hikikomori possono rimanere isolati per anni e, una volta tentato il reinserimento, possono avere difficoltà nel trovare lavoro o stabilire relazioni sociali.

Inoltre, l’autoisolamento può portare a problemi di salute mentale aggiuntivi, come depressione e ansia (che già affliggono la metà dei giovani italiani), creando un circolo vizioso difficile da rompere.

Studi recenti hanno evidenziato l’importanza di un intervento precoce. La telepsichiatria si sta dimostrando una modalità promettente per raggiungere questi giovani attraverso i loro dispositivi digitali, permettendo ai professionisti della salute mentale di fornire supporto anche a distanza senza che ci sia un forte rifiuto dell’individuo. Tuttavia, la mancanza di una definizione chiara e condivisa del fenomeno complica gli sforzi terapeutici e di ricerca.

Il fenomeno degli hikikomori è complesso e richiede un approccio multidisciplinare per affrontarne le cause e le conseguenze. La comunità scientifica continua a esplorare questo tema, con l’obiettivo di sviluppare strategie efficaci per supportare i giovani in difficoltà.
Nel frattempo, sempre più governi decidono di limitare l’uso degli smartphone e dei social agli adolescenti, come fatto dal Ministro Giuseppe Valditara.

Continue Reading

Demografica

Viagra, cosa succede se lo prende una donna?

Published

on

E se a prendere il Viagra fossero le donne? Un recente studio clinico ha rivelato che l’uso del Sildenafil, comunemente noto per il trattamento della disfunzione erettile e commercialmente noto come Viagra, potrebbe ridurre il rischio di parto cesareo d’emergenza.

La ricerca, pubblicata sul Journal of Reproduction e Infertility, ha mostrato che il farmaco è in grado di aumentare il flusso sanguigno uteroplacentare. Ciò contribuirebbe alla diminuzione del 51% del rischio di complicazioni legate alla sofferenza fetale durante il travaglio.

Sofferenza fetale e parto cesareo

La sofferenza fetale (Fd) è uno dei principali segnali di pericolo per la morte intrauterina (Iufd) e rappresenta una delle principali cause di parto cesareo d’emergenza. In Paesi come Australia, Stati Uniti e Regno Unito, si legge nella ricerca, dal 23% al 27% dei parti cesarei avviene in risposta a questo stato critico del feto. La causa principale è la riduzione del flusso sanguigno uterino durante il travaglio, che può scendere fino al 60%, mettendo in serio pericolo la salute del feto.

Attualmente, l’unico trattamento efficace per evitare danni permanenti è il cesareo d’emergenza, che tuttavia comporta rischi significativi sia per la madre che per il neonato, inclusi morbilità materne (cioè l’insieme di patologie che una donna può avere in gravidanza) e problemi neonatali. Da qui, l’importanza di identificare soluzioni sicure per prevenire tali interventi. E il Viagra sembra essere una di queste.

Il ruolo del Sildenafil: vasodilatazione e riduzione del rischio

Il Sildenafil o Viagra, agisce come vasodilatatore, migliorando il flusso sanguigno verso l’utero e il feto. La ricerca ha analizzato il suo potenziale per migliorare la perfusione utero placentare, prevenendo l’ipossia e la sofferenza fetale. Il dottor Milani che ha condotto lo studio e il suo team hanno scoperto che usare il Viagra durante il travaglio ha portato a una riduzione significativa dei casi di cesareo d’emergenza, passando dal 26% nel gruppo di donne che non lo assumevano al 12,5% nel gruppo trattato col farmaco.

“Questo studio dimostra che il Sildenafil può essere un’opzione farmacologica semplice ed efficace per ridurre il rischio di sofferenza fetale, evitando così interventi chirurgici d’emergenza”, hanno spiegato i ricercatori. “I risultati sono particolarmente incoraggianti poiché non abbiamo riscontrato effetti collaterali significativi legati al farmaco”.

La metodologia dello studio

Lo studio condotto nel Reproductive Health Research Center, del Department of Obstetrics and Gynecology, della School of Medicine, Al-Zahra Hospital, Guilan University of Medical Sciences di Rasht è stato condotto tra luglio e settembre del 2022 e ha coinvolto 208 donne in gravidanza. Le partecipanti, di età compresa tra 18 e 40 anni, sono state suddivise in due gruppi: il gruppo Sildenafil ha ricevuto dosi da 50 milligrammi ogni sei ore, mentre il gruppo di controllo ha ricevuto un placebo.

Tutti i partecipanti sono stati monitorati durante il travaglio e i dati demografici e clinici sono stati raccolti attentamente per garantire la precisione dei risultati. L’obiettivo principale era valutare se il Sildenafil potesse ridurre il tasso di sofferenza fetale e di cesareo d’emergenza rispetto al gruppo di controllo.

Risultati

I risultati sono stati incoraggianti. Nel gruppo al quale è stato somministrato il Viagra, l’87,5% delle donne ha avuto un parto vaginale spontaneo, rispetto al 74% del gruppo placebo. Inoltre, i casi di sofferenza fetale sono diminuiti del 53,8% nel gruppo trattato.

Anche i neonati nati dalle donne del “gruppo Sildenafil” hanno mostrato punteggi Apgar (con i quali si misura la condizione motoria, respiratoria, muscolare ecc.) più alti, indicando una salute migliore alla nascita.

Turner ha aggiunto: “L’uso di Sildenafil non ha influenzato negativamente la durata del travaglio, né ha aumentato il rischio di emorragia postpartum, un dato che conferma la sicurezza del farmaco in questo contesto”.

Questo studio potrebbe rappresentare una svolta nella gestione del travaglio. Sebbene siano necessari ulteriori studi per confermare questi risultati, il Sildenafil si sta dimostrando un’opzione promettente per ridurre il numero di cesarei d’emergenza. Il team ha sottolineato l’importanza di ulteriori ricerche per comprendere appieno i benefici a lungo termine e gli eventuali rischi associati all’uso di Sildenafil durante il travaglio.

In conclusione, l’uso di Sildenafil offre nuove speranze per la gestione della sofferenza fetale, riducendo il rischio di interventi invasivi e migliorando gli esiti materno-fetali.

Continue Reading

Demografica

Salta la Champions per assistere alla nascita del figlio,...

Published

on

Sta facendo discute l’attacco di Zvonimir Boban a Walter Benitez. Nel pre-partita di Juventus-Psv Eindhoven, Boban ha criticato duramente la scelta del portiere ospite, ‘reo’ di aver saltato il match per raggiungere in ospedale la moglie che stava per partorire.

“Ma cosa è ‘sta roba che parti e vai da tua moglie per la nascita del figlio?”, ha detto l’opinionista di Sky Sport prima della partita di Champions League. Poco prima, l’estremo difensore classe ‘93 aveva lasciato all’ultimo minuto Torino per tornare in Olanda e assistere alla nascita del figlio. Una decisione condivisa con il club, come si legge in un comunicato del Psv Eindhoven: “Walter Benítez non sarà parte della nostra squadra questa sera. Questa mattina ha lasciato l’hotel dei giocatori a Torino a causa della nascita di suo figlio. È stato concordato di comune accordo che tornerà dalla sua famiglia”.

Benítez non gioca per assistere alla nascita del figlio

L’allenatore ospite Bosz ha quindi schierato il secondo portiere Drommel, uscito dall’Allianz Stadium con tre gol subiti nel 3-1 finale. Forse le cose non sarebbero cambiate molto con il portiere titolare tra i pali, ma per Boban la sua scelta è stata clamorosamente sbagliata: “Magari non sarò moderno io, ma queste cose non le capisco: giochi una partita di Champions, non puoi mancare”, ha detto l’ex attaccante del Milan, che ha proseguito “È il tuo lavoro, giochi e poi scappi. Sarebbe potuto scendere regolarmente in campo per poi abbracciare la moglie e il bambino al suo ritorno”. Nel suo discorso Zvone lascia implicito l’allusione ai contratti milionari dei calciatori, che per alcuni giustificherebbero il suo richiamo. Le nuove generazioni, però, credono in un sistema di valori molto più umano, che predilige l’aspetto umano a quello professionale.

E così, il riferimento ai “compagni da aiutare” non ha salvato l’ex calciatore croato dalle critiche degli utenti sui social, che hanno trovato un “maschilismo” intrinseco nel suo ragionamento.
Di sicuro, ‘Zorro’ ha ragione quando dice di non essere moderno, perché negli ultimi anni il ruolo del padre sta cambiando velocemente.

Il ruolo dei papà sta cambiando

L’era del papà che porta il pane a casa e la mamma che stira è destinata a scomparire. Le mansioni di casa sono distribuite ancora in maniera diseguale, ma le nuove generazioni vogliono un sistema più inclusivo di quello ereditato dai propri genitori. Un sistema dove sia la madre che il padre possano far carriera liberamente, senza che la cura della famiglia imbrigli la donna e i suoi sogni.

Sia chiaro: non sono solo le donne a chiedere un profondo cambio di paradigma, anche i papà “moderni” vogliono avere più tempo per stare con i propri figli. Basta parlare con qualcuno di loro per capirlo, o leggere i numeri per avere un quadro ancora più chiaro. In Italia, ad esempio, il tasso di congedo di paternità è triplicato tra il 2013 e il 2022, come emerge da un’elaborazione di Save The Children su dati Inps. Essendo aumentata l’età media degli italiani che scelgono di avere un bambino, non sorprende che a richiedere il congedo siano gli uomini nelle fasce d’età comprese tra i 30 e i 39 anni (65,4%) e tra i 40 e i 49 anni (65,6%). Età in cui in Italia sei ancora considerato ‘giovane’, ma questo è un altro discorso.

Sono in costante aumento i papà-lavoratori che chiedono più tempo e flessibilità per essere coinvolti attivamente nella vita dei loro figli. Secondo un’indagine condotta da Pew Research Center, il 63% dei padri americani desidera una maggiore flessibilità lavorativa per bilanciare meglio famiglia e carriera. Anche in Italia si sta assistendo a un cambiamento culturale: un sondaggio Istat del 2022 ha rilevato che il 45% dei padri italiani vorrebbe poter trascorrere più tempo con i propri figli, ma spesso è ostacolato da dinamiche lavorative rigide e da una cultura che ancora percepisce il lavoro come prioritario rispetto alla famiglia. Un’indagine condotta da Manageritalia in collaborazione con Ipsos ha rivelato che l’85% dei manager under 45 in Italia vorrebbe avere la possibilità di trascorrere più tempo con i propri bambini, dicendosi d’accordo sul rendere obbligatorio anche il congedo parentale.

I congedi di paternità

Nonostante le richieste di mamme (nel 2022, il 63% delle dimissioni delle donne italiane è stato provocato dalla neo maternità) e papà, le norme non sono cambiate. In Italia, il congedo di paternità è di 10 giorni obbligatori e uno facoltativo solo per i padri lavoratori dipendenti, sia pubblici sia privati, retribuiti al 100%, utilizzabili tra i due mesi precedenti e quelli successivi al parto. Il congedo di maternità, invece, è di 5 mesi che possono essere distribuiti in vari modi tra i mesi prima del parto e quelli successivi.

Ci sarebbe anche il congedo parentale, che, però, spesso è un congedo di maternità mascherato, perché viene usato soprattutto dalle mamme perché, nonostante i progressi degli ultimi anni, la cura della casa e della famiglia è ancora fortemente sbilanciata a loro sfavore.
Il congedo parentale spetta ai genitori entro i primi 12 anni di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) per un periodo complessivo, tra i due genitori, non superiore a dieci mesi secondo le nuove norme, elevabili a undici se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno tre mesi.

I mesi di congedo parentale possono essere utilizzati anche non consecutivamente ed essere ripartiti non equamente dalla coppia, ma nessuno dei due genitori può usufruire del congedo parentale per più di 6 mesi. I genitori possono usufruire il congedo parentale anche contemporaneamente.

La scorsa Manovra ha aumentato l’indennità del congedo parentale 2024. Con queste modifiche, l’indennità del secondo mese è salita dal 30% al 60%, che diventa 80% per il 2024. La legge di Bilancio, infatti, ha inserito una nuova norma che porterà i primi due mesi di congedo parentale a un indennizzo dell’80%.
Dal 2019 l’Unione europea ha adottato una direttiva specifica che prevede linee comuni sui congedi di paternità, stabilendo che alla nascita di un figlio o una figlia i padri hanno diritto a 10 giorni lavorativi di congedo. Una nullità rispetto al congedo obbligatorio previsto per le madri, una conferma della gender-gap che inizia tra le mura di casa e ricade su ogni aspetto della vita privata, a partire dal lavoro.

Insomma, anche le norme sul congedo sono “poco moderne” come Zvonimir Boban, ma il diritto è specchio della società, di cui segue i cambiamenti e gli stimoli. E fa sempre in tempo ad ammodernarsi.

Continue Reading

Ultime notizie

Economia1 ora ago

Salone Nautico, Piana: “In Liguria i più grandi gruppi...

“La nuova location del Salone del Mobile è una cornice fantastica per questa edizione 2024. Vogliamo mantenere le tradizioni che...

Economia1 ora ago

Pompei: “Obiettivo ricerca “Globalizzare la solidarietà”,...

Pompei: “L'obiettivo che ci siamo posti con lo studio, e tutta la collaborazione che abbiamo avviato con il Dicastero per...

Ultima ora1 ora ago

Pallavolo, Prg Retail Group con Prénatal e Toys Center al...

La sponsorship coinvolgerà le squadre di Serie A1 femminile e maschile Per la prima volta, PRG Retail Group, con le...

Ultima ora1 ora ago

Schiacciato da escavatore, muore 58enne nel Bresciano

L'incidente mortale sul lavoro in via Levante, a Dalmine Infortunio mortale sul lavoro verso mezzogiorno di oggi a Dalmine, in...

Economia1 ora ago

G7, Barilla sarà protagonista a Ortigia

Tre giorni di pasta party con la cucina mobile e un pranzo firmato Academia Barilla per le delegazioni In occasione...

Tecnologia1 ora ago

Commissione Difesa alla Camera: appello per la...

Nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla difesa cibernetica promossa dalla Commissione Difesa della Camera dei deputati, è intervenuta oggi l’ANGI Nell'ambito dell'indagine...

Economia1 ora ago

Salone Nautico, Zoppas (Ice): “Nel 2023 export...

Il presidente di Agenzia Ice alla prima giornata del 64° Salone Nautico Internazionale di Genova, “Il settore cresce grazie all’impegno...

Cronaca1 ora ago

Totò Schillaci, folla alla camera ardente. Domani i funerali

Sulla bara la maglia numero 19 e la sciarpa rosa e nero Folla alla camera ardente, allestita allo stadio Barbera...

Economia1 ora ago

Salone Nautico, Piana (Liguria): “Mantenere le...

Il governatore alla prima giornata del 64° Salone Nautico Internazionale di Genova, 'Palazzetto dello Sport ultimato in tempi record, cornice...

Ultima ora1 ora ago

Engineering e ContentWise insieme per nuova soluzione...

Una soluzione per il suggerimento ancora più personalizzato di contenuti basata sulla storia di navigazione degli utenti Engineering, leader nei...

Sostenibilità1 ora ago

Consumi, il carrello della spesa ‘green’ vale...

Secondo i dati dell'Osservatorio Immagino di Gs1 Italy1, l'83,8% dei prodotti analizzati ha in etichetta un claim sulla sostenibilità Gli...

Ultima ora2 ore ago

Fashion&Talents, Onorato: “Appuntamento prezioso...

L’assessore alla sesta edizione dell’evento 'Accademia del Lusso incentiva la creazione di nuovi talenti' “L’Accademia del Lusso ci ha ormai...

Cronaca2 ore ago

Napoli, turista morta per caduta statuetta: due indagati

Atto dovuto in vista dell'autopsia: ipotesi omicidio colposo Due persone sono indagate per omicidio colposo per la morte di Chiara...

Ultima ora2 ore ago

Fashion&Talents, Siviero (eCampus): “Rapporto...

“Il rapporto con la catena del lusso è particolarmente forte per noi che abbiamo una linea di design. Il made...

Immediapress2 ore ago

AstraZeneca annuncia il completamento del programma clinico...

Si prevede che budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato sarà il primo farmaco inalatorio respiratorio di AstraZeneca a passare al propellente di nuova generazione...

Lavoro2 ore ago

Contratti: Margiotta (Confsal), “Nel Ccnl...

Il segretario generale della Confsal lo sottolinea a Roma, alla presentazione del primo contratto nazionale multimanifatturiero, siglato con Confimi Industria...

Fintech2 ore ago

Come i robot di trading stanno ridisegnando i mercati...

Nel mondo dinamico della finanza, l’innovazione tecnologica gioca un ruolo cruciale. Tra le innovazioni più significative degli ultimi anni si...

Sport2 ore ago

Premio Internazionale Eccellenza Mediterraneo,...

La cerimonia si terrà il 21 ottobre a Roma a Palazzo Valentini Dall’attaccante del Beşiktaş, Ciro Immobile, al ct della...

Economia2 ore ago

Contratti, ministro Calderone: “Nel Ccnl...

Il ministro del lavoro alla presentazione del nuovo modello contrattuale Confimi-Confsal "Guardo con molta attenzione e favore a tutto ciò...

Cronaca2 ore ago

Medjugorje, dal Papa via libera al culto pubblico ma non...

La Nota del Dicastero dottrina fede approvata da Bergoglio non si pronuncia sulla soprannaturalità ma riconosce i frutti spirituali e...