Anguria di lusso a Porto Cervo, la foto è virale ma i social si dividono
Quindici chili di cocomero a 42,62 euro in un supermercato, ma non tutti gridano allo scandalo
Un'anguria 'di lusso' in vendita in un supermercato "di Porto Cervo" diventa il nuovo caso da discutere sotto l'ombrellone, ma anche sui social. Il post con la foto e il prezzo del cocomero - 42 euro e 62 centesimi per 15 kg di frutto, venduto a 2,79 euro al kg - circola in queste ore su Twitter, finendo anche su Dagospia, con inevitabile codazzo di polemiche. Ma non tutti gridano allo scandalo, anzi.
Oltre 920 i commenti, 1400 i like, ma davanti agli indignati dal super prezzo - "Fatelo marcire, con 42 euro me ne vado al ristorante!", "Non ci posso credere 42€ un cocomero...", "Ci sono i diamanti dentro! Ecco perché! Come a Pasqua!", "In Calabria ti compri anche il banco vendita...", "No vabbè, semplicemente scandaloso. Spero che rimanga sullo stomaco del venditore" e tanti altri che parlano di "furto" citando anche il Vanna Marchi pensiero -, ecco infatti quanti fanno notare come il peso del frutto non sia esattamente irrilevante, così come la qualità.
Porto Cervo.
— 3m@nu3l@ Erre 7 ❤️🤩🤩🤩 (@EmanuelaErre) August 21, 2024
Anno Domini 2024 pic.twitter.com/RFIBuXRtrE
"Ma con 15 chili ci mangiano 30 persone", "Questa è la tipologia di anguria più buona in assoluto. Viene dal mantovano. Con un laser verificano il grado di zucchero e la selezionano come premium... Il prezzo vale!", si spiega. Molte quindi le precisazioni, a partire dal fatto che l'etichetta reciti Arzachena, che "non è Porto Cervo", e che risulti un po' datato anche il giorno di confenzionamento , cioè il 24 luglio: "Perché - chiedono - pubblicare una foto con un mese di distanza?". "Se non sapete le cose non scrivetele", ammoniscono ricordando il nome del prodotto e dell'azienda che coltiva e vende "un'eccellenza" italiana. "L'anguria è 15 kg e il prezzo al kg è assolutamente normale. Se poi ti interessa far sapere che sei a Porto Cervo togli l'etichetta e lamentati di altro", la chiosa.
Cronaca
Totò Schillaci ricoverato, condizioni peggiorano
L'ex calciatore ricoverato all'ospedale Civico di Palermo
Si sarebbero aggravate le condizioni dell'ex calciatore palermitano Totò Schillaci ricoverato nel reparto di Pneumologia dell'ospedale Civico. Nei giorni scorsi i medici che stanno assistendo il 59enne ex attaccante di Juventue e Inter avevano parlato di un leggero miglioramento ma nelle ultime ore le condizioni del bomber della Nazionale ai Mondiali di Italia '90 sembra siano peggiorate. In passato Schillaci è stato operato per un cancro al colon e al retto.
Cronaca
Influenza, medici Roma: “Con ministero Salute...
Magi: "Per tutelare la salute di tutti"
E' in arrivo l'influenza stagionale e "anche i medici dovranno vaccinarsi. Su questo tema c'è l'invito del ministero della Salute, oltre che dell'Ordine, affinché tutti i professionisti sanitari si sottopongano a vaccinazione proprio per cercare di non sguarnire il già scarso personale nel Ssn, e quindi le attività di assistenza all'interno di ospedali, pronto soccorso e ambulatori". Così all'Adnkronos Salute il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi.
"Se il medico si ammala in condizioni di carenza di personale, anche il paziente per avere una prestazione sanitaria si troverà in difficoltà - fa notare Magi - Quindi l'invito alla vaccinazione è rivolto a tutti i medici e professionisti sanitari". "Purtroppo - osserva - alcuni camici bianchi sono contrari alla vaccinazione. Ma il medico deve sempre dare il buon esempio, condividendo con i pazienti le informazioni corrette sulla vaccinazione al fine di tutelare la salute di tutti. Se non lo fa perde la fiducia del paziente", conclude Magi.
Cronaca
Sanità, medici Roma: “Carenza personale e...
Magi: "A Roma il 10% dei medici italiani, quindi nel nostro Paese in 15mila, abbandonano ogni anno il Ssn per Gb, Usa, Israele e Paesi arabi"
"Carenza cronica di personale, insicurezza, ricorso alla medicina difensiva per evitare contenziosi con i pazienti. Questi i principali problemi che assillano i medici italiani tanto da voler abbandonare il Servizio sanitario nazionale. Solo a Roma, dove lavora circa il 10% di tutti medici italiani, ogni anno gettano la spugna in 1.500. Il che vuol dire che in Italia ogni 12 mesi sono 15mila i camici bianchi che per le stesse ragioni fanno richiesta per andare a lavorare all'estero. Tra le mete preferite Gran Bretagna, Stati Uniti e Israele". Lo afferma il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, che con l'Adnkronos Salute fa il punto sullo stato di salute del Ssn.
I nostri medici lavorano sempre peggio, "si ritrovano in una situazione molto difficile in questo periodo. Chiaramente molto è dovuto alla carenza cronica di personale, di struttura, di sicurezza sul posto di lavoro - spiega Magi - e direi anche poca serenità per il clima nel quale devono lavorare tra violenze, pressioni quotidiane e denunce. Quindi operano in condizioni non favorevoli e questo purtroppo si ripercuote sui pazienti. Per tale motivo noi cerchiamo di far capire a tutti quanti che il medico sta sul posto di lavoro, in pronto soccorso, nei reparti, nei laboratori, solo per curare i pazienti".
La spia di questo malessere "è la scelta di abbandonare il Ssn per andare all'estero, per motivi economici e di possibilità di carriera". Quello di Roma, con 48mila medici, "è l'Ordine più grande d'Europa - sottolinea Magi - Ogni anno registriamo un dato: circa 1.500 tra medici giovani e più anziani chiedono di poter andare a lavorare all'estero. La maggioranza dei giovani sceglie Paesi quali Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele. I colleghi più avanti con gli anni e ai quali manca poco per la pensione, invece, optano per i Paesi arabi. Per i medici giovani un altro motivo a spingerli a lasciare l'Italia è che in questi Paesi non esiste il reato penale per l'atto medico".