Connect with us

Published

on

La Sicilia e il diritto di restare: “Questa è la mia terra e io la difendo”

Nel corso degli ultimi due decenni, la Sicilia ha vissuto un’emorragia demografica preoccupante: 560mila persone hanno lasciato l’isola tra il 2001 e il 2021, con un’incidenza allarmante sui giovani tra i 18 e i 35 anni, che costituiscono il 60% di questi migranti. Questo fenomeno, alimentato da una mancanza di opportunità e da condizioni economiche sfavorevoli, ha spinto molti a cercare fortuna altrove, lasciando dietro di sé un vuoto di talenti e speranze. Ma ora, una nuova iniziativa si prepara a dare voce a chi ha deciso di restare e a combattere per un futuro migliore. A Campobello di Licata (Agrigento) si alza un grido controcorrente: “Questa è la mia terra e io la difendo”. È il motto di un festival (in programma il 22 e 23 agosto) che non si accontenta di lamentare lo spopolamento, ma che al contrario celebra il coraggio di chi sceglie di restare e di combattere per un futuro possibile nella propria terra.

È un grido collettivo, un richiamo potente al diritto di restare, di costruire e di vivere in un territorio che spesso spinge i suoi figli più giovani a cercare fortuna altrove. Il Festival, alla sua seconda edizione, organizzato dal Centro Studi Giuseppe Gatì, nasce dall’energia e dalla passione di un gruppo di siciliani e siciliane – sia di nascita che per scelta – che si sono uniti per difendere un principio fondamentale: il diritto a non dover abbandonare la propria terra.

Una Sicilia che sceglie di restare

Il Festival è solo una delle tante iniziative messe in campo dal Centro Studi Giuseppe Gatì, fondato nel settembre 2023 con l’obiettivo di proseguire l’eredità di un giovane coraggioso, Giuseppe Gatì, che ha dedicato la sua breve vita a lottare per il diritto di restare in Sicilia. Con il suo blog “La mia terra la difendo”, Giuseppe denunciava la cultura della fuga, quella stessa cultura che spinge migliaia di giovani a lasciare l’isola in cerca di opportunità. A soli 22 anni, Giuseppe è stato tragicamente strappato alla vita da un incidente sul lavoro, ma il suo messaggio e il suo impegno continuano a vivere attraverso le attività del Centro Studi a lui dedicato.

“Vogliamo dare continuità alla passione e al sacrificio di Giuseppe,” affermano gli organizzatori, sottolineando l’importanza di un movimento che non vuole soltanto commemorare, ma agire concretamente per un cambiamento. Il Festival è, infatti, un momento di confronto, testimonianza e dibattito, ma anche una grande festa con artisti e musicisti che si esibiranno per celebrare una Sicilia che sceglie di restare.

L’edizione 2024 del Festival “Questa è la mia terra e io la difendo” è pensata come un punto di incontro per chi crede nel potenziale della Sicilia e vuole contribuire a invertire la tendenza allo spopolamento. “Non siamo solo una terra di emigranti, siamo una terra che può offrire opportunità, se sappiamo crearle e valorizzarle”, dichiarano gli organizzatori. Il Festival mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul diritto a restare, perché nessuno dovrebbe sentirsi costretto ad abbandonare il luogo in cui è nato o in cui desidera vivere.

Ma cosa significa, in concreto, garantire il diritto a restare? Per Livio La Mattina, Marketing Manager dell’Università LUMSA e originario di Campobello di Licata, “significa creare le condizioni per cui restare non sia più un atto di resistenza, ma una scelta naturale. Significa investire in istruzione, infrastrutture, cultura, in tutto ciò che può rendere un territorio vivibile e prospero”. E proprio l’Università LUMSA sta cercando di fare la sua parte, investendo nel nuovo campus di Palermo, con l’obiettivo di offrire ai giovani siciliani un’alternativa concreta all’emigrazione.

Il festival si svolge in un contesto che, per molti, rappresenta una realtà difficile, caratterizzata da una fuga massiccia dei giovani in cerca di migliori opportunità altrove. La professoressa Marianna Siino dell’Università LUMSA del Campus di Palermo, che interverrà durante l’inaugurazione, sottolineerà come “il fenomeno dell’emigrazione giovanile sia ormai una piaga sociale che ha svuotato intere aree del Mezzogiorno, lasciando dietro di sé città e paesi privi della loro linfa vitale: i giovani”. Eppure, il festival non sarà solo un momento di riflessione, ma anche un’occasione per riscoprire le radici e per comprendere che restare non è un’opzione da scartare a priori, ma una scelta consapevole e coraggiosa.

Progetto MA.DRE mappa i sogni dei giovani siciliani

Al centro delle discussioni del festival ci sarà il progetto MA.DRE (Mapping Dreams to Safeguard Students’ Choices), la prima grande esperienza di ricerca del Centro Studi Giuseppe Gatì. Da gennaio ad aprile 2024, il progetto ha coinvolto 1.800 studenti delle scuole superiori della provincia di Agrigento, raccogliendo le loro aspirazioni e paure riguardo al futuro. Il progetto MA.DRE solleva questioni cruciali: dalle disuguaglianze territoriali e di genere, alla percezione dei cambiamenti climatici, fino alla visione del futuro della Sicilia in termini di progresso e sviluppo.

Il progetto ha messo in luce un quadro preoccupante: la maggior parte dei giovani siciliani non vede un futuro nella propria terra. Secondo i dati raccolti, più del 78% degli intervistati percepisce la Sicilia come una regione con meno opportunità rispetto al resto d’Italia, mentre solo l’1,68% ritiene che le opportunità siano superiori. Particolarmente marcato il divario di genere, con l’81% delle giovani donne che ritiene impossibile costruire un futuro qui. Tuttavia, c’è un pallido ottimismo all’orizzonte: la maggior parte degli intervistati (54.7%), guardando al futuro della Sicilia, prevede un lieve miglioramento per i prossimi 10 anni.

L’Intergruppo parlamentare per il diritto a restare

“Questi dati non devono rimanere solo numeri su un foglio – afferma Giovanna Iacono, deputata del Partito Democratico e promotrice dell’intergruppo parlamentare per il Diritto a Restare, nato dall’esperienza del festival “Questa è la mia terra” – ma devono trasformarsi in azioni concrete. Il nostro obiettivo è garantire che ogni giovane siciliano possa scegliere di restare nella propria terra, senza sentirsi costretto ad andarsene”.

“L’idea di creare questo Intergruppo nasce dalla sollecitazione di giovani del mio territorio, ma anche dalla volontà mia e dei colleghi che hanno aderito di fare analisi e studio delle cause che hanno portato allo spopolamento di intere aree territoriali”, ha spiegato Giovanna Iacono. “L’intergruppo parlamentare vuole dare voce a tutti quei territori che per diversi motivi vivono svantaggi di tipo economico e sociale e che sono interessati dal fenomeno della fuga in uscita, divenendo così un punto di riferimento per queste realtà”.

Il futuro della Sicilia

Le testimonianze di chi parteciperà al Festival offrono un quadro vivido della realtà siciliana e delle difficoltà incontrate da chi sceglie di restare. Martina Sardo, una dottoranda in Diritti Umani all’Università di Palermo, ricorda con emozione i confronti con i suoi coetanei, dieci anni fa, al momento di decidere se lasciare o meno la Sicilia. “Mi sono ritrovata a discutere con i miei compagni di scuola delle stesse paure, incertezze e speranze che avevamo allora. Oggi, con più consapevolezza e competenze, stiamo provando a “costruire” reti e a mettere in circolo idee innovative, riflessioni ma soprattutto volti e storie di persone che stanno investendo e progettando sul territorio. Stiamo studiando e promuovendo la ricerca sui temi della restanza, perché i dati e le analisi elaborate possano tornare utili a cittadini, imprese e istituzioni per interrogarsi (e agire concretamente) sulla possibilità, per ciascuno, di scegliere la sua terra. E perché andare via dalla Sicilia possa essere una scelta non una costrizione”.

Anche Gaetano Gatì, impegnato nell’organizzazione del Festival nonostante viva e lavori da oltre dieci anni fuori dalla Sicilia, vede nel diritto a restare un’opportunità di riscatto. “Ho dovuto lasciare la mia terra per trovare opportunità altrove, ma il legame con la Sicilia è sempre stato forte. Questo Festival rappresenta un recupero delle mie radici che passa anche attraverso il recupero di tutti quei compagni di viaggio che ho dovuto lasciare per via di questa fuga forzata”.

Il Festival “Questa è la mia terra e io la difendo” non si propone solo di fare un bilancio della situazione attuale, ma di guardare avanti, proponendo soluzioni concrete per costruire una Sicilia diversa, più inclusiva e capace di offrire opportunità ai suoi giovani. In questo senso, le parole di Calogero Patti, un siciliano che ha deciso di restare nonostante le difficoltà, sono particolarmente significative. “Penso che la mia generazione sia stata derubata delle proprie opportunità: noi siamo gli esodati al contrario. Ma credo nel diritto a restare e lotto con tutto me stesso affinché le future generazioni abbiano tutte le occasioni che io non ho avuto”.

Anche chi ha lasciato la Sicilia ha sentito il richiamo del festival. Angelo Tarditi, che da dieci anni vive a Torino, ha fondato lì la sua azienda di comunicazione, ma non ha mai dimenticato le sue origini: “Ho scelto di far parte dell’organizzazione del festival perché credo nel diritto a restare. Andare via può essere un’opzione, ma non deve essere l’unica. ‘Questa è la mia terra’ dimostra che è possibile costruire qui. Spero che possa essere un esempio per tutti coloro che vogliono restare o tornare”.

Il festival è un inno alla gioia e alla speranza, ma anche con la consapevolezza che la strada da percorrere è ancora lunga. Giorgia Giudice, dottoranda tra Sicilia e Paesi Bassi con un progetto di ricerca sulla desertificazione, riflette sul significato del festival: “Ho scoperto ‘Questa è la mia terra’ durante la prima edizione e ho capito che contribuire al progetto di ricerca MA.DRE sarebbe stato il mio modo per sostenere il diritto a restare. Per me, questa lotta significa opporsi allo svuotamento fisico e culturale dell’isola e delle sue periferie, battendosi per il diritto di poter scegliere di rimanere, viverci per la prima volta o tornare. È un impegno per la reinvenzione collettiva della Sicilia e del Sud Mediterraneo.”

Alessia Traina, giovane architetta che vive a Torino ma ha le sue radici nell’entroterra siciliano, condivide: “’Questa è la mia terra’ è per me una lotta personale e collettiva. La forza del festival risiede nella nostra non accettazione del fatto che andare via a 18 anni sia diventato una norma. Credo fermamente in un futuro diverso, dove il Meridione possa trovare un nuovo equilibrio grazie alla flessibilità degli spostamenti e del mondo lavorativo contemporaneo”.

Massimo Lo Leggio, siciliano trapiantato in Umbria e insegnante di lettere con un lungo percorso nell’organizzazione di eventi, aggiunge: “Anche se vivo fuori dalla Sicilia da sempre, partecipo all’organizzazione di ‘Questa è la mia terra’ perché ho riscoperto, insieme ai miei amici, la forza del legame con la nostra terra. Questo festival per me è un’opportunità per recuperare e consolidare le mie origini, e per offrire alle persone la possibilità di costruire un futuro in una terra che deve reinventarsi”.

Insieme, questi rappresentanti delle diverse generazioni e percorsi di vita testimoniano la forza e la determinazione di una Sicilia che sceglie di non arrendersi e di lottare per un futuro dove restare e prosperare sia non solo possibile, ma anche desiderabile.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Demografica

Uk, divieto di energy drink per gli under 16 e limiti agli...

Published

on

Il premier inglese Keir Starmer vuole vietare la vendita di bevande energetiche (energy drink) ai minori di 16 anni e mettere dei limiti alle pubblicità dei cibi spazzatura (junk food). I provvedimenti fanno parte di una più ampia strategia volta a migliorare la salute pubblica nel Regno Unito, in cui il tasso di obesità e malattie legate al consumo di cibi e bevande ad alto contenuto di zuccheri e grassi è in costante aumento con inevitabili conseguenze sulla salute dei cittadini e sulle casse pubbliche. Alcune misure, però, appaiono controverse e fanno gridare le opposizioni al “nanny state”, lo Stato-bambinaia che si intromette nelle vite private dei cittadini.

Il piano di Starmer tra salute e libertà

Il piano del premier laburista prevede che i minori di 16 anni non possano consumare bevande energetiche, perché troppo ricche di caffeina e zucchero, che nuocciono alla salute degli adolescenti, inclusa quella dentale. I denti, appunto: tra le misure che entreranno in vigore dall’anno prossimo, c’è anche la supervisione nell’uso dello spazzolino da denti nelle scuole materne, una scelta che fa discutere.

Dall’anno prossimo, poi, sarà vietato pubblicizzare cibo spazzatura in tv prima delle 21, mentre per i siti online (che non hanno una programmazione lineare) il bando sarà totale. Qui il problema è soprattutto formale perché manca una definizione chiara di “junk food”, che potrebbe includere ogni prodotto ad alta concentrazione di sale, zucchero o grassi, dalle bibite gasate alle patatine, passando per dolci già pronti e cioccolata.

Il contesto

A chi critica le scelte “puritane” del premier Starmer, il governo replica con la disastrosa situazione del servizio sanitario britannico, strettamente connessa al pessimo stato di salute dei cittadini britannici e alla loro alimentazione.
Nel Regno Unito, più del 25% della popolazione è obeso e un terzo dei bambini finisce la scuola primaria già in sovrappeso. L’Ufficio per la Responsabilità di Bilancio, l’organo indipendente che vigila sui conti, ha stimato il costo complessivo di questa condizione in 100 miliardi di sterline.

Inoltre, 2,8 milioni di cittadini non lavorano a causa di malattie di lungo termine. Il danno, quindi, è triplice perché colpisce la salute dei cittadini, la spesa sanitaria e la produttività Uk.

Le conseguenze di una alimentazione sbagliata

Le bevande energetiche, che contengono elevate quantità di zucchero e caffeina, sono state associate a diversi problemi di salute nei più giovani. Uno studio del British Medical Journal ha rilevato che il consumo regolare di queste bevande aumenta il rischio di obesità del 27% tra i minori. L’eccesso di zucchero, combinato con alti livelli di caffeina, può anche causare disturbi del sonno, ansia e, a lungo termine, problemi cardiovascolari.

Uno studio del Royal College of Paediatrics and Child Health ha confermato che i bambini esposti regolarmente a junk food e bevande zuccherate hanno il 40% di probabilità in più di sviluppare problemi di salute legati al peso rispetto ai loro coetanei che seguono una dieta più bilanciata. Una alimentazione sana, inoltre, è una delle principali regole da seguire per ridurre il rischio di tumore.

Non solo salute fisica, anche mentale

Il consumo eccessivo di cibi spazzatura non comporta solo un aumento del peso corporeo, ma ha anche conseguenze sul benessere mentale. Uno studio del Journal of Adolescent Health ha dimostrato che i ragazzi che consumano frequentemente cibi ricchi di zucchero e grassi hanno maggiori probabilità di soffrire di depressione e ansia. Questo avviene perché gli alimenti altamente processati influenzano la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore legato alla regolazione dell’umore.

Inoltre, l’elevato contenuto di zucchero nelle bevande energetiche non solo causa picchi glicemici, ma aumenta anche il rischio di diabete di tipo 2, la cui diffusione, secondo il National Health Service (NHS) è aumentata del 50% nell’ultimo decennio nel Regno Unito.

La situazione in Italia

Anche in Italia, il consumo di junk food e bevande energetiche è un problema rilevante tra i giovani, anche se i dati sono in miglioramento. Nel 2023, i bambini e le bambine italiane di 8-9 anni in sovrappeso erano il 19%, il 9,8% era obeso, inclusi bambine e bambini con obesità grave che rappresentavano il 2,6%. I dati sono stati pubblicati a maggio scorso da OKkio alla SALUTE, il sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e Promozione della Salute dell’Istituto superiore di sanità.

Una delle principali cause è il consumo di cibi ultra-processati e bevande zuccherate. Dallo studio è emerso che, durante la pandemia, i bambini e le bambine hanno aumentato il consumo di snack salati (24%) e cibi dolci (25%) e hanno leggermente diminuito quello di frutta (8%) e verdura (9%). Nonostante sia emersa una maggiore irregolarità quotidiana nel consumo dei pasti, sono stati rilevati anche cambiamenti positivi come un maggiore consumo di pasti in famiglia (39%) e di cibo cucinato in casa insieme a figli e figlie (42%). Insomma, non tutto è perduto anche se c’è ancora tanta strada da fare.

Intanto, Oltremanica il premier Keir Starmer ha chiara la ricetta, rigorosamente priva di zuccheri.

Continue Reading

Demografica

Un genitore su cinque ha paura che il figlio non abbia amici

Published

on

Sviluppare amicizie durante l’infanzia è fondamentale, ma non per tutti è facile. Un recente sondaggio condotto dall’University of Michigan Health C.S. Mott Children’s Hospital National Poll on Children’s Health ha rivelato che molti genitori sono preoccupati per le relazioni sociali dei loro figli.

Secondo i dati, un genitore su cinque afferma che il proprio figlio, di età compresa tra 6 e 12 anni, non ha amici o ne ha troppo pochi.

Il sondaggio ha coinvolto 1.031 genitori negli Stati Uniti ed è stato condotto nell’agosto 2024. I risultati evidenziano che il 90% dei genitori crede che i propri figli desiderino fare nuove amicizie, ma molti incontrano delle difficoltà.

Ostacoli nel fare amicizia: barriere sociali e personali

“Le amicizie rivestono un ruolo cruciale nella salute generale, nello sviluppo emotivo e nelle abilità sociali dei bambini”, ha spiegato Sarah Clark, M.P.H., co-direttrice del Mott Poll. Tuttavia, più della metà dei genitori intervistati ha segnalato la presenza di almeno un fattore che rende difficile per i propri figli creare nuove amicizie. Tra questi ostacoli, un genitore su cinque ha indicato la timidezza o la difficoltà ad essere socialmente disinvolti come principali impedimenti.

Meno genitori hanno riportato problemi legati alla crudeltà di altri bambini o a condizioni mediche o disabilità che complicano il processo di creazione di nuove amicizie. Inoltre, i genitori di bambini più grandi si sono detti più preoccupati rispetto ai genitori di bambini più piccoli, poiché spesso la difficoltà nel fare amicizia è legata al fatto che i gruppi di amici esistenti sono già formati o ci sono poche occasioni per incontrarsi.

Come i genitori possono aiutare i figli a fare nuove amicizie

Tre genitori su quattro hanno dichiarato di aver adottato delle strategie per aiutare i loro figli a fare amicizia. Le azioni più comuni includono l’organizzazione di incontri di gioco o uscite, l’iscrizione dei figli ad attività in cui possono incontrare bambini con interessi simili e il fornire loro consigli su come socializzare.

Circa un quarto dei genitori tenta di stringere amicizia con altri genitori che hanno figli della stessa età, nella speranza che ciò faciliti le relazioni tra i bambini. Secondo Sarah Clark, è importante trovare un equilibrio tra guida, incoraggiamento e lasciar spazio ai bambini per navigare autonomamente le situazioni sociali.

Bambini con difficoltà legate alla timidezza, ansia sociale o condizioni mediche potrebbero aver bisogno di essere gradualmente inseriti in ambienti sociali. Così la dottoressa suggerisce di iniziare con attività di gruppo in piccoli contesti che siano già familiari e piacevoli per il bambino, permettendo di acquisire sicurezza nei confronti dei pari man mano che si familiarizzi con tali contesti.

L’uso dei social media e le amicizie online

I genitori di bambini più grandi tendono a permettere l’uso dei social media con più facilità per mantenere i contatti con gli amici, con un quarto dei genitori di ragazzi in età scolare che consente l’accesso a queste piattaforme al proprio figlio quotidianamente.

Alcuni genitori acquistano anche dispositivi tecnologici per aiutare i figli a “integrarsi” meglio tra i coetanei. Tuttavia, i ricercatori hanno messo in guardia sull’uso dei social media, che può aumentare il rischio di sviluppare problemi di salute mentale come ansia e depressione.

Amicizie “simili”: le preferenze dei genitori sui background familiari

Il sondaggio ha rivelato che oltre la metà dei genitori ritiene molto importante conoscere le famiglie degli amici dei propri figli. Più di un quarto è preoccupato che gli amici possano incoraggiare i figli a fare cose che non approvano. Sorprendentemente, due terzi dei genitori affermano che è importante che gli amici dei loro figli provengano da famiglie simili alle loro, con preferenze che riguardano principalmente stili educativi simili, ma anche affinità politiche o religiose.

Meno genitori si sono mostrati preoccupati per l’istruzione o il reddito delle famiglie degli amici, ma Clark avverte che limitare le amicizie dei figli a cerchie ristrette potrebbe ostacolare lo sviluppo di una mentalità aperta e di abilità sociali più ampie.

Per questo motivo, Sarah Clark ha concluso sottolineando che è la scuola il luogo dove i bambini possono incontrare e formare legami con coetanei provenienti da background diversi. Limitare le amicizie solo a famiglie con caratteristiche simili potrebbe impedire loro di sviluppare la capacità di interagire con una vasta gamma di persone anche in un futuro professionale.

Lo studio, condotto a livello nazionale, ha fornito un’importante panoramica sulle sfide e le preoccupazioni che riguardano le amicizie dei bambini, offrendo spunti utili su come i genitori possono supportare i loro figli nello sviluppo delle competenze sociali.

Continue Reading

Demografica

La gravidanza cambia cervello di una donna: lo studio

Published

on

La gravidanza provoca cambiamenti significativi nel cervello delle donne, con modifiche rilevanti nella materia grigia e bianca che potrebbero avere implicazioni sulla salute mentale, inclusa la depressione postpartum. Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California Santa Barbara (Ucsb) ha evidenziato queste trasformazioni durante la gestazione, offrendo nuove prospettive per la ricerca sulla salute femminile.

Questi cambiamenti, osservati per la prima volta in modo continuativo, potrebbero rivoluzionare la comprensione di come il cervello si adatta alle profonde trasformazioni fisiche e ormonali durante i nove mesi.

Un cambiamento non trascurabile nel cervello

I ricercatori hanno evidenziato trasformazioni significative nella materia bianca e grigia del cervello delle donne incinte. Le analisi hanno mostrato che, durante la gravidanza, il cervello femminile subisce modifiche coreografate in modo preciso, come spiegato dalla coautrice dello studio, la professoressa Emily Jacobs, docente di scienze psicologiche e cerebrali alla Ucsb: “Il cervello materno subisce un cambiamento coreografato durante la gestazione, e finalmente possiamo osservarne il processo – ha dichiarato la professoressa Jacobs -, è di fondamentale importanza poter seguire da vicino l’evoluzione di questi cambiamenti”.

La metodologia dello studio: scansioni regolari

Lo studio, pubblicato il 16 settembre sulla rivista Nature Neuroscience, è considerato il primo a monitorare i cambiamenti cerebrali durante l’intero arco di una gravidanza, invece di limitarsi a osservare momenti specifici.

Il team di ricerca ha seguito il cervello di una donna alla sua prima gravidanza, eseguendo scansioni cerebrali regolari ogni settimana: a partire da prima del concepimento, durante i nove mesi di gestazione e fino a due anni dopo il parto.

Le scansioni cerebrali sono state effettuate utilizzando la risonanza magnetica (MRI), una tecnica non invasiva che consente di osservare in modo dettagliato la struttura e la funzione del cervello.

Grazie a queste scansioni ripetute, i ricercatori sono stati in grado di mappare con precisione i cambiamenti nella materia bianca e grigia. Questa metodologia ha permesso di documentare, in tempo reale, come il cervello si adatti alle fluttuazioni ormonali e ai cambiamenti fisici indotti dalla gravidanza.

Cambiamenti nella materia grigia e bianca del cervello

La scoperta principale dello studio riguarda il rapporto tra la materia bianca e la materia grigia del cervello. La materia grigia, situata sulla superficie cerebrale, ha mostrato una riduzione di volume durante i cambiamenti ormonali della gravidanza. Questo tipo di cambiamento, tuttavia, non è da considerarsi negativo.

I ricercatori suggeriscono, infatti, che potrebbe trattarsi di un processo di “affinamento” del cervello, simile a quanto accade durante la pubertà, quando il corpo attraversa significative trasformazioni biologiche.

D’altro canto, la materia bianca, che si trova nelle aree più profonde del cervello ed è fondamentale per la comunicazione tra diverse aree cerebrali, ha subito un aumento durante la gravidanza. Questo aumento, tuttavia, è stato temporaneo: ha raggiunto il picco durante il secondo trimestre per poi tornare ai livelli pre-gravidanza intorno al momento del parto.

Le implicazioni della neuroplasticità osservata

La “neuroplasticità” osservata nel cervello della donna studiata – ovvero la capacità del cervello di adattarsi e cambiare – è stata definita “incredibile” dai ricercatori. Questa capacità di adattamento è particolarmente evidente durante periodi di grande cambiamento biologico, come la gravidanza, e suggerisce che il cervello femminile è estremamente dinamico.

Secondo Laura Pritschet, dottoranda nel laboratorio della professoressa Jacobs e prima autrice dello studio, queste scoperte sono fondamentali per sfatare il mito della fragilità femminile durante la gravidanza. “L’85% delle donne vive una o più gravidanze durante la propria vita, e circa 140 milioni di donne sono incinte ogni anno,” ha spiegato Pritschet. “Spero che questo studio possa contribuire a sfatare il dogma secondo cui le donne siano fragili durante la gravidanza, dimostrando invece come il cervello si adatti in modo dinamico a un nuovo ambiente biochimico”.

Possibili sviluppi nella ricerca sulla depressione post-partum

Le implicazioni di questa ricerca vanno oltre la comprensione della gravidanza. Lo studio potrebbe infatti migliorare la comprensione generale del cervello umano, anche in relazione ai processi di invecchiamento. Inoltre, potrebbe fornire nuovi spunti per la ricerca sulla depressione post-partum, una condizione che colpisce circa una donna su cinque dopo il parto.

“Attualmente esistono trattamenti approvati dalla Fda (Food and Drug Administration) per la depressione post-partum,” ha spiegato Pritschet, “ma la diagnosi precoce rimane una sfida. Più impariamo sul cervello materno, maggiori saranno le possibilità di fornire un aiuto efficace”. La speranza è che, approfondendo lo studio delle trasformazioni cerebrali durante e dopo la gravidanza, si possano individuare nuovi strumenti per diagnosticare e trattare in modo tempestivo la depressione post-partum, migliorando così la qualità della vita di milioni di donne.

Questo studio rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione del cervello delle donne durante la gravidanza e apre nuove strade per lo studio della neuroplasticità. Le scoperte non solo mettono in discussione vecchi stereotipi sulla fragilità femminile, ma forniscono anche un nuovo quadro per analizzare le complesse trasformazioni che il cervello subisce in risposta ai cambiamenti biologici della vita.

Continue Reading

Ultime notizie

Moda48 minuti ago

L’inno alla leggerezza di Alberta Ferretti

Per la prossima estate la stilista romagnola tratteggia una collezione impalpabile e concreta, fatto di trasparenze, increspature e femminilità soft...

Sport55 minuti ago

Champions, Milan-Liverpool 1-3. Ibra: “Qui comando...

Rossoneri k.o. all'esordio. Lo svedese alza la voce: "Tutti lavorano per me" Il Milan perde in casa per 3-1 contro...

Moda1 ora ago

Fendi, la memoria emotiva per celebrare centenario maison

Per la spring-summer 2025 un viaggio negli anni Venti e nella storia del marchio con ricordo alla fondatrice Adele È...

Esteri3 ore ago

Elezioni Usa, cresce vantaggio di Harris: avanti di 6 punti...

Secondo un sondaggio pubblicato oggi da Morning Consult la vice presidente è al 51% dei favori, il vantaggio più ampio...

Economia3 ore ago

Acqua: Palermo (Acea): “E’ strategica, servono...

"L'acqua è strategica per lo sviluppo sociale ed economico in settori come l'agricoltura, l'industria, l'hi-tech e anche l’intelligenza artificiale, ma...

Esteri4 ore ago

Usa, Donald Trump lancia una piattaforma di criptovalute

Permette transazioni dirette tra utenti, senza intermediari come le banche Mentre prosegue la campagna elettorale per le presidenziali Usa, Donald...

Ultima ora4 ore ago

Juve-Psv 3-1, show bianconero in Champions League

Gol di Yildiz (21'), McKennie (27') e Gonzalez (52'). La Juventus batte il Psv Eindhoven per 3-1 oggi nel match...

Politica4 ore ago

Gelmini, Versace e Carfagna lasciano Calenda

Dopo l'addio di Enrico Costa, altre uscite dal partito Prima Enrico Costa, ora Mariastella Gelmini e Giusy Versace. E in...

Tv & Gossip4 ore ago

Fiorella Mannoia ospite della prima puntata del programma...

Dopo il successo della prima stagione, torna su Rai3, da lunedì 16 settembre alle 20.20, “Riserva Indiana”, il programma di Rai Cultura e Ruvido produzioni...

Cronaca4 ore ago

Totò Schillaci ricoverato, condizioni peggiorano

L'ex calciatore ricoverato all'ospedale Civico di Palermo Si sarebbero aggravate le condizioni dell'ex calciatore palermitano Totò Schillaci ricoverato nel reparto...

Politica4 ore ago

Ue, Meloni: “A Fitto ruolo peso perché l’Italia...

"Fitto supererà esame ma Italia sia compatta, ogni partito ha un peso" "L'Italia è una nazione che conta". E' quanto...

Sport5 ore ago

Juve-Psv, gol di Yildiz: “Come Del Piero”

Il talento turco sblocca la gara al 21’ Kenan Yildiz a segno nel match di Champions League oggi tra Juventus...

Sport5 ore ago

Yildiz, gol alla Del Piero in Juve-Psv

Il talento turco sblocca la gara al 21’ Kenan Yildiz a segno nel match di Champions League oggi tra Juventus...

Ultima ora5 ore ago

Esplosioni cercapersone Hezbollah, microcariche dietro lo...

Camisani Calzolari: "Probabile che sia stata intercettata la filiera di fornitura dei dispositivi e inseriti dei micro esplosivi" Mirocariche dietro...

Economia5 ore ago

Universitas Mercatorum, al via Congresso Islssl su diritto...

Con studiosi provenienti da 87 paesi e oltre 700 iscritti Oltre 700 iscritti (con la chiusura anticipata delle iscrizioni per...

Cronaca5 ore ago

Influenza, medici Roma: “Con ministero Salute...

Magi: "Per tutelare la salute di tutti" E' in arrivo l'influenza stagionale e "anche i medici dovranno vaccinarsi. Su questo...

Cronaca5 ore ago

Sanità, medici Roma: “Carenza personale e...

Magi: "A Roma il 10% dei medici italiani, quindi nel nostro Paese in 15mila, abbandonano ogni anno il Ssn per...

Esteri5 ore ago

“L’Italia ha ottenuto quello che voleva”....

Oggi la nomina a vice-presidente esecutivo con delega alla Coesione, al Pnrr e alle riforme La nomina di Raffaele Fitto...

Ultima ora5 ore ago

“L’Italia ha ottenuto quello che voleva”. Il parere degli...

Oggi la nomina a vice-presidente esecutivo con delega alla Coesione, al Pnrr e alle riforme La nomina di Raffaele Fitto...

Tecnologia6 ore ago

macOS Sequoia: tutte le novità dell’aggiornamento Mac

Disponibile l'update per i computer Apple, che introduce diverse nuove funzioni nonostante l'assenza dell'intelligenza artificiale per l'Europa macOS Sequoia, l'ultima...