Brunello, 2024 si prefigura ottima annata. Produttori “molto ottimisti”
Appassionati di vino, amanti del Brunello, segnatevi questa data perché il 2024 potrebbe essere un'ottima annata per il rosso Docg di Montalcino. Condizionale d'obbligo e "incrociando le dita e facendo gli scongiuri", come ripetono i produttori perché, sebbene manchi poco alla vendemmia, il clima è ballerino e la grandine dietro l'angolo. Ma nelle cantine toscane si respira ottimismo e "quello che vediamo oggi fa sperare molto, molto bene".
Intanto dal punto di vista quantitativo, perché dopo tre vendemmie scarse, con il segno meno, "quest'anno la quantità è alta, non dico al massimo produttivo perché quello Montalcino non lo raggiunge mai, ma equiparabile alle grandi annate recenti, 2010 e 2019. E va sottolineato che le grandi annate sono state anche abbondanti", spiega all'AdnKronos Donatella Cinelli Colombini, proprietaria delle cantine Casato Prime Donne a Montalcino e Fattoria del Colle a Trequanda nella Doc Orcia (lei, dice, tra le botti ci è cresciuta, portando avanti una secolare attività di famiglia). Grazie alle piogge abbondanti nel periodo della fioritura, disturbata dalle precipitazioni, i grappoli di quest'anno non sono grandissimi, "elemento importante perché il grappolo molto grande generalmente non è il grappolo del grande Brunello", spiega la produttrice; c'è stata un'ottima idratazione del terreno in tutta la primavera, "quando ha piovuto tantissimo dalle nostre parti, e il terreno ricco d'acqa non ha fatto soffrire di stress idrico le viti durante l'estate, quando è arrivato un caldo esagerato".
Poi, ci sono state piogge importanti, fino a 40 mm di acqua che hanno apportato un'aggiunta di idratazione. Questi sono gi elementi che hanno creato le condizioni favorevoli per un grande Brunello. Ora però serve arrivare alla vendemmia (anticipata ma non di molto, mancano a occhio e croce tre settimane) con le giuste condizioni. "In questo momento l'uva è sanissima, con un giusto calibro degli acidi - dice Donatella Cinelli Colombini - ora bisogna che ci sia una forte escursione termica tra la notte e il giorno, e che calino un po' le temperature".
Ottimismo anche tra le Igt toscane, il direttore del Consorzio 'situazioni molto positive'
Brunello ma non solo. A guardare a questa annata con ottimismo sono un po' tutti i produttori dei vini dell'Igt Toscana, con primi accenni di vendemmia che registrano situazioni molto positive. "A differenza di quello che si pensava fino a qualche settimana fa, la vendemmia non sarà così anticipata - dice all'AdnKronos Stefano Campatelli, direttore Consorzio Vino Toscana - Dopo un'annata partita tutta in anticipo, il caldo dell'ultimo mese e mezzo ha rallentato le piante riequilibrando la situazione; qualche pioggia degli ultimi giorni ha raffrescato e riportato una maggiore escursione di temperature tra giorno e notte che favorisce la corretta maturazione".
La zona della Maremma ha iniziato a raccogliere vitigni bianchi precoci, soprattutto basi spumante, "ma con calma". L'area centrale per il momento sta a guardare, probabilmente si raccoglieranno i primi vitigni precoci dalla settimana prossima, come il Merlot o qualche bianco. "Molto bene" sulla costa Bolgheri dove i produttori "sono molto contenti". Non ci sono stati problemi particolari di malattie, dopo un 2023 disastroso con una perdita media in tutta la Toscana intorno al 30%. Dal punto di vista quantitativo, dunque, non ci sarà quel -30% "e si dovrebbe andare a un qualcosa in più del 2022, +5-10% rispetto al 2022. Insomma, sebbene la cautela sia d'obbligo "ottimismo assolutamente sì, c'è, soprattutto dopo gi anni precedenti".
L'opportunità in più data dall'abbondanza di quest'anno. "Con il successo delle bollicine, anche noi iniziamo a produrre spumante. In questo periodo, quando le vigne hanno uve abbondanti come quest'anno, si fa la cosiddetta 'vendemmia verde', cioè si tolgono i grappoli in più che prima si buttavano a terra, ora invece possiamo recuperarli per produrre la base spumante", dice Donatella Cinelli Colombini, che nelle sue cantine produrrà quindi la sua prima annata di spumante che si potrà bere nel 2028 (cantine a organico tutto al femminile, dalle cantiniere alle addette al turismo in cantina passando per le persone del commerciale).
Economia
Pil e disuguaglianze, come stanno veramente gli italiani?
Un'analisi dei dati Istat che tiene conto delle differenze territoriali, di genere e di istruzione
Ogni volta che si discutono i dati economici - Pil, Occupazione e Inflazione sono i principali - ci si chiede quanto siano in grado di rappresentare le reali condizioni di vita degli italiani. C'è una distanza tra i dati e la realtà e c'è anche una diversa velocità tra le rilevazioni periodiche, che inevitabilmente scontano un ritardo di raccolta ed elaborazione, e le effettive condizioni di chi deve fare i conti con il costo della propria vita. Può aiutare a fare un po' di chiarezza un'analisi che mette insieme i principali indicatori Istat e la pubblicazione 'Benessere e disuguaglianze in Italia', sempre Istat, del 4 novembre scorso.
Aprendo il sito dell'Istat sono in evidenza tre grafici significativi. Quello del Pil fa segnare nel terzo trimestre 2024 il dato più alto in valore assoluto dal 1996, 481.587 milioni di euro; gli occupati a settembre 2024 sono 23.983.000, sui massimi dal 2004, l'inflazione a ottobre 2024 è allo 0,9%, su valori non lontano dal minimo di gennaio 2015, 0,6%. Quindi, l'economia italiana è in piena salute e le condizioni economiche degli italiani lo sono altrettanto?
E' utile, a questo punto, andare a sfogliare la pubblicazione 'Benessere e diseguaglianze in Italia'. Il primo fattore che va considerato è che a livello territoriale persistono forti disuguaglianze. Le regioni del Nord emergono con valori di benessere superiori alla media nazionale, mentre il Mezzogiorno presenta ancora situazioni di marcato svantaggio, soprattutto nei quando si parla di lavoro e conciliazione dei tempi di vita e relazioni sociali. La maggior parte degli indicatori mostrano, inoltre, uno svantaggio femminile. Le donne restano fortemente penalizzate nel mercato del lavoro, sia sugli indicatori quantitativi che su quelli qualitativi. Il tasso di occupazione è marcatamente più basso, mentre sono più elevati sia il tasso di mancata partecipazione al lavoro, sia l’incidenza del part-time involontario.
Considerare gli indicatori per titolo di studio è fondamentale alla luce del legame profondo tra istruzione e qualità della vita. Avere un alto livello di istruzione significa godere di più elevati livelli di benessere e di una maggiore protezione dalle vulnerabilità date dalla combinazione di più fattori discriminanti. L’investimento in capitale umano è uno dei principali fattori di protezione dalle difficoltà economiche. Il rischio di povertà dei laureati è più che dimezzato rispetto al totale della popolazione. Il disagio economico è poi molto differenziato sul territorio perché il rischio di povertà è minimo tra i laureati residenti al Nord e massimo tra i residenti al Mezzogiorno con bassa istruzione.
Questa analisi dell'Istat aiuta a capire perché c'è una distanza considerevole tra quello che dicono i macro dati e le condizioni reali di vita degli italiani.
Entrando nello specifico del disagio economico si riesce ad andare oltre. "Il disagio economico è poi molto differenziato sul territorio perché al Nord il rischio è inferiore al 10% (3,6% se laureati) e al Mezzogiorno sale al 30,8% (40,7% se con bassa istruzione)". Se si considerano anche le differenze di genere si vede come "il gruppo più svantaggiato è costituito dalle donne con bassa istruzione residenti al Mezzogiorno, tra le quali il rischio di povertà raggiunge il 42,7%". Inoltre, le differenze territoriali si aggiungono a quelle per istruzione, anche considerando le fasce di età, con "un rischio di povertà che nel Mezzogiorno è più elevato e tra i giovani adulti con basso titolo di studio sale al 56,7%". All’interno del mercato del lavoro il capitale umano ha un ruolo estremamente positivo. Il tasso di occupazione dei laureati (84,3%) e diplomati (73,4%) è ben al di sopra del valore medio per l’Italia (69,1%) mentre per chi ha un basso titolo di studio scende al 54,2%. Inoltre, anche nel Mezzogiorno essere laureati (82,5% contro 59% degli uomini con bassa istruzione) ed in particolare laureate (71,8% contro appena il 21,8% delle meno istruite) pone in condizioni di vantaggio rispetto agli esiti occupazionali e riduce la distanza con gli occupati di pari istruzione nelle altre zone del Paese.
La conclusione a cui si arriva è che dentro i macro dati c'è una realtà che cambia molto rispetto alla collocazione geografica, al genere e al livello di istruzione. Come dire, lo stesso dato del Pil si porta dietro una realtà frammentata e piena di disuguaglianze. (Di Fabio Insenga)
Economia
Agroalimentare, Centinaio (Lega): “L’Italia è...
Così il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, durante il convegno ‘Agricoltura, sostenibilità ed innovazione: le sfide per coltivare il nostro futuro’, promosso da Bper in collaborazione con il settimanale “il Ticino” e organizzato a Pavia.
“L’agroalimentare è uno dei settori più importanti del nostro Paese. Oggi trattiamo quelle che sono le potenzialità del nostro Paese. Quindi, il fatto che l'Italia sia il paese della biodiversità e dell'agroalimentare, ma anche il fatto che l'agricoltura sta attraversando un momento di crisi dovuto anche al cambiamento climatico e alla crisi economica. Vogliamo capire quelli che sono i modi per affrontare questo momento di crisi e quindi pensiamo alle nuove tecnologie, alla ricerca scientifica al fatto che attraverso i fondi che vengono dati alle nuove generazioni si riesce a pensare a un futuro per l'agricoltura italiana”. Così il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, durante il convegno ‘Agricoltura, sostenibilità ed innovazione: le sfide per coltivare il nostro futuro’, promosso da Bper in collaborazione con il settimanale “il Ticino” e organizzato a Pavia.
“È necessario ragionare a livello europeo perché il maggior finanziamento dell'agricoltura viene dall’Europa - prosegue Centinaio - Va revisionata questa politica agricola comunitaria che non deve semplicemente dare soldi agli agricoltori, ma deve aiutarli attraverso delle politiche, pensiamo alla reciprocità con i Paesi terzi che importano in Europa. Poi è necessario anche un piano strategico a livello nazionale perché perché altri Stati l'hanno fatto, penso soprattutto alla Spagna, e l'Italia non può venire meno a questo impegno”.
Economia
Sostenibilità, Sindaco Fermignano: “Da Cresco Award...
Così il sindaco Emanuele Feduzi
Il comune di Fermignano (Pu) è tra i cinque premiati da Fondazione Sodalitas alla 9a edizione di Cresco Award - Città Sostenibili, al Centro Congressi Lingotto di Torino. "Il nostro progetto si chiama 'Fermignano 2030, dalla sostenibilità all'inclusione sociale' - commenta il sindaco Emanuele Feduzi - Siamo partiti dalla raccolta differenziata, portandola in maniera stabile sopra l'85%, quindi diventando il comune più riciclone della regione Marche per la categoria, 5-10 mila abitanti. Abbiamo poi costruito una nuova struttura, una scuola primaria per 500 bambini, completamente autosufficiente da un punto di vista energetico. Grazie al risparmio energetico che ne è scaturito abbiamo finanziato parte degli interventi nel sociale, ad esempio l'acquisto di un nuovo mezzo e il recupero di strutture per i disabili, e altre attività come la campagna per la sensibilizzazione contro la violenza di genere".
"Cresco Award è un momento di crescita, di confronto e soprattutto di stimolo - aggiunge il sindaco Feduzi - Abbiamo partecipato per la prima volta, quasi come una scommessa insieme ai miei colleghi e collaboratori. Nell'arco di pochi mesi abbiamo ricevuto due premi, Cresco Award, appunto, e un premio dal GSE a livello nazionale per essere riusciti a rivoluzionare la spesa energetica sfruttando fonti alternative appunto per alimentare le nostre strutture e rifinanziando in questo modo il sociale. Per noi è stato uno stimolo, un momento di confronto e soprattutto, ripeto, un momento di crescita non soltanto per l'amministrazione e per la dirigenza, ma per tutta la città".