Esteri
Ucraina, bombe Usa per attacco a Kursk. Putin: regione...
Ucraina, bombe Usa per attacco a Kursk. Putin: regione libera entro 1 ottobre
Il presidente russo non vuole sottrarre uomini e mezzi all'offensiva nel Donetsk ma l'invasione va fermata
L'Ucraina prosegue l'attacco nella regione russa di Kursk e usa bombe americane. Intanto, Vladimir Putin delinea la road map per riconquistare il territorio invaso da Kiev e fissa anche una scadenza.
L'offensiva delle forze armate ucraine rimane sotto i riflettori nella guerra iniziata da oltre 900 giorni. L'operazione ha l'obiettivo di mettere fine alla guerra "alle condizioni di un'Ucraina indipendente", dice il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sottolineando che per mettere fine alla guerra è necessario creare quanti più problemi possibili allo Stato russo sul suo territorio.
"Tutti dobbiamo capire che per espellere l'occupante dalla nostra terra, dobbiamo creare quanti più problemi possibili allo Stato russo sul suo territorio. Questo è il lavoro eroico dei nostri soldati. E questo lavoro eroico più è accurato, più è a lungo raggio e più è efficace", aggiunge. L'aeronautica militare ucraina riferisce intanto di aver usato bombe americane ad alta precisione, del modello GBU-39, per colpire obiettivi militari russi nella regione di Kursk. "Gli Stati Uniti potrebbero fermare le azioni dell'Ucraina schioccando le dita", dice nelle stesse ore Anatoly Antonov, ambiasciatore russo a Washington.
La strategia di Putin
Prende la parola anche Putin, che denuncia il tentativo ucraino di "colpire una centrale nucleare. L'Agenzia internazionale per l'energia atomica ne è stata informata e ha promesso di inviare degli specialisti per valutare la situazione. Spero che alla fine questo verrà fatto da parte loro", dice il presidente russo, citato dall'agenzia Tass.
La condotta di Putin è sotto i riflettori dall'inizio dell'offensiva ucraina. Gli analisti dell'Institute for the study of war (Isw), think tank americano che monitora il conflitto, fa riferimento ad una campagna di comunicazione avviata dal Cremlino: l'obiettivo sarebbe quello di rendere 'accettabile' per l'opinione pubblica la limitata presenza di soldati ucraini nel territorio russo.
Si tratterebbe, come hanno confermato fonti governative russe all'outlet indipendente Meduza, di una sorta di 'imprevisto' che non deve oscurare la priorità: la campagna russa nel Donetsk, caratterizzata da progressi delle forze di Mosca negli ultimi giorni e destinata a concludersi con la sconfitta 'inevitabile' di Kiev.
Putin non ha intenzione di formalizzare l'emergenza nella regione di Kursk e per questo le elezioni per il nuovo governatore, in programma a settembre, rimangono in calendario. Le informazioni raccolte da Meduza delineano un quadro attendista dalle parti di Mosca: tutte le fonti russe interpellate si aspettano che le ostilità nel Kursk durino mesi, con l'elevata probabilità che il Cremlino continui a privilegiare le operazioni nel Donetsk e non disponga la redistribuzione di truppe sul proprio territorio.
Il Cremlino vuole liberare Kursk entro l'1 ottobre
Diverso il panorama tratteggiato dalla testata ucraina RBC: Putin ha chiesto di liberare Kursk entro il primo ottobre e l'obiettivo va centrato senza l'ausilio di reparti attualmente schierati nelle aree di Pokrovsk e Toretsk, nell'Ucraina orientale. Le forze armate di Kiev sono entrate in Russia il 6 agosto. Se anche la scadenza fissata da Putin venisse rispettata, il Cremlino dovrebbe giustificare la presenza degli invasori sul suolo nazionale per circa 2 mesi.
Il presidente avrebbe preso in considerazione una nuova mobilitazione per contrastare l'avanzata nemica, ma l'ipotesi sarebbe stata accantonata per le ricadute che un simile provvedimento avrebbe sull'economia. Rimane sullo sfondo la possibilità di continuare ad utilizzare coscritti, soldati di leva, nella regione di Kursk. Putin, all'inizio della guerra, ha annunciato che i coscritti non sarebbero stati impiegati in prima linea. Proprio giovanissimi militari di leva, però, circa 2 settimane fa si sono trovati a contrastare - con risultati pessimi - l'incursione ucraina.
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“Non fateci mangiare, votate per Trump”: è boom...
Il messaggio richiama la tesi espressa dall'ex presidente americano durante il suo dibattito con Kamala Harris
''Non lasciate che ci mangino. Votate per Trump''. E' questo il testo dello striscione che un gruppo di gattini rossi tiene tra le zampe, mentre con sguardo supplicante si rivolgono agli utenti dei social. Il messaggio del meme, uno dei tanti che sta affollando i social, richiama la tesi espressa dall'ex presidente americano Donald Trump durante il suo dibattito con Kamala Harris, secondo cui in Ohio gli immigrati haitiani mangiano gatti, oltre che cani. Ma i social vanno anche oltre e un altro gatto rosso, questa volta più adulto, nel 'suo' meme tiene tra le zampe uno striscione con la scritta: ''Kamala mi mangia''.
Cats support Donald Trump#debate #kamala #trump #pets #PresidentialElection2024 pic.twitter.com/MI2tLFSUTN
— Stefan (@StefanLouis12) September 12, 2024
In campo scende anche Elon Musk, che dopo aver espresso il suo sostegno al tycoon in vista delle elezioni di novembre condivide su 'X' un meme di Trump mentre nuota abbracciato a un'anatra e a un gatto. ''Proteggete le nostre anatre e i nostri cuccioli in Ohio'', recita la didascalia.
Da 'X' si passa poi a TikTok, dove oltre 70mila video mostrano animali domestici con gli occhi sgranati che guardano nervosamente la telecamera, come se temesseno per la loro incolumità. Le visualizzazioni sono già decine di milioni.
Tornando su 'X', si torna ai comizi. Bandiere americane sullo sfondo, un altro meme ritrae Trump sul palco davanti a una platea di gatti. ''Cats for Trump'', si legge sul leggio davanti a cui parla il candidato americano.
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Putin: “Se Ucraina lancia missili Usa in Russia, Nato...
Il messaggio del presidente russo: "Cambia la natura del conflitto, risponderemo alle minacce"
Se l'Ucraina potrà usare le armi fornite da Usa e Regno Unito contro obiettivi in Russia, i paesi della Nato saranno in guerra con Mosca. E' il messaggio che il presidente russo invia in una fase cruciale del conflitto. Washington e Londra paiono orientate ad autorizzare Kiev ad utilizzare i missili Atacms e Storm Shadow nelle operazioni militari.
Le forze armate ucraine dall'inizio di agosto sono penetrate nel territorio della Russia invadendo la regione di Kursk: da lì, hanno ora la possibilità di colpire obiettivi in profondità, visto che gli Atacms hanno un raggio d'azione di 300 km,
"La diretta partecipazione dell'Occidente cambia l'essenza del conflitto in Ucraina. La Russia sarà costretta a prendere decisioni basate sulle minacce che vengono poste in questo modo", dice Putin secondo le agenzie russe.
Riferendosi ai sistemi missilistici a lungo raggio che l'Occidente sta fornendo a Kiev, Putin sottolinea che "solo le forze armate della Nato" sono in grado di utilizzarli, mentre "le forze armate ucraine" non ne hanno la capacità.
"Quindi il punto non è se permettere al regime ucraino di colpire la Russia con queste armi - dice il leader russo - Si tratta di decidere se i Paesi della Nato sono coinvolti direttamente in un conflitto militare oppure no. Se questa decisione verrà presa, non significherà altro che la partecipazione diretta dei paesi della Nato - Stati Uniti, Paesi europei - nella guerra in Ucraina" e quindi nella "guerra contro la Russia".
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Cantiere Europa, il progetto di I-Com tra Roma e Bruxelles
Al via CANTIERE EUROPA - Politiche per la competitività dell’UE: prospettive per il 2024-2029, il progetto promosso dall’Istituto per la Competitività (I-Com) che mira a creare un hub delle idee dove decisori, rappresentanti delle imprese, esperti e associazioni italiane potranno confrontarsi con l'obiettivo di presentare alle nuove istituzioni europee la visione strategica del sistema Italia per il prossimo mandato (2024-2029) del Parlamento e della Commissione UE.
All’evento di lancio dal titolo “ROMA-BRUXELLES, ANDATA E RITORNO. Il contributo del sistema Italia alla costruzione della nuova Europa”, che si è tenuto oggi a Roma presso la sede della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, hanno preso parte il presidente di I-Com Stefano da Empoli, il Capo di Gabinetto Ministero delle Imprese e del Made in Italy Federico Eichberg, il Consigliere del Presidente del Consiglio dei Ministri Renato Loiero, il Capo di Gabinetto Ministero dell’Università e della Ricerca Marcella Panucci, il Capo del Settore Politico Rappresentanza in Italia della Commissione europea Luca Pierantoni, il Capo di Gabinetto Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Mario Antonio Scino. L’incontro è stato moderato da Giorgio Rutelli, vicedirettore di Adnkronos, media partner dell’iniziativa.
Il progetto si propone di elaborare e mettere a fattore comune gli orientamenti e gli spunti di policy del sistema sociale, associativo e imprenditoriale italiano, coinvolgendo i principali soggetti economici e politici in un confronto che si svilupperà attorno ai due poli nei quali è presente I-Com: Roma e Bruxelles.
Una serie di eventi a porte chiuse tra settembre e dicembre vedranno coinvolti i nuovi membri del Parlamento, della Commissione europea e dei gabinetti di interesse su tre driver tematici: Politiche Industriali, Autonomia Strategica e Trasformazione Digitale; Politiche per l’Energia e la Sostenibilità; Politiche per la Ricerca, l’Innovazione e le Competenze. Gli output degli incontri confluiranno in un report che sarà discusso in via preliminare con le istituzioni italiane e che infine sarà presentato e diffuso ufficialmente a Bruxelles.
“Da Roma a Bruxelles e poi di nuovo a Roma: la competitività è un tema cruciale per il nuovo mandato delle istituzioni europee e l'Italia è tenuta a giocare un ruolo finalmente da protagonista. Lo dimostra il lavoro dell'ex Presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha appena presentato il rapporto sulla competitività dell'economia europea commissionato da Ursula von der Leyen. Mettere la competitività al centro di quello che di fatto sarà il programma politico della nuova legislatura europea necessita però di un confronto continuo tra policy makers e rappresentanti dell'industria e della società civile”, ha dichiarato il presidente Stefano da Empoli. “È da qui che prende le mosse il progetto Cantiere Europa, con l'obiettivo di contribuire al dialogo tra Italia ed Europa, portare le istanze del mondo produttivo nazionale a Bruxelles prima che i giochi siano fatti e che poi non si possa far altro che limitare i danni di eventuali decisioni sbagliate. Per parafrasare Aldo Moro, auspichiamo le convergenze preventive tra Italia e Unione Europea ma per farlo occorre in primo luogo raccogliere e portare avanti gli interessi italiani in tempo utile, tenendo conto degli spazi di manovra possibili in Europa”.