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Gaza, proposta Usa: ‘no’ di Hamas a modifiche all’accordo con Israele

Il movimento islamico palestinese tuttavia esclude di prendere parte direttamente ai colloqui. Idf: distrutto tunnel Jihad Islamica lungo 500 metri

Esercito israeliano - Afp

Hamas conferma di aver inviato una delegazione al Cairo, dove è in corso un nuovo round di negoziati per una tregua a Gaza a cui partecipano delegazioni di alto livello di Stati Uniti, Israele, Egitto e Qatar. Lo ha confermato l'esponente del gruppo Izzat al-Rishq in una dichiarazione. Il movimento islamico palestinese tuttavia esclude di prendere parte direttamente ai colloqui. E' al Cairo solo per essere aggiornato sull'andamento dei negoziati, scrive il Guardian.

Philadelphi Route

Israele informerà l'Egitto della sua disponibilità a ritirare le truppe da 5 degli 8 "punti di sicurezza" situati lungo la Philadelphi Route, il 'corridoio' tra Egitto e Striscia di Gaza. Lo hanno indicato fonti citate dal quotidiano Al-Ghad. Secondo diverse fonti, la presenza dei soldati dello Stato ebraico lungo la Philadelphi Route - fortemente osteggiata dall'Egitto - è uno degli ultimi nodi da sciogliere prima di raggiungere l'accordo sul rilascio degli ostaggi e cessate il fuoco a Gaza.

La nuova richiesta di Israele

Cinque ostaggi vivi rilasciati ogni settimana, nella prima fase del potenziale accordo su Gaza, invece dei tre inizialmente concordati. E' questa la nuova richiesta mossa da Israele a Hamas, secondo quanto scrive il saudita Asharq News citando proprie fonti ben informate.

Un altro elemento di distanza tra i negoziatori riguarda i prigionieri di sicurezza palestinesi attualmente nelle carceri di Israele e che verrebbero rilasciati in base all'accordo in cambio degli ostaggi. Secondo il media saudita, Israele rivendica il diritto di veto su 65 prigionieri di cui Hamas ha chiesto il rilascio e si ritiene in dovere di espellere 150 altri prigionieri.

Idf: distrutto tunnel Jihad Islamica lungo 500 metri

Intanto le forze di difesa israeliane (Idf) hanno distrutto un tunnel fabbricato dalla Jihad Islamica e lungo 500 metri alla periferia di Deir al-Balah nel centro della Striscia di Gaza. Lo hanno reso noto i soldati israeliani spiegando che il tunnel è stato distrutto dall'unità di ingegneri Yahalom.

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Ucraina, ecco gli Storm Shadow: i missili per colpire la...

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Hanno una gittata superiore ai 250 km, Kiev può colpire in profondità

Un missile Storm Shadow

L'Ucraina si appresta a colpire obiettivi in Russia con gli Storm Shadow, missili da crociera franco britannici con una gittata potenzialmente superiore ai 250 chilometri. Le armi prodotte dalla MBDA possono rappresentare un 'game changer' nella fase attuale della guerra e fornire un vantaggio sensibile a Kiev. I missili sono stati già forniti all'Ucraina da Londra e Parigi, ma ora lo stop al loro impiego in territorio russo dovrebbe essere cancellato. I missili, che possono essere montati sotto le ali dei Sukhoi Su-24 ucraini, saranno lanciati da posizioni più avanzate, se si considera che reparti ucraini da oltre un mese controllano una porzione della regione russa di Kursk.

Come funziona uno Storm Shadow, cosa colpirà in Russia

Il missile Storm Shadow, sviluppato sin dal 1994, oggi è considerato il sistema ideale per penetrare nei bunker blindati e nei magazzini di munizioni in Russia. Ogni missile costa quasi un milione di dollari, quindi vengono usati usualmente in attacchi ben pianificati, come il raid contro la base della Flotta del Mar Nero a Sebastopoli. Gli Storm Shadow, una volta programmati con le coordinate dell'obiettivo, sono totalmente autonomi. Le coordinate non possono essere modificate in volo, per questo tali missili vengono impiegati prevalentemente contro edifici e strutture individuati come target.

Kiev chiede di poterli usare contro le basi militari russe lontane dal confine, in Russia, da cui sono lanciati gli attacchi con bombe plananti o aerei. Con i droni l'Ucraina riesce infatti ad arrivare anche molto in profondità in territorio russo. Ma possono portare solo un carico di piccole dimensioni e molti vengono intercettari.

Per questo l'Ucraina ha bisogno dei missili come gli Storm Shadow, o degli Atacms americani, che hanno una gittata ancora superiore. Tuttavia, Mosca ha spostato in questi mesi le basi o gli obiettivi importanti ancora più a est per renderli irraggiungibili anche ad attacchi condotti con missili.

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Esteri

Ucraina, ecco gli Storm Shadow: i missili per colpire la...

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Hanno una gittata superiore ai 250 km, Kiev può colpire in profondità

Un missile Storm Shadow

L'Ucraina si appresta a colpire obiettivi in Russia con gli Storm Shadow, missili da crociera franco britannici con una gittata potenzialmente superiore ai 250 chilometri. Le armi prodotte dalla MBDA possono rappresentare un 'game changer' nella fase attuale della guerra e fornire un vantaggio sensibile a Kiev. I missili sono stati già forniti all'Ucraina da Londra e Parigi, ma ora lo stop al loro impiego in territorio russo dovrebbe essere cancellato. I missili, che possono essere montati sotto le ali dei Sukhoi Su-24 ucraini, saranno lanciati da posizioni più avanzate, se si considera che reparti ucraini da oltre un mese controllano una porzione della regione russa di Kursk.

Come funziona uno Storm Shadow, cosa colpirà in Russia

Il missile Storm Shadow, sviluppato sin dal 1994, oggi è considerato il sistema ideale per penetrare nei bunker blindati e nei magazzini di munizioni in Russia. Ogni missile costa quasi un milione di dollari, quindi vengono usati usualmente in attacchi ben pianificati, come il raid contro la base della Flotta del Mar Nero a Sebastopoli. Gli Storm Shadow, una volta programmati con le coordinate dell'obiettivo, sono totalmente autonomi. Le coordinate non possono essere modificate in volo, per questo tali missili vengono impiegati prevalentemente contro edifici e strutture individuati come target.

Kiev chiede di poterli usare contro le basi militari russe lontane dal confine, in Russia, da cui sono lanciati gli attacchi con bombe plananti o aerei. Con i droni l'Ucraina riesce infatti ad arrivare anche molto in profondità in territorio russo. Ma possono portare solo un carico di piccole dimensioni e molti vengono intercettari.

Per questo l'Ucraina ha bisogno dei missili come gli Storm Shadow, o degli Atacms americani, che hanno una gittata ancora superiore. Tuttavia, Mosca ha spostato in questi mesi le basi o gli obiettivi importanti ancora più a est per renderli irraggiungibili anche ad attacchi condotti con missili.

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Ucraina, missili Storm Shadow per colpire Russia. Putin:...

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Oggi il vertice tra Biden e Starmer a Washington: verso il sì all'uso di missili britannici per colpire obiettivi russi

Joe Biden e Vladimir Putin

L'Ucraina chiede l'ok per usare missili occidentali nel territorio della Russia, Vladimir Putin minaccia una risposta adeguata di Mosca in caso di "coinvolgimento della Nato". A Washington, nella giornata di venerdì, si incontrano il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il premier britannico Keir Starmer.

Secondo le news diffuse dal Times e dal Guardian, si profila un via libera 'a metà' per Kiev: le forze armate ucraine potranno utilizzare i missili britannici Storm Shadow in territorio russo, mentre non dovrebbe arrivare l'ok di Biden all'utilizzo senza limiti dei missili Atacms, che hanno una gittata di 300 km come gli Storm Shadow, che impiegano anche tecnologia americana.

Come ha fatto intendere il segretario di Stato americano Antony Blinken nella sua visita a Kiev, il piano per revocare alcuni limiti all'uso delle armi donate all'Ucraina è in dirittura d'arrivo. L'accelerazione è arrivata con la conferma del ruolo assunto dell'Iran, che fornisce missili balistici alla Russia: l'escalation c'è già stata, dice Blinken, e la responsabilità è di Vladimir Putin.

Kiev potrebbe lanciare i missili da posizioni avanzate, considerando che continua ad occupare una considerevole fetta della regione russa di Kursk. Mosca, attraverso le parole del ministro degli Esteri Sergei Lavrov, annuncia l'avvio delle operazioni per respingere i soldati ucraini al di là del confine.

"E' iniziata l'offensiva russa", conferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che non appare particolarmente sorpreso dagli sviluppi sul campo: la situazione "è coerente con il piano ucraino", dice senza fornire altri elementi.

La minaccia di Putin

Dalla Russia, intanto, quasi quotidianamente arrivano le minacce di Putin. Se l'Ucraina potrà usare le armi fornite da Usa e Regno Unito contro obiettivi in Russia, i paesi della Nato saranno in guerra con Mosca, tuona il presidente russo promettendo una risposta adeguata.

"La diretta partecipazione dell'Occidente cambia l'essenza del conflitto in Ucraina. La Russia sarà costretta a prendere decisioni basate sulle minacce che vengono poste in questo modo", dice Putin, proponendo uno scenario che delinea una responsabilità diretta dei paesi del Patto Atlantico. "Solo le forze armate della Nato" sono in grado di utilizzare i missili al centro della situazione, mentre "le forze armate ucraine" non ne hanno la capacità.

"Quindi il punto non è se permettere al regime ucraino di colpire la Russia con queste armi - dice il leader russo - Si tratta di decidere se i Paesi della Nato sono coinvolti direttamente in un conflitto militare oppure no. Se questa decisione verrà presa, non significherà altro che la partecipazione diretta dei paesi della Nato - Stati Uniti, Paesi europei - nella guerra in Ucraina" e quindi nella "guerra contro la Russia".

Washington e Londra hanno già deciso?

I messaggi del leader del Cremlino, in realtà, non sembrano in grado di fermare un treno già in corsa. L'ok angloamericano all'uso di missili occidentali contro obiettivi russi è questione di giorni, se non di ore. Devono ancora essere definiti i dettagli del piano ma negli ultimi giorni ne stanno parlando insieme non solo funzionari americani ma anche britannici e ucraini.

C'è stato un significativo cambio di toni nei colloqui sul dossier dall'inizio dell'estate. Lo scorso giugno il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan aveva indicato che gli Stati Uniti avrebbero potuto decidere di estendere l'area in cui gli ucraini avrebbero potuto colpire in Russia, usando armi americane.

"Non è una questione di geografia, ma di buon senso. Se la Russia attacca, o sta per attaccare, l'Ucraina dal suo territorio, è solo buon senso lasciare che l'Ucraina risponda", aveva dichiarato. Nel giorni scorsi, Biden ha risposto a chi gli chiedeva se gli americani erano pronti a sollevare le restrizioni: "Ci stiamo lavorando proprio ora".

Perché gli Atacms no

Lo scorso maggio, dopo l'incursione delle forze di Mosca oltre il confine, nella regione ucraina di Kharkiv, gli Stati Uniti avevano autorizzato l'uso di alcune armi per colpire il territorio russo, ma non con missili a lungo raggio e con una serie di caveat. I limiti all'uso dei missili in territorio russo sono stati introdotti per evitare una escalation delle tensioni con Mosca e perché la Russia ha comunque spostato troppi possibili obiettivi importanti oltre la gittata di tali armi.

La prudenza degli Usa fino a ora è giustificata dal fatto che gli Atacms, prodotti dalla Lockheed Martin, non sono più acquistati dall'esercito americano: l'inventario è limitato e prossimo al punto in cui gli Stati Uniti potrebbero avere problemi con le loro riserve. Ne vengono ancora prodotti alcune centinaia di unità l'anno, ma sono vendute all'estero. Il nuovo sistema, Precision Strike Missile, ha cominciato solo ora a essere dispiegato ma in numeri limitati.

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