Politica
Lollobrigida e la separazione da Arianna Meloni:...
Lollobrigida e la separazione da Arianna Meloni: “Nessun problema politico”
"Non darò soddisfazione al voyeurismo di queste ore"
"Non darò soddisfazione al voyeurismo di queste ore in cui anche i giornali più blasonati si dedicano a sollecitare gli ultimi scampoli di 'chiacchiere da ombrellone'". Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura e esponente di spicco di Fratelli d'Italia, in un post su Facebook si esprime così dopo le news sulla separazione da Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
"Da personaggio pubblico devo solo una risposta: non vi è alcun problema politico né con Giorgia né con Arianna e chi spera in questo non avrà grandi soddisfazioni. Semmai dovrà prendere atto che non erano i rapporti di parentela la ragione del mio ruolo... buona domenica a tutti anche a chi ci vuole male!", scrive Lollobrigida.
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Rachele Mussolini lascia Fratelli d’Italia: “Io...
In un'intervista spiega il suo 'addio' al partito meloniano e il passaggio a Forza Italia: "E' stata una scelta sofferta"
"Sono grata a Fratelli d'Italia, ma mi sento più moderata, non così a destra". Rachele Mussolini, in un'intervista a Repubblica, spiega il suo 'addio' al partito meloniano e il passaggio a Forza Italia. "Ci ho pensato a lungo, è stata una scelta sofferta. FdI - e prima ancora An - è stata la mia casa per vent’anni. Ma ho una sensibilità più centrista. E FI è lo sbocco naturale. Perderò tante preferenze, ma mi rimbocco le maniche per prenderne di nuove", dice la nipote del Duce, eletta consigliera in Campidoglio in quota Fdi.
"Avevo detto ai vertici del partito la mia intenzione - racconta -. Credevo di avere più tempo, per dirlo a tutti. A volte in FdI ho fatto un po' da controcanto sui diritti, ma non mi ha mai chiamato nessuno per farmi la ramanzina. C’è sempre stato rispetto. Però in politica un conto è esprimere il proprio pensiero, un altro è poterlo realizzare. Per questo ho deciso di lasciare. Ma resto orgogliosa del governo Meloni".
Sullo Ius Scholae, "perché no? È naturale concedere la cittadinanza, dopo un ciclo di studi di 10 anni, a un ragazzo che magari è nato in Italia e parla il dialetto romano meglio di me! È un modo per sedare i problemi di integrazione, che altrimenti si acuiscono. Ed è anche un arricchimento se le culture s’incontrano, nel rispetto delle tradizioni. Fino a qualche anno fa FdI era a favore... Ora mi è stato detto che il tema non è nell’agenda di governo. Capisco che i problemi siano tanti, è vero, ma nulla toglie al fatto che si possa comunque inserire. Le mie figlie, i nostri figli sono già avanti. Spero che FdI lo voti". Quanto al caso Boccia, "bisogna essere molto cauti con le persone che si frequentano - osserva -. Soprattutto quando si hanno cariche così alte, è fondamentale andarci coi piedi di piombo. Ci sono state leggerezze. È stata una questione di cuore, diciamo così. Di sicuro è costata tanto".
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Manovra, fonti: possibile revisione al rialzo Pil 2024
La revisione in arrivo dall’Istat potrebbe anche contribuire a limare il rapporto deficit/Pil di quest’anno liberando eventualmente risorse per la legge di bilancio
Possibile revisione al rialzo del Pil 2024 se i dati Istat in arrivo il 23 settembre dovessero rivelarsi migliore delle attese. A quanto apprende l’Adnkronos, nel governo si confida in un ritocco al rialzo della stima del +1% indicata nel Def.
Ma la revisione in arrivo dall’Istat potrebbe anche contribuire a limare il rapporto deficit/Pil di quest’anno liberando eventualmente risorse per la Manovra 2024-2025. Il condizionale è tuttavia d’obbligo e sulle stime si sta ancora lavorando: “Al momento è prematuro dire che spazi fiscali avremo”, premettono le stesse fonti.
Intanto, dopo quella di lunedì scorso, nella mattina del 12 settembre si è tenuta una nuova riunione per fare il punto sulla Manovra tra la premier Giorgia Meloni, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, e gli altri leader di centrodestra, ovvero i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini e il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi.
Le maglie sono strette, ma il governo vuole aumentare i sostegni per chi ha figli e diminuire i bonus a chi non ne ha per contrastare la denatalità, da cui dipende la tenuta del sistema Paese, incluse le Manovre future. Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha chiarito che non si può fare tutto con le poche risorse a disposizione, (25 miliardi di euro, come la scorsa manovra).
Tra conferme e possibili cambiamenti, la Manovra dovrebbe mantenere alcuni dei pilastri della scorsa Legge di bilancio, mentre il Mef studia la possibile introduzione del quoziente familiare per le detrazioni.
Conferme: taglio del cuneo fiscale e rimodulazione Irpef
Tra le conferme più attese spicca il taglio del cuneo fiscale. Già previsto per il 2024, sarà esteso anche al 2025 e riguarderà circa 14 milioni di lavoratori, con una riduzione dei contributi previdenziali di 7 punti percentuali per i redditi fino a 25 mila euro e di 6 punti per quelli fino a 35 mila euro. Il taglio ha un costo stimato di 9,4 miliardi di euro e si traduce in un aumento dello stipendio netto di circa 100 euro al mese per circa 14 milioni di lavoratori.
Parallelamente, il governo confermerà anche la riduzione dell’Irpef, passata da quattro a tre aliquote, forse con qualche ritocco. Senza modifiche la conferma varrebbe circa 4 miliardi di euro.
Parte della maggioranza, Lega in primis, spinge per una riduzione della seconda aliquota dal 35% al 33% e dell’estensione del tetto del secondo scaglione fino ai 60 mila euro annui. Oltre, scatterebbe il terzo e ultimo scaglione con un’aliquota del 43%. Questa nuova misura coinvolgerebbe circa 8 milioni di lavoratori, il cosiddetto ceto medio, con un costo ulteriore di circa 4 miliardi.
Alcune forze politiche, come Forza Italia, spingono inoltre per l’introduzione di una zona “zero tasse” per i redditi fino a 12 mila euro. Il partito guidato da Antonio Tajani chiede anche l’innalzamento delle pensioni minime da 615 a 650 euro mensili, “con l’obiettivo di arrivare a mille euro entro la fine della legislatura”.
Detrazioni per chi ha figli
Un cambiamento significativo potrebbe riguardare le detrazioni fiscali per chi ha figli. Il principio alla base di questa misura è semplice: alleggerire il carico fiscale delle famiglie numerose, riducendo o eliminando alcune detrazioni per chi non ha figli.
Per fare questo, il governo pensa al quoziente familiare, un indicatore della situazione economica delle famiglie che permette di calcolare l’imposta sul reddito non solo in base ai guadagni individuali, ma anche in base al numero di componenti del nucleo familiare. In questo modo, le famiglie con più figli potrebbero beneficiare di detrazioni più elevate e quindi pagare meno imposte.
Al momento, viene utilizzato solo in via di sperimentazione per l’agevolazione del superbonus edilizio al 90% sugli edifici unifamiliari. Il dicastero dell’Economia e delle Finanze ha già provato ad estenderne l’applicazione in occasione della scorsa legge di Bilancio, ma l’ipotesi è stata poi accantonata.
Il quoziente familiare, già adottato in altri Paesi europei come la Francia, è un indicatore più semplice rispetto all’Isee perché si ottiene dividendo il reddito complessivo del nucleo familiare per il numero dei suoi componenti in base a dei coefficienti, senza tener conto della composizione del patrimonio, come fa l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Entrambi gli indicatori favoriscono le famiglie con più figli, anche se con motivazione differenti: il quoziente familiare perché divide il reddito per un numero maggiore di componenti, l’Isee perché considera la presenza di figli come un fattore che aumenta il bisogno economico della famiglia.
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Trinità dei Monti, Santanchè: “Francia esagera ora...
La Corte dei Conti di Parigi rivendicherebbe, in un rapporto sulle proprietà francesi a Roma, il possesso della Scalinata di piazza di Spagna
"Ma cosa sarebbe la Francia senza l’Italia. Non possono fare a meno del nostro lusso, delle nostre opere, della nostra bellezza. Ma ora esagerano. Vogliono prendersi pure la scalinata di Trinità dei Monti". Lo scrive il ministro del Turismo Daniela Santanchè in un post su X che fa riferimento ad una notizia secondo cui la Corte dei Conti di Parigi rivendicherebbe, in un rapporto sulle proprietà francesi a Roma, il possesso della Scalinata di piazza di Spagna di Roma in quanto sarebbe stata costruita con fondi francesi all'inizio del XVII secolo e in seguito mantenuta da una pia fondazione francese.