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Eriksson, l’addio della Lazio: “Sven, il più vincente della nostra storia”

I messaggi del club, le parole di Nesta e degli altri giocatori

Sven Goran Eriksson

La Lazio dice addio a Sven Goran Eriksson, "allenatore più vincente nostra storia". L'allenatore svedese, morto oggi all'età di 76 anni, occupa un posto speciale nella storia del club biancoceleste. Con Eriksson, la Lazio ha vinto lo scudetto del 2000, coronamento di un ciclo impreziosito da Coppa delle Coppe, Supercoppa europea e Coppa Italia.

"La S.S. Lazio apprende con estremo dolore e profonda commozione la notizia della scomparsa di Sven-Goran Eriksson, allenatore del secondo Scudetto e tecnico più vincente nella nostra storia. Il presidente Lotito, la dirigenza, mister Baroni e il suo staff, la squadra e tutti i dipendenti del Club rivolgono alla sua famiglia e ai suoi cari le più sincere condoglianze", la nota del club.

"Riposa in pace grande Mister e persona straordinaria. Ti porterò sempre nel cuore. Grazie di tutto", il messaggio di Alessandro Nesta, capitano biancoceleste e pilastro della squadra di 'Svennis'.

"Ci lascia una persona straordinaria, che ricordo sempre con grande affetto. Quando sono arrivato alla Lazio, nel gennaio del 2000, mi ha accolto a braccia aperte, e abbiamo vinto tutto quello che potevamo vincere", dice all'Adnkronos Fabrizio Ravanelli, che nel 1999-2000 indossò la maglia biancoceleste.

"Era una persona schietta, dal comportamento e dalla storia ineccepibile. E lo dimostra anche il fatto che, ovunque è stato se ne è sempre parlato in maniera positiva", spiega. A livello calcistico, poi, "ha portato tante novità anche nel calcio, soprattutto in Italia con la sua idea del calcio totale".

"Poche le parole da dire in queste circostanze. Sono davvero dispiaciuto, gli auguro buon viaggio da lassù", dice all'Adnkronos Beppe Signori, capitano e bandiera della Lazio.

"Grazie per tutto quello che hai fatto per me...sempre nel mio cuore", scriveo Juan Sebastian Veron, centrocampista della Lazio dello scudetto del 2000, su Instagram.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Sport

Serie A, Parma-Empoli 1-1: Charpentier risponde...

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Finisce in parità al Tardini

Woyo Coulibaly - Fotogramma

Pareggio tra Parma ed Empoli, nel lunch match della nona giornata di Serie A. Al Tardini finisce 1-1: i toscani sbloccano la partita al 35' grazie all'autorete di Coulibaly, i ducali pareggiano nella ripresa con il gol di Charpentier. Nel finale il Parma avrebbe anche l'occasione per vincerla, ma Bonny colpisce la traversa su calcio di rigore. Con questo pari gli uomini di Pecchia salgono a 8 punti in classifica, mentre quelli di D'Aversa, grande ex di giornata, raggiungono quota 11.

La partita

Partita subito intensa al Tardini, con tanti duelli in mezzo al campo e i padroni di casa che provano a sfruttare la velocità di Cancellieri e Man sugli esterni. È proprio il rumeno a creare la prima occasione della partita, sfondando sulla destra e mettendo un bel pallone a rimorchio per Bonny, respinto bene da Vasquez. Il centravanti del Parma è per distacco il più pericoloso dei suoi: alla mezzora riceve palla al limite e calcia incrociando il destro, ma trova la provvidenziale deviazione di un difensore. Al 35' però è l'Empoli ad andare in vantaggio: Colombo difende bene palla e imbuca per Gyasi, che serve a centro area Fazzini, il centrocampista è anticipato da Coulibaly, che devia nella propria porta il pallone dell'1-0. Il gol subito scoraggia il Parma, che non riesce a reagire, mentre gli ospiti continuano ad attaccare a caccia del raddoppio. La scintilla ducale arriva sul finire di tempo, quando Cancellieri si accentra dalla destra e colpisce la traversa con un bel sinistro a giro. Termina quindi 0-1 il primo tempo al Tardini.

L'Empoli parte forte anche nella ripresa, con Anjorin che non inquadra la porta dal limite dell'area. La risposta del Parma arriva dal destro potente del solito Bonny, parato con qualche affanno da Vasquez. Pecchia cambia due terzi del suo tridente, schierando i suoi con un 4-1-4-1 molto offensivo e i padroni di casa cominciano a creare occasioni: prima ci prova il neoentrato Keita da fuori, poi è Bernabé a impegnare il portiere avversario su calcio di punizione. La pressione del Parma disorienta l'Empoli, che perde le distanze tra i reparti e non riesce più a ripartire. Il muro toscano cade all'80': Valeri sfonda sulla sinistra e mette un bel cross rasoterra per Charpentier, che buca Vasquez e trova il pareggio. La partita rischia di cambiare ancora tre minuti dopo: il portiere dell'Empoli stende Almqvist in area e l'arbitro assegna il calcio di rigore al Parma. Sul dischetto si presenta Bonny, che spiazza Vasquez ma alza troppo il destro e colpisce la traversa. I padroni di casa non si scoraggiano e continuano ad attaccare: nel finale Charpentier sfiora la doppietta con un destro in girata che si spegne alto. Termina quindi 1-1 al Tardini tra Parma ed Empoli.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Motori

MotoGP Thailandia: Bagnaia trionfa sul bagnato, Marquez...

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Una domenica da cardiopalma in Thailandia, amici appassionati di MotoGP. L’acqua, la pioggia, le curve scivolose e soprattutto la grinta dei nostri piloti hanno reso questo GP di Buriram qualcosa che difficilmente dimenticheremo. Francesco Bagnaia, il nostro Pecco, ha danzato letteralmente sull’acqua e si è portato a casa una vittoria che non era solo necessaria, ma quasi obbligatoria. E ci è riuscito, con tutto il carattere del campione del mondo che è.

Partiva con un peso sulle spalle non da poco: 22 punti di distacco da Jorge Martin, il leader del campionato, che lo stava tallonando da troppo tempo. Poi, la pioggia che ha reso la pista un campo minato, le aspettative che erano tutte su di lui e Marc Marquez pronto a dare battaglia. Eppure, Pecco ha mantenuto la calma, ha guidato con intelligenza e, giro dopo giro, ha rosicchiato punti preziosi. Ora siamo a -17, tutto è ancora possibile e la tensione cresce per le ultime due tappe: Sepang e Valencia decideranno il campione.

Ma che spettacolo anche la Ducati, che oggi ha festeggiato il titolo mondiale tra i team! In mezzo a tutto questo, un Pecco che ha dovuto fronteggiare Marc Marquez e qui le cose si sono fatte davvero interessanti. Tutti sappiamo che quando la pista si bagna, Marc è la minaccia numero uno. Non si è fatto attendere: ha attaccato, ha cercato di mettersi davanti. E che fa Pecco? Risponde, si difende, incrocia le traiettorie con la precisione di un chirurgo. Uno, due tentativi respinti. Marc è caduto al 14° giro, curva 8. Spingeva troppo e ha finito per terra. Da lì, per Bagnaia è stata solo gestione, ma che gestione, fino al traguardo.

Jorge Martin, Martinator per gli amici, non è stato da meno. Partenza da urlo, mette subito Bagnaia dietro e ci fa venire un po’ di paura. Ma poi al quinto giro un errore in staccata lo costringe ad allargare la traiettoria. Bagnaia riprende il comando e Martin sembra quasi spegnersi per un attimo. Decide di non rischiare più del dovuto, accontentarsi oggi era una mossa saggia. 17 punti a due gare dalla fine, il vantaggio è tutto sommato buono. Se manterrà la calma, potrebbe giocarsi il tutto per tutto, anche arrivando sempre secondo.

E poi sul podio abbiamo Jack Miller, sempre con la sua costanza da martello. La gara di Pedro Acosta è stata spettacolare: paziente, metodico, ha messo a segno sorpassi emozionanti proprio nel finale, come un predatore che aspetta il momento giusto. Prima le KTM di Binder, poi Miller: un terzo posto meritato fino in fondo. E attenzione anche a Fabio Di Giannantonio, quarto, con una performance che lo ha visto migliorare giro dopo giro.

Non tutti però sono stati così fortunati. Enea Bastianini è caduto, così come Marco Bezzecchi e Lorenzo Savadori. Ma una menzione speciale va a Franco Morbidelli: non è stata la sua giornata. Prima entra deciso su Fabio Quartararo al quarto giro, provocandone la caduta, poi scivola pure lui nel tentativo di recuperare. Insomma, un giorno no.

E ora? Ora tutti a Sepang! Tra una settimana la MotoGP torna in pista e se oggi abbiamo avuto un assaggio di quanto potrebbe essere emozionante questo finale di stagione, preparatevi per una settimana di tensione. Valencia potrebbe essere il vero campo di battaglia finale, ma Sepang è l’ultima opportunità per consolidare vantaggi o per fare il colpaccio. La pioggia in Thailandia ha scombinato le carte, ma ha anche dato spettacolo: tra un corpo a corpo vinto contro Marquez e un Martin che non molla, Bagnaia ha dimostrato di avere il cuore del campione.

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Sport

Sinner svela i suoi riti prima dei match, ecco la sua...

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L'azzurro, numero 1 del tennis: "Mi rilasso solo quando guido, Alcaraz geniale"

Jannik Sinner - (Afp)

Jannik Sinner e i riti prima di un match. ''La routine inizia negli spogliatoi, mettendo il tape, cambiando il grip al manico della racchetta, scaldandomi. Poi se vado in bagno vuol dire che la partita la sento, ed è giusto così. Se non succede, allora gioco male o perdo. Possono sembrare sciocchezze, ma tutto quello che faccio nella mia giornata ha un senso. Anche stare attento a non mangiare o bere troppo''.

In un'intervista a La Stampa, l'azzurro numero 1 del tennis dice che si rilassa ''guidando, mentre ascolto un po' di musica. Sembra banale, ma non lo è per chi è sempre in giro per il mondo. A Monte-Carlo dopo gli allenamenti a volte mi metto al volante e faccio un giro, anche a Torino per le Atp Finals verrò in macchina''.

Il 23enne racconta cosa gli piace. Come gli sci e il kart. ''Alla fine -dice- ho 23 anni. Sugli sci mi sento sicuro e sui kart non corro certo come un pazzo. La velocità mi piace, sono fatto così. A tre anni e mezzo facevo già le piste nere... Ora, rispetto a due anni fa, scio al massimo un'ora e mezzo, poi si va al ristorante. Sono le cose che mi fanno stare bene''.

Il successo insomma '' non mi ha cambiato, sono sempre lo stesso. Non cammino a testa alta se vinco, non mi deprimo se perdo. Non mi piace stare sotto i riflettori. Non mi atteggio. Chi mi sta vicino sa quanto tempo dedico al tennis. Poi o piaci o non piaci, non si può controllare tutto. Io bado a chi mi sta vicino, alla famiglia, del resto mi importa poco''. Tra gli sport ricorda che sul calcio da piccolo ''ero un centrocampista e volevo sempre andare in porta. Ma non me lo permettevano''.

Quanto al tennis e al suo rivale, Carlos Alcaraz, dice: ''Siamo due giocatori molto diversi. Io tengo il ritmo molto alto, sono forte mentalmente. Lui lo è fisicamente e tennisticamente al momento ha qualcosina in più: gioca meglio lo slice, le volée. Ma per me è un fatto positivo: significa che ho margini. Carlos in campo fa i numeri: smorzata, passante, lob... Non so se io sarò mai così. Però come tennista sono più solido e quando serve piazzo l'accelerazione vincente».

E ancora sottolinea che ''forse per la mentalità. Carlos è simile a Nadal, pressa fin dal primo punto, corre moltissimo. Poi alza la voce, sa come accendere il pubblico. Io sono più calmo, più freddo. Ma so diventare caldo anch'io. A volte fa bene innervosirsi, urlare contro il team, uscire dagli schemi un attimo, per poi rientrarci. Lo puoi fare se attorno hai persone di cui ti fidi''.

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