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Diritto a disconnessione? In Italia nessuna legge ma solo...

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Diritto a disconnessione? In Italia nessuna legge ma solo contrattazione individuale

Rapporto Eurofound, analisi Adapt su come funziona anche negli altri Paesi

Diritto a disconnessione? In Italia nessuna legge ma solo contrattazione individuale

In Italia la legge 22 maggio 2017, numero 81 sulle misure per la tutela del lavoro autonomo e misure per incoraggiare l’articolazione flessibile di orario e luogo di lavoro, si applica a tutte le aziende pubbliche e private, come ricorda il rapporto dell’Eurofound 'Right to disconnect: implementation and impact at company level', specificando che la legge non riconoscere esplicitamente la disconnessione come un diritto, ma ne prevede la regolamentazione mediante contrattazione individuale tra datore di lavoro e lavoratore.

"Pur in assenza di specifiche normative comunitarie che impongano l’istituzione di un diritto esplicito alla disconnessione - analizza Paola de Vita, collaboratrice Adapt - in Europa la legislazione a livello nazionale ha conosciuto una significativa evoluzione negli ultimi anni. Ciò riflette la crescente rilevanza della questione della 'connessione costante' nel dibattito politico. Anche le disposizioni dei contratti collettivi riguardanti il diritto alla disconnessione sono in continua evoluzione. In Italia - precisa le modalità di connessione e disconnessione sono parte integrante dei contratti individuali dei lavoratori 'smart' e vengono pertanto negoziate tra il lavoratore e il datore di lavoro. L’Italia è stato il secondo paese dell’UE ad introdurre normative relative al diritto alla disconnessione attraverso accordi di lavoro 'agili'.

Questi accordi dovrebbero contemplare il diritto del lavoratore al tempo di riposo e le misure tecniche e organizzative necessarie per garantire la disconnessione dagli strumenti tecnologici utilizzati durante il lavoro (art. 19, comma 1). Durante la pandemia, nell’ambito delle misure sanitarie adottate per prevenire la diffusione del Covid-19, l’obbligo di negoziare contratti individuali per lo smart working era sospeso e il diritto di disconnettersi è stato applicato automaticamente a tutti i lavoratori che svolgevano attività da remoto. Questa esenzione temporanea è stata successivamente revocata il 31 dicembre 2022. Nel 2021, due accordi interconfederali per il settore pubblico e privato hanno ribadito il diritto alla disconnessione all’interno di modalità di lavoro flessibili e agili: il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale e il Protocollo nazionale sul lavoro agile nel settore privato; quest’ultimo stabilisce le disposizioni per l’attuazione del diritto alla disconnessione per i dipendenti".

"Nel giugno 2023 - dice - nove Stati membri disponevano di una legislazione inerente al diritto alla disconnessione (Belgio, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna). Inoltre, l’Irlanda ha adottato un codice di condotta nel 2021; anche se non si tratta di una legge formale, i tribunali possono fare riferimento ad esso quando decidono nel merito di un caso. Quattro Stati membri (Belgio, Francia, Italia e Spagna) avevano già attuato alcune disposizioni con il sopraggiungere della pandemia. Nel 2021, Grecia, Portogallo e Slovacchia hanno adottato una legislazione che prevede il diritto a disconnettersi, in gran parte a causa dell’aumento del telelavoro innescato dalla pandemia. Una nuova legislazione in Croazia è stata approvata nel 2022 e in Lussemburgo nel 2023. In entrambi i paesi le disposizioni sono entrate in vigore a partire dal 2023".

"Diverse caratteristiche chiave - spiega - caratterizzano e distinguono le disposizioni sul diritto di disconnessione in diversi Paesi. Gli aspetti più importanti sono la copertura della regolamentazione (ad esempio, la dimensione dell’azienda e le tipologie di lavoratori interessati), l’approccio alla implementazione (ad esempio applicabilità diretta o tramite contratti collettivi) e la presenza e la natura delle sanzioni. In sette dei nove paesi considerati le disposizioni riguardano sia il settore pubblico che quello privato. In alcuni paesi, i regolamenti si applicano solo ai telelavoratori (Grecia e Slovacchia) o lavoratori che utilizzano le tecnologie dell’informazione per svolgere il proprio lavoro a distanza permanentemente o occasionalmente (Lussemburgo, Portogallo e Spagna). In Spagna, la legislazione vale per tutti i lavoratori, ma la legge pare applicabile in particolar modo ai telelavoratori su base regolare o occasionale. In Italia la normativa si applica ai cosiddetti smart workers che lavorano in modo ibrido. In Belgio si applicano soglie dimensionali aziendali (aziende con più di 20 dipendenti) ed anche in Francia, ma in quest’ultimo caso i tribunali e i contratti collettivi hanno tendenzialmente eliminato la soglia dei 50 dipendenti".

"Le negoziazioni tra le parti sociali a livello aziendale - precisa de Vita - svolgono un ruolo fondamentale nell’attuazione del diritto alla disconnessione. Esse fanno sì che le specifiche modalità di attuazione siano adattate alle esigenze del posto di lavoro, a condizione che una serie di questioni chiave (ad esempio la formazione e la definizione delle modalità con cui ai lavoratori può essere riconosciuto il diritto alla disconnessione, siano garantiti). Tali negoziati delle parti sociali sono richiesti in Belgio (nel settore privato), Francia, Lussemburgo e Spagna. Nel caso in cui non si raggiunga un accordo, è previsto un piano alternativo. Questo di solito assume la forma di una politica aziendale o di uno statuto o strumento simile, i cui dettagli devono essere comunicati ai dipendenti". Ecco, quindi, Paese per Paese, il commento di Paola de Vita.

-FRANCIA: è stato il primo paese europeo a introdurre il diritto alla disconnessione, mediante un suo provvedimento, il cosiddetto Codice del Lavoro del 2016 (attualmente codificato ai sensi dell’art. L. 2242-17 del Codice del Lavoro). Il diritto di disconnettersi è entrato in vigore il 1° gennaio 2017 ed è destinato a garantire il rispetto della normativa relativa ai periodi di riposo e ferie, e promuovere la conciliazione tra lavoro e vita personale e familiare. La legge tiene conto della posizione delle parti sociali e della giurisprudenza dalle Corti Superiori che, dall’inizio degli anni 2000, ha sottolineato i limiti e le problematiche connesse alla interferenza del lavoro con la vita personale. Ispirandosi alla legge francese, anche il legislatore belga ha previsto alcune disposizioni sul diritto alla disconnessione nella legge del 26 marzo 2018 relativa al rafforzamento della crescita economica e della coesione sociale ('Loi du 26 mars 2018 au renforcement de la croissance économique et de la cohésion sociale'). Le nuove disposizioni si applicano alle aziende con 20 o più dipendenti".

In Francia la parità professionale tra uomini e donne deve essere garantita includendo disposizioni volte a raggiungere un equilibrio tra lavoro e vita privata, compreso il diritto alla disconnessione. Il paragrafo 7 del Codice del Lavoro afferma che l’accordo deve includere procedure per i dipendenti atte a far sì che gli stessi possano esercitare integralmente il proprio diritto alla disconnessione, e l’istituzione da parte dell’azienda di meccanismi di regolamentazione per l’utilizzo degli strumenti digitali, in un’ottica di rispetto delle norme relative ai periodi di riposo e alle ferie. Se non viene raggiunto alcun accordo, il datore di lavoro deve redigere una carta, previa consultazione dell’Ufficio Sociale e Comitato Economico (se l’azienda ha più di 11 dipendenti). La presente carta definisce le procedure per esercitare il diritto di disconnessione e prevede l’organizzazione di attività di formazione e sensibilizzazione sull’uso ragionevole degli strumenti digitali per i dipendenti e datori.

-SPAGNA: è stato introdotto per la prima volta il diritto alla disconnessione nell’articolo 88.1 della legge organica 5 dicembre 2018, numero 3 sulla tutela dei dati personali. Il più recente regio decreto legge 22 settembre 2020, n. 28 sul lavoro a distanza definisce meglio i contorni del diritto alla disconnessione. Esso inquadra il lavoro a distanza come lavoro svolto a distanza per almeno un periodo pari al 30% dell’orario di lavoro. La legge afferma che la prevenzione dei rischi e le misure di tutela dovrebbero concentrarsi in particolare sulla risoluzione dei problemi psicosociali e organizzativi legati alla distribuzione dell’orario di lavoro, sulla limitazione dell’orario di lavoro e sulla disponibilità di pause. In Spagna ai datori di lavoro è richiesto di elaborare una politica interna per i dipendenti, dettagliando le modalità di esercizio del diritto di disconnessione. Inoltre, sono previste attività di formazione e sensibilizzazione per il personale sull’uso appropriato degli strumenti tecnologici.

-SLOVACCHIA: è stato introdotto il diritto alla disconnessione nell’ambito della modifica del Codice del Lavoro attraverso la legge 1° marzo 2021, n. 76. Le disposizioni riguardano i telelavoratori (compresi quelli che telelavorano occasionalmente). In risposta al significativo aumento del telelavoro innescato a causa della pandemia, la Grecia ha varato una nuova legislazione recante disposizioni sul telelavoro e sul diritto alla disconnessione nel settore privato, come parte di un più ampio pacchetto di misure previste dalla legge numero 4808 del 2021. Anche il legislatore portoghese ha risposto all’ incremento del telelavoro adottando la legge numero 83 del 2021. Nella legislazione slovacca, i dipendenti che lavorano da casa hanno diritto ad astenersi dall’utilizzo delle attrezzature lavorative durante i periodi di riposo giornaliero o festivi. I datori di lavoro non possono penalizzare i dipendenti che non rispondono alle comunicazioni, e le modalità di attuazione di questo diritto possono essere definite mediante politiche o regolamenti aziendali.

-LUSSEMBURGO: la modifica del Codice del Lavoro (attraverso i nuovi articoli L.312-9 e L.312-10) ha introdotto una disposizione relativa al diritto di disconnessione. Essa si basa sulla evoluzione giurisprudenziale (in particolare sulla decisione della Corte d’Appello del 2 maggio 2019) e sul parere rilasciato dal Consiglio economico e sociale, che raccomanda l’implementazione di meccanismi per incoraggiare il riconoscimento del diritto alla disconnessione. L’Irlanda ha introdotto un codice di condotta per datori di lavoro e dipendenti sul diritto alla disconnessione, insieme alla guida sul lavoro a distanza nel 2021. Essa prevede una serie di politiche che incoraggiano i destinatari delle e-mail a non rispondere al di fuori dell’orario di lavoro contrattuale.

-BELGIO: la legge del 26 marzo 2018 non prevedeva l’obbligo di garantire il diritto a disconnettersi, ma richiedeva semplicemente ai datori di lavoro di consultarsi sulla salute e sicurezza dei lavoratori. Nello specifico, l’art. 16 è stato modificato per prevedere, per i datori di lavoro che impiegano 20 o più dipendenti, le modalità del diritto di disconnessione da parte del dipendente e l’attuazione da parte delle aziende di meccanismi per regolare l’uso di strumenti digitali, in un’ottica di rispetto dei periodi di riposo, nell’ambito delle previsioni della contrattazione collettiva. Come nel caso della Francia, queste nuove disposizioni stabiliscono un meccanismo alternativo, richiedendo che le regole anche a livello aziendale stabiliscano il diritto di disconnessione in assenza di un contratto collettivo aziendale.

-GRECIA: l’articolo 67 della legge numero 4808 del 2021 si occupa dei termini e delle condizioni del telelavoro nel settore privato, incluso il diritto alla disconnessione. I lavoratori hanno il diritto di astenersi completamente dal lavoro e dalle comunicazioni digitali al di fuori dell’orario di lavoro e durante le vacanze e non possono essere discriminati per l’esercizio di tale diritto. Eventuali provvedimenti di licenziamento in relazione a tale diritto sono considerati nulli e privi di effetto. E' necessario includere le modalità di connessione e disconnessione nei contratti individuali di telelavoro, i quali devono essere concordati tra datore di lavoro e rappresentanti dei lavoratori.

-PORTOGALLO: la legislazione portoghese non menziona esplicitamente il diritto alla disconnessione ma richiede ai datori di lavoro di astenersi dal contattare i dipendenti, indipendentemente dal luogo di lavoro, durante i periodi di riposo, tranne nel caso di forza maggiore. In Lussemburgo, si richiede l’istituzione di un piano che assicuri il rispetto del diritto alla disconnessione al di fuori dell’orario lavorativo. Il piano deve, in particolare, stabilire: a) le disposizioni pratiche e le misure tecniche per la disconnessione dai dispositivi digitali; b) le misure di sensibilizzazione e formazione e disposizioni per il risarcimento nel caso di mancato rispetto del diritto di disconnessione. In assenza di un accordo collettivo a livello settoriale o aziendale, i metodi per attuare il diritto alla disconnessione devono essere definiti a livello aziendale, nel rispetto dei requisiti pertinenti in termini di informazione e consultazione della delegazione del personale (se tale delegazione è presente).

Nel rapporto dell’Eurofound 'Right to disconnect: implementation and impact at company level' vengono riportate anche le sanzioni. "In Francia - continua Paola de Vita - il datore di lavoro può essere sanzionato se non rispetta il suo obbligo di negoziare sull’uguaglianza e la qualità della vita lavorativa. Gli ispettori del lavoro possono imporre sanzioni in caso di violazione del diritto del lavoro in Grecia, Lussemburgo e Slovacchia. In Spagna, l’Agenzia per la protezione dei dati può imporre sanzioni legate a violazioni della legge sulla protezione dei dati, inclusa la normativa relativa al diritto alla disconnessione".

"In Belgio - dice - la mancanza di sanzioni specifiche è stata intesa come una forte carenza della legge. In Francia, gli accordi a livello aziendale non sono vincolanti e non sono previste sanzioni per la violazione di tali accordi. Tuttavia, il datore di lavoro potrebbe essere sanzionato per non aver adempiuto all’obbligo di negoziare sulla qualità della vita sul lavoro, compreso il diritto di disconnettersi. In questo caso, il datore di lavoro potrebbe essere punito con un anno di reclusione e una multa di euro 3.750 (come previsto dagli artt. L.2243-1 e L.2243-2 del Codice del Lavoro). In termini di sanzioni, l’Agenzia spagnola per la protezione dei dati ha l’autorità di infliggere sanzioni ai datori di lavoro che non rispettano gli obblighi previsti dalla legge del 2018. L’importo della sanzione può variare da euro 70 ad euro 750 per violazioni minori e può arrivare ad importi molto più elevati per violazioni gravi".

"In Slovacchia - spiega - l’Ispettorato nazionale del lavoro ha il potere di sanzionare i datori di lavoro che violano il diritto del lavoro. L’importo delle multe varia in base al grado e alla gravità della violazione e può andare da euro 1.000 a euro 200.000 euro. In Portogallo, i reati gravi sono soggetti all’applicazione di sanzioni pecuniarie comprese tra euro 612 ed euro 9.690. In Lussemburgo si prevede che, qualora i datori di lavoro violino l’obbligo di attuare il diritto di disconnessione, possono incorrere in una sanzione amministrativa da euro 251 a euro 25.000 euro, imposta dal direttore dell’Ispettorato del lavoro".

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Pappa Monteforte (Cassa Notariato): “Corpi intermedi...

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L'intervento alla convention della cassa di previdenza a Napoli

La convention della cassa di previdenza a Napoli

Si è tenuta, oggi a Napoli, la prima tavola rotonda dal titolo 'Futuro pensionistico e centralità della previdenza complementare', organizzata all’interno della prima convention della Cassa Nazionale del Notariato. “E’ fondamentale che i corpi intermedi – e, più in particolare, coloro che quotidianamente vivono il peso di certe scelte strategiche, a volte non coerenti rispetto al quadro d’insieme - facciano sentire la propria voce e offrano un contributo finalizzato ad orientare i decisori politici”, ha detto, nel suo intervento, il presidente Vincenzo Pappa Monteforte.

Ha, poi, sottolineato come “discutere di previdenza non è semplice: la tematica è, al contrario, complessa. In più, la previdenza evoca la vecchiaia, una parola messa all’indice. Forse per una sorta di senso del pudore, che ci spinge ad usare eufemismi, quali “terza età”, “autunno della vita”, o – nel riferirci agli anziani - “soggetti diversamente giovani”. Eppure, si tratta di un “processo terribilmente democratico”, che tocca tutti, o almeno i più fortunati”.

E, ricordando che “il sistema notariato è fondato sulla solidarietà, sulla mutualità, sul patto generazionale e la tutela dei soggetti deboli, cioè su valori ricchi di significato”, ha ribadito come questi, oggi siano “resi ancora più attuali dall’aumento della durata della vita media e dal naturale invecchiamento della popolazione, dalla crisi delle libere professioni con conseguente riduzione del gettito contributivo, dai prepensionamenti, dalle carenze della sanità pubblica e delle prestazioni erogate. L’inverno demografico è, ormai, una realtà. La discontinuità lavorativa, insieme al calo dei redditi, non fanno che attivare un 'giusto allarme', al quale si può rispondere esclusivamente con la consapevolezza dell’oggi e lo studio di nuovi strumenti, l’introduzione di norme, la pianificazione del cammino futuro, attenzionando maggiormente giovani e donne”.

Serve "una modifica strutturale del c.d. 'sistema lavoro - pensioni', da attuarsi al più presto e non solo all'inizio del ventiduesimo secolo, come si riteneva fino a ieri. C’è, quindi, da decidere come far capire ai giovani che il secondo pilastro pensionistico è importante, quale supporto alla previdenza di primo livello, in evidente stato di 'sofferenza'. Il mio invito ad aderire a forme di previdenza integrativa non significa riconoscere il carattere fallimentare dei meccanismi di gestione della nostra Cassa professionale, ma - al contrario - manifesta la consapevolezza delle “naturali” difficoltà del domani post lavorativo”.

I dati, d’altronde, parlano chiaro. La Cassa ha, recentemente fatto un sondaggio tra gli iscritti e i risultati non sono affatto soddisfacenti: l’85% degli intervistati non ha idea dell’ammontare della sua pensione futura. Ciò nonostante, il 79% dei partecipanti al sondaggio si è mostrato interessato ad una previdenza complementare di categoria, patrocinata dall’Ente.

“E’ necessario, però, acquisire una consapevolezza di fondo: i compensi professionali devono essere proporzionali alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto, che non può essere distribuito in maniera iniqua tra i colleghi in esercizio. La troppo diseguale distribuzione della 'ricchezza notarile' tra le differenti macroaree del Paese (nord, centro, sud-isole) ed all’interno di esse – da me evidenziata in una slide di pochi mesi fa, nella quale si rimarcava come il repertorio dei primi dieci notai equivalesse, più o meno, a quello degli ultimi trecento del medesimo territorio di riferimento – espone la sopravvivenza stessa della categoria a gravi rischi, se si ritiene di conservarne la connotazione attuale di pubblico ufficiale/libero professionista”.

“La questione non è di facile soluzione -ha detto, dal palco, Pappa Monteforte- sicuramente necessita un’azione condivisa tra i decisori politici e gli attori interessati. Di certo, si può pensare a sgravi fiscali e campagne di comunicazione ad hoc Bisogna far intendere l’appetibilità dei fondi pensione, delle garanzie che offrono, dei loro rendimenti correlati al “giusto” profilo di rischio”.

“Qualunque azione si deciderà di mettere in campo – ha concluso il Presidente della Cassa - richiederà una valutazione delle trasformazioni del mercato del lavoro, della possibilità del risparmio del singolo e delle famiglie, degli investimenti che il Governo intenderà fare sulla previdenza complementare. Da parte del mondo notarile, l’attenzione al tema c’è. Ed è tanta da dedicare i due giorni di questa prima Convention Cassa ad un dibattito trasparente, aperto e costruttivo. La categoria è consapevole che in ballo c’è il futuro di intere generazioni di iscritti, che ancora investono e credono nelle libere professioni. Bisogna fare il possibile per garantire loro, oltre ad una esistenza adeguata, una vecchiaia dignitosa e serena”.

Il rendimento finanziario lordo del patrimonio mobiliare della Cassa del Notariato (la gestione mobiliare copre l’88,72% dell’intero patrimonio), da bilancio 2023, è stato pari al 7,35% (6,86% netto). Questa voce tiene conto, oltre che dei ricavi e dei costi contabilizzati, anche dell’apprezzamento o deprezzamento degli strumenti in portafoglio nel corso del periodo in esame. Le pensioni erogate dalla privatizzazione al 2023 – nel 2023 il numero dei pensionati era pari a 2.657 unità - sono aumentate del 16%, mentre nello stesso periodo sono lievitate in maniera esponenziale le pensioni dirette (+ 105%). Il costo pensionistico dal 1995 al 2023 è cresciuto del 172% e nell’ultimo anno è risultato pari a poco più di 226 milioni di euro. Dall’inizio del nuovo millennio all’anno scorso, sono 924 i notai che, nel rispetto delle norme vigenti, hanno scelto di collocarsi in quiescenza anticipatamente, con una età media di pensionamento di 69 anni (il differimento a 75 anni del pensionamento avrebbe generato per la Cassa un risparmio di 355 milioni di euro).

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Lavoro

Milano, Accornero (Camera commercio): “Crisi non...

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L'intervista al presidente della Consulta del territorio milanese

Marco Accornero, presidente della Consulta del territorio milanese della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e segretario generale di Unione Artigiani

"Nonostante la crisi e l’instabilità geopolitica internazionale crescono le imprese nel territorio milanese, con una tenuta nei settori artigiani, anche se ci sono segnali di rallentamento emersi nel 2024. Nella fase attuale di rapida affermazione e diffusione dell'intelligenza artificiale nei vari comparti, si nota una crescita proprio nei settori maggiormente innovativi e anche nelle richieste di lavoro da parte delle imprese è particolarmente apprezzata la capacità di innovare e applicare soluzioni creative". Così, con Adnkronos/Labitalia, Marco Accornero, presidente della Consulta del territorio milanese della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e segretario generale di Unione Artigiani, analizza la situazione delle imprese alla ripresa di settembre.

La tutela dell'artigianato è fondamentale. "In questo contesto promuoviamo un incontro lunedì 23 settembre sul tema 'Autenticamente artigiano'. L'utilizzo della dicitura "artigianale" per prodotti che non lo sono rappresenta infatti una forma di abusivismo. Ci concentriamo proprio sulla tutela di questo aspetto. per noi centrale e alla base dell'autentica professionalità artigiana, che rappresenta un importante elemento di qualità e competitività per i nostri prodotti, da valorizzare e tutelare anche e particolarmente in un contesto innovativo", spiega.

I primi settori delle imprese per Milano, secondo i dati del Registro imprese a fine giugno 2024, sono: immobiliare con 32 mila imprese, commercio all'ingrosso con quasi 32 mila imprese, commercio al dettaglio con 30 mila, costruzione con 29 mila, ristorazione con 18 mila, consulenza d'impresa con 16 mila. Crescono dello 0,8 percento le imprese milanesi in un anno, da fine giugno 2023 e diventano 318.234 a fine giugno 2024. Sono 67 mila le imprese artigiane e restano stabili in un anno. Sono 57.161 le imprese femminili e crescono dello 0,4% in un anno.

Primi settori per crescita: fornitura di energia elettrica, gas + 13,4%, attività di servizi finanziari + 13,1%, alberghi e alloggio + 11,0%, attività di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti + 9,5%, servizi veterinari + 8,9%, ingegneria civile + 8,6%, attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale + 8,1%, altre attività professionali, scientifiche e tecniche +6,2%, ricerca scientifica e sviluppo + 5,5%.

Le previsioni occupazionali del Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, mostrano le richieste da parte delle imprese di lavoratori, pari a circa 507 mila nell'anno 2023, di cui il 29% sono giovani. Su 25 mila entrate previste a Milano dalle imprese come lavoratori, nel mese di agosto 2024, il 20,4 percento è mirato ad applicare soluzioni creative e innovative e il 18,2 percento a coordinare altre persone.

Tra i titoli di studio, la maggior richiesta è nei diplomi professionali col 32,2 percento e nei diplomi secondari che coprono il 29,9 percento delle entrate. Seguono titolo universitario col 18,1 percento e scuola dell'obbligo col 18,1 percento. Il 44,5 percento delle entrate è di difficile reperimento e nel 46,6 per cento dei casi l'impresa chiede esperienza nel settore.

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Lavoro

Manovra, Mancuso (Fenimprese): “Sostegno a famiglie e...

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Le richieste al governo.

Manovra, Mancuso (Fenimprese):

Una manovra economica che contenga misure specifiche a sostegno di famiglie e imprese, in particolare le pmi, per sostenere consumi e sviluppo. E' quanto chiede Fenimprese, Federazione nazionale delle imprese, che conta attualmente 60 sedi in Italia e 3 sedi all'estero, oltre a una sede internazionale che funge da hub per le sue attività globali. Con oltre 25.000 aziende associate, FenImprese ha consolidato la sua presenza come una delle principali federazioni italiane al servizio delle pmi. E il 2025 si preannuncia un anno pieno di nuove sfide e opportunità, con un calendario già ricco di appuntamenti, tra cui nuove aperture in Italia e due nuove sedi all'estero.

"Fenimprese -spiega ad Adnkronos/Labitalia Luca Vincenzo Mancuso, presidente della Federazione- accoglie con favore le linee guida della Manovra 2025, ritenendo che alcune delle proposte rappresentino passi cruciali per il rilancio dell’economia italiana".

Per Fenimprese "le aree prioritarie della Manovra partono dalla riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori, che rappresenta una delle misure più attese della manovra. La diminuzione delle imposte sui redditi fino a 25.000 euro (7%) e fino a 35.000 euro (6%) si tradurrà in un aumento netto delle retribuzioni per milioni di lavoratori, il che stimolerà indirettamente anche i consumi interni. Questo effetto sarà particolarmente positivo per le pmi, che vedranno un incremento della fiducia e della produttività", sottolinea il presidente di Fenimprese che il prossimo 16 ottobre terrà l'assemblea nazionale a Bologna.

Fenimprese "ritiene che sostenere il potere d’acquisto dei dipendenti migliori il clima aziendale, creando una dinamica virtuosa in cui il benessere dei lavoratori stimola la crescita delle imprese e, di conseguenza, dell’economia nazionale", spiega ancora.

E centrale dovrà essere anche il sostegno alle famiglie. "L'introduzione del quoziente familiare per le detrazioni fiscali permetterà alle famiglie con figli di godere di una riduzione delle tasse proporzionata al numero di figli a carico. Questo tipo di politica fiscale rappresenta un cambiamento fondamentale per alleviare il carico fiscale delle famiglie più numerose e stimolare la natalità, una delle priorità strategiche del Paese. Si stima che questa riduzione fiscale possa comportare un risparmio di circa 5-6 miliardi di euro, con effetti diretti sulla capacità di spesa delle famiglie e un miglioramento del benessere economico dei nuclei familiari", sottolinea Mancuso.

E per Mancuso "l'accesso al credito rimane una sfida cruciale per le pmi italiane. Fenimprese riconosce l'importanza del rendiconto finanziario come elemento essenziale per garantire la trasparenza finanziaria delle imprese e facilitare il rinnovo dei fidi bancari. Questo strumento permette alle banche di valutare con maggiore precisione la solidità delle aziende e, di conseguenza, facilitare l’erogazione di prestiti necessari per mantenere la liquidità e continuare a investire. Fenimprese sottolinea la necessità di supportare le pmi nella redazione di rendiconti chiari ed efficaci, garantendo loro accesso a finanziamenti cruciali per la crescita e lo sviluppo", sottolinea.

L'innovazione è però fondamentale per il futuro delle pmi. "L'innovazione tecnologica e l'internazionalizzazione sono pilastri fondamentali per la competitività delle imprese italiane. Fenimprese sostiene che gli incentivi fiscali previsti dalla manovra debbano essere focalizzati sulla promozione di investimenti in ricerca e sviluppo, miglioramento dei processi produttivi e apertura verso mercati esteri. Le pmi italiane necessitano di strumenti adeguati per espandere la propria presenza internazionale e accelerare la digitalizzazione, garantendo così una crescita sostenibile", spiega ancora. Fenimprese invita il governo a rafforzare questi incentivi per favorire una modernizzazione del tessuto produttivo nazionale.

Secondo la Fenimprese "un altro elemento chiave della manovra è il sostegno alle assunzioni di giovani, donne e categorie svantaggiate, con sgravi fiscali che possono arrivare fino al 130% dei costi per le imprese che assumono a tempo indeterminato queste categorie di lavoratori. Fenimprese ritiene che questa misura possa generare un impatto significativo in termini di nuove opportunità occupazionali, rafforzando al contempo il tessuto produttivo del Paese. Si auspica che tali incentivi siano semplici da ottenere e ampiamente accessibili, per permettere un rilancio concreto del mercato del lavoro", aggiunge ancora.

E per Mancuso "serve un piano che vada oltre il Pnrr, le imprese hanno bisogno di orizzonti di medio periodo. Tra l’altro Roma si prepara a vivere una nuova importante opportunità con il Giubileo 2025, un evento che, oltre al suo valore religioso, ha un potenziale economico straordinario per la città e per tutto il Paese. I precedenti del Giubileo del 2000, con 25 milioni di presenze turistiche nella capitale e una crescita del PIL laziale del 3%, rappresentano un incoraggiante esempio di come tale evento possa diventare un volano per la crescita economica. Le previsioni attuali indicano che anche un Giubileo più "sotto tono" potrebbe comunque garantire un incremento del PIL romano tra il 2,1% e il 2,4% nei prossimi cinque anni, con benefici occupazionali stimati tra le 4.300 e 5.300 nuove assunzioni", sottolinea ancora.

In conclusione "Fenimprese ritiene che la Manovra 2025 presenti opportunità importanti per il rilancio dell’economia italiana, ma sottolinea che il successo di queste misure dipenderà dalla loro attuazione concreta e dalla capacità di coinvolgere efficacemente sia le famiglie che le imprese. È cruciale che il governo metta al centro delle proprie politiche fiscali la crescita delle pmi, facilitando l’accesso al credito, incentivando l’innovazione e garantendo sgravi fiscali concreti. Solo attraverso un'azione coordinata tra Stato, imprese e famiglie sarà possibile costruire un futuro più solido e prospero per il Paese. Fenimprese continuerà a monitorare attentamente l’evoluzione della manovra, lavorando in collaborazione con le istituzioni per garantire che queste politiche abbiano un impatto reale e positivo sulle categorie più rappresentative del nostro tessuto economico", conclude Mancuso.

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Milano, aggredito in strada 36enne: è grave

Sembra che sia stato colpito con un oggetto contundente senza motivo Aggressione in via Padova a Milano oggi, venerdì 13...

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Ewan McGregor riceve la stella sulla Walk of Fame:...

Il discorso del collega e amico sulla gentilezza e la fratellanza Ewan McGregor ha ricevuto un importante riconoscimento per la...

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Mazda presenta la nuova CX-80

Presentata in occasione del Salone dell'Auto di Torino 2024 la nuova Mazda CX-80. La nuova vettura rappresenta l’evoluzione di questo...

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Il centro stile Ferrari premiato al Salone dell’Auto di...

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Omoda & Jaecoo sono stati tra i marchi protagonisti del Salone Auto Torino 2024. Omoda 5 è il primo SUV...

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E’ morta Elodie Constantin, la prima moglie di...

L'annuncio del figlio Paul con un dolce omaggio a Constantin, che aveva 90 anni È stata il primo grande amore,...

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"Abbiamo iniziato a lavorare a un'idea di flagship store per illy nel mondo e questo di via Montenapoleone potrebbe essere...

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SAMSUNG a IFA 2024: AI, connettività e risparmio energetico

Samsung ha presentato a IFA la sua visione "AI per Tutti" a IFA, dimostrando come l'intelligenza artificiale possa migliorare la...

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illy si conferma di lusso: evento esclusivo per il secondo...

illycaffè ha curato ogni minimo dettaglio per l’evento esclusivo organizzato per celebrare il secondo anniversario del suo flagship store illy...