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Governo, oggi vertice poi Cdm. Meloni: “Avanti uniti su sentiero programma”

La premier torna a riunire i suoi due vice, Antonio Tajani e Matteo Salvini, e il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi

Giorgia Meloni (Fotogramma)

Vertice di centrodestra a Palazzo Chigi, con il premier Giorgia Meloni, dove sono attesi i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, e il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi. Un appuntamento atteso, di cui si vociferava ancor prima della pausa estiva ma poi slittato alla ripresa dei lavori.

Durante la riunione, convocata dal segretario nazionale Tajani con i vertici di Fi, prima del vertice di maggioranza, si apprende da fonti di partito, sono state affrontate le questioni manovra, della prossima Commissione Ue, Rai, autonomia, cittadinanza e balneari, quest’ultimo tema di cui Tajani ha parlato anche ieri direttamente con la von der Leyen.

Vertice di maggioranza

Varcata la soglia dello studio della presidente del Consiglio - al primo piano di Palazzo Chigi - non dovrebbe dunque arrivare nessuna reprimenda sui tanti, troppi distinguo che hanno finito per restituire l'immagine di una maggioranza sfilacciata, stando almeno alle convinzioni di chi ha parlato con la premier in queste ore. "Sarà un incontro alla camomilla, senza sorprese...", si dice convinto un fedelissimo della premier. Mentre la Lega lascia trapelare l'auspicio di ritrovare "compattezza e serenità nella maggioranza dopo aver assistito a troppe fibrillazioni".

Più che ''bacchettate', da parte di Meloni, oggi arriverà l'invito a marciare uniti, con determinazione, soprattutto di fronte alle tante sfide che attendono il Paese. A partire dalla manovra e dal piano strutturale di bilancio che, per la prima volta, il Mef dovrà buttar giù, prevedendo una 'sforbiciata' del disavanzo strutturale di almeno lo 0,5% annuo per i prossimi 7 anni: numeri alla mano, si tratta di circa 10 miliardi l'anno. Risorse da generare attraverso una strategia di rientro dal deficit in grado di convincere Bruxelles circa le buone intenzioni di Roma. Un'impresa certo non semplice e legata a doppio filo anche alla partita del commissario che l'Italia spunterà nella nuova Commissione Ue, ancora una volta a guida von der Leyen. Il nome, che verrà ufficializzato solo oggi, ultimo giorno utile, è quello di Raffaele Fitto, a cui dovrebbero essere assegnate le deleghe alla coesione, al bilancio e al Pnrr. Nonché la vicepresidenza esecutiva, stando almeno ai desiderata di Roma.

Meloni oggi condividerà l'indicazione di Fitto nel vertice con i big, poi informerà gli altri ministri nel corso del Cdm slittato oggi dalle 13 alle 14. Intanto da Bruxelles Tajani torna a plaudire alla scelta: sul nome di Fitto, dice, "c'è convergenza da parte di tutti: è giusto inviare un commissario che non faccia l'apprendista commissario ma che faccia veramente il commissario. E Fitto è la persona più giusta perché conosce sia il Parlamento, sia la Commissione, sia il Consiglio. C'è grande coesione da parte della maggioranza". Almeno sul nome del ministro salentino, perché su tanto altro ci saranno - camomilla o no - da rimettere insieme i cocci.

Come sulla polemica agostana dello ius scholae, che ha visto volare stracci tra Lega e Fi. Oggi Tajani tornerà sull'argomento - pur considerandolo un tema marginale, prima per Fi vengono manovra, giustizia e carceri - ma da parte della premier (finora Fdi ha taciuto sulla questione, ndr) ci sarebbe la volontà di sminare, invitando gli alleati ad attenersi al programma di governo, realizzando riforme 'fuori sacco' solo ove si registrasse la convergenza dell'intera maggioranza. Una mission impossible, di fatto, se sul tavolo dovesse mai planare il dossier cittadinanza.

Ma anche dove detta legge il programma di governo - vedi Autonomia - c'è da ritrovare 'unità', parola d'ordine del vertice di oggi insieme a un'altra destinata a restare sotto traccia ma nell'aria da mesi: lealtà. Sulla riforma targata Calderoli la Lega non è disposta a concedere sconti, mentre incombono il fantasma del referendum e i timori legati all'altolà della Cei, a cui il Carroccio ha risposto a muso duro. La maggioranza appare sfilacciata, ma quella dell'Autonomia è una scommessa che la Lega non può permettersi il lusso di perdere, costi quel che costi. Ne è consapevole la premier, che oggi sarà chiamata anche a rassicurare la squadra.

Avanti uniti e leali sarà il messaggio che la premier affiderà ai suoi, tanto più in vista delle settimane burrascose che si profilano all'orizzonte, con una manovra difficile da scrivere e che non può certo disperdersi in rivoli, tanto più con una coperta così corta. E che anche stavolta non potrà coprire tutte le richieste, o meglio battaglie, che i partiti di maggioranza intendono portare avanti. Quota 41, solo per citarne una: le speranze della Lega di tagliare il traguardo sarebbero ridotte all'osso, stando almeno a chi lavora al dossier. Ma anche aumentare le pensioni minime, battaglia storica di Fi e di Silvio Berlusconi, appare terribilmente complicato alle date condizioni. Se ne parlerà oggi, visto che la manovra "dobbiamo ancora cominciare a scriverla", mette in chiaro Meloni in un video postato su Instagram che la ritrae assieme al ministro Giancarlo Giorgetti, e in cui smentisce con forza, bollandole come "ricostruzioni fantasiose", notizie di stampa su un colpo di bianchetto del governo all'assegno unico nella prossima legge di bilancio.

Se la manovra sarà il piatto forte del menu del vertice in programma oggi, non mancheranno altri temi potenzialmente indigesti, non ultimo quello dei balneari. Oggi in Cdm non ci sarà nessuna misura ad hoc per le spiagge dei litorali italiani: il dibattito con l'Europa va avanti serrato, ma ormai la strada appare segnata. Al netto delle bozze circolate nelle ultime ore su riviste di settore, con la previsione di proroghe delle attuali concessioni fino a cinque anni, lo stop a rinvii che vanno avanti ormai da 15 anni sembra inevitabile: si media soprattutto per spuntare indennizzi sostanziosi per chi si vede costretto a lasciare il proprio lido. Ad occuparsene è Fitto, che sta tentando di trovare un'uscita decorosa per un governo che ha sempre strizzato l'occhio ai balneari. Partita non facile e da giocare ai tempi supplementari: salvo sorprese a novembre, per lui, il trasloco a Bruxelles. E anche su questo dossier l'auspicio è di non dover assistere a colpi bassi, al rimpallo di responsabilità, quando ci sarà da scontentare la categoria.

Perché è importante restituire un'immagine di unità anche quando il sentiero risulta stretto e in salita. Come sulle regionali, altro tema sul tavolo del vertice in programma oggi. Al netto delle frizioni e delle fughe in avanti che già si registrano su Campania e Veneto, al voto solo nel 2025, c'è chi auspica di uscire dall'incontro con un accordo sulla Liguria giunta alla prova del dopo Toti. I nomi che girano, per il centrodestra, sono quelli di Ilaria Cavo, la favorita, Claudio Scajola e Pietro Piciocchi. "Sarebbe un bel colpo - osserva un ministro - tirare fuori dal cilindro il candidato ligure mentre si parla di liti e divisioni nella maggioranza. E il campo largo, anziché giocare d'anticipo, si 'impicca' su Andrea Orlando e le divisioni interne al M5S...".

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Politica

Mandato d’arresto Netanyahu, Tajani: “Salvini...

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Il ministro degli Esteri: "Non credo che la decisione favorisca la pace ma la sentenza va rispettata"

Antonio Tajani - Afp

Sul mandato d'arresto spiccato dalla Corte penale internazionale sul premier israeliano Benjamin Netanyahu "le opinioni di Salvini sono legittime ma parla in quanto capo di partito. La posizione dell'Italia e del governo è la posizione del presidente del Consiglio, che il ministro degli Esteri ha il dovere di attuare anche perché poi il ministro degli Esteri condivide la posizione del presidente del Consiglio". Così il vicepremier, Antonio Tajani, ospite di '4 di sera Weekend' su Retequattro commentando le affermazioni del leader della Lega secondo cui se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto.

"La posizione del governo - ribadisce Tajani- è quella del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri".

"Ora prudenza e capire il motivo della decisione"

"Bisogna vedere le carte, cioè cercare di capire per quale motivo si è arrivati a questa decisione da parte della Corte. Noi la rispettiamo, però dobbiamo tener conto che la Corte deve svolgere soltanto un ruolo giuridico, non un ruolo politico", chiarisce Tajani. "In questo momento -aggiunge - serve grande prudenza perché non credo che il mandato di arresto per Netanyahu e per l'ex ministro della difesa sia un passaggio utile che favorisca la pace e il cessate il fuoco".

La decisione della Cpi "semmai fa indispettire Israele - spiega il ministro - Netanyahu non verrà mai arrestato perché non andrà in nessun Paese in questo momento, essendoci la guerra in corso in Israele, ma rimarrà in Israele. Se va negli Stati Uniti, gli Usa non riconoscono la Corte, quindi non c'è alcun pericolo sostanziale per lui. È una scelta politica, ripeto, noi decideremo insieme ai nostri alleati il da farsi, tant'è che lunedì e martedì si svolgerà il G7 esteri a Fiuggi. Ne parleremo con i nostri alleati, porremo il problema, vedremo se si potrà arrivare ad una posizione comune e, come Occidente, decidere il da farsi".

"L'unica cosa che noi politicamente dobbiamo dire - sottolinea Tajani - è che non si può assimilare Netanyahu, che è il presidente del Consiglio di un Paese democratico dove ha vinto le elezioni ed è stato eletto dal popolo israeliano, al capo di una organizzazione terroristica. Cioè all'uomo che ha pensato e organizzato la strage degli israeliani il 7 ottobre dell'anno scorso. Questo è per noi un aspetto politicamente di grande rilievo".

"Auspico cessate il fuoco in Libano e a Gaza"

"Mi auguro che si possa arrivare ad un cessate il fuoco che chiuda questa stagione di guerra, almeno in Libano. Le trattative sono in corso, non so se l'Iran effettivamente vuole raggiungere il cessate il fuoco, ma bisogna fare di tutto perché si raggiunga questo obiettivo", afferma il vice presidente del Consiglio aggiungendo che "questo naturalmente metterebbe in maggior sicurezza i nostri militari che si muovono sotto le bandiere dell'Unifil, cioè delle Nazioni Unite. Hanno dei bunker dove potersi proteggere e fortunatamente i quattro militari sono stati feriti leggermente".

"Lunedì incontrerò il ministro degli esteri del Libano - prosegue Tajani -che sarà qui a Roma e gli ribadirò che i militari italiani non si toccano. Le truppe Hezbollah non sono l'esercito regolare libanese, sono truppe che di fatto rispondono più all'Iran che al Libano. Sono le truppe armate del Partito di Dio, sono un'organizzazione praticamente semiterroristica che ha attaccato fino ad oggi lo Stato di Israele. L'Unifil stava in mezzo tra israeliani e Hezbollah proprio per impedire che ci fosse il peggioramento della situazione che invece c'è stato. E' chiaro che stando in mezzo rischiano di essere colpiti da una parte e dall'altra".

"Noi siamo stati espliciti con il governo israeliano che ci ha garantito il massimo impegno - dichiara il ministro - perché i nostri militari non vengano colpiti da parte israeliana. Con Hezbollah è impossibile parlare perché non è un'organizzazione statale, è un'organizzazione di fatto terroristica. Non so se hanno voluto intimidire i nostri militari oppure se non sono capaci di utilizzare le armi che hanno, che sono armi fornite dall'Iran. Certamente la situazione è quella che è, bisogna lavorare assolutamente per il cessate il fuoco. Noi sosteniamo la posizione americana che punta veramente a trovare un accordo. Poi si lavorerà per trovare un cessate il fuoco a Gaza perché la situazione è veramente preoccupante in tutta l'area".

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Politica

Vannacci lancia il suo movimento ‘Il mondo al...

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Il generale presenta anche un calendario: c'è la vignetta su Paola Egonu

Roberto Vannacci - Fotogramma

Roberto Vannacci lancia il suo movimento politico 'Il mondo al contrario' ma, assicura, "non è un partito" e "non intende lanciare un'opa sulla Lega". Con Matteo Salvini "nessuna spaccatura".

''Questa è la seconda Assemblea del 'Mondo a contrario' che segna il passaggio da movimento culturale a politico - spiega Vannacci - . Vogliamo radunare tutti coloro che si riconoscono nella casa che segue il sottoscritto. Non è un partito, state tranquilli. Chi continua a pensare e dire che faccio un partito per fare un'opa sulla Lega dice balle, non è così...''.

"Con Salvini siamo in sincronia"

''Che io spacchi il centrodestra e la Lega ormai è un ritornello che si ripete da mesi. E che viene ripetuto da certa stampa. Non c'è alcuna spaccatura con Salvini che ho sentito ieri e abbiamo avuto una bellissima conversazione amichevole. Siamo entrambi convinti che nel futuro della Lega ci siamo tutti e due e - ha assicurato l'europarlamentare - portiamo avanti questa splendida avventura. Come si è visto a Pontida. Tra di noi non ci sono problemi di competizione e neanche problemi di fraintendimenti. Siamo in sincronia senza bisogno di discuterne prima. Sono un valore aggiunto per la Lega. Si è detto che Vannacci usa la Lega come un taxi, ma io non ho bisogno di taxi e non mi sono mai scostato dalla vita della Lega stessa''.

Il calendario e la vignetta su Egonu

L'iniziativa è l'occasione per promuovere anche un calendario ('Un anno con Vannacci' la scritta in copertina) dove il generale viene raffigurato in divisa da parà. Dentro c'è una seria di vignette, una per ogni mese. Per aprile la protagonista del fumetto è una ragazza simile all'olimpionica azzurra della pallavolo Paola Egonu, nata da genitori nigeriani, che esclama: 'Ho i tratti somatici italiani!'. Accanto, girato di spalle, c'è Vannacci che replica: 'Certo, come io ho quelli nigeriani'.

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Politica

M5S, Conte: “Costituente aperta anche a chi ha...

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Il presidente dal palco di Nova annuncia: "Raggiunto il quorm, la vittoria è per chi ha deciso di decidere"

Giuseppe Conte sul palco di Nova

"Essere progressista è uno spartiacque fondamentale". Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, sul palco di Nova, la due giorni che chiude l'Assemblea costituente dei pentastellati, in corso di svolgimento a Roma ribadisce la sua linea e mentre sono in corso le votazioni parla anche di alleanze e sistema elettorale. Quindi annuncia il raggiungimento del quorum online.

"Mi ha chiamato il dottor Di Sotto, della società Multicast. In un momento in cui trionfa la disaffezione per l'impegno politico, abbiamo raggiunto il quorum". E' l'annuncio di Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, sul palco di Nova, la due giorni che chiude l'Assemblea costituente dei pentastellati, in corso di svolgimento a Roma.

"C'è soddisfazione per tutti, ma la vittoria è per chi ha deciso di decidere, di impegnarsi per il futuro del M5S a prescindere dagli orientamenti di voto che non sono ancora noti - aggiunge -. Adesso è importante continuare a votare per chi non lo ha ancora fatto".

"Aperti anche a chi contesta"

''E' stato veramente un processo, un momento di grandissima partecipazione - dice l'ex premier dal palco - Forse questo è il punto più basso della politica, il momento di massimo inquinamento dove la politica sembra una questione di addetti ai lavori, è condizionata dall'influenza dei gruppi economici, i soliti, che in qualche modo riescono a gestire il destino di tutti. Quando c'è un'astensione così forte non si può restare indifferenti, noi vogliamo dare l'esempio e per questo è nato il processo costituente''.

''Il processo costituente -assicura Conte- è stato assolutamente partecipato, il più ampio possibile, abbiamo aperto anche a persone che hanno tentato di contestare e delegittimare sin dall'inizio, lo avevamo previsto, è fisiologico. Noi siamo aperti anche al dissenso perchè siamo una forza politica sana. Se ci sono 90mila persone che discutono, ci possono essere anche persone che la pensano diversamente''.

"Invitare a non voto è inspiegabile"

''Mi permetto solo di osservare - prosegue l'ex premier - che per un Movimento nato sulla partecipazione democratica, invitare a non votare e mettersi contro un processo di confronto è la contraddizione più forte che ci possa essere... E noi la accettiamo perché siamo aperti, ma è la contraddizione del principio fondamentale del Movimento. E' inspiegabile invitare al non voto...''.

"Oltre l'intuizione Casaleggio, abbiamo rovesciato la piramide"

''Noi siamo avvantaggiati, perché nella nostra storia passiamo dell'intuizione e delle competenze di Gianroberto Casaleggio, che per primo ha individuato le potenzialità della democrazia diretta sulla piattaforma digitale... Ma oggi stiamo andando oltre. Ciascuno di noi può decidere sul futuro di M5S, abbiamo rovesciato la piramide, è la base che è in alto e che sta decidendo...mDefiniamo gli obiettivi strategici ascoltando i nostri iscritti, i cittadini''.

"A Nova anche i minorenni per renderli parte attiva"

''Abbiamo aperto anche a persone che non ci sono vicine, che hanno qualcosa da dire. Abbiamo bisogno di confrontarci soprattutto con chi la pensa diversamente. Qui poi c'è la presenza di giovani, altro fatto innovativo - sottolinea Conte - . Abbiamo dei giovani minorenni, tra i 14 e i 17 anni. Parliamo sempre di giovani, abbiamo un atteggiamento paternalistico, diamo loro una pacca sulla spalla, facciamo loro un sorriso e in qualche modo, con questo atteggiamento paternalistico, pensiamo di averli sentiti.. Quelli che vedete qui hanno partecipato a dei tavoli e dato il loro contributo".

''Questa è solo una piccola rappresentanza -spiega l'ex premier- Non vogliamo parlare di voi giovani e decidere per voi ma vogliamo decidere con voi.... Quindi, faremo di tutto per quanto mi riguarda perché la vostra presenza sia sempre più integrata e numerosa''.

Progressisti, alleanze e proporzionale: la linea di Conte

"Essere progressista è uno spartiacque fondamentale. Dall'altra c'è il mantenimento dello status quo. Essere progressista significa che non ti rassegni allo status quo. Significa applicare la Costituzione". Lo dice a Nova Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle.

"C'è una votazione in corso che riguarda anche le alleanze e io non voglio influenzarla, però è evidente che ci avete visto dipanare un indirizzo politico di cui sono stato anche protagonista. Se una forza politica dice 'non vogliamo fare patti con nessuno' è legittimo farlo, ma è un tipo di politica molto singolare e, io l'ho anticipato, non è la linea che ho portato avanti che è quella di mantenere i nostri principi saldi ma di confrontarsi". Lo dice Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, sul palco di Nova, spiegando che il mancato confronto "è segno di debolezza". "Il nostro non è un pensiero politico debole, ma forte. Di che cosa abbiamo paura?", aggiunge Conte.

"La legge elettorale può condizionare la postura e le modalità di dialogo, noi siamo per il proporzionale con preferenze che possa restituire ai cittadini maggiore possibilità di scegliere e di scegliere i rappresentanti, rispetto a liste che ora sono preconfezionate". Lo dice il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, rispondendo alle domande degli attivisti durante il suo intervento finale, in chiusura della prima giornata di Nova.

"Un equivoco nell'interpretazione di 'uno vale uno'"

"C’è stato un equivoco - dice poi Conte dal palco - nell’interpretazione di questa formula ‘uno vale uno’. Tutti state contribuendo al futuro del Movimento 5 stelle, questo vuol dire, ma se domani la comunità propone un sindaco per una città, un incarico pubblico, non possiamo far credere che 'uno vale uno'. Io credo che l’onestà sia la premessa fondamentale per l’azione politica, ma attenzione aggiungiamo competenza, capacità".

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