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‘Il terzino e il Duce’, Alessandro Fulloni racconta la vita di Eraldo Monzeglio

Calcio e storia si intrecciano nel libro del giornalista del Corriere della Sera edito da Solferino

'Il terzino e il Duce', Alessandro Fulloni racconta la vita di Eraldo Monzeglio

"Lasciai Brescia per Milano nel 1936 e nel 1941 passai alla Juve. Poi la guerra spazzò via anche il calcio. Sfollato ad Alba con i bianconeri, venni arrestato dai fascisti e condannato a morte perché accusato di fornire armi ai partigiani... Le settimane passavano nell'attesa di una fucilazione annunciata alla quale riuscii a scampare per miracolo". Sono parole di Giuseppe Peruchetti, portiere, salvato quando tutto sembrava pronto per l'esecuzione da un altro calciatore, Eraldo Monzeglio, terzino, a lungo schierato con il Fascismo e uomo di fiducia del Duce. E' lui il protagonista del libro di Alessandro Fulloni 'Il terzino e il duce' (Solferino), in cui il giornalista del Corriere della Sera ricostruisce la vita di un uomo capace di "una incredibile sgroppata sull'out", da Benito Mussolini a Ferruccio Parri. Una specie di terzino fluidificante, si direbbe oggi: "un po' in difesa con il Duce, un po' in attacco con la Resistenza".

L'intreccio fra calcio e storia è il filo conduttore della biografia di un protagonista dimenticato, che Fulloni scrive utilizzando i ferri del mestiere del cronista: documenti, tanti, scovati negli archivi e messi pazientemente uno accanto all'altro, e testimonianze raccolte per costruire un'inchiesta accurata e appassionata.

Dal campo, con le vittorie ai mondiali del '34 e del '38, ai passaggi più controversi dell'ascesa e del declino del regime, con le leggi razziali a fare da sfondo. A Monzeglio, ricostruisce Fulloni, la persecuzione degli Ebrei parve gettare un'ombra cupa sui trionfi della Nazionale. Anche perché, secondo Eraldo, "proprio quelle due vittorie mondiali, soprattutto quella del 1938, avevano fortificato in Mussolini la convinzione che dovesse accelerare con quelle leggi criminali".

Sempre al centro della storia, prima da una parte e poi dall'altra. "Fu Eraldo Monzeglio ad accompagnare Edda Ciano al carcere veronese degli Scalzi nella notte in cui lei consegnò a Galeazzo Ciano, suo marito, il cianuro che lui aveva chiesto per uccidersi...". Il ricordo del novantasettenne Claudio Cimnaghi, emerso dalle lunghe ore di colloquio nella sua casa non lontana dal Lago di Como, tra la cattedrale di Santa Maria Assunta e la strada belvedere che si snoda verso Bellagio, è nitido e categorico, scrive Fulloni.

Un rapporto riservato del controspionaggio del Corpo volontari della libertà (il coordinamento militare dei partigiani), datato primo novembre 1944, elenca il cognome del calciatore in una lista, estesa in tutto il Nord Italia, di una sessantina di 'agenti del nemico'. Monzeglio, ricostruisce Fulloni, era segnalato a Como e le sue generalità erano le uniche, tra quei repubbichini, evidenziate con un lapis rosso. Un 'fascista most wanted', insomma. Ma poi qualcosa evidentemente cambiò, grazie al calcio. Secondo Antonio Ghirelli, ex partigiano assai informato, "in quei giorni dell'insurrezione Eraldo scampò a morte certa grazie al grande prestigio sportivo di cui godeva presso i partigiani del comasco".

Calcio e ferite della storia che continuano a intrecciarsi fino alla fine della biografia. Quando Monzeglio è diventato allenatore e un suo giocatore, Bacchetti gli chiede: "Mister, a Brescia raccontavano che lei fosse stato fino all'ultimo a Salò con Mussolini. Ma il Peruchetti, partigiano come me, mi ha detto che lei è un uomo perbene e che, anzi, lui le deve la vita perché lei l'ha salvato dalla condanna a morte dei fascisti. E' vero?".

E' un cerchio che si chiude. In un racconto che scrive il romanzo di una vita. Dai Mondiali del 1934 ai misteri di Salò, come recita il sottotitolo del libro di Alessandro Fulloni.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cultura

‘Fermarsi in tempo’, le avventure di Pasquale...

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La sua è stata una vita di imprenditore di successo con alcune tappe fondamentali nel mondo dello sport. E' entrato nel Consiglio d’amministrazione della As Roma, diventando l’uomo di fiducia del presidente Viola

Un libro fortemente voluto e scritto nel suo buen retiro in Kenya, dal titolo 'Fermarsi in tempo'. Pasquale Pes ha raccontato la sua vita, avventurosa ma ricca di successi. Una vita di imprenditore di successo ma con alcune tappe fondamentali nel mondo dello sport. Di umili origini, nato a Fiumicino nell’immediato dopoguerra, è partito da zero fino ad affermarsi nei settori dell’edilizia e delle infrastrutture, nella Libia del Colonnello Gheddafi, appena rientrato in Italia ha vinto la scommessa di entrare nel Consiglio d’amministrazione della As Roma, diventando in tempi brevi l’uomo di fiducia del presidente Viola e successivamente amico sincero del vulcanico Luciano Gaucci, al fianco del quale è entrato nella storia, vincendo con il cavallo Tony Bin il Grand Prix de l’Arc de Triomphe a Parigi.

Con Gaucci, conosciuto da presidente della Roma, ha condiviso poi anche la felice esperienza al Perugia. Ma il richiamo dell’Africa è stato incessante e ha deciso di intraprendere una nuova attività imprenditoriale in Kenia. Facendo tesoro dei consigli e degli errori dei suoi maestri, Viola e Gaucci, così diversi, ma uniti dalla straordinaria capacità di vivere situazioni sportive da protagonisti, mai da comprimari. Imparando a non andare oltre i suoi limiti. “Fermarsi in tempo” è un’autobiografia vera, senza veli e ricca di aneddoti, che racconta l’uomo, l’imprenditore, il dirigente sportivo.

E’ legato alle sue radici, a Fiumicino, dove ha dato vita a un circolo, l’Olimpia Club, con una piscina olimpionica e una squadra di pallanuoto competitiva, nella quale ha giocato anche Nanni Moretti, che Pes ha appoggiato finanziariamente in occasione dell’uscita del suo primo film di successo, 'Ecce Bombo'.

Pasquale Pes ha fatto tutto di corsa. Il duro lavoro per arrivare a permettersi giovanissimo l’indipendenza, la famiglia alla quale non ha mai fatto mancare niente, l’Olimpia Club che è diventato un riferimento importante per lo sport a Fiumicino, l’esperienza in Libia durante la prima era Gheddafi, il ritorno in Italia. Da quel momento ha sentito più forte il legame con la Roma, che aveva sempre seguito da tifoso. E così è diventato dirigente, non uno dei tanti, ma l’uomo più vicino a Dino Viola, il fidato e silente consigliere, il compagno di tanti viaggi in auto per seguire in trasferta la Roma.

A Malindi Pes ha riproposto l’Olimpia Club ed è stato un altro successo, che affiora in alcuni passaggi del libro (Edipro, 192 pagg. € 16), curato da Freddie del Curatolo e pubblicato grazie all’amico Oliviero Franceschi, nel quale Pes si racconta con sincerità e cuore. Le sue esperienze al fianco di Viola e Gaucci gli sono state utili nella sua vita, ha saputo evitare l’errore che loro hanno commesso, di non riuscire a frenare la smania di superare se stessi. Per questo il titolo scelto è “Fermarsi in tempo”, un libro da leggere tutto d’un fiato, con tanti ricordi e aneddoti. L’esperienza al fianco di Viola ha lasciato un segno indelebile nella sua vita. Il grande presidente dopo aver fatto sognare migliaia di tifosi giallorossi e aver regalato loro uno scudetto atteso mezzo secolo, ha cercato a sue spese di arrivare dove in pochissimi (Agnelli e Berlusconi, che Pes ha conosciuto personalmente) sono saliti.

Se nei confronti di Viola aveva una rispettosa ammirazione, il migliore amico dell’autore di questo libro è Luciano Gaucci che dopo la vittoria all’ippodromo di Parigi, battendo sceicchi titolati e miliardari proprietari di cavalli d’oro con una delle sue “pazze” scommesse, ha cercato di sovvertire le regole polverose del mondo del calcio. Ci sono tante storie di viaggi, di imprese sportive, di arbitri e dirigenti corrotti e calciatori e allenatori dalla grande umanità.

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Cultura

Intermundia di Ugo Levita: La Chiesa di Santa Maria di...

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La Chiesa di Santa Maria di Portosalvo – un gioiello del centro storico di Napoli, torna finalmente a rivivere dopo oltre vent’anni di silenzio artistico. Tutto grazie alla mostra “Intermundia” del pittore napoletano Ugo Levita, curata da Melania Fusaro e promossa da Culturadice. Dal 14 al 28 settembre, chiunque avrà l’opportunità di riscoprire questo luogo ricco di storia, immergendosi allo stesso tempo nei mondi immaginari creati dall’artista.

Il titolo della mostra, “Intermundia”, evoca l’idea di spazi sospesi, lontani dalla realtà e dalla gravità che ci lega al mondo. Ugo Levita, conosciuto per il suo stile surreale, invita il pubblico a perdersi tra forme e colori che fluttuano, in un universo dove il caos si trasforma in armonia. Le sue opere sono un mix tra logica e fantasia, con immagini che sfumano tra sogno e realtà. Chi osserva viene spinto a riflettere su cosa sia realmente possibile e su ciò che si può solo immaginare.

La chiesa che ospita la mostra, fondata nel XVI secolo dai marinai napoletani, è da sempre un rifugio per chi cercava protezione durante i lunghi viaggi. Oggi, con “Intermundia”, questo spazio diventa un crocevia tra arte, spiritualità e utopia. I visitatori potranno vivere un’esperienza unica e suggestiva, dove i sensi vengono stimolati e la percezione viene sfidata.

Il 14 settembre alle 19 è previsto il vernissage, con i saluti di Lorenzo Iorio, Assessore Attività Produttive, Turismo e Legalità della II Municipalità del Comune di Napoli, e del Dott. Eugenio Tremante, Presidente della Commissione Cultura e Turismo della I Municipalità. Questo sarà il momento giusto per conoscere l’artista e scoprire la sua visione, accompagnati dai curatori della mostra.

Quindi, save the date: l’esposizione sarà visitabile fino il 28, dal martedì alla domenica, dalle 11 alle diciassette, ma attenzione – l’ultimo giorno, sabato 28 settembre, la mostra chiuderà alle 13. Entrambi i lunedì (ovvero il 16 e il 23 settembre) la mostra resterà chiusa al pubblico.

Per chi cerca qualcosa di diverso, una mostra che vada oltre la normale percezione dell’arte, “Intermundia” è sicuramente un appuntamento da non perdere.

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Cultura

Il Binario Rosa si arricchisce delle “POCHE...

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Binario Rosa, al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, per domenica 15 settembre 2024 alle ore 20.30, vede come protagonista Gea Martire con lo spettacolo “POCHE STORIE (ma buone” con Lello Ferraro (Voce e Chitarra).

L’evento è stato realizzato grazie al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa che contribuisce, insieme con la Fondazione FS Italiane, alla valorizzazione delle realtà locali e alla promozione della cultura a livello nazionale,

“Poche Storie” di Gea Martire è uno spettacolo che invita il pubblico a riflettere sulla complessità delle relazioni umane attraverso una narrazione intima e coinvolgente. Attraverso un mix sapiente di monologhi e dialoghi, l’opera esplora temi di amore, perdita e identità, creando un’atmosfera di profonda empatia e connessione. La regia e la performance incisiva trasportano gli spettatori in un viaggio emotivo che rimane impresso nella mente e nel cuore, dimostrando che anche le piccole storie possono avere un grande impatto. Un’opera da non perdere per chi ama il teatro che parla direttamente all’anima.

I prossimi appuntamenti

28 Settembre 2024
Medea
con Gina Perna
(con musiche dal vivo di Matteo Canonico)

La kermesse organizzata dall’associazione culturale M&N’s, con la direzione artistica di Nicola Le Donne, sarà un viaggio unico e personale, un’occasione per riflettere su tematiche attuali e universali attraverso la lente dell’esperienza e della sensibilità femminile. “Binario Rosa” non è solo teatro, ma anche un’occasione per valorizzare il talento e la creatività delle donne. Un modo per dare risalto alle loro voci e alle loro storie, spesso relegate ai margini. Un’iniziativa che si inserisce in un contesto sociale e culturale in cui la lotta per l’uguaglianza di genere è ancora più che mai attuale.

Gli spettacoli si terranno nell’Anfiteatro del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa. Biglietti disponibili su prenotazione via WhatsApp al numero 3792377322 e via mail all’indirizzo info@mens-lab.it.

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