Maria Latella: “Quando l’ex ministro Tria scambiò mio marito per un maggiordomo’
"Nel corso degli anni a Sky sono successe molte cose carine. Una volta mentre registravamo c'era occasionalmente anche mio marito, è andato ad aprire la porta, e l'ex ministro dell'Economia Tria l'ha scambiato per il maggiordomo e gli ha dato il cappotto". E' solo uno degli aneddoti del suo programma che Maria Latella racconta all'Adnkronos in un'intervista esclusiva, in cui rivela in anteprima alcuni highlights del suo 'A casa di Maria Latella', con il quale debutta di nuovo in Rai martedì 10 settembre alle 23.15 (Rai3) dopo 20 anni di Sky. "Ricordo anche Emma Marcegaglia che ha fatto le corna di fronte ad un esperto di energia che prevedeva un futuro preoccupante per le sue aziende, oppure la faccia di uno stand up comedian bravissimo, Edoardo Ferrari, giovanissimo, quando entrando in sala da pranzo ha scoperto che al tavolo c'era Veronica Berlusconi. Poi però ci ha costruito sopra metà del suo show".
Spettacolo
MagicLand, il parco divertimenti diventa un villaggio...
Dal oggi al 6 ottobre i visitatori potranno degustare un’ampia selezione di birre artigianali e piatti tipici
In occasione dell'Oktober Festival, da oggi fino al 6 ottobre, MagicLand, il parco più grande del Centro-Sud Italia, si trasformerà in un vero e proprio villaggio bavarese, dove i visitatori potranno degustare un’ampia selezione di birre artigianali locali e la tradizionale birra cruda bavarese, accompagnate da prelibatezze come lo stinco di maiale, i maxi wurstel con crauti ed i famosi brezel, sia salati che dolci. Numerosi stand gastronomici proporranno un viaggio culinario tra le tradizioni bavaresi e le eccellenze del territorio.
I più piccoli potranno scatenarsi sulle oltre 39 attrazioni del parco, tra cui il vertiginoso giant frisbee Wild Rodeo, il lancio coaster Shock e la torre Mystika. Sono previsti spettacoli, aree tematiche e altre sorprese, come, ad esempio, una serie di concerti tributo a grandi artisti internazionali e italiani, con esibizioni dal vivo di cover band che renderanno omaggio a Oasis, Queen, Beatles e 883. Per celebrare questi eventi speciali, MagicLand prolungherà l'orario di apertura, fino alle 22, il 14 settembre per gli Oasis, il 21 settembre per i Queen, il 28 settembre per i Beatles e il 5 ottobre per gli 883.
Oltre a essere un'occasione per trascorrere del tempo in famiglia, l'Oktober Festival di MagicLand, permetterà di immergersi in una cultura diversa, degustando i piaceri della buona tavola. Sarà inoltre un'opportunità per promuovere una cultura del bere consapevole, soprattutto tra i giovani, che potranno imparare a gustare la birra in modo responsabile, apprezzandone gli aromi e le sfumature senza eccedere.
Spettacolo
Morta l’attrice Franca Bettoja, moglie di Ugo...
L'attrice è deceduta a Roma. Il matrimonio con l'attore e regista nel 1972
Morta l'attrice Franca Bettoja. L'apprezzata interprete del film "L'uomo di paglia" di Pietro Germi, moglie dell'attore Ugo Tognazzi, è deceduta a Roma all'età di 88 anni. La notizia della scomparsa è stata confermata all'Adnkronos dalla famiglia.
Nel 1972 l'attrice sposò Tognazzi con cui aveva lavorato nel film "Il fischio al naso", da lui diretto nel 1967, e dal quale aveva già avuto due figli, l'attotre Gianmarco (1967) e la regista Maria Sole (1971). Dopo il matrimonio le sue partecipazioni cinematografiche si fecero sempre più rare: l'ultima sua apparizione sul grande schermo risale al 1993 in "Teste rasate" di Claudio Fragasso, dove recita la parte della madre del personaggio interpretato dal figlio Gianmarco.
Nata a Roma il 14 maggio 1936, Franca Bettoja iniziò la carriera di attrice con piccole parti nel film "Un palco all'opera" (1955), di Siro Marcellini (1955), "Gli amanti del deserto" (1956) di Gianni Vernuccio e "La trovatella di Pompei" (1957) di Giacomo Gentilomo (1957). Ottenne il suo primo ruolo di co-protagonista con "L'uomo di paglia" (1958) di Germi, presentato al Festival di Cannes, interpretando il difficile e tormentato personaggio di Rita Fabiani. Il ruolo le valse la nomination al Grolla d'oro come miglior attrice protagonista.
Ottenuta notorietà dalla serie televisiva de "La pisana" (1960), Bettooja partecipò a vari film di genere girati a Cinecittà, tra i quali "Orazi e Curiazi" (1961) di Ferdinando Baldi e Terence Young (1961), "I normanni" (1962( di Giuseppe Vari (1962), "Il Leone di San Marco" (1964) di Luigi Capuano e "Sandokan alla riscossa" e "Sandokan contro il leopardo di Sarawak", girati uno di seguito all'altro nel 1964 con la regia Capuano. Nel 1962 venne candidata al Nastro d'argento alla migliore attrice non protagonista per il ruolo di Marcella nel film "Giorno per giorno, disperatamente", esordio del regista Alfredo Giannetti. Nel corso del 1962 presentò per sette mesi il varietà "Tempo di Jazz", trasmissione che andò in onda sul Canale Nazionale della Rai e nel 1963 recitò accanto a Vincent Price nel film "L'ultimo uomo sulla terra" di Ubaldo Ragona considerato un cult del genere horror/fantascientifico.
Franca Bettoja è stata poi diretta da Ettore Scola in "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?" (1968) e da Marco Ferreri in "Non toccare la donna bianca" (1974), il suo ultimo film di rilievo.
La vedova d Ugo Tognazzi è stata dentro e fuori il set maestra di eleganza, come ha sottolineato la mostra "Franca Bettoja Tognazzi. La moda di un'attrice", che si è tenuta dal 13 dicembre 2022 al 12 marzo 2023 a Roma in Castel Sant'Angelo. L'esposizione ha proposto un cospicuo numero di abiti da sera che segnarono gli eventi mondani di Roma e i red carpet dei festival cinematografici, in un periodo di grande rinascita e affermazione del cinema italiano dagli anni '50 agli anni '70. Sono gli stessi anni che videro l'attrice partecipare più volte a film italiani ed esteri, a fianco di famosissimi attori e registi dell'epoca. Il suo gusto, sempre elegante e insieme personalissimo e fuori dal coro, si esprimeva sia attraverso la scelta di stilisti famosissimi quali Schuberth e le Sorelle Fontana, sia attraverso la predilezione di tessuti preziosamente ricamati e modelli personalizzati fatti realizzare da note sartorie romane, ultime eredi di un mestiere di alto e raffinato artigianato. Il guardaroba di gala di Franca Bettoja, oltre a sottolineare la sua riservata – ma nello stesso tempo istrionica – personalità, testimonia il gusto di un'epoca in cui si può affermare senz’altro che "l'abito faceva il monaco", soprattutto nel mondo del Cinema. Oltre ottanta abiti della Bettoja sono stati acquisiti per le collezioni di Moda del Museo Boncompagni Ludovisi, che fa parte della Direzione Musei Statali della città di Roma, dove a esposizione finita sono stati depositati ed esposti nell’ambito della già vasta collezione di Moda del secolo XX.
Spettacolo
Claudio Baglioni: “La musica di oggi? Credo che in...
Il cantautore riceve il timbro come architetto dall'Ordine di Verona e presenta le otto date di ‘AtuttoCuore’ all’Arena, dopo l'annunciato addio alle scene nel 2026: "Cosa farò dopo? Studierò e mi dedicherò a progetti più ampi"
"Ho il timore che poco di quello che si ascolta oggi resterà. Potrà interessare il momento attuale, ma non avrà la capacità di diventare un classico. Molto del rap e anche del trap non resterà, perché è legato veramente ad un momento particolare, e la vita cambia continuamente. Lo dico anche con dispiacere, perché si perderà la memoria di un momento". Parola di Claudio Baglioni che - a Verona per presentare gli otto concerti evento di ‘ATuttoCuore -plus ultra’, in cartellone dal 19 al 28 settembre all’Arena - si racconta ai giornalisti, anche alla luce del suo addio alle scene annunciato nel 2026. A partire da Sanremo. “Rifarlo? Già non lo volevo fare il primo anno…”, scherza.
Il cantautore romano, che ha ricevuto l’iscrizione all’ordine degli Architetti di Verona per il suo legame con l’Arena (dove nel 2018 portò il palco al centro), si esibirà nel celebre teatro per l’ultima volta per otto date escludendo al momento un ritorno. "Inimmaginabile al momento, perché è un evento unico”, assicura. È in effetti, le otto serate, che arrivano dopo il tour trionfale ‘Atuttocuore’ in giro per l’Italia, hanno tutta l’aria di esserlo. “Ci saranno alcuni potenziamenti rispetto al tour in termini di schermi e corpi luce, avremo circa seicento costumi, 40 brani scelti tra le cose che ho scritto che sono quasi 350, e sul palco saremo 101 + me”. E poi 21 polistrumentisti, 80 performers, 3D e un coro ispirato alla tragedia greca.
Difficile ipotizzare un Baglioni non più sul palco, ma intervistandolo si scopre che il ‘dopo’ per lui è ricchissimo di idee e di progetti. “Mi piacerebbe dedicarmi alla musica, studiare ancora di più di quello che mi è mancato studiare, la dottrina musicale, i temi dell’armonia della musica”, spiega . E poi mi piacerebbe tentare qualcosa dal punto di vista musicale che abbia una dimensione maggiore e diversa”.
Una sorta di “teatro totale”, descrive Baglioni. Nel suo futuro non c’è l’architettura (“non ne ho il talento”, si schernisce) e neanche il cinema. “Conto al mio attivo la partecipazione ad un solo film, si intitolava ‘Ipotesi sulla scomparsa di un fisico atomico’, sul caso Majorana. Solo che mi fecero un provino, capirono le mie doti e ho interpretato un hippie che cantava una canzone”. Di scrivere colonne sonore, però, Baglioni non lo esclude. “Mi piacerebbe scrivere musica di commento, anche se sono musiche molto più di sottolineatura”. Uno dei (pochi) rimpianti viene fuori: "Ho cantato in tutti i teatri lirici italiani tranne alla Scala di Milano. Sono in grandissima compagnia, tolto Paolo Conte e Keith Jarrett nessuna rappresentazione vi è entrata, forse anche giustamente perché è un tempio sacro. La voglia di cantare lì c’è, sfido chiunque”, ammette Baglioni- L’ultima volta stavamo per riuscirci -rivela Baglioni- poi ho detto io di no, perché a volte le polemiche superano la volontà di fare le cose”.
Per il futuro “arrivano proposte di direzioni artistiche, consulenze, ma bisogna averne le capacità. Questo è il paese dei tanti ruoli, c’è tanto fumo e poco arrosto”, ironizza l’artista. Intanto però, il 2026 è ancora lontano. E dopo le otto date all’Arena lo aspetta un tour nei teatri, e con tutta probabilità un disco. Anche se lui, col sorriso, frena. “Un disco? Forse non avevo tenuto conto delle cose che volevo ancora fare”. Insomma, di sicuro Baglioni non scomparirà dalla scena. “Un addio? Parlerei di percorso -dice- Mi sono dato un percorso e ho avuto bisogno di confini. Di dare io il tempo prima che il tempo lo desse a me. Più che un addio, è un percorso di chiusura”.
(di Ilaria Floris)