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Hideaki Itsuno è entrato nello staff del publisher giapponese, e da allora ha diretto diversi successi compreso il recente Dragon's Dogma

Capcom, lascia il creatore di Devil May Cry

Dopo tre decenni di successi Hideaki Itsuno, il celebre director di serie iconiche come Devil May Cry e Dragon's Dogma, ha annunciato di aver lasciato Capcom, publisher giapponese delle opere da lui create. Itsuno, entrato in Capcom nel lontano 1994, ha lasciato un segno indelebile nella storia della compagnia dirigendo titoli che hanno appassionato milioni di giocatori in tutto il mondo. Tra i suoi lavori più noti figurano Star Gladiator, Rival Schools: United by Fate, Power Stone, Power Stone 2, Project Justice, Darkstalkers Chronicle: The Chaos Tower, One Piece Mansion, Capcom vs SNK 2: Mark of the Millennium 2001, Auto Modellista, e naturalmente le saghe di Devil May Cry e Dragon's Dogma.

Il suo annuncio, condiviso sui social media, ha sorpreso molti fan, ma ha anche suscitato grande curiosità per il futuro del talentuoso director. Itsuno ha infatti dichiarato che a partire da settembre inizierà a lavorare su un nuovo gioco in un nuovo ambiente, con l'obiettivo di "creare esperienze divertenti e memorabili", che possano persino superare i suoi successi passati. Nel suo messaggio di commiato, Itsuno ha ringraziato i fan per il loro supporto costante nel corso degli anni e ha espresso la speranza che continueranno ad apprezzare i giochi e i personaggi di Capcom.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Tecnologia

La Formula 1 arriva con il lancio della terza stagione di...

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Electronic Arts annuncia la nuovissima auto per la Formula 2 2024 e commemora la carriera dell'icona del motorsport Ayrton Senna

La Formula 1 arriva con il lancio della terza stagione di EA SPORTS F1 24

Il 18 settembre partirà la nuova entusiasmante stagione per il videogioco EA SPORTS™ F1® 24, il titolo ufficiale del FIA Formula One World Championship. Electronic Arts ha annunciato, attraverso una nota ufficiale, la prossima introduzione di significative novità, tra cui l'attesa vettura della Formula 2 del 2024, e il ritorno alla modalità "Eliminazione", molto amata dai fan.

Gli appassionati potranno sfruttare la nuova generazione di talenti con il debutto delle auto e dei piloti della Formula 2 del 2024 nel mondo di F1. Sempre durante la presentazione di lancio del 18 settembre Electronic Arts introdurrà l'eventoi speciale "F2 Track Mastery" che metterà alla prova i giocatori su circuiti iconici come Silverstone, Spa-Francorchamps e il Lusail International Circuit.

Inoltre, per un periodo limitato, sarà possibile rivivere l'emozione della modalità Eliminazione, dove i concorrenti si sfidano in gare ad eliminazione diretta per aggiudicarsi il premio "Neon Drive" gear set.

La stagione tre non solo garantirà l'accesso a nuove vetture, ma offrirà anche nuove sfide e scenari di gara che testano abilità e strategie. Il Podium Pass è stato rinnovato con ricompense esclusive che i giocatori possono sbloccare progredendo nel gioco. Tra le novità, i fan potranno aiutare Jack Doohan a competere contro i grandi nomi della griglia di partenza, o vincere il casco del Gran Premio dell'Arabia Saudita del 2024 guidando come Oliver Bearman in una nuova Sfida Pro.

Di seguito un breve video sul gameplay

Uno degli aspetti più significativi di questa stagione è il tributo a Ayrton Senna, leggenda del motorsport, che continua ad ispirare nuove generazioni di piloti, scomparso prematuramente nell'incidente occorso durante il Gran Premio di San Marino del 1994 sul circuito di Imola. La sua illustre carriera è celebrata attraverso eventi e sfide che permettono ai giocatori di onorare la sua eredità nel mondo virtuale di F1.

La Stagione 3 è tutta dedicata all'entusiasmante futuro del motorsport”, ha dichiarato Lee Mather, Senior Creative Director for EA SPORTS F1 24.Siamo ansiosi di mostrare la F2, il vero terreno di coltura per le stelle della F1 del futuro, con talenti emergenti come Oliver Bearman, Kimi Antonelli e Jack Doohan. Siamo anche entusiasti di onorare Senna, che continua a essere una grande fonte di ispirazione per i giovani piloti di oggi".

EA SPORTS F1 24 è disponibile per PlayStation5, Xbox Series X|S, PlayStation 4, Xbox One e PC tramite EA App, Epic Games Store e Steam.

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Tecnologia

Un mega-tsunami alto 200 metri in Groenlandia ha fatto...

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Un team di ricerca internazionale ha svelato il mistero attorno al lungo segnale sismico registrato un anno fa in tutto il pianeta

Un mega-tsunami alto 200 metri in Groenlandia ha fatto tremare per 9 giorni i sismometri di tutto il mondo

Nel remoto fiordo di Dickson, nel nord-est della Groenlandia, si è verificato un evento catastrofico che ha risuonato a livello globale. La cima di una montagna è crollata causando una frana enorme che ha generato un mega-tsunami. Le onde, alte fino a 200 metri, hanno continuato a oscillare all'interno del fiordo per nove giorni facendo registrare un segnale sismico mai osservato prima.

La contemporaneità dei due eventi ha spinto ricercatori di numerosi Enti di Ricerca e Università in tutto il mondo a collaborare per cercare di capire se sussistesse effettivamente una relazione di causa-effetto. Anche l'Italia ha preso parte alla ricerca attraverso l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l'Università di Catania e l'Università degli Studi di Padova.

"La nostra ricerca è iniziata nel settembre del 2023, quando un misterioso segnale sismico della durata di 9 giorni è stato scoperto nelle registrazioni provenienti da stazioni sismiche installate in tutto il mondo, dall'Artide all'Antartide", spiega Flavio Cannavò, ricercatore dell'INGV e co-autore dello studio. "Abbiamo subito notato, però, che il segnale appariva completamente diverso dai segnali sismici che vengono registrati in caso di terremoto: conteneva, infatti, una singola frequenza di vibrazione, simile a un ronzio dal suono monotono".

Il team multidisciplinare ha quindi analizzato dati sismici e infrasonici, misurazioni sul campo, dati della rete locale di sensori oceanografici, immagini dal vivo e da satellite e simulazioni numeriche di onde di tsunami, riuscendo a ricostruire la straordinaria sequenza di avvenimenti a cascata innescata nel settembre dello scorso anno. Il risultato, "A rockslide-generated tsunami in a Greenland fjord rang the Earth for 9 days" pubblicato sulla prestigiosa rivista "Science", ha visto la collaborazione di 68 scienziati da 40 istituzioni in 15 paesi.

"Quando abbiamo iniziato questa avventura scientifica eravamo tutti piuttosto perplessi e nessuno di noi aveva la più pallida idea di cosa avesse causato quel segnale sismico così particolare: sapevamo solo che era in qualche modo associato alla frana", racconta Kristian Svennevig, del Geological Survey of Denmark and Greenland (GEUS), primo autore dell'articolo. "Si è trattato della prima frana e del primo tsunami dovuti allo scioglimento dei ghiacci osservati nella Groenlandia orientale, a dimostrazione del fatto che i cambiamenti climatici hanno già un forte impatto anche in quella zona".

I risultati della ricostruzione operata dai ricercatori ha mostrato che, all'interno del fiordo, l'acqua seguiva un moto oscillatorio ripetuto ogni 90 secondi, lo stesso periodo di oscillazione fatto registrare dalle onde sismiche. La corrispondenza dei due fenomeni ha evidenziato come la forza della massa d'acqua in movimento sia stata in grado di generare energia sismica propagatasi nella crosta terrestre. Il movimento oscillatorio è continuato per 9 giorni, prima di perdere intensità e forza.

"È sorprendente che quello che era iniziato come un controllo di routine di un sensore gravitazionale belga si sia trasformato in una collaborazione globale e multidisciplinare, con scambi virtuali online 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che hanno coperto molti fusi orari. In totale, sono stati scambiati più di 8.000 messaggi. Riassumendo la loro lunghezza, si tratta di oltre 1 milione di caratteri digitati: quanto un romanzo poliziesco di 900 pagine", racconta Thomas Lecocq, del Royal Observatory of Belgium (ROB) e co-autore della ricerca.

"È straordinario come, al giorno d'oggi, sia possibile riunire facilmente un team internazionale con capacità eterogenee per risolvere problemi complessi e riuscire a spiegare fenomeni mai documentati in tempi brevi", spiega Andrea Cannata, ricercatore dell'Università di Catania e co-autore dello studio. "In particolare, è stato scoperto che la frana che ha dato inizio a tutto è stata causata dal crollo all'interno del fiordo di oltre 25 milioni di metri cubi di roccia e ghiaccio, una quantità sufficiente a riempire 10.000 piscine olimpioniche. Il crollo, a sua volta, è stato causato dall'assottigliamento, avvenuto nel corso dei decenni, del ghiaccio alla base della montagna che sovrastava il fiordo, evidente espressione degli effetti dei cambiamenti climatici".

"Le analisi dei dati multidisciplinari hanno confermato che il mega-tsunami derivato dalla frana è stato uno dei più alti mai registrati nella storia recente, raggiungendo i 200 metri di onda all'interno del fiordo. A circa 70 chilometri di distanza le onde di tsunami hanno raggiunto i 4 metri di altezza, danneggiando una base di ricerca sull'isola di Ella Ø ", aggiunge Piero Poli, ricercatore dell'Università degli Studi di Padova e co-autore dello studio. "Il movimento di una tale massa di acqua è stato in grado di generare vibrazioni attraverso la Terra, con le onde sismiche che, irradiandosi dall'Artide all'Antartide, hanno generato un anomalo segnale sismico globale. Questo evento sottolinea l'importanza di creare speciali sistemi di monitoraggio dei dati sismologici a scala globale, che permettano la rapida identificazione e caratterizzazione di nuovi e sempre più frequenti segnali associati a processi superficiali, come frane e rapidi movimenti di ghiaccio o fluidi, associati al cambiamento climatico".

"Come è noto, lo scioglimento dei ghiacci polari, che abbiamo individuato come causa 'latente' dell'incredibile sequenza di eventi registrati nel fiordo di Dickson lo scorso anno, è dovuto al cambiamento climatico. La rapida accelerazione di questo fenomeno negli ultimi anni ci impone una sempre maggiore attenzione verso la caratterizzazione e il monitoraggio anche di quelle regioni considerate 'stabili' fino a qualche anno fa, nonché verso lo sviluppo di sistemi in grado di fornire un'allerta precoce in caso di frane e tsunami", conclude Flavio Cannavò.

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Tecnologia

Apple presenta la nuova linea di iPhone 16:...

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Apple ha finalmente svelato la nuova gamma di iPhone 16, e dobbiamo dire che, seppur senza rivoluzioni incredibili, ci sono delle novità che, beh, faranno discutere. Partiamo col dire che i modelli sono quattro: iPhone 16, iPhone 16 Plus, iPhone 16 Pro e iPhone 16 Pro Max. I preordini sono partiti il 13 settembre 2024 e la disponibilità effettiva è fissata per il 20 settembre. Insomma, siamo alle solite: prezzi alti, ma qualità che parla da sola (per chi se lo può permettere, ovviamente).

Design e display: Un po’ più grandi, ma simili

Se ti aspettavi uno stravolgimento nel design, ti diciamo subito che resterai deluso. Non è cambiato moltissimo rispetto agli iPhone 15. Però, oh, non è che ci si può lamentare troppo, perché comunque gli iPhone 16 e 16 Plus hanno schermi più luminosi, con una risoluzione che migliora di anno in anno. Le dimensioni? Sempre quelle: 6,1 pollici per l’iPhone 16 e 6,7 per il Plus. Ah, giusto, le cornici. Sono ancora più sottili. Quindi, anche se il telefono non è cresciuto troppo in larghezza, lo schermo sembra più “grande”.

Poi, se parliamo dei modelli Pro, la storia cambia un pochino. iPhone 16 Pro ha un display da 6,3 pollici, mentre il Pro Max arriva a 6,9 pollici. Quindi sì, sono i più grandi mai prodotti da Apple, ma si tratta di miglioramenti graduali, niente di clamoroso. Sempre belli da vedere, eh, con la solita fluidità grazie al ProMotion a 120Hz, e c’è l’Always-On Display che ormai è un must per tenere sotto controllo le notifiche senza accendere il telefono ogni volta. Insomma, sono dettagli che fanno piacere, ma non rivoluzionano nulla.

Prestazioni: Il nuovo chip A18 fa la differenza

E qui le cose si fanno interessanti, perché sotto la scocca c’è il nuovo chip A18. Roba che, rispetto all’A17, va un 15% più veloce, e la grafica? Be’, qui si parla di un incremento del 30%. Non male, no? Questo vuol dire che se ti piacciono i giochi pesanti o lavori con app belle toste, l’iPhone 16 non ti tradirà. Certo, il prezzo lo paghi, ma almeno hai un telefono che ti dà prestazioni da urlo.

Sui modelli Pro c’è l’A18 Pro, che, come suggerisce il nome, è ancora più potente. Con questo chip, Apple spinge sull’intelligenza artificiale. Sì, esatto, ora il telefono capisce meglio quello che fai, riconosce oggetti, ti aiuta a scrivere testi, risponde ai messaggi… in pratica diventa sempre più “smart”. A tratti, fa quasi paura quanto riesca a prevedere le tue mosse. Comunque, c’è da dire che funziona tutto alla grande, non c’è mai un impuntamento o un rallentamento. Che dire, bravo il nostro iPhone. Ma in Italia e in alcuni altri Paesi ci sarà da aspettare un po’ in più – pare infatti che le funzionalità AI non saranno disponibili sin da subito per il nostro mercato.

Fotocamere: Sempre più professionali

Ormai lo sappiamo, ogni anno Apple migliora le fotocamere, e quest’anno non fa eccezione. Sull’iPhone 16 e 16 Plus c’è la fotocamera principale da 48MP, con quella tecnologia quad-pixel che ormai conosciamo. Anche di notte fa belle foto, e l’ultra-grandangolo da 12MP è ottimo per le inquadrature più ampie. Le fotocamere sono sempre state un punto di forza degli iPhone, e quest’anno non cambia.

I modelli Pro e Pro Max, però, spingono ancora oltre. C’è una fotocamera da 48MP migliorata, che fa entrare più luce e rende le foto di notte ancora più nitide. Poi il teleobiettivo da 12MP con zoom ottico 5x è una chicca che in pochi telefoni hanno. Ma la novità più interessante è la registrazione video in 4K a 120fps. Sì, hai letto bene. Puoi fare video a rallentatore di una qualità impressionante, e c’è anche l’opzione per regolare la velocità del video in post-produzione. Insomma, se sei uno di quelli che usa il telefono per fare video seri, l’iPhone 16 Pro è una scelta top.

Ah, e quasi dimenticavo: l’audio dei video è stato migliorato grazie a un sistema di microfoni che isola la voce e riduce il rumore di fondo. Questa cosa sarà utilissima per chi fa vlog o video su YouTube.

Batteria e ricarica: Finalmente qualche novità

Ecco, qui Apple ha sempre avuto qualche critica, ma pare che quest’anno abbiano ascoltato un po’ gli utenti. La durata della batteria, stando a quanto dicono, è migliorata del 10%. Non è una rivoluzione, ma è sempre qualcosa. Poi hanno messo una nuova batteria con celle impilate che, tecnicamente, dovrebbe durare più a lungo nel tempo.

La ricarica? Finalmente hanno spinto un po’ di più. Con la nuova porta USB-C, puoi ricaricare fino a 40W, il che significa che il telefono si ricarica molto più velocemente rispetto a prima. Anche la ricarica wireless MagSafe è stata potenziata a 25W. Insomma, niente più ore e ore attaccato al caricatore.

Prezzi e disponibilità

Se pensavi che i prezzi sarebbero calati, ci dispiace deluderti. L’iPhone 16 parte da 979 euro, mentre il 16 Plus da 1.089 euro. I modelli Pro sono ancora più cari: 1.239 euro per il Pro e 1.489 euro per il Pro Max. Certo, non sono prezzi per tutti, ma Apple si è costruita un pubblico che è disposto a spendere tanto per un prodotto che comunque mantiene standard elevatissimi.

Alla fine, l’iPhone 16 non è una rivoluzione, ma è una chiara evoluzione della linea. Se hai un iPhone 15, magari non sentirai il bisogno di passare al 16. Ma se vieni da un modello più vecchio, la differenza si sentirà eccome. Le fotocamere sono sempre più potenti, il chip A18 garantisce prestazioni pazzesche, e la batteria, anche se non perfetta, è migliorata. Insomma, Apple ha fatto quello che sa fare meglio: migliorare progressivamente senza stravolgere. E, per i fedelissimi del marchio, questo basta e avanza.

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