Connect with us

Published

on

Mostra del cinema, Venezia ai piedi di Brad Pitt e George Clooney

I due divi hanno infiammato il red carpet del Lido per la presentazione di 'Wolfs'

Brad Pitt e George Clooney

Venezia ai loro piedi. Brad Pitt e George Clooney hanno infiammato il red carpet del Lido per la presentazione di 'Wolfs', la commedia d'azione presentata fuori concorso alla Mostra del cinema, regalando ai fan un vero e proprio show. Sguardo magnetico e fascino irresistibile, Brad Pitt ha sfilato in un completo nero, senza camicia. A scendere dall'auto con lui la sua fidanzata Ines de Ramon, una designer di gioielli che ha sfoggiato un abito bianco etero lungo monospalla. I due, hanno iniziato a frequentarsi verso la fine del 2022, ma non hanno sfilato insieme sul red carpet.

Clooney, elegantissimo in smoking nero, è stato accompagnato dalla moglie Amal, radiosa in un abito color ocra con una scollatura mozzafiato. La coppia si è sposata proprio a Venezia esattamente 10 anni fa e ai fotografi e fan ha mostrato lo stesso affiatamento di sempre. Complicità e sorrisi anche tra Brad e George. E proprio come due vecchi amici, si sono lasciati andare a scherzi e battute, mandando in visibilio la folla.

Ma il vero mattatore della serata è stato Clooney, che ha improvvisato uno show nello show. Prima ha soccorso un fotografo che era inciampato, poi ha salutato i fan in italiano con un cordiale "buonasera", infine si è seduto tra i fotografi, scherzando e chiacchierando come uno di loro. Sulla passerella stellare anche il resto del cast Austin Abrams e Amy Ryan, accolti sulle note della colonna sonora del film.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Interviste

Il viaggio di Giorgio Cantarini: dal bambino di “La Vita è...

Published

on

Giorgio Cantarini, nato il 12 aprile 1992 a Orvieto, è un attore italiano il cui talento si è rivelato sin dalla tenera età. Il suo percorso artistico è iniziato in modo quasi fiabesco quando, a soli cinque anni, ha avuto l’opportunità di recitare nel celebre film di Roberto Benigni, La vita è bella (1997). In quel film, Giorgio ha interpretato il piccolo Giosuè Orefice, figlio del protagonista Guido, e la sua interpretazione ha immediatamente catturato il cuore del pubblico di tutto il mondo.

La dolcezza e l’innocenza con cui Giorgio ha dato vita a Giosuè hanno reso la sua interpretazione impossibile da dimenticare. Ogni suo sorriso, ogni sguardo ingenuo e fiducioso ha toccato il cuore di chi guardava, facendo scaturire un’emozione così pura e profonda che, ancora oggi, rimane scolpita nei ricordi di chi ha vissuto quella storia attraverso i suoi occhi.

Giosuè ha incarnato la purezza di un bambino che, pur immerso nella brutalità dell’Olocausto, riesce a trovare conforto nella fantasia protettiva del padre. Con naturalezza e sensibilità, ha saputo rappresentare quel delicato equilibrio tra la spensieratezza infantile e la cruda realtà, creando un ritratto di resilienza e speranza che ha toccato corde emotive universali.

La vita è bella ha trionfato agli Oscar, vincendo tre statuette, tra cui quella per il Miglior Film Straniero, e in questo successo, l’interpretazione di Giorgio ha avuto un ruolo fondamentale.

Dopo il clamoroso successo del suo debutto, Giorgio è tornato sul grande schermo nel 2000 con un altro ruolo iconico, interpretando il figlio di Massimo Decimo Meridionel kolossal di Ridley Scott, Il Gladiatore. Sebbene il suo fosse un ruolo breve, la sua presenza in un film di tale portata, accanto a una star del calibro di Russell Crowe, ha confermato ulteriormente il suo talento e il suo potenziale nel mondo del cinema.

La scelta consapevole di Giorgio

Nonostante l’incredibile successo che lo ha travolto fin da bambino, Giorgio ha deciso di non farsi trascinare da quella valanga di notorietà. Ha scelto, con maturità e consapevolezza, di mantenere i piedi per terra e prendere il tempo necessario per ascoltare sé stesso, invece di lasciarsi condizionare dalle aspettative del mondo esterno.

Con saggezza e maturità, ha preferito dedicarsi agli studi, ritagliandosi il tempo necessario per riflettere e fare scelte ponderate riguardo alla sua carriera. Ha continuato a lavorare come attore, ma con una presenza più discreta, partecipando a progetti cinematografici e televisivi, sia in Italia che all’estero, mantenendo sempre il controllo sulla propria evoluzione artistica.

La sfida di Giorgio: dalla recitazione al ballo

Nel 2005, ha accettato una sfida diversa partecipando a Ballando con le Stelle, dove ha messo in mostra non solo il suo talento, ma anche la sua personalità simpatica e affabile.

Negli anni successivi, Giorgio ha intrapreso un percorso di studio approfondito della recitazione, ampliando le sue competenze nel teatro e sperimentando nuove forme espressive. Pur non essendo più sotto i riflettori con la stessa intensità dei suoi esordi, ha mantenuto intatta la sua passione per l’arte, scegliendo progetti che rispecchiassero la sua crescita personale e professionale. Lo abbiamo incontrato in esclusiva, di seguito l’intervista in italiano – per leggerla anche in altre lingue, visita www.menover50mode.com.

La nostra intervista esclusiva

Giorgio, grazie di aver accettato questa intervista!

“Il piacere è mio.

Come hai vissuto il passaggio dall’essere un attore bambino in film così iconici a costruire la tua carriera da adulto?

Crescendo, dopo “La vita è bella” e “Il Gladiatore”, ho continuato a lavorare nel mondo del cinema, partecipando ogni 3-4 anni a qualche progetto, come nuovi film per la TV o piccole collaborazioni. Partecipavo a questi progetti quando erano interessanti, anche se all’epoca non avevo una vera aspirazione a fare l’attore. Non era qualcosa che mi interessava davvero. In pratica, era un’attività in cui ero capitato quasi per caso e che sapevo fare, quindi ogni tanto accettavo delle parti, ma in realtà volevo fare altro. Come molti ragazzi della mia età, sognavo di diventare calciatore, professore, ingegnere… A un certo punto volevo persino fare il Papa! È stato solo verso la fine del liceo che ho cominciato a pensare seriamente alla recitazione. Mi piaceva molto il cinema, i film, le grandi interpretazioni degli attori di Hollywood. Così ho deciso di provare ad entrare al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove sono stato ammesso. Ho studiato lì per tre anni, e in quel periodo è nata una vera passione per la recitazione. Mi sentivo appagato, sia a livello personale che sociale. Mi piaceva lavorare con gli altri, far parte di un gruppo, ma anche lavorare su me stesso. Dopo il diploma, ci è voluto un po’ per rientrare nel mondo del lavoro, ma negli ultimi anni le cose sono andate molto bene. Inizialmente non è stato semplice, né trovare continuità nel lavoro né superare il peso del modo in cui avevo iniziato, con il ruolo in “La vita è bella”. Mi sentivo sotto pressione, come se dovessi sempre dare il massimo, superando quel traguardo, quella performance. Ma col tempo ho capito che non era necessario. A cinque anni, nel film, non stavo recitando, stavo solo interpretando me stesso. Non c’era una vera “performance”, ma una spontaneità naturale. Superato questo blocco, ho cominciato a esprimermi con molta più libertà. L’esperienza, lo studio e il tempo mi hanno permesso di crescere come attore, e ora mi sento più libero di esprimermi, molto più di quanto non fosse all’inizio, subito dopo l’accademia.

Guardando indietro ai tuoi ruoli più iconici, c’è stato un momento in cui hai sentito il peso delle aspettative o della notorietà, e come hai gestito quei sentimenti? Quali sono state le sfide più importanti?

In parte, ti ho già risposto nella prima domanda, parlando di come sentivo, tra virgolette, il “peso” della notorietà che avevo acquisito da bambino. Però è stato durante gli anni di studio e soprattutto nei primi anni dopo il diploma in recitazione che ho iniziato a percepire maggiormente questa pressione. Dovevo entrare nel mondo del lavoro vero e proprio, e sentivo di dover dimostrare qualcosa in più rispetto agli altri. Era come se nulla mi fosse dovuto, e dovevo provare di essere all’altezza del passato. Con il tempo, però, ho capito che questa era una stupidaggine. Guardando indietro, uno dei primi lavori che mi ha dato più soddisfazione è stato il cortometraggio “Il dottore dei pesci”, diretto da Susanna Della Sala, una regista e scenografa davvero talentuosa. È stato uno dei miei primi lavori dopo il diploma e ha ottenuto molto successo nei festival di tutto il mondo. Abbiamo vinto premi a Los Angeles, in Canada e in Olanda, e io sono stato nominato come miglior attore in un festival a Los Angeles. Sono anche andato a ritirare il premio, perché il regista non poteva essere presente, e io mi trovavo già negli Stati Uniti. Essendo uno dei miei primi lavori, e avendo lavorato con una regista che aveva studiato nella mia stessa scuola, sentivo una certa pressione. Anche molti altri nei reparti tecnici del corto avevano frequentato la stessa scuola, quindi c’erano aspettative alte, e volevo davvero dare il massimo. Credo di esserci riuscito, visto che la mia interpretazione è piaciuta molto. “Il dottore dei pesci” è una storia semplice e carina, molto fantasiosa, quasi fiabesca. Per quanto riguarda come ho gestito questi sentimenti di pressione, beh, non saprei dirti esattamente. Sono una persona molto positiva, e anche se a volte queste emozioni mi bloccavano un po’ artisticamente, ho sempre cercato di lavorare su me stesso e di dare il meglio. Quando mi sentivo bloccato o non al 100%, cercavo di capire cosa mi stesse trattenendo e, passo dopo passo, sono riuscito a elaborare queste sensazioni. Di questo sono molto orgoglioso.

Dopo aver scelto di mantenere un profilo più discreto nella tua carriera, quali valori o principi ti hanno guidato nelle tue scelte artistiche?

Dopo aver scelto di mantenere un profilo più discreto nella mia carriera, ho sempre seguito dei principi ben definiti nelle mie scelte artistiche. Il mio obiettivo principale è sempre stato quello di partecipare a progetti validi, con un certo livello di qualità. Fin dall’inizio, insieme al mio team, abbiamo cercato di impostare una direzione chiara, scegliendo con attenzione i progetti a cui aderire e decidendo di non propormi per certi tipi di lavori. Questo è stato importante per mantenere un certo livello di integrità artistica. Avendo iniziato in un modo particolare, anche se ero solo un bambino e non ancora un professionista, ho sempre voluto mantenere una certa coerenza nelle scelte. Ovviamente, non è facile replicare successi come quelli de “La vita è bella” o “Il gladiatore”, ma ci siamo concentrati sul non partecipare a prodotti che, diciamo, non riteniamo altrettanto validi dal punto di vista artistico. Per esempio, abbiamo deciso di evitare le fiction o le soap opera di un certo tipo, senza fare nomi, ma parliamo di quella televisione meno ricercata artisticamente. Abbiamo preferito investire maggiormente sul cinema e su progetti televisivi di un certo spessore. È stato possibile farlo soprattutto negli ultimi anni, con l’avvento delle piattaforme streaming, che hanno cambiato il modo di fare serialità, portando più investimenti e nuove storie da raccontare. Devo ammettere, però, che finora non ho ancora avuto la possibilità di lavorare in una serie TV, ma è una cosa che aspetto. In ogni caso, ho sempre cercato di aderire solo a progetti che mi appassionassero e che valorizzassero il mio lavoro. Solo una volta ho fatto un’eccezione, accettando un progetto esclusivamente per motivi economici, e me ne sono pentito. Non ti dirò di quale progetto si tratta, ma dopo quell’esperienza, ho deciso che non avrei mai più fatto qualcosa solo per soldi.

In che modo la recitazione e il teatro sono cambiati per te nel corso degli anni, e cosa cerchi oggi in un progetto che ti stimola a livello personale e professionale?

La mia visione della recitazione e del teatro è cambiata nel tempo, specialmente con la maturazione della mia consapevolezza come attore. Anche il mio approccio è diverso ora. Appena diplomato, mi sentivo un po’ come quando impari a guidare: all’inizio devi concentrarti su ogni piccolo movimento – inserire la prima, la seconda, gestire la frizione, il freno – ma con l’esperienza tutto diventa più fluido e automatico. Negli ultimi anni, ho notato con sorpresa come il mio modo di affrontare una sceneggiatura o un testo sia diventato più naturale, quasi automatico. C’è molto meno “lavoro” consapevole, molte cose arrivano spontaneamente, senza dovermi sforzare per capire il personaggio o il testo. Un’altra cosa che mi ha colpito è la facilità con cui oggi entro in un personaggio, rispetto al passato, e allo stesso tempo, la maggiore difficoltà nel lasciarlo andare. L’ultimo film che ho girato è stato particolarmente stimolante per me. Si tratta di una produzione in due lingue, italiano e inglese, girata tra Italia e Stati Uniti. Interpreto un soldato affetto da sindrome da stress post-traumatico, un personaggio che ha vissuto la guerra e che attraversa gli anni ’60 con una vita molto complessa. Nonostante la complessità del ruolo, sono riuscito a immergermi nel personaggio con facilità, ma ho avuto difficoltà a uscirne. Dopo la prima tranche di riprese, che continueranno tra settembre e ottobre in Friuli, ho impiegato almeno una settimana per liberarmi delle sensazioni intense del personaggio. Questo mi ha davvero sorpreso, anche se in passato avevo già notato qualcosa di simile, anche in ruoli meno intensi. Ho capito che posso entrare nei personaggi in modo molto profondo e naturale, senza troppo sforzo, soprattutto quando sento una certa affinità con loro. Se invece il personaggio è più distante da me, richiede un lavoro più approfondito. Onestamente, non sono ancora arrivato al punto della mia carriera in cui posso scegliere liberamente cosa fare o cosa non fare. Ahimè, non ci sono ancora, ma so che quel momento arriverà. Per ora mi candido a vari progetti, cercando ovviamente quelli che ritengo validi, ma spesso devo anche accettare ciò che arriva, senza poter fare una grande selezione. Naturalmente, devono essere progetti che abbiano un valore artistico e professionale, dove interpreto un personaggio che mi valorizza, e soprattutto che raccontino una storia degna di essere narrata, diretta da persone che sappiano il fatto loro. Purtroppo, mi è capitato di imbattermi in persone che volevano coinvolgermi in progetti che, alla fine, non erano all’altezza, perché fare un film, o anche solo un cortometraggio, non è facile. Serve esperienza, non solo mezzi produttivi, ma anche una visione artistica. Non è detto che tu debba per forza aver studiato nelle migliori scuole, ma devi avere una visione d’insieme e sapere come formare una squadra. Ogni singolo elemento deve avere la giusta esperienza per realizzare qualcosa di buono, perché il rischio di fare qualcosa di terribile è sempre dietro l’angolo. Quello che cerco, quindi, sono persone che sappiano valorizzarmi, che abbiano una storia interessante da raccontare e, se possibile, che portino una visione originale, fuori dagli schemi. Amo molto progetti che escono dal canone tradizionale, come il film di cui ti parlavo, “Il dottore dei pesci”, che ha un’atmosfera fiabesca in cui mi ritrovo particolarmente. Un sogno che ho da tempo è quello di interpretare un cattivo, un ruolo che non mi è mai stato offerto. Probabilmente perché non ho il classico “physique durôle” del cattivo: mi dicono sempre che ho gli occhi troppo buoni! Ma mi piacerebbe davvero, e sono convinto che lo farei bene, magari interpretando un personaggio che sembra buono, ma che poi rivela un lato oscuro e subdolo. In realtà, ho avuto un assaggio di questo tipo di ruolo a teatro, l’anno scorso, nello spettacolo Altrove, scritto e diretto da Agustina Risotto Interlandi. Interpretavo un giovane marito, premuroso all’apparenza, ma che si rivela un manipolatore calcolatore. La storia racconta di una giovane coppia forzata a convivere durante il lockdown, e con il tempo emergono i demoni della loro relazione. Mi piacerebbe molto interpretare di nuovo un personaggio così, qualcosa di completamente diverso rispetto a quello che ho fatto finora. Penso che sarebbe interessante, dato il mio volto “buono”, interpretare qualcuno che all’apparenza sembra innocuo, ma nasconde un lato oscuro. Sarebbe un contrasto davvero intrigante!

Ci potresti raccontare alcuni aneddoti divertenti accaduti con Benigni durante le riprese di “La vita è bella”?

Certo, posso raccontarti qualche aneddoto divertente su Benigni! Ricordo che durante le riprese, considerando che avevo solo cinque anni, non sempre il mio umore era adatto per girare. A volte, come ogni bambino, non ero nel mood giusto, e Roberto cercava sempre di farmi sorridere, di rilassarmi e mettermi a mio agio. C’era una cosa che faceva spesso e che mi faceva ridere un sacco. Mi diceva: “Giorgio, cosa c’è? C’è qualcuno che non ti piace? Lo mandiamo via. Quello là ti piace? Sì? E quello là? No? Allora tu, vai via!” E così scherzava, mandava via le persone per farmi ridere e calmarmi. Un’altra cosa simpatica riguarda il soprannome “Testa Dura”. Nel film, il personaggio di Guido mi chiama così, ma in realtà tutto nasce dalla realtà! Io sono sempre stato un po’ testardo, in senso buono (o cattivo, dipende!), e sia Roberto che sua moglie, Nicoletta Braschi, avevano iniziato a chiamarmi “Testa Dura” sul set, affettuosamente. E io, naturalmente, rispondevo con: “Ah sì? E tu sei Testa Durissima!” Alla fine, questa cosa è stata inserita anche nel film, il che è davvero carino. C’erano anche delle scene dove Roberto diceva: “Sì, fai così!” perché gli piaceva come mi comportavo in modo spontaneo. Alcune delle cose che facevo, senza rendermene conto, sono rimaste nel montaggio finale del film. È stato bello vedere come alcune mie piccole reazioni spontanee siano state mantenute. Purtroppo, non ho tantissimi altri aneddoti, perché ero davvero piccolo. I miei ricordi si mescolano un po’ con i racconti che ho sentito dai miei genitori, con quello che ho raccontato negli anni, e con i miei flashback. D’altronde, sono passati 27 anni, e tutto nella mia mente si confonde un po’ tra immaginazione, ricordi reali e costruiti. Ma quello che ti posso dire con certezza sono queste piccole cose che ricordo ancora con affetto.

Grazie infinite, Giorgio per questa intervista molto esauriente!

Grazie a te per avermi dato questa opportunità.

La storia di Giorgio Cantarini è quella di un artista che ha saputo coltivare la propria carriera con intelligenza e moderazione. Pur rimanendo indimenticabile per le sue prime interpretazioni, ha scelto di vivere la sua vita artistica con integrità, seguendo il proprio ritmo e mantenendo sempre viva la passione per la recitazione.

Il pubblico lo ricorderà per quei due ruoli che hanno segnato una generazione, ma ciò che lo distingue è il suo viaggio personale, un percorso di equilibrio tra il successo e la fedeltà a sé stesso.

© Sbircia la Notizia Magazine. È vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione, anche parziale, dei contenuti presenti in questa pagina, in qualunque forma e modalità. La ripubblicazione di questo articolo specifico è concessa esclusivamente a www.menover50mode.com previo accordo.

Continue Reading

Spettacolo

MagicLand, il parco divertimenti diventa un villaggio...

Published

on

Dal oggi al 6 ottobre i visitatori potranno degustare un’ampia selezione di birre artigianali e piatti tipici

MagicLand, il parco divertimenti diventa un villaggio bavarese in occasione dell'Oktober Festival

In occasione dell'Oktober Festival, da oggi fino al 6 ottobre, MagicLand, il parco più grande del Centro-Sud Italia, si trasformerà in un vero e proprio villaggio bavarese, dove i visitatori potranno degustare un’ampia selezione di birre artigianali locali e la tradizionale birra cruda bavarese, accompagnate da prelibatezze come lo stinco di maiale, i maxi wurstel con crauti ed i famosi brezel, sia salati che dolci. Numerosi stand gastronomici proporranno un viaggio culinario tra le tradizioni bavaresi e le eccellenze del territorio.

I più piccoli potranno scatenarsi sulle oltre 39 attrazioni del parco, tra cui il vertiginoso giant frisbee Wild Rodeo, il lancio coaster Shock e la torre Mystika. Sono previsti spettacoli, aree tematiche e altre sorprese, come, ad esempio, una serie di concerti tributo a grandi artisti internazionali e italiani, con esibizioni dal vivo di cover band che renderanno omaggio a Oasis, Queen, Beatles e 883. Per celebrare questi eventi speciali, MagicLand prolungherà l'orario di apertura, fino alle 22, il 14 settembre per gli Oasis, il 21 settembre per i Queen, il 28 settembre per i Beatles e il 5 ottobre per gli 883.

Oltre a essere un'occasione per trascorrere del tempo in famiglia, l'Oktober Festival di MagicLand, permetterà di immergersi in una cultura diversa, degustando i piaceri della buona tavola. Sarà inoltre un'opportunità per promuovere una cultura del bere consapevole, soprattutto tra i giovani, che potranno imparare a gustare la birra in modo responsabile, apprezzandone gli aromi e le sfumature senza eccedere.

Continue Reading

Spettacolo

Morta l’attrice Franca Bettoja, moglie di Ugo...

Published

on

L'attrice è deceduta a Roma. Il matrimonio con l'attore e regista nel 1972

Morta l'attrice Franca Bettoja, moglie di Ugo Tognazzi: aveva 88 anni

Morta l'attrice Franca Bettoja. L'apprezzata interprete del film "L'uomo di paglia" di Pietro Germi, moglie dell'attore Ugo Tognazzi, è deceduta a Roma all'età di 88 anni. La notizia della scomparsa è stata confermata all'Adnkronos dalla famiglia.

Nel 1972 l'attrice sposò Tognazzi con cui aveva lavorato nel film "Il fischio al naso", da lui diretto nel 1967, e dal quale aveva già avuto due figli, l'attotre Gianmarco (1967) e la regista Maria Sole (1971). Dopo il matrimonio le sue partecipazioni cinematografiche si fecero sempre più rare: l'ultima sua apparizione sul grande schermo risale al 1993 in "Teste rasate" di Claudio Fragasso, dove recita la parte della madre del personaggio interpretato dal figlio Gianmarco.

Nata a Roma il 14 maggio 1936, Franca Bettoja iniziò la carriera di attrice con piccole parti nel film "Un palco all'opera" (1955), di Siro Marcellini (1955), "Gli amanti del deserto" (1956) di Gianni Vernuccio e "La trovatella di Pompei" (1957) di Giacomo Gentilomo (1957). Ottenne il suo primo ruolo di co-protagonista con "L'uomo di paglia" (1958) di Germi, presentato al Festival di Cannes, interpretando il difficile e tormentato personaggio di Rita Fabiani. Il ruolo le valse la nomination al Grolla d'oro come miglior attrice protagonista.

Ottenuta notorietà dalla serie televisiva de "La pisana" (1960), Bettooja partecipò a vari film di genere girati a Cinecittà, tra i quali "Orazi e Curiazi" (1961) di Ferdinando Baldi e Terence Young (1961), "I normanni" (1962( di Giuseppe Vari (1962), "Il Leone di San Marco" (1964) di Luigi Capuano e "Sandokan alla riscossa" e "Sandokan contro il leopardo di Sarawak", girati uno di seguito all'altro nel 1964 con la regia Capuano. Nel 1962 venne candidata al Nastro d'argento alla migliore attrice non protagonista per il ruolo di Marcella nel film "Giorno per giorno, disperatamente", esordio del regista Alfredo Giannetti. Nel corso del 1962 presentò per sette mesi il varietà "Tempo di Jazz", trasmissione che andò in onda sul Canale Nazionale della Rai e nel 1963 recitò accanto a Vincent Price nel film "L'ultimo uomo sulla terra" di Ubaldo Ragona considerato un cult del genere horror/fantascientifico.

Franca Bettoja è stata poi diretta da Ettore Scola in "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?" (1968) e da Marco Ferreri in "Non toccare la donna bianca" (1974), il suo ultimo film di rilievo.

La vedova d Ugo Tognazzi è stata dentro e fuori il set maestra di eleganza, come ha sottolineato la mostra "Franca Bettoja Tognazzi. La moda di un'attrice", che si è tenuta dal 13 dicembre 2022 al 12 marzo 2023 a Roma in Castel Sant'Angelo. L'esposizione ha proposto un cospicuo numero di abiti da sera che segnarono gli eventi mondani di Roma e i red carpet dei festival cinematografici, in un periodo di grande rinascita e affermazione del cinema italiano dagli anni '50 agli anni '70. Sono gli stessi anni che videro l'attrice partecipare più volte a film italiani ed esteri, a fianco di famosissimi attori e registi dell'epoca. Il suo gusto, sempre elegante e insieme personalissimo e fuori dal coro, si esprimeva sia attraverso la scelta di stilisti famosissimi quali Schuberth e le Sorelle Fontana, sia attraverso la predilezione di tessuti preziosamente ricamati e modelli personalizzati fatti realizzare da note sartorie romane, ultime eredi di un mestiere di alto e raffinato artigianato. Il guardaroba di gala di Franca Bettoja, oltre a sottolineare la sua riservata – ma nello stesso tempo istrionica – personalità, testimonia il gusto di un'epoca in cui si può affermare senz’altro che "l'abito faceva il monaco", soprattutto nel mondo del Cinema. Oltre ottanta abiti della Bettoja sono stati acquisiti per le collezioni di Moda del Museo Boncompagni Ludovisi, che fa parte della Direzione Musei Statali della città di Roma, dove a esposizione finita sono stati depositati ed esposti nell’ambito della già vasta collezione di Moda del secolo XX.

Continue Reading

Ultime notizie

Esteri6 ore ago

Ucraina, Russia avverte: “Nostra risposta a uso...

Il monito del viceministro degli Esteri russo, le minacce di Medvedev, il sostegno "incrollabile" di Stati Uniti e Gran Bretagna...

Cronaca6 ore ago

Open Arms, pm chiedono 6 anni per Salvini: “Non è...

Il ministro: "Follia chiedere condanna per la difesa dei confini". La Procura: "Difesa confini del diritto..." Sono le 17.23 quando...

Interviste7 ore ago

Il viaggio di Giorgio Cantarini: dal bambino di “La Vita è...

Giorgio Cantarini, nato il 12 aprile 1992 a Orvieto, è un attore italiano il cui talento si è rivelato sin...

Ultima ora7 ore ago

Treviso, donna scompare con la figlia di 3 anni: trovata...

Continuano le ricerche di Susanna Recchia e della bimba scomparse da Miane E' stata ritrovata l'auto di Susanna Recchia, la...

Sport7 ore ago

Milan-Venezia 4-0, rossoneri calano il poker e conquistano...

Tutto facile per i padroni di casa, monologo sin dalle prime battute Il Milan sconfigge 4-0 il Venezia nell'anticipo serale...

Ultima ora8 ore ago

Trump, la “grande deportazione” dei migranti di...

L'ex presidente cavalca ancora il tema dei migranti a Springfield, ma 'cade' sulle gang venezuelane in Colorado: smentito dalla polizia...

Cronaca9 ore ago

Superenalotto, numeri combinazione vincente 14 settembre

Nessun 6 al concorso di oggi Nessun '6' né '5+1' nell'estrazione del Superenalotto di oggi, 14 settembre 2024. Il jackpot...

Politica9 ore ago

Arianna Meloni: “Qualsiasi cosa succede mi tirano in...

La responsabile adesioni e segretaria politica di Fratelli d'Italia: "Spesso narrazioni inventate ad arte" "E' stata un'estate curiosa, ma in...

Sport10 ore ago

Coppa Davis, Brasile batte Belgio: Italia si qualifica alla...

Dopo il penultimo match del gruppo A, matematica certezza per gli Azzurri L'Italia si qualifica alla Final Eight di Coppa...

Cronaca10 ore ago

Bimbo di 10 anni muore schiacciato da porta in campo da...

Inutili i soccorsi per il bambino schiacciato da una porta da calcio. La nota degli organizzatori: "Per questioni gestionali e...

Sport10 ore ago

Empoli-Juventus 0-0, pareggio senza reti al Castellani

Il match valido per la quarta giornata di Serie A Empoli e Juventus pareggiano 0-0 in un match valido per...

Ultima ora11 ore ago

Elon Musk difende Salvini: “Sei anni di carcere per...

Il boss di X: "Procuratore pazzo, vada lui in prigione" "Il pm pazzo dovrebbe andare in carcere". Elon Musk difende...

Ultima ora11 ore ago

Open Arms, Di Maio: “6 anni per Salvini? Detto a...

Taglia corto con l'AdnKronos il vicepremier del governo Conte I, preferendo non commentare la richiesta di condanna "Quello che dovevo...

Ultima ora11 ore ago

Processo Open Arms, ex ministra Trenta: “Troppi 6...

"Una pena eccessiva per un ministro che ha compiuto una attività nell'ambito del suo ruolo, anche se ritengo che sia...

Ultima ora11 ore ago

Open arms, pm chiede 6 anni per Salvini. Meloni:...

La premier: "Trasformare in crimine il dovere di proteggere i confini è un precedente gravissimo". Tajani: "Salvini ha fatto il...

Sostenibilità11 ore ago

Sostenibilità, ecco la rosa dei finalisti del Green Economy...

La cerimonia di premiazione ufficiale si terrà il 19 settembre al Salone Margherita di Napoli In occasione della WellWeek, al...

Ultima ora11 ore ago

Open Arms, pm chiede 6 anni per Salvini. Ira Lega:...

Da Durigon a Siri e Vannacci, la reazione alla richiesta della procura di Palermo Ira della Lega dopo che la...

Cronaca12 ore ago

Natalità, il pediatra: “Piano Giorgetti importante ma...

"Le detrazioni fiscali a chi fa figli sarebbero un bel segnale, ma la crisi demografica si vince puntando su lavoro,...

Ultima ora12 ore ago

Mostro di Firenze, “sarà riesumato Francesco Vinci...

Lo ha reso noto l'agenzia investigativa Falco di Lucca, a cui si è rivolta la moglie dell'uomo che, accusato e...

Economia12 ore ago

Nuova Nissan Qashqai svelata al Salone dell’Auto

Nissan sceglie il Salone dell’Auto di Torino per il debutto italiano del nuovo Qashqai. La terza generazione del crossover più...