Quando a scrivere non è l’Agenzia delle Entrate: come difendersi dalle truffe via mail
Si ripetono periodicamente le campagna di phishing, le truffe che viaggiano via mail, e sfruttano l’affidabilità degli enti istituzionali per mettere a segno la frode: l’Agenzia delle Entrate spesso è usata come esca e fornisce le istruzioni per difendersi
Chi trova nella casella di posta elettronica istruzioni per ricevere rimborsi fiscali o per versare le imposte dovute non deve fidarsi: periodicamente l’Agenzia delle Entrate mette in guardia i cittadini e le cittadine su campagne di phishing in atto, ondate di messaggi fraudolenti che sfruttano l’affidabilità istituzionale per mettere a segno delle truffe.
Quali istruzioni seguire per difendersi? A fornirle è direttamente l’Amministrazione finanziaria. Ma la prima raccomandazione è sempre quella di prestare molta attenzione ai dettagli.
Mail dall’Agenzia delle Entrate? Attenzione alle mail sospette
Dalle più fantasiose, come i rimborsi fiscali messi in campo direttamente dal Governo, alle più insidiose, che viaggiano anche via Posta Elettronica Certificata, soltanto nell’ultimo anno l’Agenzia delle Entrate ha segnalato più di 20 campagne di phishing. E l’ultimo avviso arrivato il 29 agosto.
Il rischio di cadere nella trappola è forte: l’inganno si basa proprio sul tentativo di riprodurre la comunicazione istituzionale per portare gli utenti a fornire dati o, ad esempio, a scaricare file malevoli.
È con l’azione dell’utente che si concretizza la truffa ed è per questo che le campagne fraudolente si basano su esche che fanno presa, come l’eventualità di ricevere un rimborso dall’Agenzia delle Entrate o, al contrario, la necessità di pagare delle imposte.
Quando si riceve un messaggio sospetto, o anche semplicemente insolito, quindi è sempre bene procedere con una serie di opportune verifiche.
Quando a scrivere non è l’Agenzia delle Entrate: le istruzioni per difendersi dalle truffe
Il primo passo può essere quello di controllare eventuali avvisi sulle ondate di mail ingannevoli in atto nella pagina dedicata al phishing sul portale dell’Agenzia delle Entrate.
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La speranza, spiega ancora Laurie Ann Goldman è quella di portare Tupperware a compiere un salto tecnologico. "Questo processo - ha dichiarato - è pensato per fornirci una flessibilità essenziale mentre perseguiamo le alternative strategiche per supportare la nostra trasformazione in un'azienda digitale tecnologicamente avanzata e meglio posizionata per servire i nostri stakeholders".
Fondata nel 1946 dal chimico Earl Tupper, l'azienda divenne famosa tra gli anni '50 e '60 quando le rappresentanti, donne principalmente, iniziarono a vendere i contenitori di plastica ermeticamente sigillati con dimostrazione a domicilio. Per molte di loro fu un'opportunità di guadagnare senza avere degli orari stabiliti e un lavoro full-time fuori casa. Grazie a loro nacquero i cosiddetti 'Tupperware Party', dove amici e familiari si riunivano in casa con cibo e bevande mentre un rappresentante dell'azienda mostrava gli articoli.
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