Stettini (Onia) ‘tra giovani che snobbano preservativo è boom infezioni’
"Tra i giovani che snobbano il preservativo in Italia è boom di malattie sessualmente trasmissibili. Purtroppo, questa è una certezza: gli ultimi dati provenienti dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ci dicono che in tutta Europa, e particolarmente nel nostro Paese, c’è stato un boom delle infezioni sessualmente trasmissibili, in Italia la gonorrea tra i 15/17enni è addirittura sestuplicata nel giro di pochi anni (quando in Europa è raddoppiata), la clamidia è più che raddoppiata e la sifilide è triplicata". A lanciare l'allarme alla vigilia della Giornata mondiale del benessere sessuale, che si celebra domani 4 settembre, è Piero Stettini, psicoterapeuta e sessuologo clinico di Savona, vice presidente della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss) e membro dell’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza (Onia).
E proprio Onia e Fiss, commentando i risultati contenuti nel rapporto stilato dall'Ufficio Regionale per l’Europa dell’Oms, realizzato nell’ambito dello studio Health Behavior in School-aged Children (HBSC), non nascondono la preoccupazione per "l'aumento dei comportamenti sessuali a rischio dei giovani che richiede l’avvio immediato di un’azione ampia e incisiva sul piano educativo e preventivo, inserendo l’educazione sessuale estensiva nel percorso scolastico, come da tempo richiesto dalle più importanti agenzie internazionali, dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), all’Unesco, alla stessa Unione europea".
I dati, a confronto con quelli di dieci anni fa - riporta una nota - evidenziano una diminuzione dell'uso del preservativo che riguarda più Paesi, con alcuni che hanno registrato riduzioni più drammatiche di altri.I ricercatori hanno intervistato oltre 242mila quindicenni in 42 Stati. In base alle risposte, solo sei 15enni su dieci ha dichiarato di aver usato nell'ultimo rapporto il preservativo. In particolare, tra il 2014 e il 2022 la percentuale di adolescenti che lo hanno utilizzato è scesa dal 70% al 61% tra i ragazzi e dal 63% al 57% tra le ragazze. Gli adolescenti provenienti da famiglie poco abbienti - si legge - hanno dichiarato con maggiore probabilità di non aver usato il preservativo o la pillola contraccettiva rispetto ai coetanei più benestanti (33% contro il 25%).
"Abbiamo osservato negli anni un calo progressivo e costante nel ricorso a metodi di protezione da parte dei giovani e giovanissimi, poco più di sei ragazzi su dieci utilizzano il preservativo e i 17enni lo usano ancora meno dei 15enni - spiega Stettini - C’è stato, è vero, un piccolo aumento del ricorso alla pillola contraccettiva (con una percentuale che non raggiunge il 15%, quando in Paesi come Olanda, Svezia, Danimarca siamo al 50-60%) ma, per quanto riguarda le infezioni sessualmente trasmesse, la pillola non dà alcuna protezione, anche se come risulta da una nostra recente ricerca ben 1 ragazzo/a su 5 ritiene che protegga anche contro di esse. Lo studio HBSC evidenzia inoltre un ricorso crescente al coito interrotto (quasi 6 ragazzi/e su 10 lo praticano) e alla contraccezione di emergenza cui si rivolge più di uno o una 15/17enne su 10".
"Un quadro inquietante - sottolinea Stettini - dove la cosa che più preoccupa è che, a fronte di queste realtà, le istituzioni sono, tranne isolate eccezioni, ferme o ben poco attive, con i giovani che vengono lasciati soli di fronte a rischi che possono gravemente nuocere alla loro vita, la loro salute, il loro futuro".
In Italia "la situazione è più critica - fa notare l'esperto - mancando ancora una legge e linee guida nazionali che assicurino e indirizzino le attività informative e formative rivolte ai giovani sulla sessualità. A differenza di quasi tutti i Paesi europei, l’educazione sessuale non è inserita nei curricoli scolastici e negli ultimi anni diverse, valevoli, pur se isolate, iniziative e programmi (molte sono state attivate dai Consultori familiari pubblici), sono stati ridimensionati o interrotti per la mancanza di investimenti adeguati".
Il 4 settembre si celebra la Giornata mondiale del benessere sessuale promossa dall’Oms, un’occasione per rinnovare il messaggio della prevenzione. Per Stettini sia "un'occasione da cogliere, ma non per lanciare slogan". "Non bastano messaggi o dichiarazioni spot, è necessaria un’assunzione di responsabilità da parte di tutti noi cittadini - avverte - genitori, professionisti e organizzazioni sanitarie, scuole, istituzioni, per arrivare sino ai decisori politici, reclamando un investimento serio, scientificamente fondato e continuativo a difesa della salute dei nostri giovani i quali da molto tempo e a gran voce invocano l’introduzione dell’educazione sessuale a scuola".
Fra i progetti volti all’educazione sessuale attivi in Italia da qualche anno - riferisce la nota - vi è EduForIST, finanziato dal Ministero della Salute che opera in sei regioni: Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Lombardia e Friuli. Indirizzato agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, coinvolge 4 Università, un gruppo allargato di esperti e volontari di molte associazioni. "E’ un progetto ambizioso – osserva Stettini – di educazione all’affettiva e alla sessualità finalizzato a promuovere non solo conoscenze scientificamente corrette, ma anche atteggiamenti e abilità personali e relazionali che assicurino sia la prevenzione dei rischi, sia, come richiesto dalla stessa Oms, lo sviluppo in positivo della salute sessuale dei giovani".
Salute e Benessere
Medicina, diagnostica per immagini sempre più centrale...
Gli interventi del radiologo Gualdi nei prossimi congressi
La frontiera della cardiologia viene applicata allo sport, e in particolare alle risposte degli atleti agli stress cardiaci. I casi drammatici e recenti di problemi cardiaci riscontrati durante le competizioni hanno riacceso il dibattito sulla salute degli sportivi e sulle potenzialità della medicina di leggere in anticipo i rischi e individuare le soluzioni. Anche di questo si parlerà il prossimo 25 ottobre a Roma con Gianfranco Gualdi, direttore scientifico del servizio di Diagnostica per immagini dell’Istituto di Medicina e scienze dello sport del Coni, terrà una relazione sulle “modificazioni che possono verificarsi negli atleti sottoposti ad attività agonistica a carico delle strutture cardiache con individuazione del sottile margine tra fisiologico e patologico al fine di accertarne l’idoneità sportiva”. L’intervento è inserito all’interno del 21.simo Congresso Romacuore 2024, organizzato da Collegio federativo di Cardiologia che avrà come tema centrale ‘il ruolo dell’imaging avanzato nelle idoneità sportive: tra fisiologia e patologia’.
Verranno invece descritte nel corso del 107.simo Congresso nazionale Siot, Società italiana di ortopedia e traumatologia, le ultime scoperte mediche sull’instabilità post-traumatica acuta e cronica della spalla nell’atleta. Nell’ambito dell’evento, previsto a Roma dal 29 e il 31 ottobre, è previsto infatti l’intervento di Gualdi che nasce dall’esperienza maturata nel settore sportivo. Partendo dalle modificazioni con coinvolgimento delle strutture anatomiche della spalla, nel suo intervento, il professore, già direttore dell’Unità operativa complessa di Radiologia d’Urgenza del Policlinico Umberto I di Roma, punterà a dimostrare le alterazioni che possono verificarsi a carico delle strutture legamentose e tendinee, oltre che a carico della cartilagine e dei capi ossei e delle strutture muscolari.
Salute e Benessere
Colecistectomia laparoscopica, al congresso Sic relazione...
L’esperto interverrà su ‘skills, prevenzione e trattamento multidisciplinare’
L’intervento chirurgico mininvasivo per l’asportazione della cistifellea è sempre più diffuso, ma non esclude possibili complicanze. Proprio quelle complicanze sono state studiate dal professor Gianfranco Gualdi, direttore scientifico del servizio di Diagnostica per immagini dell’Istituto di Medicina e scienze dello sport del Coni, che ha raccolto le sue conclusioni in una approfondita relazione dedicata alla “colecistectomia laparoscopica: skills, prevenzione e trattamento multidisciplinare” e che verrà presentata al 126.simo Congresso nazionale della Sic, Società italiana di chirurgia, che si terrà a Roma tra il 13 e il 16 ottobre. Nel suo intervento il professor Gualdi approfondirà le possibili complicanze della colecistectomia laparoscopica con immagini dimostrative delle raccolte fluide, degli ascessi e dei sanguinamenti che possono verificarsi durante o a distanza dell’intervento. Oltre a questo saranno analizzate anche le possibili resezioni delle vie biliari e le lesioni vascolari che possono complicare gli interventi.
Salute e Benessere
Schillaci, cancro al colon: casi in aumento, i segnali...
E' l secondo carcinoma più diffuso nel nostro Paese, con oltre 48mila diagnosi nel 2022
In Italia i casi di tumore al colon retto, la malattia che ha colpito Salvatore Schillaci morto oggi a 59 anni, "sono in aumento": è il secondo carcinoma più diffuso nel nostro Paese, con oltre 48mila diagnosi nel 2022 e una mortalità stimata di 21.700 decessi nel 2021 (dati Aigo), "e purtroppo l'adesione degli agli screening non è alta, mentre la prevenzione è la strada per anticipare questa malattia e proprio chi sta bene deve fare prevenzione. La tragica scomparsa di Totò Schillaci deve far capire quanto non deve essere sottovalutato questo tumore e l'importanza dei test". Così all'Adnkronos Salute Maria Di Paolo, consigliere nazionale dell'Aigo (Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti digestivi ospedalieri).
"Quando c'è la comparsa di sangue nelle feci, associata ad un calo di peso, deve scattare la prima sirena d'allarme - spiega la specialista - quindi fare il test del sangue occulto nelle feci e procedere poi con la colonscopia. Quello che vediamo in ospedale, invece, è che quando si scopre il sangue nelle feci si fa passare del tempo prima di arrivare allo screening - sottolinea Di Paolo che lavora al Ao San Giovanni di Roma - Se il sangue è visibile si deve fare un'indagine di secondo livello come la colonscopia". Se invece si ha una familiarità con il tumore del colon, con adenomi o polipi, "la colonscopia va anticipata ai 40 anni e se c'è un parente di primo grado con la malattia scoperta da giovane si deve anticipare la prevenzione", rimarca la gastroenterologa.
"La grande forza dello screening - conclude - è poter interrompere il passaggio dalla lesione con potenzialità cancerogene allo sviluppo del tumore. Se si anticipa questo passaggio, si può intervenire e rimuovere il tumore con una sopravvivenza molto alta. Una lesione ci mette 7-10 anni a sviluppare un tumore, il nostro obiettivo come specialisti è di non fare arrivare questi pazienti all'oncologo".