La vita in camper di Evandro Marasca, chef itinerante per scelta
Un modo per imparare che non abbiamo bisogno di tante cose
Una vita professionale e personale in camper quella di Evandro Marasca, chef ambassador che, per scelta, vive in camper. Consigliere dell’Associazione cuochi di Roma, ha partecipato come team manager ai Campionati italiani di cucina e ai Mondiali di cucina tavolo freddo di Lussemburgo. A Roma, città in cui è nato, ha lavorato per i Musei Capitolini, il Vaticano, gestito la Terrazza Caffarelli, coordinato ricevimenti importanti e illustri come gli ottant’anni di Alberto Sordi 'Sindaco di Roma per un giorno', gli eventi di Miss Italia nel Mondo, la moda e alcune case automobilistiche tra cui la Maserati. Un curriculum brillante da cui fa capolino la sua vita da camperista.
La scelta del camper
"La mia - spiega in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia - è stata una scelta di passione e di opportunità. Il mio mestiere, infatti, mi portava a vivere dal lunedì al venerdì in albergo, cambiando molto spesso città, con tutte le sue problematiche: check in check out, valigie, non dormire nel proprio letto, cambiare sempre. Perciò ho unito la passione del camper al mio lavoro diventando uno chef itinerante. È iniziato tutto un po' per scommessa, un po' perché dopo il Covid era ancora peggio vivere nell'albergo. Ora, invece, vivere in un camper è diventato un valore aggiunto per il mio mestiere".
"La vita in camper - sottolinea - ti dà un senso di libertà e dinamismo, perché sei ovunque, hai sempre tutto appresso, pur facendo tanti chilometri, cambiando città, paesaggi, esigenze. Certo, ha dei limiti: quello che faresti in una casa di 60 metri quadri, li fai in 12 metri quadri. Parallelamente è un po' come una vita in barca, cambia solo l'elemento con cui cammini, non è l'acqua ma è l'asfalto. La vita in camper però ti insegna che non hai bisogno di tante cose, ti insegna a capire che farsi la doccia sono 300 litri di acqua a settimana, ti insegna che si può leggere anche con una luce sola, ti insegna che hai bisogno di molte meno cose di quelle che poi hai dentro casa. Ovviamente, si hanno anche tutte le comodità: caldo, freddo, tecnologia, televisione, computer, wi-fi, frigorifero, i microonde tanto per citarne alcuni".
"Le soste camper - sottolinea Evandro Marasca - ti danno la possibilità di scaricare le acque scure, le acque grigie e riempire l'acqua potabile e avere un posto dove dormire in libertà. Ci sono poi anche quelle un po' più organizzate a pagamento, a costi però gestibilissimi con una zona recintata con un po' più di verde e servizi. Con il camper - fa notare - si può comunque sostare 'in modo libero' ovunque. L'importante è che non campeggi ovvero non si tiri giù la tenda, non stai fuori a cucinare con il lettino, la sdraio, il tavolino e così via. Anche quando il camper è chiuso si hanno comunque tutti i comfort e si può sostare in qualsiasi punto perché è comunque un mezzo come un'automobile, solo un po' più grande". "Ogni anno cambio camper - avverte - così ho sempre una tecnologia più 'attenta' sia ai consumi, alla produzione della corrente e alla parte termica".
Il lavoro come chef brand ambassador
L'altra grande passione dello chef itinerante Evandro è la cucina. "Sono un chef brand ambassador - ricorda - e scelgo di affiancare aziende affini ai miei principi: il rispetto del territorio e della stagionalità, la tradizione e la possibilità di esaltare i sapori grazie alle tecniche più adatte. Mi piacciono le storie dei prodotti e delle persone che lavorano nella ristorazione. Nel piatto, in tavola, cerco sempre la donna e l'uomo che lo hanno preparato scegliendo ingredienti, tempi e modi. Le esperienze artigianali della cucina sono la mia quotidianità. Nel percorso con le aziende che affianco, metto in pratica le conoscenze e le tecniche di anni di studio: coltivo, sperimento, stagiono, cuocio, conservo, invecchio, maturo e affino prodotti che esaltano le emozioni del palato".
"Lavoro - continua - per due grandi e importanti aziende: una si occupa della tecnologia per cucine professionali e l'altra di cucina gluten free. E per queste due aziende io vado presso i clienti, i distributori, i rivenditori, fiere e altri eventi a dimostrare il prodotto o a insegnare o a formare il cliente finale o la reda vendita o quello che sia. Studio e lavoro in ambito Gluten Free dall’inizio del 2000. La mia formazione proviene da un percorso certificato presso l’Associazione italiana celiaci e la Regione Lazio con l’Ospedale Forlanini, specializzato in Gastroenologia. Nel 2005 ho aperto il mio primo laboratorio per Celiaci gluten free dove ho preparato prodotti di panificazione, pasticceria e pasta fresca".
"Per fare arte - sostiene - ci vuole tecnica. Anche nell’arte bianca tradizionale e gluten free. L’incontro con Novaterra Zeelandia mi ha permesso di applicare la mia anima tecnica affiancando i professionisti di settore. La lavorazione dei prodotti senza glutine è molto delicata ed è per questo che organizziamo giornate formative one to one. Insegno a ottimizzare le performance estetiche e di gusto dei singoli prodotti gluten free cucinando insieme. Si tratta di giornate formative in house dove applichiamo ricette e tecniche specifiche per lievitati dolci e salati senza glutine".
"L'esperienza e il tempo - assicura - aiutano a fare meglio il proprio mestiere. Talvolta aiutano gli altri a impararlo. Mi piace trasmettere le mie competenze mettendole a disposizione di tutte le persone che hanno curiosità e passione. Spesso dalle consulenze nascono collaborazioni e relazioni umane migliori perché da entrambe le parti c’è la volontà di mettersi in gioco. Grazie alla formazione e all’insegnamento incontro persone e professionisti di grande spessore che condividono i miei valori".
"Cucinare per me - aggiunge - significa trarre sempre il meglio da ogni fase: la scelta degli ingredienti, l’esecuzione delle ricette, le tecniche di cottura, l'uso efficiente degli strumenti. Con Tecnoinox che produce e commercializza forni combinati digitali professionali, cucine modulari e salamandre, sono partner nella formazione all'impiego delle migliori tecniche di cottura applicate. Per Tecnoinox dialogo con i professionisti della ristorazione: ascolto le loro esigenze e li supporto nell'uso più efficace delle soluzioni di cottura di Tecnoinox applicate ai loro specifici menu. La mia missione è sempre facilitare il lavoro in cucina e aiutare i colleghi a ottenere risultati eccellenti".
"Quello che amo di più - ammette - sono gli lievitati perché sono vivi come il panettone. Cucinare nel camper, da tutto questo punto di vista ti fa essere molto organizzato come una cucina di un grande ristorante. Però se proprio dovessi fare qualcosa che mi piace sicuramente sceglierei un risotto, un primo piatto è quello che mi impegna di più mi piace. Convivo con tante anime.
Cronaca
Capo Gendarmeria francese: “Cooperazione con...
"Conosciamo solo il 20 per cento di quello che avviene nel cybercrime. I criminali del cybercrime sono molto duttili e dinamici, dobbiamo trovare il modo per potere rispondere adeguatamente. Il cybercrime non ha confini, è fondamentale lavorare in cooperazione con l'Italia per potere contrastare adeguatamente questi crimini. Tra i Carabinieri e la gendarmeria francese c'è una relazione quotidiana. Con degli scambi regolari". Lo ha detto il direttore generale della Gendarmeria francese Gen. Christian Rodriguez, parlando a Palermo con i giornalisti, durante un incontro con il Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, generale di corpo d'armata Teo Luzi. "Bisogna lavorare insieme per contrastare i gruppi criminali che operano in diverse zone del mondo- dice ancora Rodriguez - Per questo abbiamo una formazione condivisa con scambi regolari. E' fondamentale per cercare di contrastare questi fenomeni riuscire a gestire i Big Data". "Con la gendarmeria condividiamo i valori. L'unico grande limite è la lingua. Per il resto c'è grandissima intesa. Noi abbiamo mandato per la formazione una compagnia di marescialli in Francia e una compagnia di marescialli francesi è venuta in Italia. La stessa cosa la facciamo con la guardia civil spagnola e con la gendarmeria portoghese - ha spiegato il generale Luzi - C'è un network che di chiama Fiep un'associazione internazionale della gendarmerie a cui partecipano 21 paesi che si scambiano tra loro informazioni in modo constante. Quest'anno il presidente sono io e a ottobre cederò la guida alla Francia. Un modo anche per tessere delle visioni di lotta al crimine e assistenza alle rispettive popolazioni con questi apparati, che hanno molto in comune".
"Abbiamo molto in comune con la Francia - ha detto ancora il genarel Luzi -. Ad esempio il quartiere palermitano dello Zen, che conosco bene. L'idea di aprire lì una caserma, dove non si riusciva ad entrare, è stata del generale Vittorio Tomasone, poi io l'ho portata avanti e non è stato semplice e per lungaggini amministrative e gli ostruzionismi che ci sono stati. Dopo oltre 10 anni, si può dire che è stato uno dei piccoli segnali vincenti in questa città. Il fatto che 70/80 mila persone ora accettino lo Stato è importante. La Francia ha le Banlieues, che sono tanti Zen messi insieme dove la gendarmerie riesce a farsi accettare per cultura e umanità".
Cronaca
Totò Schillaci, gremita la Cattedrale di Palermo per i...
Un lungo applauso accoglie il feretro
Un lungo applauso ha accolto l'ingresso in una Cattedrale di Palermo gremita del feretro di Totò Schillaci, il bomber di Italia '90 morto, dopo una lunga malattia.
In tanti non hanno voluto rinunciare a dare l'ultimo saluto all'eroe delle Notti magiche. Tifosi ma anche semplici cittadini, visibilmente commossi, alcuni in lacrime per testimoniare l'amore non solo di Palermo all'ex attaccante azzurro. "Ciao Totò, figlio di Palermo", si legge su uno striscione della Curva nord.
In chiesa sono circa mille le persone presenti, 800 posti a sedere e 200 in piedi nei transetti, la maggior parte delle persone è rimasta fuori, oltre le transenne. A officiare il rito delle esequie monsignor Filippo Sarullo, parroco della cattedrale. Al termine della celebrazione, la benedizione delle spoglie sarà impartita dall'arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.
Cronaca
Equinozio d’autunno 2024, quando inizia la nuova...
Ogni anno è diverso il momento in cui si passa dall'estate all'autunno
E' tempo di dire addio ufficialmente all'estate. Domenica 22 settembre alle 14.43 cade l'equinozio d'autunno 2024 e inizia l'autunno astronomico. Quel giorno ci saranno quindi esattamente 12 ore di buio e 12 ore di luce in tutti i luoghi della Terra.
Cos'è l'equinozio
L'equinozio deriva dall'espressione latina 'aequa nox', ossia 'notte uguale (al dì)', perché indica proprio quel momento in cui "il Sole, attraversando l’equatore celeste (proiezione dell’equatore terrestre sulla volta celeste) lascia l’emisfero celeste boreale per entrare in quello australe", come spiega l'Istituto Nazionale di Astrofisica. "In qualunque luogo del mondo - si legge - il dì (la parte del giorno di 24 ore in cui il Sole è sopra l’orizzonte) ha praticamente la stessa durata della notte".
Il giorno e la notte si alternano grazie alla rotazione del nostro pianeta su se stesso. Il suo asse di rotazione di solito è inclinato di circa 23,27 gradi rispetto al piano immaginario che segue mentre ruota attorno al Sole. In base al momento dell'anno, cambia l'emisfero più inclinato verso il Sole e per questa la ragione si alternano mesi più caldi ad altri più freddi.
Perché l'equinozio d'autunno cambia di anno in anno
Molti pensano che l'equinozio d'autunno cada il 21 settembre ma non è così. Nel 2024 l'equinozio d'autunno cade il 22 settembre ed è effettivamente la data più comune per questo fenomeno ma non è fissa: può variare tra il 21 e il 24 settembre. Questo perché l'anno solare non dura esattamente 365 giorni: c'è uno scarto di qualche ora e, complice l'introduzione degli anni bisestili per compensare questa differenza di tempo, le date e gli orari degli equinozi cambiano di anno in anno.