M5S, Gubitosa: “Grillo padre padrone, parla di mandati ma unico a garantirsi ruolo a vita”
Il vicepresidente del Movimento all'Adnkronos: "Consulenza da 300mila euro? Avanti così è inadempienza, spendere quei soldi per altro"
Rottura totale, o quasi, tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo dopo l'ultimo post del garante M5S. "Beppe parla da padre-padrone, ma non può fermare le votazioni su simbolo e doppio mandato. Il logo del Movimento appartiene all'Associazione presieduta da Conte" e il contratto di consulenza da 300mila euro annui potrebbe essere interrotto se Grillo continua con la sua "polemica distruttiva" nei confronti degli attuali vertici. Intervistato dall'Adnkronos, il vicepresidente del Movimento 5 Stelle Michele Gubitosa - fedelissimo di Giuseppe Conte - 'avverte' il garante e co-fondatore del Movimento in vista dell'assemblea costituente.
Nel suo post di oggi, Grillo cita lo statuto del Movimento (art. 12, lettera a numero 2) e in qualità di garante e custode dei valori del M5S dichiara che ci sono elementi immutabili che "tali devono rimanere": Grillo ha il potere di fermare il voto su temi come nome, simbolo e regola del doppio mandato? "Assolutamente no", risponde Gubitosa. "Il ruolo di garante - spiega il deputato - gli permette di esprimere delle semplici raccomandazioni, tipo moral suasion, che non hanno valore giuridico. L'assemblea rimane sovrana e Grillo non può in alcun modo fermare le votazioni degli iscritti, né tantomeno contestarne gli esiti".
Il nodo del secondo mandato
Per quanto concerne il secondo mandato, poi, "la situazione è quantomeno bizzarra", osserva Gubitosa: "Quella regola è già stata modificata ben prima dell'arrivo di Conte ed è stato deciso in una stanza da un pugno di persone, senza che in quell'occasione qualcuno si appellasse all'ortodossia delle regole. E' stato creato il cosiddetto 'mandato zero', una modifica di buonsenso che ci ha permesso anche di contare su valori aggiunti per la nostra politica a livello locale, come successo ad esempio con Virginia Raggi in Campidoglio".
Grillo parla di "opera di abbattimento" in corso nel M5S con la rifondazione voluta da Conte. Come giudica le parole dell''Elevato'? "Da parte di chi si erge a difensore del Movimento delle origini, quello che partiva dalla partecipazione dal basso, è particolarmente curiosa questa deriva verso un potere di tipo padronale. Un assetto nel quale solo lui ha la possibilità di apportare modifiche alle regole e la voce degli iscritti non conta più niente", attacca Gubitosa. "Grillo accusa Conte di voler distruggere il Movimento proprio nel momento in cui il presidente si mette in discussione e dà la parola agli iscritti. Non mi sembra che il garante abbia avuto lo stesso coraggio. Parla da padre padrone, dall'alto dell'unica posizione che resiste a ogni fase del Movimento. Ha mai pensato di mettersi in discussione, lui che parla di mandati ed è l'unico che si è garantito un ruolo a vita?", insiste il vicepresidente pentastellato.
"Attacchi Grillo sono inadempienza contrattuale"
Lo scontro tra Grillo e Conte è totale. Ha senso che il M5S continui a mantenere il contratto di consulenza da 300mila euro l'anno con il garante? "Se il contratto che è stato stipulato viene rispettato, se Grillo decide di darci quel supporto comunicativo che era alla base di quell'accordo, ben venga. Si tratterebbe sicuramente di un valore aggiunto di grande importanza. Se invece ha cambiato idea, non rispetta il contratto e al contrario coglie ogni occasione possibile per accendere una polemica distruttiva per il Movimento - avvisa Gubitosa - allora non so se sia legalmente possibile continuare, in quanto è evidente che siamo in presenza di un'inadempienza contrattuale. Forse, a quel punto, sarebbe più utile usare quelle risorse per scopi più utili per il Movimento, come ad esempio per le nostre sedi sul territorio".
Se le strade del M5S e di Grillo dovessero separarsi definitivamente dopo la costituente, il simbolo 5 Stelle tornerebbe nella piena disponibilità di Grillo o la titolarità resterebbe nelle mani del presidente del partito, cioè Conte? "Gli attacchi su questo punto sono sorprendenti, perché sia il nome che il simbolo risultano intestati all'Associazione attuale. E Beppe Grillo ha già espressamente rinunciato a ogni possibile contestazione in proposito. Il nome e il simbolo, dunque, appartengono alla nuova Associazione, che è presieduta da Conte, e a tutti gli iscritti del Movimento", conclude il vicepresidente del M5S. (di Antonio Atte)
Politica
‘Life for Gaza’, da locandina con Gazzè,...
Cecilia Parodi è indagata dalla procura di Milano. Gli organizzatori: "Aveva altri impegni"
Un "concerto di pace", con cantanti, attori e scrittori che si alterneranno sul palco per "sostenere gli aiuti umanitari a Gaza". Il prossimo 28 settembre l'ex base Nato di Napoli sarà la cornice dell'evento 'Life for Gaza' con la partecipazione di numerosi artisti, tra i quali Max Gazzè, Daniele Silvestri, Valerio Mastandrea, Isa Danieli e Giovanni Truppi.
Egregi Max Gazzè, Daniele Silvestri, e Valerio Mastandrea,
— Riccardo Puglisi (@ricpuglisi) September 13, 2024
dovreste VERGOGNARVI:
il 28 settembre a Napoli VOI sarete sullo stesso palco con CECILIA PARODI, la scrittrice antisemita la quale dichiarò di odiare tutti gli ebrei, e di voler essere in prima fila a sputare loro… pic.twitter.com/ooAVCgN3td
Nella lista dei partecipanti - pubblicata sulla locandina disponibile sul sito pergaza.it - in un primo momento compariva anche il nome della scrittrice Cecilia Parodi, indagata a Milano per "istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa" e per diffamazione aggravata dall'odio razziale. In un video pubblicato sui social usava parole di fuoco nei confronti del popolo ebraico. Nella versione aggiornata del manifesto, però, Parodi non figura più.
Interpellati dall'Adnkronos, gli organizzatori non ne fanno una questione di opportunità ma parlano di problemi di 'agenda': "Credo che abbia impegni per quella data. Questo ci è stato detto. Ma non conosco l'artista in questione...", spiega Alessandro Di Rienzo dell'Associazione Kosmopolis che cura la raccolta fondi dell'evento, il cui ricavato sarà utilizzato per l'acquisto di un'ambulanza da inviare a Gaza. Sui social nei giorni scorsi i profili di alcuni degli artisti coinvolti nell'iniziativa sono stati presi di mira da utenti che non hanno gradito la presenza di Parodi al concerto: "Ma come fate a stare al fianco di un'antisemita, sullo stesso palco?", il tenore di molti commenti.
Nel video 'incriminato' pubblicato su Instagram, Parodi si sfogava così: "Odio tutti gli ebrei, odio tutti gli israeliani, dal primo all'ultimo, odio tutti quelli che li difendono, tutti, tutti, tutti i giornalisti, tutti i politici, tutti i paraculi. Vi odio perché mi avete rovinato la vita, la fiducia, la speranza. Perché avete rovinato il mondo? Ci avete depredato di ogni diritto, della giustizia. Vi odio tutti... Spero di vederli tutti impiccati! Giuro che sarò la prima della fila a sputargli addosso". A causa delle sue parole la scrittrice è stata indagata dalla Procura di Milano per "istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa" e per "diffamazione aggravata dall'odio razziale". L'evento "Life for Gaza" del 28 settembre - che segue quello dello scorso febbraio svoltosi al Palapartenope - ha ricevuto il patrocinio morale del Comune di Napoli.
Politica
Open Arms, Rai e Meloni nel mirino delle opposizioni:...
Il Pd chiede l'intervento di Agcom dopo la trasmissione del monologo di Salvini sulla tv di Stato, Avs contro la premier per il sostegno al ministro
Il caso Open Arms, con la richiesta dei pm di sei anni di carcere per Matteo Salvini, indigna il centrodestra ma scatena anche le proteste dell'opposizione. Nel mirino finiscono infatti la Rai, con la messa in onda del monologo del ministro, e la premier Giorgia Meloni, che ieri ha espresso sui social solidarietà nei confronti del vicepremier e leader della Lega.
Pd: "In onda tre minuti di monologo di Salvini, è asservimento"
"Si allunga l'elenco delle prove di 'asservimento' del servizio pubblico alla maggioranza. Rai costretta a mandare in onda un monologo di oltre tre minuti del Ministro Salvini di autodifesa rispetto al processo in corso. Il tutto con un Cdr che protesta e con giornalisti e professionisti della informazione umiliati e costretti a trasmetterlo. Non vi è equilibrio, non vi è garanzia di imparzialità e viene calpestato ogni elementare principio di servizio pubblico. Tutto questo dopo i casi Sangiuliano e Toti. Siamo davvero preoccupati di questo piano inclinato alla vigilia di importanti tornate amministrative a partire dalla Liguria ed intendiamo investire di questa palese criticità anche l'Agcom. Perseverare è davvero diabolico e qualcuno dovrà rispondere di questa mortificazione della Rai". Questa la nota dei componenti democratici nella commissione di Vigilanza Rai che annunciano di portare anche questo caso all’esame della commissione.
Avs attacca: "Gravissima intromissione Meloni, stile orbaniano"
"È gravissima l'intromissione della Premier Meloni nel processo che vede imputato Salvini, il quale afferma di aver difeso i confini nazionali. Tuttavia, ciò che ha bloccato non era una nave militare straniera, ma un'imbarcazione con 147 persone a bordo, la maggior parte donne e bambini, che stavano naufragando. Lo ha fatto per calcolo elettorale", attacca quindi il portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli.
"La Premier Meloni ha aperto un conflitto costituzionale, con conseguenze sulla qualità della nostra democrazia. Questo è uno dei motivi per cui l'Italia è isolata dal resto d'Europa. Quanto accaduto deve essere portato all'attenzione di tutti i parlamentari europei, che dovranno valutare la proposta del commissario europeo. Non faremo mancare loro ogni informazione necessaria. La von der Leyer cosa pensa della Meloni e della sua svolta autoritaria in stile orbaniano?", conclude Bonelli.
Fratoianni: "Destra rivendica Paese civile, ma non riconosce violazione legge"
"Le scelte dei politici non sono al di sopra delle leggi in un Paese civile. Tenere sequestrati centinaia di naufraghi non vuol dire difendere i confini ma è solo una scelta cinica di propaganda politica. Nè festeggio per le richieste di condanna nè urlo al processo politico perché sono abituato all’idea che ci si difenda nel processo e non dal processo. C’è una cosa però che mi pare importante: assodato che quella di Salvini contro la nave di Open Arms sia stata una scelta politica, non è che la politica può fare qualsiasi cosa, non è che un politico può impunemente violare le leggi. È questo il punto", le parole di Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra dai microfoni di Rai 3 nel corso di 'Agorà Weekend'.
"Quella scelta politica di Salvini ha violato le leggi? Io penso -prosegue il leader di SI- proprio di si, perché non sono state rispettate le convenzioni internazionali perché negare il Pos ad una nave che ha salvato centinaia di esseri umani che hanno il diritto, non la possibilità, di sbarcare nel più breve tempo possibile significa violare la legge. Tenere sequestrate per giorni dei naufraghi che hanno il diritto di scendere a terra non vuol dire affatto difendere i confini, è solo una scelta cinica utilizzata per obiettivi di propaganda politica. È un abuso, lo vogliamo capire che i politici non possono fare tutto in disprezzo della legge? Non hanno il potere assoluto e per fortuna aggiungo, e allora ci si difende nel processo portando le proprie ragioni e non scatenando una campagna di delegittimazione della magistratura, questo definisce un Paese".
"E il problema è quello che sta accadendo in queste ore : la destra rivendica un Paese civile ma poi -conclude Fratoianni- non vuole riconoscere il fatto, grave, di aver volutamente violato la legge".
Lega: "Sconcertante polemica cdr Rainews"
"Sconcertante polemica del Cdr di RaiNews, indignato perché è stata mandata in onda la reazione di Matteo Salvini alle richieste dei pm di Palermo. In un paese normale, questo processo non ci sarebbe mai stato e nessuna redazione avrebbe invocato la censura per un commento così rilevante. Solidarietà ai giornalisti Rai, che cercano di fare il proprio lavoro nonostante l’opposizione di tanti militanti di sinistra con contratto giornalistico", scrivono intanto in una nota i parlamentari della Lega in commissione di Vigilanza Rai: Giorgio Maria Bergesio, Ingrid Bisa, Stefano Candiani, Elena Maccanti, Tilde Minasi ed Elena Murelli.
Fnsi replica: "Sconcertante attacco a rappresentanza sindacale"
"L'unica cosa sconcertante è l'ennesimo attacco a una rappresentanza sindacale, il CdR di Rainews24, che difende la dignità della Rai Servizio Pubblico". Così in una nota Vittorio di Trapani, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, commenta le polemiche legate al video di Salvini e replica alle affermazioni dei parlamentari della Lega.
"Del resto - prosegue - il presidente Fnsi - arriva da un partito, la Lega, che in questi mesi è tra i protagonisti del sequestro della Rai: CdA scaduto da mesi e non rinnovato perché non trovano l'accordo sulle poltrone da spartire. Più che attaccare il sindacato, farebbero bene a spiegare loro doppia morale: in piazza populisti che chiedono l'abolizione del canone, a Viale Mazzini lottizzatori che chiedono posti".
Politica
Arianna Meloni: “Qualsiasi cosa succede mi tirano in...
La responsabile adesioni e segretaria politica di Fratelli d'Italia: "Spesso narrazioni inventate ad arte"
"E' stata un'estate curiosa, ma in realtà da più di una anno qualsiasi cosa succede mi tirano in mezzo, spesso con narrazioni inventate ad arte". A dirlo è Arianna Meloni, responsabile adesioni e segretaria politica di Fratelli d'Italia e sorella della premier Giorgia, intervenendo all'incontro 'L'Italia e i territori, come cambia l'Emilia-Romagna'.
"Con questa opposizione non facciamo altro che crescere nei sondaggi, Giorgia non si sta risparmiando", ha aggiunto, continuando: "Noi siamo gente che sta in politica da anni, siamo un esercito, stiamo dando un insegnamento all'opposizione, gli italiani, dopo due anni di governo, stanno continuando a credere in noi".
"Il mio ruolo nella politica italiana? Siamo un partito che ha una sua organizzazione, io mi occupo di tesseramento e di segreteria politica, uno dei dipartimenti nazionali. Non va confuso con il segretario, noi poi non abbiamo il segretario in Fdi, ma il presidente", sottolinea Meloni, che continua: "Ho una storia e un percorso che mi rendono autorevole, ma non sono il capo del partito, passa per me quello che mi compete".
E sull'ex marito Lollobrigida, dice, "se ne facciano una ragione, lui fa il ministro perché è bravo, non c'è nessuna ragione di familismo". Il "ruolo che ha Francesco Lollobrigida - sottolinea - non è legato a motivi di altra natura, ma perché lo deve al suo percorso. Adesso è partita la moda di dire che lo cacceranno dal governo. Ma pietà, noi siamo gente seria".
L'esponente FdI è poi intervenuta sul caso Boccia: "La vicenda è chiusa, se ne è parlato fin troppo, vicenda dolorosa, Sangiuliano è stato un ottimo ministro, chiaramente si è dimesso perché si è voluto dimettere per una faccenda personale, di gossip"
"La richiesta del pm per Salvini? Sono rimasta basita, se un ministro che fa il suo lavoro rischia sei anni allora è surreale", dice quindi Meloni. Che poi passa al tema migranti. "Giorgia parla benissimo tutte le lingue, vedere un premier che parla le lingue fa la differenza. Ha riportato l'Italia al centro dello scacchiere internazionale. Gli sbarchi irregolari sono crollati del 64%", spiega, aggiungendo: "Ci sono dei leader che stanno venendo in Italia per capire quali sono le nostre azioni, oggi l'Europa ha preso nuova consapevolezza".