Mattarella: “Non bisogna temere le riforme, Europa sia sempre più inclusiva”
Le parole del Capo dello Stato nel suo saluto al forum Ambrosetti a Cernobbio: "Nel 2023 Italia ha pagato interessi quanto Francia e Germania insieme, abbattere debito necessità ineludibile"
"Non bisogna avere paura delle riforme, di guardare avanti, di immaginare un Europa sempre più perfezionata nella sua architettura e sempre più inclusiva di quei popoli come quelli dei Balcani occidentali che aspirano da tempo di partecipare a questa avventura". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo saluto al forum Ambrosetti a Cernobbio parlando dell'Unione europea.
Secondo il capo dello Stato "le scelte che talvolta sono oggetto di polemiche a livello locale, sconcertanti quando derivano da protagonisti che han preso parte a questi passaggi, sono il frutto non di normative imposte da oscuri poteri, bensì sono concordate in sede comunitaria tra i governi nazionali, la Commissione, il Parlamento europeo con procedimenti partecipati e trasparenti".
"Le critiche rivolte al progetto europeo lo vogliono, di volta in volta, come una mera “utopia consolatoria”, frutto delle sofferenze della Seconda guerra mondiale, oppure lo definiscono talvolta come espressione funzionale di un passo ulteriore del modello di sviluppo proprio alla globalizzazione capitalistica internazionale". "L’eredità dei passi che sono stati compiuti può essere riassunta - a badare al dibattito contemporaneo presente in alcuni Paesi europei - tra la considerazione dell’appartenenza all’Unione come un vincolo, talora soffocante, per coloro che vi hanno aderito, oppure come un’opportunità, forse l’unica per il nostro continente, collocato in un mondo - i Brics insegnano - fatto sempre più di giganti", ha sottolineato il presidente della Repubblica.
Conti pubblici
Mattarella ha ricordato che "nel 2023, a fronte di un debito di circa 2.863 miliardi di euro e un ammontare di debiti di Francia e Germania che valgono il doppio, il nostro Paese ha pagato in interessi poco meno di quanto hanno pagato insieme Francia e Germania. Il motivo, come è noto, è il diverso tasso interesse".
"L'Italia è un debitore onorabile con una storia trentennale di avanzi statali primari annui e un debito cresciuto nel 1992 principalmente a causa degli interessi"."E' evidente che molta strada rimane da fare a un mercato dei titoli pubblici che trascura temi come il rapporto debito-ricchezza finanziaria delle famiglie e che il termometro della percezione dei mercati sull'affidabilità di un paese è quantomeno opinabile", ha sottolineato il presidente della Repubblica, per il quale "il termometro della percezione dei mercati sull’affidabilità di un Paese può rivelarsi", "quanto meno opinabile. Una dimensione europea potrebbe restituire verità. Attenzione, il mio non è un invito a trascurare il debito: sono pienamente consapevole dell’esigenza ineludibile di abbatterlo". "Si tratta di un invito a procedere su una strada che assuma con precisione i fondamentali dell’economia come criterio e, inoltre, di un invito a completare l’edificio finanziario europeo in maniera più rassicurante per tutti, ponendovi mano sollecitamente".
"Senza motivo le nostalgie di un passato tragico"
"Nella pubblica opinione si riaffacciano, sono presenti, spinte che immaginano senza motivo un futuro frutto di nostalgie di un passato che ci ha riservato invece spesso tragedie. Ciascuna generazione viene chiamata a combattere contro fantasmi che sperano, nell'oblio, di poter riemergere con vesti nuove. Tocca alle forze della società civile essere consapevoli che difendere il quadro delle civiltà in cui vivono è compito che non soltanto gli interessa ma li riguarda".
Politica
Lega, ecco i nuovi dipartimenti: Salvini lascia...
Fontana lascia gli Esteri, Durigon il Lavoro, Molteni la Sicurezza. Anche Bongiorno cede il testimone
Avvicendamenti, nuovi dipartimenti, e un rimescolamento dei compiti nella Lega. Sono queste le decisioni rese note oggi da Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva nominato due nuovi vicesegretari: Alberto Stefani e Claudio Durigon. Una mossa, quella della riorganizzazione dei dipartimenti, sempre coordinati da Armando Siri, che lo stesso leader ha spiegato servirà per gestire al meglio le prossime sfide, per cogliere "la vittoria anche alle politiche 2027".
Cosa cambia
Complessivamente, i dipartimenti salgono a 31 rispetto ai 29 precedenti, con alcuni nomi importanti in uscita e altri in ingresso. L'attuale presidente della Camera, Lorenzo Fontana, dopo aver lasciato la vicesegreteria non sarà più il responsabile del dipartimento Esteri, al suo posto il deputato Paolo Formentini. Un altro avvicendamento riguarda il dipartimento Lavoro: Claudio Durigon, da poco vicesegretario della Lega, lascia il dipartimento a Tiziana Nisini. Anche Giulia Bongiorno, avvocato di Salvini a Palermo, lascia il posto all'ex sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone. Inoltre l'attuale sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni, lascia la Sicurezza all'ex sindacalista di polizia Gianni Tonelli. Così come arriva all'Ambiente Vincenzo Pepe, al posto di Vannia Gava.
Tra le novità poi lo spacchettamento del dipartimento Agricoltura e Turismo. Qui resta Gian Marco Centinaio, che è anche vicepresidente di Palazzo Madama, mentre l'Agricoltura viene assegnata al senatore Giorgio Maria Bergesio. Mirco Carloni diventa invece nuovo responsabile delle Attività produttive al posto di Massimo Bitonci. Nasce infine il dipartimento della Cultura affidato alla deputata marchigiana Giorgia Latini.
La mossa, attesa da parte del leader della Lega, "per dare nuovo slancio al partito: l’obiettivo è creare eventi ad hoc in ogni provincia e spalancare le porte a nuovi ingressi", viene spiegato in un comunicato. Salvini e Siri hanno incontrato i coordinatori oggi pomeriggio, nel corso di una riunione negli uffici della Lega alla Camera.
Politica
Tavolo su castrazione chimica, sponda governo a Lega:...
Via libera del governo all'ordine del giorno al ddl Sicurezza, all'esame dell'aula di Montecitorio, presentato dal deputato Iezzi
La Lega rilancia la battaglia per arrivare a una legge sulla castrazione chimica per i pedofili e gli stupratori. Raccogliendo oggi il via libera del governo all'ordine del giorno al ddl Sicurezza, all'esame dell'aula di Montecitorio, presentato dal deputato Igor Iezzi che impegna l'esecutivo ad "istituire quanto prima una commissione o un tavolo tecnico con lo scopo di valutare, nel rispetto dei principi costituzionali e sovranazionali, in caso di reati di violenza sessuale o di altri gravi reati determinati da motivazioni sessuali, la possibilità per il condannato di aderire, con il suo consenso, a percorsi di assistenza sanitaria, di natura sia psichiatrica sia farmacologica, anche con eventuale trattamento di blocco androgenico mediante terapie con effetto temporaneo e reversibile, diretti ad escludere il rischio di recidiva". Un'apertura del governo che lo stesso Salvini subito saluta con favore: "Vittoria della Lega! Bene così, un altro importante passo in avanti per una nostra storica battaglia di giustizia e buonsenso: tolleranza zero per stupratori e pedofili".
Insorgono le forze di opposizione. "Con buona pace di Fi il governo è ormai piegato sulle posizioni estremiste di Salvini e della Lega", attaccano dal Partito democratico. Sottolineando con la deputata Simona Bonafè che siamo di fronte a "una proposta incostituzionale che mina alle basi il nostro ordinamento giuridico che ha superato da secoli il ricorso alle pene corporali". Da Avs si accusano i leghisti di una "vocazione repressiva senza confini che trascina tutta la destra, senza distinzioni".
Politica
Draghi da Meloni a Palazzo Chigi
Un'ora e un quarto di colloquio tra la presidente del Consiglio e l'ex premier a Palazzo Chigi
Colloquio di un'ora e un quarto oggi a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e l'ex premier e numero uno della Bce, Mario Draghi.
Al centro dell'incontro, informa una nota diffusa da Palazzo Chigi, "un confronto approfondito sul Rapporto sul futuro della competitività europea presentato da Draghi, che contiene secondo il governo diversi importanti spunti, tra cui la necessità di un maggiore impulso all’innovazione, la questione demografica, l’approvvigionamento di materie prime critiche e il controllo delle catene del valore e, più in generale, la necessità che l’Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie - dal rafforzamento dell’industria della difesa fino alle doppie transizioni - senza escludere aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune. Priorità condivise che rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal Governo in Italia e nelle Istituzioni europee. I due presidenti - informa la nota - sono rimasti d’accordo di tenersi in contatto per continuare ad approfondire queste materie".