Nel 2025 arriva l’assistente infermiere: cosa farà nella sanità, perché non piace ai sindacati
Vannini (Fp Cgil): "Non è la risposta a carenze e al fatto che la professione non attrae i giovani"; De Palma (Nursing Up): "Gran pasticcio, acuirà precarietà"
Un nuovo operatore sanitario dovrebbe sbarcare nella sanità nel 2025, l'assistente infermieristico: un professionista a 'metà' tra l'Oss (operatore sociosanitario) e l'infermiere. Una figura 'ibrida' che nel periodo più difficile per i lavoratori della sanità pubblica - tra carenze di unità, turni massacranti e le continue violenze - sta suscitando non pochi malumori tra i sindacati di categoria.
"L'assistente sanitario è un passo indietro - spiega all'Adnkronos Salute Michele Vannini, segretario nazionale Fp Cgil - e non è risposta per far fronte alla carenze degli infermieri al di là delle dichiarazioni. Il perché la professione non attrae, e se non prendono misure urgenti i posti disponibili rimarranno deserti, è suddiviso tra la bassa qualità della retribuzione, i carichi di lavoro enormi e la crisi del riconoscimento sociale che si riscontra nelle continue aggressioni. Il progetto originale dell'assistente infermieristico risale a due anni fa, ad agosto 2024 sono stati fatti due decreti e manca il passaggio in Conferenza Stato-Regioni". Presumibilmente alla fine 2025 questa figura arriverà negli ospedali pubblici e nelle strutture private convenzionate.
Quanto guadagnerà un assistente?
Quali sono i punti deboli di questa operazione? "Lo scenario sarà quello di avere questi 'assistenti' che non sono infermieri ma sono sopra l'Oss ma il punto sono anche le retribuzioni - avverte Vannini - In questi anni non si è lavorato per innalzare gli stipendi degli infermieri nel pubblico e nel privato, oggi c'è una differenza e nel privato sono mediamente più bassi. Se arriverà l'assistente, questa figura potrebbe anche portare al fatto che un assistente che arriva nel pubblico potrebbe avere una retribuzione più alta rispetto ad un infermiere che lavora nel settore privato".
"In Italia mancano professionisti infermieri? Niente paura, è in arrivo l’Assistente Infermiere, che risolverà tutto in un colpo solo. Un gran pasticcio, che acuisce la già precaria stabilità della professione infermieristica, e la qualità dell'assistenza, di cui gli infermieri rappresentano innegabilmente le fondamenta, con le loro competenze e le loro elevate responsabilità". Così Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato degli infermieri Nursing Up. "Nel mese di aprile del 2023 - continua De Palma - fummo chiamati a relazionare con i tecnici e gli esperti delle Regioni su tale proposta, la questione fu definita come 'nascita di un nuovo operatore di interesse sanitario che collabora con l'infermiere', e fummo chiari e diretti, esprimendo a pieno le nostre legittime perplessità. Ribadiamo, quindi, a distanza di oltre un anno, la nostra posizione di allora, naturalmente arricchita di ulteriori spunti di analisi e approfondimenti, non nascondendo quei dubbi che allo stato dell’arte, oggi più che mai, si sono trasformati in un perentorio giudizio negativo".
Secondo il segretario nazionale Fp Cgil, "la vera ragione per cui si è fatta questa operazione - senza aver mai veramente ascoltato i sindacati - è la pressione dei datori di lavoro della sanità privata convenzionato ma anche del settore socio-assistenziale, in questo modo nelle strutture si sostituiranno gli infermieri che magari non posso esserci a tempo pieno con gli assistenti, riducendo i costi del lavoro, ma con conseguenze sull'assistenza ai cittadini perché gli assistenti infermieristici non hanno la formazione e le competenze dell'infermiere laureato".
Cosa potrà fare
"In più c'è il nodo - aggiunge il segretario nazionale Fp Cgil - del rispetto della legge Gelli sulla responsabilità sanitaria. Gli assistenti non sono configurati nelle professioni sanitarie, non hanno copertura assicurativa e se succede qualcosa mentre somministrano l'insulina ad una diabetico? O mentre assistono un tracheotomizzato? Torniamo a 25 anni fa quando gli infermieri avevano un ruolo generico? E' una operazione che porta indietro gli infermieri, alla fine degli '90 quando furono creati gli Oss e prima che venisse decida la formazione universitaria degli infermieri".
Ma come verranno formati gli assistenti infermieristici? "In due modi - spiega Vannini - devi essere già Oss e per il momento non c'è nessuna scuola statale - come noi avevamo suggerito - per formarli ma dei corsi. L'Oss che ha già un diploma di scuola superiore deve fare un corso di 500 ore, l'Oss che non ha il diploma deve dimostrato di aver lavorato per 5 degli ultimi 8 anni e al corso di 500 ore ne deve fare un altro di 100. Come si può pensare - conclude Vannini - che bastino questi corsi che poi ogni regione declinerà in modo diverso in base alle strutture e ai soldi che avrà a disposizione?".
Salute e Benessere
Sanità, Consulcesi: “2024 a difesa professionisti,...
"Permesso il recupero di 293mila euro tra somme non corrisposte e diritti negati"
Consulcesi, il network legale più grande in Italia, celebra i risultati della sua attività per il 2024 "a tutela dei diritti dei medici e dei professionisti sanitari". Un bilancio che evidenzia "il grandissimo impegno in difesa delle categorie spesso chiamate a confrontarsi con contesti lavorativi complessi, dispute giuridiche e la necessità di un adeguato riconoscimento del proprio ruolo". Lo sottolinea Consulcesi in una nota. Nel 2024 Consulcesi "ha respinto azioni legali per un valore complessivo di 2 milioni e 700mila euro e ha permesso il recupero di 293mila euro tra somme non corrisposte e diritti negati. Numeri significativi che testimoniano la capillarità e l’efficacia dell’azione legale svolta dai professionisti del network, in risposta alle crescenti difficoltà che medici e operatori sanitari si trovano ad affrontare in condizioni lavorative sempre più complesse".
Tra i casi più rilevanti, "sono state respinte azioni giudiziali legate alla responsabilità medica per un valore superiore a 1,5 milioni di euro e 1 milione di euro, a testimonianza della solidità delle difese predisposte dai legali Consulcesi - prosegue la nota - Altri interventi hanno riguardato dispute sul demansionamento, con un recupero di 100mila euro, e sul riconoscimento delle ferie non godute, con esiti favorevoli per importi che hanno superato 35mila euro anche in sede d’appello".
Parallelamente all’azione giudiziale, i legali Consulcesi & Partners "hanno risolto in via extragiudiziale decine di situazioni lavorative attraverso attività di negoziazione con le strutture sanitarie di appartenenza. Tali interventi hanno toccato temi cruciali per i professionisti, come il riconoscimento dell’aspettativa non retribuita, il rinnovo delle convenzioni con le Asl per i medici di medicina generale, l’adeguamento delle mansioni, l’esonero dai turni notturni e di reperibilità e l’accoglimento di domande di trasferimento - conclude la nota - Questi risultati sottolineano il ruolo fondamentale svolto da Consulcesi nella valorizzazione dei diritti degli operatori sanitari e nella difesa della loro professionalità, contribuendo concretamente al miglioramento delle condizioni lavorative e al riconoscimento dei giusti compensi e indennizzi".
Salute e Benessere
Malattie rare, chef Valbuzzi: “Con Aisla condividiamo...
Al Christmas Party, evento conclusivo del programma del Natale solidale di Aisla: "Lo stare insieme passa attraverso il cibo, creiamo piatti che uniscono tutti"
"Il significato di questa serata, insieme ad Aisla e SlaFood, è lo stare insieme, la condivisione di un obiettivo: contrastare la Sla e cercare di creare coesione tra le persone che combattono questa malattia e le famiglie che li aiutano, nonché i ricercatori e i volontari che tutti i giorni cercano di contrastare l'avanzare e il progredire di questa patologia". E' quanto affermato dallo chef Roberto Valbuzzi, in occasione del Christmas Party che ha concluso il programma del Natale solidale di Aisla. Nel corso della serata è stato annunciato un traguardo straordinario: i fondi raccolti hanno raggiunto la cifra di 230mila euro, un risultato concreto e un esempio di impegno collettivo. La campagna era stata lanciata a Roma il 21 novembre scorso con la diretta streaming 'La Promessa per la Ricerca', a cui hanno partecipato illustri personalità del mondo dello sport, dello spettacolo, delle istituzioni e del giornalismo.
"Lo stare insieme passa sempre attraverso il cibo. Il cibo è qualcosa di fondamentale che non dovrebbe mancare a nessuno", spiega lo chef che sottolinea come purtroppo, a causa della disfalgia che colpisce i malati di Sla, "è difficile a volte riuscire ad arrivare a tutti. Da parte nostra, dunque, è importante cercare di creare dei piatti o aiutare a dare spunti per far sì che tutte le persone possano mettersi a tavola insieme e godere di un momento di condivisione, come tavola richiede", conclude.
Salute e Benessere
Salute: in Italia 120mila persone colpite da ictus ogni...
Santalucia (Isa-All): "Patologia che si può curare ma è consigliabile prevenirla, con aggiustamenti degli stili di vita"
In Italia "sono 120mila le persone colpite da ictus ogni anno e 12mila di loro sono under 55. Il 25% dei casi avviene infatti prima dei 65 anni di età. Si tratta di una delle prime tre cause di morte e la prima di disabilità, che riguarda 45mila dei sopravvissuti all’evento acuto, e su cui è possibile intervenire con azioni di prevenzione mirate". Per sensibilizzare alla patologia e migliorare le opportunità di prevenzione, Isa-Aii, l’Associazione italiana ictus, in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha lanciato ad aprile una campagna di sensibilizzazione sulle malattie cerebrovascolari e nell’ambito di questa collaborazione sono state effettuate nella Caserma della Guardia di Finanza dell’Aquila due giornate di screening gratuiti.
“L’ictus può colpire soggetti di ogni età – spiega Paola Santalucia, Presidente Eletto Isa-Aii –, in particolar modo se in presenza di stili di vita scorretti. Infatti fattori di rischio come ipertensione, glicemia e colesterolo elevati e non sotto controllo, abitudine al fumo o all’eccesso di alcool, sovrappeso e sedentarietà danneggiano il sistema cardiovascolare con effetto che aumenta con il loro persistere nel tempo fino alla manifestazione dell’evento clinico, come infarto e ictus. Per questa ragione, in collaborazione con la Guardia di Finanza, abbiamo lanciato un progetto di screening del personale che mediamente ha un’età giovane e comunque al di sotto dei 60 anni. Il progetto è iniziato ad aprile in occasione del Congresso nazionale Isa-Aii ospitato proprio dalla Scuola Allievi della Guardia di Finanza, e proseguirà nei prossimi mesi presso altre sedi sul territorio italiano".
"L’ictus - prosegue Santalucia - ha ricadute sia sulla salute del singolo individuo che sul benessere dell’intera popolazione, e intervenire con azioni di prevenzione primaria e screening ha effetti anche nella prospettiva di riduzione dell’impatto socio-economico, che oggi, in Europa, supera i 60 miliardi di euro. Le patologie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus, oggi si possono curare ma è molto meglio prevenirle attraverso la conoscenza e il controllo dei fattori di rischio. Grazie a questa campagna di sensibilizzazione, l’Associazione Italiana Ictus (Isa-Aii) e la Guardia di Finanza contribuiscono alla diffusione della cultura della prevenzione e alla riduzione della patologia cardiovascolare e delle sue drammatiche conseguenze".
“Gli screening che svolgiamo nel contesto della campagna di Isa-Aii in collaborazione con la Guardia di Finanza sono rivolti al personale e ai familiari stretti, purché sopra i 50 anni d’età – aggiunge Simona Sacco, presidente Eso, European Stroke Organization –. Includono la valutazione anamnestica sulla presenza dei principali fattori di rischio cardiovascolari (stili di vita, alimentazione, attività fisica e storia pregressa di malattie o familiarità per patologie cardiovascolari), la misurazione della pressione arteriosa e della glicemia, il calcolo del Body Mass Index e dei valori di colesterolemia. Successivamente effettuiamo una valutazione del rischio con lo Score 2, un indice validato per l’ictus, e stratifichiamo i soggetti a rischio basso, intermedio e alto".
"A chi ha una probabilità intermedia o alta effettuiamo un ecocolor doppler delle carotidi. Infine offriamo suggerimenti su come ottimizzare i propri comportamenti per ridurre la possibilità di malattie cerebrovascolari. In caso vengano individuati elementi di rischio importanti raccomandiamo una visita medica in ospedale per una valutazione più formale - aggiunge Sacco - Le indicazioni variano in base al tipo di anomalia: in caso di pressione alta proponiamo di compilare un diario, misurando il valore a domicilio, e di recarsi poi o dal medico di medicina generale o dallo specialista interno alla Guardia di Finanza per un confronto. Abbiamo individuato diverse persone a rischio intermedio e alto e il fumo è ancora un fattore di rischio molto rappresentato nella popolazione, insieme a sedentarietà e sovrappeso. Queste ultime caratteristiche sono spesso causate da lavori d’ufficio che portano a trascorrere molto tempo fermi e senza svolgere attività fisica, e proprio in questi casi è necessario implementare del movimento nella propria routine quotidiana".
Alle giornate di screening svolte a L’Aquila hanno partecipato i dottori Matteo Foschi, Federico De Santis, Chiara Ragaglini e Maria Grazia Vittorini. Per la Guardia di finanza le attività sono state coordinate dalle dottoresse Carmen Pagano ed Agata Correnti.