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Ucraina, Zelensky chiede armi ma non all’Italia: “Fa il massimo”

Il presidente ucraino a Cernobbio. Altri aiuti da Usa, Germania e Regno Unito. Kiev chiede l'ok per colpire in profondità la Russia

Volodymyr Zelensky

L'Ucraina chiede altre armi per la guerra con la Russia, ma la richiesta non è indirizzata all'Italia. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky archivia una giornata tra la base tedesca di Ramstein, dove incontra i partner occidentali, e il Forum di Cernobbio, dove interviene nel pomeriggio e dove oggi incontrerà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Kiev, dice più volte, deve avere la possibilità di colpire in profondità il territorio della Russia. C'è bisogno quindi dell'ok degli alleati, che devono autorizzare l'uso delle armi al di là del confine.

L'Ucraina si avvantaggerebbe delle eventuali revoche sulle restrizioni sull'utilizzo delle armi per colpire in territorio russo "solo i campi militari, non abbiamo altre idee sull'utilizzo di queste armi", dice Zelensky, sottolineando che le forze di Kiev "non hanno mai attaccato infrastrutture civili".

Kiev chiede mani libere: "Dobbiamo colpire ovunque"

"Quando si parla del fatto che l'Italia o altri, non ha importanza, abbiano paura del fatto che potremmo attaccare il Cremlino", bisogna ricordare che "le armi a lungo raggio non possono raggiungere le distanze che vorremmo. La questione è veramente seria e grave: ogni mese 4mila bombe colpiscono dalla Russia il territorio ucraino e non abbiamo una soluzione per risolvere questo problema", dice il leader ucraino, che porta avanti il pressing diplomatico anche su X: "È fondamentale che tutte le armi dei pacchetti di supporto già annunciati raggiungano finalmente le brigate di combattimento".

A fine primavera, gli Stati Uniti hanno autorizzato l'Ucraina a colpire al di là del confine per fermare l'offensiva di Mosca verso Kharkiv. Ora, con le truppe ucraine insediate nella regione russa di Kursk, il timore di Washington è che un'autorizzazione più ampia possa portare ad un'escalation.

Usa non daranno ok per colpire Russia in profondità

Inoltre, afferma il segretario alla Difesa Lloyd Austin, la revoca delle restrizioni sulle armi fornite all'Ucraina "non cambierebbe" le sorti della guerra.

A Ramstein, Austin promette l'invio di un pacchetto da 250 milioni ma allo stesso tempo sottolinea che nessuna arma specifica sarebbe un 'game-changer': la Russia ha spostato le sue 'bombe plananti' - spina nel fianco delle difese ucraine- oltre la gittata dei missili americani a lungo raggio Atacms, mentre l'Ucraina stessa ha capacità di attaccare obiettivi ben oltre la gittata del missile da crociera britannico Storm Shadow.

Altri aiuti da Washington, Berlino e Londra

Il via libera non arriva, ma Zelensky incassa conferme su nuove forniture di armi. Il Regno Unito invierà altri 650 missili a corto raggio. Il Canada e la Germania hanno annunciato nuovi aiuti militari. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius fa sapere che Berlino consegnerà a Kiev altri 12 obici semoventi Panzerhaubitze 2000, per un valore complessivo di 150 milioni di euro. Le armi dovrebbero essere prodotte ex novo piuttosto che prelevate dalle scorte militari tedesche. Sei obici dovrebbero arrivare entro la fine del 2024, gli altri saranno consegnati nel 2025.

Un nuovo pacchetto di aiuti alla difesa ucraina è stato annunciato anche dal Canada, che invierà a Kiev oltre 80mila mototir a razzo CRV7, insieme a 1.300 testate. Le forniture saranno consegnate nei prossimi mesi. Ottawa si è inoltre impegnata a contribuire all'addestramento dei piloti ucraini sugli F-16 e a fornire i telai dismessi di circa 100 veicoli blindati M113 e Coyote.

Nessuna richiesta all'Italia: "Sta facendo il massimo"

E l'Italia? "L'Ucraina non sta chiedendo niente di più quello che il vostro Paese e altri stanno facendo", dice Zelensky, che nel suo intervento al Forum Ambrosetti a Cernobbio ringrazia l'Italia per i sistemi di difesa aerea forniti.

"Qui incontrerò la premier Giorgia Meloni ed i rappresentanti delle imprese, sono fiducioso che insieme riusciremo a raggiungere importanti obiettivi per proteggere le vite in Ucraina", aggiunge Zelensky, dicendosi convinto che "l'Itaia ci aiuterà anche nella ricostruzione". ''Per alcuni autorevoli commentatori e politici italiani. Adesso se volete consentire a chi lo fa ogni giorno in silenzio, di lavorare, ve ne sarei grato'', chiosa su X il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

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Esteri

Nuovi raid aerei di Israele nel sud del Libano –...

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(Fotogramma/Ipa)

Nuovi raid aerei di Israele contro il sud del Libano. Distrutti centinaia di razzi pronti per essere lanciati in territorio israeliano, e altre infrastrutture militari. I media libanesi denunciano che ci sono stati fra i 50 e i 70 attacchi aerei, concentrati in brevissimo tempo, e che quella di ieri è stata l'operazione più pesante dall'inizio del conflitto a Gaza lo scorso ottobre. Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha anticipato che le azioni militari contro Hezbollah "proseguiranno" e ha parlato di "una nuova fase della guerra".

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Esteri

Israele-Libano, rischio escalation preoccupa Usa e Russia:...

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Wsj: "Pentagono non esclude operazione di terra Tel Aviv nel prossimo futuro". Ma Washington teme che la situazione possa andare fuori controllo

Carro armato israeliano - (Fotogramma)

Crescono i timori per l'avvio di una operazione militare di terra delle forze israeliane nel sud del Libano nel prossimo futuro. Ad essere preoccupati sono non solo gi Usa, ma anche la Russia, che parla di "conseguenza catastrofiche".

Secondo quanto scrive il Wall Street Journal, nei giorni scorsi ne ha parlato il segretario della difesa Lloyd Austin e l'attacco contro Hezbollah con cercapersone e walkie talkie esplosivi dà sostanza a tali timori. Austin e il dipartimento di stato hanno insistito nel sollecitare Israele a dare più tempo alla diplomazia, ma gli Stati Uniti temono che la situazione possa andare fuori controllo.

Russia: "Da operazione vasta scala effetti catastrofici e conseguenze in regione"

Da Mosca a parlare è la portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova. "Date le dimensioni e le potenziali conseguenze degli eventi in corso, siamo profondamente preoccupati dai pericolosi sviluppi in Libano", ha affermato, denunciando le esplosioni dei dispositivi in dotazione agli esponenti di Hezbollah come "cyber attacchi di terrorismo". "Siamo convinti che l'avvio di una operazione militare su vasta scala in Libano avrebbe le conseguenze più distruttive per la sicurezza dell'intero Medio Oriente. E' necessario evitare tale scenario catastrofico", ha aggiunto. Mosca esprime la sua disponibilità per "strette interazioni con partner regionali e internazionali per ridurre le tensioni e stabilizzare la situazione militare e politica".

Wsj: improbabile accordo Israele-Hamas entro fine mandato Biden

Intanto, sempre dalla pagine del Wall Street Journal, alti funzionari statunitensi hanno ammesso che è "improbabile" che Israele e Hamas raggiungano un accordo prima della fine del mandato del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Questo dopo che per mesi diversi esponenti dell'Amministrazione hanno indicato che un cessate il fuoco e un accordo per il rilascio degli ostaggi sia a portata di mano.

La Casa Bianca ha precedentemente affermato che le parti in conflitto hanno già accettato il "90%" del testo dell'accordo, quindi ci sarebbe la speranza di una svolta. Ma diversi funzionari di alto livello della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e del Pentagono sono piuttosto scettici in merito a un via libera definitivo. "Nessun accordo è imminente" e "non sono sicuro che verrà mai raggiunto", ha affermato uno dei funzionari statunitensi.

Le fonti hanno spiegato che dietro il loro pessimismo ci sono diversi motivi. Il numero dei prigionieri palestinesi che Israele dovrebbe rilasciare in cambio degli ostaggi era uno dei nodi principali, ma si è ancora più complicato dopo la morte di sei rapiti, tra cui un cittadino americano. E l'attacco di due giorni a Hezbollah con cercapersone e walkie-talkie esplosivi, seguito da raid aerei israeliani, ha reso molto più probabile la possibilità di una guerra totale, complicando la strada per una soluzione diplomatica con Hamas.

Un altro problema è che, secondo i funzionari dell'Amministrazione Biden, Hamas prima avanza delle richieste e poi si rifiuta di dire "sì" dopo che gli Stati Uniti e Israele le accettano. L'intransigenza ha frustrato i negoziatori, che ritengono sempre di più che la fazione palestinese non sia seriamente intenzionata a concludere un accordo. I critici hanno anche accusato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di sabotare il processo, in parte nel tentativo di placare l'estrema destra della sua coalizione di governo.

Di conseguenza, l'umore all'interno dell'Amministrazione e in Medio Oriente è cupo come non lo è mai stato negli ultimi mesi. "Non c'è alcuna possibilità che accada ora - ha aggiunto un funzionario di un Paese arabo poco dopo l'operazione contro Hezbollah - Tutti sono in modalità attesa fino a dopo le elezioni. L'esito determinerà cosa può accadere nella prossima Amministrazione".

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Esteri

Ucraina, von der Leyen a Kiev: “Qui per garantire...

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"La mia ottava visita mentre inizia a breve la stagione che richiede riscaldamento e la Russia continua a prendere di mira le infrastrutture energetiche", scrive su X

Ucraina, von der Leyen a Kiev:

La presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen è arrivata a Kiev per discutere con Volodymir Zelensky del sostegno dell'Europa all'Ucraina, dei preparativi per l'inverno e dei progressi sul dossier dei prestiti del G7. "La mia ottava visita a Kiev si svolge a ridosso dell'inizio della stagione del riscaldamento, con la Russia che continua a colpire le infrastrutture dell'energia", ha scritto su X. Ieri aveva annunciato lo stanziamento, per le necessità umanitarie urgenti dell'Ucraina quest'inverno, di 160 milioni di euro frutto dei ricavi degli asset russi congelati.

Ue verso annuncio prestito da 35 mld a Kiev

La Commissione Europea dovrebbe annunciare oggi un prestito di 35 miliardi di euro all'Ucraina come parte di un piano del G7 per raccogliere 50 miliardi di dollari sulla base dei profitti futuri derivanti dai beni statali russi congelati. Lo scrive il Financial Times, sul suo sito, mentre la presidente Ursula von der Leyen si trova in visita a Kiev. La quota finale dell’Ue verrà ridotta, se gli Stati Uniti contribuiranno al prestito in una fase successiva. I leader del G7 hanno concordato nel giugno scorso di condividere i 50 miliardi di dollari in base al rispettivo peso economico dei loro Paesi, con l’Ue e gli Stati Uniti a 20 miliardi di dollari ciascuno, e Canada, Giappone e Regno Unito per complessivi 10 miliardi di dollari.

Tajani: "Stiamo per inviare batteria antiaerea Samp-T"

"Stiamo per inviare una nuova batteria antiaerea Samp-T per proteggere le città, gli ospedali, le scuole e le università di questo Paese attaccato dalla Federazione russa". Lo ha dichiarato a proposito della guerra in Ucraina il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un'intervista a Radio 24.

Giuli: "Guerra all'Ucraina toglie libertà e democrazia"

"Inizio i lavori con il ministro della Cultura ucraino, Mikola Tochytskyi. Lui e il suo popolo si stanno difendendo dalla Russia di Putin. Un'aggressione scellerata e criminale che viola i principi del diritto internazionale e che riporta in Europa l'orrore del conflitto militare. Una guerra lanciata per togliere al popolo ucraino la libertà e la democrazia e che sta producendo morte e indicibili sofferenze alla popolazione". Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, apre il G7 Cultura che si sta svolgendo a Napoli e che si terrà fino a domani, 21 settembre. "La cultura è identità e anima di una nazione ed è un imperativo proteggerla dalle minacce del nostro tempo. La guerra al popolo ucraino sta provocando anche un attacco indiscriminato al patrimonio culturale ucraino. Sono ormai tanti i casi di chiese, musei, teatri, edifici storici o altri luoghi della cultura che sono stato bersaglio delle bombe russe. E numerose le opere d’arte trafugate o distrutte nel corso di operazioni militari". "Di fondo - prosegue Giuli - sembra esserci un tentativo di cancellare l’identità culturale ucraina, di annientare i segni di una Nazione, che ha dimostrato, con il coraggio e la determinazione di voler scegliere autonomamente il proprio futuro. Non possiamo permetterlo. Dobbiamo continuare ad essere al fianco del popolo ucraino nella difesa della sua sovranità. Dobbiamo aiutarlo a proteggere il suo patrimonio culturale e assisterlo nell’opera di ricostruzione. Spero che da questa riunione G7 parta un messaggio forte e condiviso per la tutela dell’identità culturale ucraina", conclude.

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