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Cernobbio, Calenda: “Proporremo di investire 4 miliardi su sanità”

Al forum Ambrosetti panel con Giuseppe Conte, Elly Schlein e Carlo Calenda. Convergenza sulla proposta del leader di Azione per un piano di 4 miliardi sulla salute

Elly Schlein, Carlo Calenda e Giuseppe Conte  - (Fotogramma)

È il giorno degli interventi degli esponenti delle opposizioni al forum Ambrosetti di Cernobbio. In un panel insieme Giuseppe Conte e Elly Schlein e Carlo Calenda si compattano sul alcuni temi della manovra 2025 e si dicono pronte al fronte comune sulla sanità. Posizioni distanti invece tra i leader sul ruolo dell’Italia nella guerra in Ucraina.

Schlein: "Disponibili a lavorare insieme su manovra con approccio pragmatico"

"Credo e spero che ci sarà occasione di fare un lavoro comune anche sulla manovra. Che purtroppo ci aspettiamo, come quella dell'anno scorso, senza respiro e senza anima", ha detto il segretario del Pd, Elly Schlein, a margine del suo intervento. "Noi vogliamo assicurarci che il Paese sia messo in condizione di ripartire - ha sottolineato -. È il nostro primario interessante. Anche i salari sono diminuiti, ce ne dobbiamo occupare con grande urgenza".

Con il leader di Azione, Carlo Calenda e quello del M5S, Giuseppe Conte, che hanno preso parte al confronto di Cernobbio, "è emersa la stessa critica che facciamo noi: la transizione 5.0 che è arrivata con enorme ritardo e senza dare continuità. Le imprese hanno bisogno di poter programmare, quindi dare continuità a quel tipo di meccanismi di incentivi è fondamentale. Come abbiamo detto che avremmo aiutato l'attuazione del Pnrr. Credo e spero che ci sarà occasione di fare un lavoro comune anche in vista della prossima manovra".

"La prima questione che mi piacerebbe affrontare insieme alle altre opposizioni - ha detto Schlein - è un piano per tornare a crescere". Servono "politiche industriali che siano in grado di accompagnare i grandi cambiamenti a cui siamo sottoposti". L'altra necessità per il Pd "dare continuità agli incentivi. Transizione 5.0 è arrivata tardi e senza continuità, perché non c'è più nulla dopo il 2026".

"Non siamo qui né ad abbracciare il trionfalismo del governo né a dipingere una quadro più fosco di quanto non sia. Ci sono elementi di preoccupazione, c'è una crescita, ma il punto è non accontentarci di quell'1% e chiederci che cosa la sta trainando", ha detto ancora la segretaria del Pd. "Se vogliamo guardare i dati di oggi questa crescita è trainata dal Pnrr, ci vogliamo preoccupare del dopo?", si è chiesta Schlein.

Tra le proposte avanza, quella di "approvare subito un congedo paritario retribuito al 100% di 5 mesi per entrambi i genitori". "Abbiamo i dati dell'occupazione femminile più bassi d'Europa al Sud. La questione dell'occupazione femminile - ha evidenziato - potrebbe rilanciare fortemente il Paese. Fa strano dirlo in un Paese che ha per la prima volta una presidente del Consiglio donna".

Per la segretaria dem - tra le altre cose - servono "un nuovo patto sociale anche in Italia"; interventi sulla sanità, su cui ha proposto al leader di Azione Carlo Calenda "lavoriamoci insieme per la prossima manovra"; e "un fisco progressivo, perché il nostro fisco anche con l'intervento del governo non è amico dello sviluppo oggi conviene quasi prendere una casa e affittarla su Airbnb che avviare un'impresa o una startup innovativa".

Calenda: "Governo non riesce ad amministrare il Paese"

Nel suo intervento il leader di Azione Carlo Calenda va subito all'attacco del governo: "Al di là delle singole scelte e dei singoli scandali, questo governo ha un gigantesco problema di classe dirigente politica. Non riesce ad amministrare il Paese”, ha chiosato.

Interpellato dai cronisti sulle parole pronunciate ieri dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Calenda ha osservato: “Il suo intervento è quello che ogni presidente del Consiglio fa in questo posto. Cioè raccontare le magnifiche sorti progressive del governo. Alcune cose che ha fatto Meloni le condivido, alcuni dati sono positivi, perché lo sono effettivamente”. Quindi ha aggiunto: “Trovo abbastanza ridicolo quello che si fa in Italia da sempre, lo faceva la stessa Meloni, quando sei all'opposizione dici che va tutto male e quando sei al governo dici che va tutto bene. Credo che il problema sia più grande di cosi”.

Per Calenda "siamo in un tempo di bipolarismo molto muscolare in cui ci si scaglia pietre addosso, il risultato è che verremo sommersi da queste pietre". "Qualunque piattaforma di governo, che sia di destra, di sinistra o nasca dalla collaborazione tra il centro e la sinistra o il centro e la destra, per noi non può che essere fondata su ciò che è realistico e fattibile. E questo purtroppo non accade", ha osservato Calenda.

"Noi siamo all'opposizione e il nostro dovere reciproco è collaborare con le altre opposizioni ogni volta che è possibile, per cercare di proporre soluzioni, come sul salario minimo. Qualche volta ci riusciamo, altre no, ma Azione non starà in una coalizione in cui non è chiaro come intendi affrontare la transizione energetica. Per noi green deal è da superare e serve il nucleare", ha avvertito il leader di Azione.

Calenda ha poi annunciato che "nella prossima legge di bilancio proporremmo che almeno la parte relativa alle aliquote Irpef che vale 4 miliardi sia investita sulla sanità, perché riteniamo che la sanità sia uno dei problemi fondamentali di questo Paese". "L'idea per cui l'opposizione a ogni legge di bilancio debba proporre delle cose che valgono 50 miliardi n più di deficit in più è sbagliato" e "non perché Meloni non l'abbia fatto quando, lo ha fatto forse più degli altri", ha detto Calenda.

Conte: "Serve un nuovo Next Generation Eu"

"C'è la necessità di un nuovo Next Generation Eu, noi rivendichiamo questa svolta storica ma il piano va stabilizzato", ha detto il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte nel suo intervento. "Solo con strumenti di questo tipo l'Unione europea potrà competere nello spazio globale con giganti come gli Stati Uniti e la Cina: occorre incrementare il bilancio dell'Unione europea", ha detto.

Conte ha sottolineato che "è importante ridurre il debito del Paese, ma l'unica reale possibilità certificata, anche storicamente, è quella di spingere sulla crescita: servono politiche espansive". "Una tassa sugli extra profitti? Sarebbe buona e giusta", ha detto Conte, secondo il quale "la politica economica che di fatto questo governo sembra portare avanti è una politica economica che punta sull'avanzo primario". "Questa politica economica - ha detto Conte - significa nuove tasse, ulteriori tagli e puntare sul lavoro povero: certo, il governo sta puntando molto sull'export ma il rischio è quello di affossare la domanda interna".

"Adesso entra in vigore il nuovo Patto di stabilità, siamo davanti a una prospettiva che comprimerà l'Italia nella possibilità di definire un rilancio della crescita", ha detto ancora il leader del Movimento Cinque Stelle. "Qualche giorno fa abbiamo sentito la presidente Meloni sciorinare una lista di record isolando alcuni dati, l'ho vista più prudente invece nell'intervento che ha fatto da voi al Forum: in realtà non possiamo essere così tranquilli", ha spiegato il leader del M5s. "Siamo ultimi per quanto riguarda le spese sanitarie, abbiamo un crollo dei redditi reali certificato da Eurostat e adesso arriva il nuovo Patto di stabilità a comprimere le possibilità di crescita dell'Italia", ha affermato.

Conte ha elencato gli interventi da mettere in campo per realizzare una politica economica espansiva: "Rafforzare il sistema sanitario nazionale, puntare sui pagamenti digitali per contrastare l'evasione e risolvere il problema dei giovani: 2 milioni di ragazzi hanno perso occupazione", ha concluso.

Su Kiev posizioni distanti

Per quanto riguarda l'Ucraina, Conte ha spiegato che bisogna che le due parti si accordino per la pace, e imporre una "soluzione negoziale" per fermare questo drammatico conflitto.

A ribadire la propria linea “molto chiara” anche Calenda, secondo il quale “la difesa si fa sul territorio ucraino ma la difesa attiva si fa anche prevenendo gli attacchi e i bombardamenti, colpendo in modo delimitato e preciso obiettivi militari da cui partono gli attacchi”. Putin, ha osservato Calenda, "non sta attaccando solo l'Ucraina ma sta cercando di minare le nostre democrazie e va fermato".

“Io - ha spiegato Calenda alla platea di Villa d’Este - trovo ipocrita il dire dell'Italia, unico Paese in Europa assieme all’Ungheria, che sì, le armi si possono usare ma non puoi colpire l’aeroporto da cui partono i bombardamenti che colpiscono il tuo Paese. Dobbiamo scegliere se essere come ci descrivono in tutto il mondo, cioè l’Italietta che fa un passo da un lato, un passo dall’altro, perché non ha mai il coraggio delle proprie posizioni oppure se stiamo con l’Ucraina perché l’Ucraina è l’argine oggi a quello che sta accadendo, cioè l’espansione russa e non solo attraverso la guerra”.

Viktor Orban, "il signore che avete ospitato qui - ha evidenziato il leader di Azione - potete chiamarlo come vi pare ma è la quinta colonna della Russia. E agisce all’interno del Consiglio come quinta colonna della Russia. E così lo sono partiti che stanno nel nostro Parlamento e che hanno accordi formali in essere con la Russia".

Sul tema Elly Schlein, da quanto trapela, avrebbe ribadito il proprio sostegno netto all'Ucraina, e parlato anche della guerra in Medio Oriente, dicendo che come Israele ha il diritto a vivere in sicurezza lo stesso vale per la Palestina.

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Politica

Migranti, Meloni incassa ok Starmer: “Se modello...

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Tarda apertura dell'hotspot per via di forti grandinate. Per la premier "qualche settimana ancora" ma c'è chi parla di novembre

Giorgia Meloni e Keir Starmer (Fotogramma/Ipa)

E' laburista, ha preso il posto dell''amico' Rishi Sunak a Downing Street mandando a casa il conservatore con cui Giorgia Meloni aveva stretto un asse di ferro. Eppure è il primo ministro inglese Keir Starmer a servire alla premier italiana l'assist che non ti aspetti, perché regge su uno dei dossier più invisi alla sinistra italiana, ovvero il modello Albania e l'apertura dei due hotspot per migranti nati da un accordo stretto nel novembre scorso con Edi Rama. Chiuso in un cassetto il modello Ruanda di Sunak, per lo più a causa dei costi e dei dubbi sull'efficacia del suo potenziale dissuasivo, Starmer vola a Roma per capire come il governo di centrodestra abbia innescato "le riduzioni piuttosto drastiche" di flussi immigratori irregolari. "Voglio capire come è successo", afferma prima di incontrare la premier.

Migranti e Ucraina

A prova del suo interesse, Starmer - al fianco di Martin Hewitt, guida della task force voluta dal governo laburista per contrastare gli sbarchi illegali sulle coste del Regno Unito in un'iniziativa alternativa al piano Ruanda - visita in mattinata il Centro di coordinamento per l'immigrazione di Roma. E ripropone lo stesso 'registro' comunicativo battuto dalla presidente del Consiglio: "Credo da tempo che impedire alle persone di viaggiare sia uno dei modi migliori per affrontare” il problema. Dunque giunge a Villa Doria Pamphilj per il colloquio con Meloni, che si prolunga mezz'ora più del previsto. Colazione di lavoro e dichiarazioni congiunte alla stampa, durante le quali la premier rimarca la piena intesa con il nuovo inquilino di Downing Street, dal dossier migranti a quello ucraino, in giorni resi 'caldi' dal dibattito sull'uso di missili a lungo raggio contro il territorio russo.

Con Starmer, spiega la presidente del Consiglio ai cronisti, "abbiamo parlato del protocollo Italia-Albania su cui il governo britannico ha molta attenzione, abbiamo offerto elementi per comprendere meglio questo meccanismo". Non solo. Con il leader laburista "siamo anche d'accordo suol fatto che non bisogna avere timore ad esplorare soluzioni nuove" per fronteggiare l’emergenza migranti, si dice convinta Meloni, sostenendo che, se il modello Albania funzionerà, "può diventare una chiave di volta per tutti".

Il punto sull'Albania

Per vedere i due hotspot di Shengjin e Gjader operativi, tuttavia, servirà ancora del tempo, "qualche settimana", profetizza Meloni, tornando a ribadire la necessità di fare le cose al meglio: "Abbiamo gli occhi del mondo puntati". A rallentare l'avvio dei due centri per migranti, spiegano fonti di governo, le forti grandinate che si sono abbattute nelle ultime settimane sul territorio albanese, e che avrebbero fermato la posa dell'asfalto a Gjader, dove già si registravano problemi di tenuta del terreno. Il timore, piuttosto diffuso, è che per avviare i due hotspot serva più tempo. "Si rischia di arrivare a novembre", ammette una fonte di governo interessata dal dossier all'Adnkronos, nonostante lo sforzo in atto per accelerare con un avvio quanto meno parziale, ovvero 400 posti da rendere operativi entro fine mese, seppur la strada al momento appaia in salita.

I tempi lunghi rispetto alle premesse iniziali sembrano tuttavia non scoraggiare affatto Meloni, che difende a spada tratta il progetto. Negli hotspot che l'Italia si appresta ad avviare in Albania si applicherà la legge italiana, con personale di polizia e giudici italiani, e dunque "non c'è alcuna violazione dei diritti umani dei migranti", mette in chiaro con foga ribattendo alla domanda di una giornalista inglese che chiedeva conto a Starmer di possibili violazioni: "Non so a quale violazione di diritti umani lei si riferisca. In Albania si applica una giurisdizione italiana ed europea: o lei ritiene che sia una giurisdizione che violi i diritti dei migranti o questa accusa non trova fondamento".

I migranti che saranno portati in Albania, rimarca, "avranno lo stesso trattamento che avrebbero a Lampedusa o in qualsiasi altro hotspot italiano, solo in una porzione di territorio che non si trova in Italia. Questo perché ci aiuta a decongestionare una situazione difficile, e perché pensiamo che garantendo la piena tutela e realizzazione della giurisdizione italiana ed europea, con nostre forze di polizia, nostri giudici, nostri modelli, non si possa sostenere che quello che fa l'Italia violi i diritti umani dei migranti".

Sostegno a Kiev

E dopo aver incassato i ringraziamenti di Starmer per "la sua leadership così forte soprattutto per quanto riguarda l'Ucraina", Meloni chiarisce che l'Italia non intende indietreggiare sul sostegno a Kiev, e che, su questo, la sua maggioranza è compatta. Una puntualizzazione resa necessaria dal dibattito - che vede protagonista proprio Londra - sull'uso di missili a lungo raggio in territorio russo. "Queste sono decisioni che prendono le singole nazioni - ha chiarito Meloni ai cronisti -, i singoli Paesi che forniscono questi armamenti anche tenendo in considerazione quelle che sono le loro legislazioni di riferimento, la loro Costituzione. In Italia, come voi sapete, questa autorizzazione oggi non è in discussione ma sono tutte decisioni che noi condividiamo ovviamente con i nostri alleati. Lo dico semplicemente per dire che non va letto, come invece mi è sembrato che in alcuni casi si facesse, come un indietreggiare rispetto al sostegno all'Ucraina".

"Del resto - rimarca Meloni - quando il presidente Zelensky è venuto in Italia non più tardi di due settimane fa ha detto: non chiediamo all'Italia nulla di più di quello che sta già facendo. Chiaramente ognuno ha i propri riferimenti per prendere queste decisioni e noi abbiamo preso la nostra, ma penso che si veda e si continui a vedere come il sostegno italiano all'Ucraina sia un sostegno a 360 gradi che andrà avanti fin quando è necessario che ci sia".

L'incontro a Villa Pamphilj si chiude con la sigla di una dichiarazione congiunta dei due leader che conferma l'ambizione di entrambi "a continuare a rafforzare e approfondire il partenariato strategico tra le due Nazioni in ogni ambito di comune interesse". E la promessa di rivedersi presto, molto presto. Del resto Meloni mostra con chiarezza la volontà di non voler perdere il rapporto privilegiato con Londra, al netto dell'addio di Sunak a Downing Street.

"L'Italia - afferma la premier - vuole continuare in questo solido rapporto che ha costruito e che continua a implementare con il Regno Unito e vuole anche accompagnare il Regno Unito, sostenerlo, in questo lavoro molto importante che sta facendo per favorire una nuova e più stretta cooperazione con l'Unione Europea, nel rispetto chiaramente delle intese che disciplinano i rapporti del post Brexit".

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Politica

Processo Open Arms, Salvini: “Non patteggio, ho...

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Il leader della Lega: "Non sono un sequestratore"

Matteo Salvini

"Patteggerò? No. Io ritengo di aver mantenuto una promessa, quella di ridurre gli sbarchi. Io non patteggio, sono convinto di aver ragione. Non sono un sequestratore". Matteo Salvini si esprime così, a Quarta Repubblica su Rete4, rispondendo alla domanda sull'ipotesi di un pareggiamento dopo la richiesta di 6 anni di carcere avanzata dal pm.

"Ho paura di essere condannato? No. Questo non è un processo a Salvini, è un processo all'Italia. "Non è stato un processo ma un comizio. Questo signore", il magistrato "si candidi e cambi le leggi", dice Salvini. "Paura per me? No. Rifarei quello che ho fatto: difendere i confini del Paese. Avevo promesso di ridurre gli sbarchi: lo abbiamo ridotti del 90%. Non sono preoccupato per me, onestamente mi è pesto spiegare ai miei figli quello che stava succedendo". "Credo nella magistratura e cerco di dirlo senza sorridere troppo. Questo è un processo politico con cui attaccare il centrodestra e il governo. E' un processo assurdo", prosegue.

C'è spazio per un giudizio politico sull'operato del governo: "Era tutto concordato con Conte, che ora è smemorato". "Il giudice che è terzo può leggere gli atti e dire che Salvini ha fatto il suo dovere e lo assolvo. Se mi condannano, c'è l'appello ma lo considererei un precedente pericoloso, non per Salvini che ha le spalle larghe. Se viene confermata la condanna a 6 anni, che non viene data neanche a uno stupratore, vado in carcere", afferma. "Siccome non riesco a sconfiggere Salvini che è mio avversario politico alle elezioni, provo a farlo fuori" per via giudiziaria.

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Politica

Sondaggio politico: Fratelli d’Italia, Pd e M5S...

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In calo Forza Italia e Lega

Giorgia Meloni

Fratelli d'Italia, Pd e M5S in crescita. Forza Italia e Lega in calo. E' il quadro del sondaggio politico Swg che oggi, 16 settembre 2024, fotografa le intenzioni di voto per il Tg La7. Fratelli d'Italia si conferma ampiamente primo partito: la formazione guidata da Giorgia Meloni guadagna lo 0,1% e sale al 30,3%. In ascesa anche il Pd di Elly Schlein, che passa dal 22,5% al 22,8%.

Su anche il M5S di Giuseppe Conte che, nei giorni caratterizzati dalle tensioni con Beppe Grillo, sale dall'11,5% all'11,7%. Ai piedi del podio elettorale, Forza Italia scende dall'8,5% all'8,4%. Passo indietro anche per la Lega di Matteo Salvini, che dall'8,3% cala all'8,1%. Giù anche Verdi e Sinistra, attualmente al 7%. Lontane Azione (3%), Italia Viva (2,6%), +Europa (1,7%) e Sud chiama Nord (1,1%).

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