Farmaci: studi, biologico riduce ospedalizzazioni e dimezza esacerbazioni asma grave
All'Ers dati su depemokimab a ultra-lunga durata somministrato ogni 6 mesi migliora e aderenza
In adulti e adolescenti con asma grave con infiammazione di tipo 2 caratterizzata da un aumento della conta degli eosinofili nel sangue, il biologico a durata d'azione ultra-lunga depemokimab ha portato a una riduzione statisticamente e clinicamente significativa delle esacerbazioni in 52 settimane, rispetto al placebo più lo standard di cura. Somministrato una volta ogni 6 mesi, il farmaco ha infatti prodotto una soppressione sostenuta di un marcatore chiave dell'infiammazione di tipo 2, un fattore scatenante di attacchi d'asma e ricoveri ospedalieri. I dati, che si riferiscono agli studi clinici di fase III Swift-1 e Swift-2 - si legge in una nota diffusa oggi da Gsk - sono stati presentati alla European Respiratory Society International Conference in corso fino a domani a Vienna (Austria), e sono stati pubblicati simultaneamente sul 'New England Journal of Medicine'.
Swift-1 e Swift-2 sono studi duplicati con gli stessi endpoint primari e secondari. Entrambi hanno raggiunto gli endpoint primari con riduzioni statisticamente importanti nel tasso annualizzato di esacerbazioni clinicamente significative (attacchi d'asma) nell'arco di 52 settimane rispetto al placebo, con l'analisi aggregata pre-specificata che mostra una significativa riduzione del 54% delle esacerbazioni. Nell'analisi aggregata la riduzione delle esacerbazioni clinicamente significative che richiedono ospedalizzazione o visita al pronto soccorso (endpoint secondario) è stata del 72%. Nei singoli studi, gli endpoint secondari che valutavano la qualità della vita o la misurazione basata sui sintomi hanno mostrato miglioramenti, ma non hanno raggiunto la significatività statistica rispetto al placebo.
La prevenzione delle esacerbazioni, un rischio noto di ospedalizzazione e causa di danni polmonari cumulativi e progressione della malattia, è da tempo un obiettivo del trattamento e della cura dell'asma all'attenzione di Gsk, ricorda l'azienda. La soppressione continuativa dell'infiammazione di tipo 2, un fattore tipico delle esacerbazioni, potrebbe infatti aiutare a cambiare il corso della malattia. La possibilità di intervalli di dosaggio prolungati potrebbero rappresentare un vantaggio nel superare le barriere come aderenza o frequenti appuntamenti medici, nel raggiungimento di risultati ottimali. "Con un programma di dosaggio di sole due iniezioni all'anno - osserva Kaivan Khavandi, Svp, Global Head of Respiratory/Immunology R&D Gsk - depemokimab ha il potenziale per essere il primo biologico a durata d'azione ultra-lunga approvato con dosaggio di 6 mesi. Ciò potrebbe offrire ai medici e a milioni di pazienti con asma grave un'opzione che fornisce rassicurazioni sulla soppressione sostenuta nel tempo di un marcatore chiave dell'infiammazione di tipo 2 e una riduzione del tasso di esacerbazioni e ospedalizzazioni, l'obiettivo di trattamento fondamentale nell'asma".
L'autore principale degli studi, David Jackson, professore di Medicina respiratoria al King's College di Londra e responsabile clinico per l'asma grave presso gli ospedali Guy's e St Thomas' di Londra, afferma: "Come medico, è incoraggiante vedere i risultati di una ricerca che potrebbe far evolvere la gestione dell'asma grave. Per me, prevenire le esacerbazioni e in particolare quelle che portano a ricoveri ospedalieri è una priorità di trattamento per le persone che visito con asma grave. Non solo le esacerbazioni sono traumatiche per i pazienti e contribuiscono a esercitare pressioni sui sistemi sanitari/ospedalieri, ma ogni esacerbazione può causare cambiamenti irreversibili al tessuto dei polmoni che nel tempo possono portare alla perdita permanente della funzionalità polmonare e rendere la respirazione del paziente progressivamente più difficile".
Depemokimab, primo biologico a durata d'azione ultra-lunga ad essere valutato in studi di fase III - illustra la nota - ha un'elevata affinità di legame e potenza per l'interleuchina-5 (Il-5), che consentirà intervalli di dosaggio di 6 mesi per i pazienti con asma grave. L'Il-5 è una citochina (proteina) chiave nell'infiammazione di tipo 2, in genere rilevata da un aumento della conta degli eosinofili nel sangue. Oltre l'80% delle persone con asma grave presenta un'infiammazione di tipo 2 come patobiologia sottostante. L'identificazione di queste persone potrebbe guidare i medici nell'avvio del trattamento corretto per il tipo di asma, contribuendo così a ridurre il rischio di esacerbazioni.
La percentuale di pazienti che hanno manifestato un evento avverso è stata simile tra il gruppo depemokimab e placebo in Swift-1 (73%) e Swift-2 (72% rispetto a 78% del placebo). Nessun decesso o evento avverso grave è stato correlato al trattamento dello studio. La sperimentazione è stata condotta durante un periodo di elevata prevalenza di Covid e questi eventi sono stati registrati come i più comuni eventi avversi. Non c'era alcuna differenza nelle segnalazioni di Covid tra coloro che ricevevano depemokimab o placebo. La rinofaringite, un altro nome per il comune raffreddore, era il secondo evento avverso più comune nell'analisi aggregata con una percentuale inferiore nel gruppo depemokimab rispetto al gruppo placebo in Swift-1 (12% rispetto al 10% del placebo) e in Swift-2 (13% rispetto 21%). L'analisi di sicurezza dei dati continua come parte degli studi di estensione in aperto.
Salute e Benessere
Sanità, Consulcesi: “2024 a difesa professionisti,...
"Permesso il recupero di 293mila euro tra somme non corrisposte e diritti negati"
Consulcesi, il network legale più grande in Italia, celebra i risultati della sua attività per il 2024 "a tutela dei diritti dei medici e dei professionisti sanitari". Un bilancio che evidenzia "il grandissimo impegno in difesa delle categorie spesso chiamate a confrontarsi con contesti lavorativi complessi, dispute giuridiche e la necessità di un adeguato riconoscimento del proprio ruolo". Lo sottolinea Consulcesi in una nota. Nel 2024 Consulcesi "ha respinto azioni legali per un valore complessivo di 2 milioni e 700mila euro e ha permesso il recupero di 293mila euro tra somme non corrisposte e diritti negati. Numeri significativi che testimoniano la capillarità e l’efficacia dell’azione legale svolta dai professionisti del network, in risposta alle crescenti difficoltà che medici e operatori sanitari si trovano ad affrontare in condizioni lavorative sempre più complesse".
Tra i casi più rilevanti, "sono state respinte azioni giudiziali legate alla responsabilità medica per un valore superiore a 1,5 milioni di euro e 1 milione di euro, a testimonianza della solidità delle difese predisposte dai legali Consulcesi - prosegue la nota - Altri interventi hanno riguardato dispute sul demansionamento, con un recupero di 100mila euro, e sul riconoscimento delle ferie non godute, con esiti favorevoli per importi che hanno superato 35mila euro anche in sede d’appello".
Parallelamente all’azione giudiziale, i legali Consulcesi & Partners "hanno risolto in via extragiudiziale decine di situazioni lavorative attraverso attività di negoziazione con le strutture sanitarie di appartenenza. Tali interventi hanno toccato temi cruciali per i professionisti, come il riconoscimento dell’aspettativa non retribuita, il rinnovo delle convenzioni con le Asl per i medici di medicina generale, l’adeguamento delle mansioni, l’esonero dai turni notturni e di reperibilità e l’accoglimento di domande di trasferimento - conclude la nota - Questi risultati sottolineano il ruolo fondamentale svolto da Consulcesi nella valorizzazione dei diritti degli operatori sanitari e nella difesa della loro professionalità, contribuendo concretamente al miglioramento delle condizioni lavorative e al riconoscimento dei giusti compensi e indennizzi".
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Malattie rare, chef Valbuzzi: “Con Aisla condividiamo...
Al Christmas Party, evento conclusivo del programma del Natale solidale di Aisla: "Lo stare insieme passa attraverso il cibo, creiamo piatti che uniscono tutti"
"Il significato di questa serata, insieme ad Aisla e SlaFood, è lo stare insieme, la condivisione di un obiettivo: contrastare la Sla e cercare di creare coesione tra le persone che combattono questa malattia e le famiglie che li aiutano, nonché i ricercatori e i volontari che tutti i giorni cercano di contrastare l'avanzare e il progredire di questa patologia". E' quanto affermato dallo chef Roberto Valbuzzi, in occasione del Christmas Party che ha concluso il programma del Natale solidale di Aisla. Nel corso della serata è stato annunciato un traguardo straordinario: i fondi raccolti hanno raggiunto la cifra di 230mila euro, un risultato concreto e un esempio di impegno collettivo. La campagna era stata lanciata a Roma il 21 novembre scorso con la diretta streaming 'La Promessa per la Ricerca', a cui hanno partecipato illustri personalità del mondo dello sport, dello spettacolo, delle istituzioni e del giornalismo.
"Lo stare insieme passa sempre attraverso il cibo. Il cibo è qualcosa di fondamentale che non dovrebbe mancare a nessuno", spiega lo chef che sottolinea come purtroppo, a causa della disfalgia che colpisce i malati di Sla, "è difficile a volte riuscire ad arrivare a tutti. Da parte nostra, dunque, è importante cercare di creare dei piatti o aiutare a dare spunti per far sì che tutte le persone possano mettersi a tavola insieme e godere di un momento di condivisione, come tavola richiede", conclude.
Salute e Benessere
Salute: in Italia 120mila persone colpite da ictus ogni...
Santalucia (Isa-All): "Patologia che si può curare ma è consigliabile prevenirla, con aggiustamenti degli stili di vita"
In Italia "sono 120mila le persone colpite da ictus ogni anno e 12mila di loro sono under 55. Il 25% dei casi avviene infatti prima dei 65 anni di età. Si tratta di una delle prime tre cause di morte e la prima di disabilità, che riguarda 45mila dei sopravvissuti all’evento acuto, e su cui è possibile intervenire con azioni di prevenzione mirate". Per sensibilizzare alla patologia e migliorare le opportunità di prevenzione, Isa-Aii, l’Associazione italiana ictus, in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha lanciato ad aprile una campagna di sensibilizzazione sulle malattie cerebrovascolari e nell’ambito di questa collaborazione sono state effettuate nella Caserma della Guardia di Finanza dell’Aquila due giornate di screening gratuiti.
“L’ictus può colpire soggetti di ogni età – spiega Paola Santalucia, Presidente Eletto Isa-Aii –, in particolar modo se in presenza di stili di vita scorretti. Infatti fattori di rischio come ipertensione, glicemia e colesterolo elevati e non sotto controllo, abitudine al fumo o all’eccesso di alcool, sovrappeso e sedentarietà danneggiano il sistema cardiovascolare con effetto che aumenta con il loro persistere nel tempo fino alla manifestazione dell’evento clinico, come infarto e ictus. Per questa ragione, in collaborazione con la Guardia di Finanza, abbiamo lanciato un progetto di screening del personale che mediamente ha un’età giovane e comunque al di sotto dei 60 anni. Il progetto è iniziato ad aprile in occasione del Congresso nazionale Isa-Aii ospitato proprio dalla Scuola Allievi della Guardia di Finanza, e proseguirà nei prossimi mesi presso altre sedi sul territorio italiano".
"L’ictus - prosegue Santalucia - ha ricadute sia sulla salute del singolo individuo che sul benessere dell’intera popolazione, e intervenire con azioni di prevenzione primaria e screening ha effetti anche nella prospettiva di riduzione dell’impatto socio-economico, che oggi, in Europa, supera i 60 miliardi di euro. Le patologie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus, oggi si possono curare ma è molto meglio prevenirle attraverso la conoscenza e il controllo dei fattori di rischio. Grazie a questa campagna di sensibilizzazione, l’Associazione Italiana Ictus (Isa-Aii) e la Guardia di Finanza contribuiscono alla diffusione della cultura della prevenzione e alla riduzione della patologia cardiovascolare e delle sue drammatiche conseguenze".
“Gli screening che svolgiamo nel contesto della campagna di Isa-Aii in collaborazione con la Guardia di Finanza sono rivolti al personale e ai familiari stretti, purché sopra i 50 anni d’età – aggiunge Simona Sacco, presidente Eso, European Stroke Organization –. Includono la valutazione anamnestica sulla presenza dei principali fattori di rischio cardiovascolari (stili di vita, alimentazione, attività fisica e storia pregressa di malattie o familiarità per patologie cardiovascolari), la misurazione della pressione arteriosa e della glicemia, il calcolo del Body Mass Index e dei valori di colesterolemia. Successivamente effettuiamo una valutazione del rischio con lo Score 2, un indice validato per l’ictus, e stratifichiamo i soggetti a rischio basso, intermedio e alto".
"A chi ha una probabilità intermedia o alta effettuiamo un ecocolor doppler delle carotidi. Infine offriamo suggerimenti su come ottimizzare i propri comportamenti per ridurre la possibilità di malattie cerebrovascolari. In caso vengano individuati elementi di rischio importanti raccomandiamo una visita medica in ospedale per una valutazione più formale - aggiunge Sacco - Le indicazioni variano in base al tipo di anomalia: in caso di pressione alta proponiamo di compilare un diario, misurando il valore a domicilio, e di recarsi poi o dal medico di medicina generale o dallo specialista interno alla Guardia di Finanza per un confronto. Abbiamo individuato diverse persone a rischio intermedio e alto e il fumo è ancora un fattore di rischio molto rappresentato nella popolazione, insieme a sedentarietà e sovrappeso. Queste ultime caratteristiche sono spesso causate da lavori d’ufficio che portano a trascorrere molto tempo fermi e senza svolgere attività fisica, e proprio in questi casi è necessario implementare del movimento nella propria routine quotidiana".
Alle giornate di screening svolte a L’Aquila hanno partecipato i dottori Matteo Foschi, Federico De Santis, Chiara Ragaglini e Maria Grazia Vittorini. Per la Guardia di finanza le attività sono state coordinate dalle dottoresse Carmen Pagano ed Agata Correnti.