Dai vertici l'indicazione a "guardare avanti" e focalizzarsi su temi e proposte in vista della costituente
Noi vogliamo guardare avanti, parlare di temi e partecipazione: c'è un'intera comunità che non si fa mettere il bavaglio e non vuole censure, ma vuole discutere di temi e partecipazione. Questo, apprende l'Adnkronos, il 'mood' che filtra dal quartier generale del M5S a Campo Marzio all'indomani della bordata lanciata da Giuseppe Conte alla festa del Fatto Quotidiano, dove il leader pentastellato ha detto chiaro e tondo che potrebbe abbandonare la comunità del Movimento se Beppe Grillo continuerà a comportarsi da "sopraelevato".
"Andare oltre lo screzio Conte-Grillo"
L'oggetto della contesa è noto: il garante e co-fondatore dei 5 Stelle considera intangibili nome, simbolo e regola del doppio mandato; per Conte, invece, questi temi possono tranquillamente essere discussi in occasione dell'assemblea costituente in programma questo autunno. L'assise, fissata per il 19 e 20 ottobre, potrebbe però essere rimandata alla luce della grande mole di contributi e proposte arrivate dagli iscritti: 22mila, un dato superiore alle aspettative dei vertici pentastellati, che hanno così deciso di prendersi qualche giorno in più per ottimizzare il materiale e organizzare la seconda fase, quella deliberativa.
Andare 'oltre' lo screzio con Grillo e focalizzarsi su temi e proposte in vista della costituente: questo l'obiettivo di Conte, che sempre nel suo intervento di ieri davanti alla platea del Fatto ha spiegato che della questione Grillo "se ne occuperanno gli avvocati", invitando il comico genovese a rispettare il contratto di consulenza con il Movimento. "I nostri iscritti sulla piattaforma parlano di economia e proposte programmatiche, non possiamo fermarci alla diatriba con Beppe che vuole il suo mandato a vita...", dice un maggiorente del M5S.
Se i rapporti tra Grillo e Conte sono al momento nulli, quelli tra il garante e Virginia Raggi proseguono con regolarità, come confermato dall'ex sindaca di Roma e componente del Comitato di garanzia M5S nella puntata del programma di Maria Latella che andrà in onda domani sera su Rai3. Raggi - che gli anti Conte vicini a Grillo vedono come una possibile competitor dell''avvocato del popolo' per la leadership del Movimento - ha detto la sua sullo scontro tra il comico e l'ex presidente del Consiglio tornando a tessere le lodi del M5S delle origini: "Il Movimento - ha affermato - nasce come idea, come metodo, come possibilità e io credo che oggi ci sia bisogno di tornare a quel metodo e a quel laboratorio, altrimenti si diventa solo la brutta copia degli altri partiti". Raggi ha inoltre bocciato il progetto del campo largo e la collocazione del Movimento nello schieramento progressista: "Moltissimi elettori si sono allontanati perché il M5S ha iniziato a compiere una serie di movimenti non chiari, e continuare a rimanere in quell'ambito non credo avvicinerà altri elettori. Anzi, li farà allontanare. Perché un elettore tra un partito di sinistra, storico, radicato sul territorio come è sicuramente il Pd, e il M5S che si ricicla come partito di sinistra, forse sceglie l'originale e non la copia".
La battaglia sul quorum, guerra sulla conta degli iscritti
Ma la 'guerra' intestina al M5S in vista della costituente si gioca anche sulla conta degli iscritti chiamati a votare sulla piattaforma. Nei giorni scorsi non è passata inosservata una mail del Movimento che invitava gli iscritti inattivi a rinnovare l'iscrizione con un clic entro 5 giorni, pena la disattivazione dell'account.
Secondo fonti ex grilline, si tratterebbe di un tentativo dei vertici di bagnare le polveri a Grillo: "Siccome Beppe può chiedere di ripetere un voto e, nella seconda votazione, c'è il vincolo di raggiungere almeno il 50% più uno affinché il risultato sia valido", i vertici starebbero cercando di "portarsi avanti" per "diminuire la base votanti, applicando la regola del rinnovo che però nelle scorse votazioni non hanno mai applicato". "Illazioni", replicano da Campo Marzio: lo statuto - viene spiegato - prevede la cancellazione degli utenti inattivi, che non hanno mai fatto un accesso e non hanno partecipato a votazioni. "Se avessimo davvero voluto abbassare il quorum non avremmo mandato la mail. Anziché fare questo, abbiamo preferito dare una ulteriore possibilità agli iscritti, in un momento di partecipazione così importante", ragionano dal M5S.
Politica
Focus sull’energia e Piano Mattei, Meloni torna ad...
La premier alla Sustainability week, poi vedrà bin Zayed. Prevista firma dell'intesa su nuova infrastruttura energia verde
L'Italia come grande "hub" mediterraneo e snodo per i flussi energetici tra l'Europa e Africa. Ad Abu Dhabi, nel giorno del suo compleanno, Giorgia Meloni tornerà oggi a ribadire uno dei capisaldi della politica estera ed energetica del suo governo in occasione della Sustainability Week 2025, evento che si svolge da oltre quindici anni per promuovere il dialogo e la collaborazione tra governi, settore privato e società civile sullo sviluppo sostenibile. La premier è arrivata nella capitale degli Emirati, anche per rafforzare le relazioni bilaterali e commerciali con uno dei player più importanti della regione. Per Meloni si tratta della terza visita nel Paese del Golfo dall'inizio del suo mandato, dopo il bilaterale del marzo 2023 e la partecipazione alla Cop28 a Dubai nel dicembre dello stesso anno.
Un rapporto, quello con gli Emirati, a cui il governo italiano tiene moltissimo. La visita nel 2023 a Mohammed bin Zayed Al Nahyan servì a riallacciare i rapporti con gli emiratini dopo le forti frizioni legate alla vicenda Etihad-Alitalia e lo stop all'export di armi deciso durante il secondo governo Conte. Un lavoro di ricucitura che ha dato i suoi frutti, tant'è vero che - sottolineano fonti italiane - le relazioni tra i due Paesi stanno attraversando una fase di particolare crescita. Il rilancio del partenariato strategico con gli Emirati "è tra le priorità dell'agenda di politica estera" del governo Meloni, viene spiegato: gli scambi commerciali hanno toccato quota 8,8 miliardi di euro nel 2023, con ulteriore crescita registrata nei primi nove mesi del 2024. E i due governi sembrano intenzionati a rafforzare ulteriormente la partnership economica e commerciale.
L'energia rappresenta ovviamente uno dei principali tasselli della cooperazione bilaterale, come testimonia la presenza negli Emirati di grandi aziende italiane. Governo italiano ed emiratino, spiegano le stesse fonti, "condividono un approccio pragmatico alla transizione energetica, ispirato al principio di neutralità tecnologica". Davanti alla platea del Summit, Meloni si concentrerà sulla "strategicità delle interconnessioni per la transizione energetica" e insisterà sul ruolo dell'Italia come collegamento energetico tra l'Europa e l'Africa. Traguardo a cui il governo sta lavorando anche attraverso l'attuazione del Piano Mattei e progetti infrastrutturali (tra questi, l'elettrodotto sottomarino Elmed tra Italia e Tunisia).
A margine del suo speech, Meloni assisterà alla firma di un'intesa quadro per lo sviluppo di una nuova infrastruttura di produzione e distribuzione di energia verde. Nel 2023 in occasione della prima visita di Meloni, Eni e Adnoc (la compagnia statale petrolifera degli Emirati) siglarono un accordo strategico per accelerare la riduzione delle emissioni e rafforzare la cooperazione nei settori dell'energia pulita e della sostenibilità. Alla missione partecipano anche i ministri dell'Agricoltura e dell'Ambiente, Francesco Lollobrigida e Gilberto Pichetto Fratin.
La visita ad Abu Dhabi sarà anche l'occasione per un nuovo incontro bilaterale con il presidente bin Zayed. Sul tavolo, i futuri investimenti nei settori innovativi ma anche temi caldi di politica estera, dall'Ucraina al Medio Oriente. Secondo quanto si apprende, Meloni e bin Zayed approfondiranno, inoltre, le possibilità di potenziare la cooperazione tra Italia e Uae "nel quadro del Piano Mattei e del Processo di Roma su migrazioni e sviluppo". Gli Emirati sono stati, infatti, i primi a contribuire al fondo fiduciario multi-donatore creato dall'Italia presso la Banca Africana di Sviluppo.
Tra l'altro, la questione migranti è stata affrontata ieri in Consiglio dei ministri dalla premier, che ha voluto ricordare i dati Frontex relativi al netto calo degli ingressi irregolari nella Ue nel 2024. Riduzione, ha spiegato Meloni, "dovuta principalmente al drastico calo degli ingressi sulla rotta del Mediterraneo centrale, grazie al crollo delle partenze da Tunisia e Libia. E questo - ha rivendicato la presidente del Consiglio - è sicuramente un risultato dovuto all'azione dell'Italia". (dall'inviato Antonio Atte)
Politica
Consulta, centrodestra in affanno: Forza Italia tra veti...
Lo stallo azzurro frena la trattativa, rischio rinvio voto. Ma i forzisti assicurano: "Quadra si troverà". Intanto spunta l'ipotesi Cassinelli
Il centrodestra si impantana sulla Consulta. Sembrava cosa fatta fino a ieri mattina, poi qualcosa è cambiato. La scheda bianca ha tolto tutti dall'impaccio poco prima del voto delle 13. E' la quattordicesima fumata nera, se ne riparla forse giovedì, poi si capisce che nella maggioranza non è aria e si preferisce rinviare tutto alla prossima settima anche se l'ufficialità di uno slittamento potrà arrivare solo alla Conferenza dei capigruppo di questa mattina, alle 9.
Veti incrociati e fuoco amico
Dalle opposizioni raccontano che i maggiori problemi sono in casa Forza Italia, dove nessuno parla apertis verbis e trapela poco. Ma una cosa è certa, come sempre capita in questi casi, da tempo è partito tra gli azzurri il gioco dei veti incrociati, e soprattutto la mannaia del 'fuoco amico'.
I papabili, l'outsider e l'ipotesi Cassinelli
Fino ad ora tutti hanno scritto di una partita a due, tra Francesco Paolo Sisto e Pierantonio Zanettin, entrambi avvocati penalisti ed esponenti storici del partito (il primo è viceministro alla Giustizia, il secondo capogruppo in commissione Giustizia del Senato e 'padre' della riforma sulle intercettazioni). Ma alla fine potrebbero elidersi a vicenda e favorire la corsa di un outsider, che non sia politico e neanche parlamentare in carica, come il professore Andrea Di Porto, consulente da anni della Fininvest (noto alle cronache soprattutto per il ricorso vinto al Consiglio di Stato sulla vicenda Mediolanum che permise al Cavaliere di non cedere quote come invece obbligava Bankitalia). Ma sulla sua candidatura ci sarebbero le resistenze di chi nel centrodestra lo considera troppo riconducibile alla famiglia Berlusconi. Altro papabile azzurro, che circola in queste ore, sarebbe quello dell'avvocato genovese Roberto Cassinelli, esperto di diritto societario e finanziario, tra i fondatori di Fi in Liguria sin dal '94, già parlamentare azzurro e del Pdl.
C'è chi dice che c'è un altro nome in ballo che i vertici forzisti tengono coperto. Comunque, dentro il partito, in tanti sono pronti a scommettere che la spunterà un 'terzo' tra Sisto e Zanettin perché la comune volontà nella maggioranza (che nessuno vuole dire pubblicamente) è quella di non candidare parlamentari, forse per evitare rivendicazioni e pretese.
Dalle parti di via in Lucina assicurano che ''alla fine si troverà la quadra anche con le forze dell'opposizione per chiudere sui quattro giudici''. Resta blindato, invece, in quota Fdi il nome del consigliere giuridico di palazzo Chigi, Francesco Saverio Marini. Intanto, la premier Giorgia Meloni è volata ad Abu Dhabi per un vertice sull'energia e ci resterà per due giorni. Altro segnale, raccontano, che l'accordo sulla Consulta è lontano e le trattative proseguiranno senza sosta sotto traccia.
Politica
Treni sospesi a Roma Termini, da Conte a Renzi opposizione...
Il M5S: "Game over per il ministro". Italia Viva presenta una petizione: "Basta incompetenza, deve dimettersi". Schlein: "Lui e Meloni paralizzano l'Italia"
Circolazione dei treni sospesa e poi ripartita oggi alla stazione Roma Termini per un guasto tecnico, con conseguenti deviazioni e ritardi per i convogli. E, così come era stato per il caos ferroviario di Milano nei giorni scorsi, anche lo stop alla principale stazione della Capitale diventa un caso politico con l'opposizione all'attacco del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, della premier Giorgia Meloni e del governo.
"Game over, si dimetta"
"Aggiorniamo il governo, chiuso nelle sue stanze dorate, su quel che sta accadendo nel mondo reale: buio pesto per pendolari e viaggiatori anche a Roma Termini dove ci sarebbe un guasto della linea elettrica. Alcuni pendolari sono rimasti per minuti al buio dentro i treni, altri sono in fila davanti alla tabella dei ritardi aspettando notizie su tempi e sulle cancellazioni. Tutti i treni fermi e circolazione paralizzata: un altro disastro. Meloni non aveva due minuti da dedicare alle bollette, ce l'ha un minuto per questa emergenza? Quando ci proporranno soluzioni dignitose per un Paese civile? Sveglia!", scrive sui social Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle.
"A Termini la circolazione è sospesa per accertamenti tecnici: questo è quanto campeggia sul sito di Trenitalia. E’ il completamento di una giornata indecente sul fronte del trasporto ferroviario, ormai definitivamente tracollato nel nostro paese. La stazione romana è diventata ormai un 'hub dell’imprecazione' per i passeggeri: Salvini comprenda che la sua avventura da ministro dei Trasporti è arrivata al capolinea. Game over, si dimetta. Forse è giunta l’ora che anche Meloni provi a metterci la faccia, perché le nostre stazioni stanno diventando lo zimbello d’Europa in tema di disagi causati a chi viaggia in treno. Nell’anno del Giubileo la situazione è fuori controllo, bisogna ormai salvare il salvabile", commentano in una nota i parlamentari M5s delle commissioni Trasporti di Camera e Senato Antonino Iaria, Luciano Cantone, Roberto Traversi, Giorgio Fede, Gabriella Di Girolamo, Elena Sironi e Luigi Nave.
"Cosa fanno la Presidente Meloni e il Ministro Salvini per arginare il disastro che hanno creato sul trasporto pubblico? Con la loro gestione stanno paralizzando l’Italia, con effetti devastanti sulla vita quotidiana dei cittadini e danni incalcolabili all’economia e al turismo del Paese. Dopo una stagione estiva segnata da caos e disorganizzazione e un periodo natalizio caratterizzato da continui disservizi, la situazione rimane critica. Ogni giorno si registrano ritardi, mancanza di informazioni per i viaggiatori e rimborsi bloccati. Questo è un Paese che ogni giorno parte con un’ora di ritardo, non ce lo possiamo più permettere”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Roma Termini, oggi. A conclusione di una giornata di ritardi di ore e ore. Giornata in cui, sui suoi profili social, il ministro dei Trasporti ha pubblicato tre post: uno su dei rapinatori rom in fuga, uno su un 36enne nordafricano espulso e uno su Matteo Viviani de 'Le Iene'. Presidente Meloni, a che ora dimissiona un ministro dei Trasporti che fa tutto meno che il ministro dei Trasporti? Anche lei è in già in ritardo. Persino più dei treni", scrive quindi sui social il deputato dem Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali.
"Stamani Firenze, oggi Roma. Il trasporto su rotaia sembra impazzito. Ma che sta succedendo in Italia? Salvini venga in Senato a riferire: noi siamo pronti a presentare la mozione di sfiducia. Così non si può più andare avanti", scrive quindi sui social Matteo Renzi, leader di Italia viva.
“Basta disagi e ritardi nei trasporti, basta incompetenza: Matteo Salvini deve dimettersi!”, quanto chiede intanto una petizione di Italia Viva, i cui primi due firmatari sono la senatrice Raffaella Paita e il deputato Francesco Bonifazi.
“La rete ferroviaria nazionale è ormai al tracollo. Ogni giorno – afferma ancora la raccolta firme promossa da Iv - migliaia di italiani devono subire ritardi insopportabili, guasti continui, treni cancellati e condizioni di viaggio degradanti. Questa situazione non è più tollerabile e rappresenta un fallimento evidente della gestione del settore dei trasporti. I disagi colpiscono i pendolari, lavoratori, studenti, aziende e turisti, con un impatto devastante sull’economia e sulla qualità della vita di milioni di persone. Il responsabile di questa crisi è il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che invece di affrontare il problema si è dimostrato assolutamente incapace e incompetente. È ora di dire basta. Matteo Salvini deve dimettersi al più presto".
"Nessun tweet, nessun post, nessuna sparata oggi da parte del ministro Matteo Salvini, che ha regalato all’Italia un’altra giornata di passione sui treni. Adesso un altro stop della circolazione a Termini. Salvini è desaparecido, mentre gli italiani ci sono, ma sono fermi nelle stazioni aspettando invano un ministro dei trasporti che pensa a tutto tranne che a fare il suo lavoro. Salvini vada a casa, se ci riesce almeno lui”, scrive su X il segretario di Più Europa Riccardo Magi.