Situato in corso Vittorio Emanuele II, combina tradizione e artigianalità
Gutteridge apre un nuovo store a Milano in Corso Vittorio Emanuele II. La storica firma anglo-napoletana del Gruppo Capri fondato da Nunzio e Anna Colella, attualmente guidato insieme ai figli Salvatore, Francesco, Marianna e Veronica, ha inaugurato il negozio con un evento volto a mettere in luce il patrimonio sartoriale che da sempre contraddistingue il brand. Una combinazione di tradizione e artigianalità con oltre 140 anni di storia e un racconto sartoriale che ha inizio nel cuore di Napoli del 1878 grazie all’intuizione dello scozzese Michael Gutteridge. Il bagaglio storico di Gutteridge pone le sue radici proprio all’interno del concetto di boutique.
La prima sede fu un piccolo spazio nella Piazza Dante di Napoli che verso la fine dell’Ottocento, Gutteridge trasferì all’interno del maestoso Palazzo Zevallos di Stigliano, in Via Toledo, nel cuore della città, contribuendo ad accrescere la notorietà del brand fino a diventare una vera istituzione napoletana che si diffuse prima Italia e poi all’estero. Lo spazio del nuovo flagship, completamente riprogettato, è pensato per minimizzare le barriere visive tra interno ed esterno, favorendo un’interazione fluida con l’ambiente circostante. L'atmosfera è quella di uno spazio multi-materico in perfetto equilibrio tra stile retail e comfort domestico, con elementi in noce Canaletto, marmo Patagonia, marmo Levanto, marmo verde, ottoni e paglia di Vienna. Il piano terra accoglie i clienti con l'area commerciale, mentre il piano interrato è dedicato all’esposizione di prodotti di diverse merceologie e alla sartoria manuale, novità assoluta pensata per offrire un'esperienza di shopping ancora più personalizzata.
In occasione della nuova apertura lo stile sartoriale di Gutteridge incontra la creatività dell’artista Gianpiero D’Alessandro designer, artista e grafico napoletano classe 1991. Forte della sua collaborazione accanto al cantante di fama mondiale Justin Bieber prima come creative director del suo brand Drew House e poi come co-fondatore di InBetweeners, il progetto Nft. Ha collaborato anche con personaggi e marchi come Snoop Dogg, Netflix, Nike, Levi's, Dolce & Gabbana. Gianpiero ha realizzato con Gutteridge una serie di grafiche che diventano l’anima delle tote bag.
La collaborazione inizia con 'Fantasy Milan - Limited edition opening', ritrae il Duomo di Milano, verrà svelata in esclusiva e distribuita in occasione dell’evento ed omaggiata agli ospiti. Le altre illustrazioni traggono ispirazione dalla storia valoriale del brand, partendo dalle origini unendo lo stile British '5pm', con la raffigurazione delle iconiche tazzine da the, alla tradizione napoletana 'Coffee Break' con la macchinetta del caffè fino ad abbracciare l’artigianalità sartoriale con ago e bottoni, verranno distribuite successivamente in giornate dedicate da settembre a dicembre presso gli store di Corso Vittorio Emanuele II e Via Dante, 12 di Milano.
Moda
L’inno alla leggerezza di Alberta Ferretti
Per la prossima estate la stilista romagnola tratteggia una collezione impalpabile e concreta, fatto di trasparenze, increspature e femminilità soft
Un inno alla leggerezza e alla femminilità soft, fatto di arricciature, trasparenze e increspature. Per l'estate 2025 Alberta Ferretti propone una collezione impalpabile, senza peso, nella quale sono le torsioni, le plissettature, gli intagli a laser a creare un senso di preziosità. Nello scenario del Museo della Scienza e Tecnica di Milano la stilista manda in passerella abiti pensati per diventare parte del quotidiano, per essere vissuti "qui e ora".
Come le leggerissime gonne pantalone dalle quale fanno capolino gli shorts o le bluse vaporose e ampie. Le camicie si allungano, mentre le righe dai toni caldi ritmano la silhouette. Non c’è spazio per costumi che si esauriscono nel flash dei social media: come recita la nota diffusa per questa collezione "al bling bling che imperversa ovunque" Alberta Ferretti contrappone "il gusto della monocromia”, dai toni chiari e naturali che aprono lo show alle tinte più vitaminiche come l’arancio, il blu elettrico e il nero dei lunghi abiti di organza e chiffon mentre ai piedi sandali multilistino, piatti o dal tacco alto completano i look.
Una narrazione della moda concreta e raffinata, che da sempre contraddistingue il marchio e con la quale, ancora una volta, la stilista torna a parlare alle donne, senza rinunciare al gusto del reale. (di Federica Mochi)
Moda
Fendi, la memoria emotiva per celebrare centenario maison
Per la spring-summer 2025 un viaggio negli anni Venti e nella storia del marchio con ricordo alla fondatrice Adele
È un racconto emotivo, che intreccia la storia della moda italiana e i ricordi di famiglia, quello che Fendi manda in passerella a Milano per la sua spring-summer 2025. E che parte dalla capostipite Adele, dalla quale tutto è iniziato, nel 1925, fino ad arrivare ai giorni nostri. Sono passati 99 anni dalla fondazione della griffe della doppia F e l’anno prossimo, nel 2025, ricorrerà il centenario. “La collezione racconta le basi di come le donne si vestono oggi e, per molto versi, di come pensiamo vestissero negli anni ‘20 - racconta il direttore creativo delle linee womenswear e couture, Kim Jones -. Il 1925 è l'anno di fondazione di Fendi ma anche della mostra Art Deco a Parigi. Vengono pubblicati ‘La signora Dalloway’ di Virginia Woolf e ‘Il grande Gatsby’ di F. Scott Fitzgerald. C'è modernismo nell'abbigliamento, nel design, nella decorazione e nel pensiero. Abbiamo tenuto conto di questi aspetti, come un amalgama di epoche, stati d'animo e tecniche”.
Le modelle sfilano in una sala completamente bianca, al Superstudio Maxi, con al centro un grande cubo destrutturato, mentre dagli altoparlanti risuonano le note di un pianoforte alternate alle voci delle donne della famiglia Fendi che parlano di Adele, ricordando il suo essere avanguardista e pioniera. “Le piaceva avvicinarsi alla bellezza, per lei la bellezza era diventata fin da bambina uno scopo”. Racconta ancora Anna Fendi: “Mia madre era l’energia della casa, diceva ‘vedete, voi siete come una mano, siete 5 come le dita, siete diverse ma complementari”.
La collezione guarda avanti e indietro alla storia di Fendi e ai ruggenti anni Venti. Parla delle donne di famiglia e del coraggio delle loro scelte, ma è anche universale, perché si rivolge a tutte le donne. Ad aprire lo show un abito nero con frange e decorazioni Art Déco. Giochi di trasparenze e seduzione sono il filo conduttore di tutta la collezione, che mostra la pelle senza risultare mai volgare. Camicie oversize e casacche si accompagnano a capispalla di shearling e abiti da flapper girl che tanto piacerebbero a Zelda Fitzgerald.
Non manca la sartorialità, eccellenza del marchio, come nelle giacche e nei tagli degli abiti. Il grembiule allacciato in vita è all’insegna dell’eleganza utility, i ricami sono estremamente dettagliati e fatti a mano, ma leggeri e collocati sulla t-shirt o su una semplice sottoveste in seta e organza. Le sottovesti da ballerina si portano sopra slingback o scarponcini.
Tutto è leggero, raffinato, persino etereo. Tra gli accessori spicca la borsa ‘Mamma Baguette’ più alta, più larga e più grande. Anche qui un omaggio ad Adele Fendi. “La moda è cultura perché la moda è bellezza. La moda deve rimanere lo specchio della cultura”: le parole risuonano in sala mentre in prima fila siede un’altra pioniera che come Adele ha sfidato le convenzioni dei suoi tempi, l’artista performativa più famosa al mondo, Marina Abramovic. (di Federica Mochi)
Moda
Vogue Italia compie 60 anni, a Milano mostra per...
L'esposizione sarà visibile, su registrazione, a Palazzo Citterio dal 19 al 21 settembre. L'head of editorial content, Francesca Ragazzi: "60 anni di futuro, restiamo connessi col mondo"
Sessant’anni di stile, personalità e creatività: in una parola Vogue Italia. L’iconica rivista festeggia sei decenni e si regala una mostra a Palazzo Citterio, a Milano., ‘Sixty Years of Vogue Italia - Sessant’anni di Futuro’, aperta al pubblico su registrazione dal 19 al 21 settembre. E’ il 1964 quando il magazine si affaccia sulla ribalta italiana, e il mondo, intorno, è pronto a cambiare radicalmente verso svolte epocali. La moda e le arti si fanno testimoni di questa ricerca e Vogue Italia la racconta ai suoi nuovi lettori, con uno sguardo sempre rivolto al futuro.
In questi sessant'anni grandi fotografi, artisti, autori e creativi hanno scritto insieme le pagine di un magazine che oggi, attraverso tutte le sue piattaforme parla a una community di più di 16 milioni di utenti e lettori tra sito, social e mensile cartaceo. Un successo strettamente legato a quello del made in Italy, a cui Vogue dà voce sin da subito, in un Paese in pieno boom economico, sostenendo l'ascesa dei grandi protagonisti della creatività italiana a livello mondiale e continuando a influenzare nel tempo le tendenze e le idee di un pubblico sempre più ampio e interconnesso.
“Quest’anno il traguardo è importantissimo - afferma Francesca Ragazzi, Head of Editorial Content di Vogue Italia -. La mostra si intitola ‘Sessant’anni di futuro’ e mi piace pensare che questo magazine continui sempre a guardare avanti e a fare avanguardia. Vogue Italia ha mostrato in questi 60 anni il linguaggio della moda, una lente con la quale osservare il mondo. Oggi vogliamo continuare a ispirare una community ancora più globale, celebrando i valori in cui crediamo tra cui la creatività, il rispetto, l'inclusione, la sostenibilità”.
L’esposizione è un percorso tra 60 cover iconiche dall'archivio di Vogue Italia, e ripercorre le rivoluzioni che hanno attraversato la sua storia e i processi creativi da cui sono emersi talenti, stilí e intuizioni. Dalla sua nascita come ‘Novità’, rivista italiana che si propone come una guida allo stile diretta da Lidia Tabacchi, il mensile si trasformerà arrivando ad accogliere i movimenti culturali che agitano il mondo. Personaggi dello star system e top model interpreti di shooting indimenticabili. Fotografi e artisti internazionali che raccontano la forma, le cause, le sfide del femminile, i fenomeni, gli spicchi d'Italia e le altre culture.
Dalla minigonna di Mary Quant e la Swinging London, alle nuove modelle sul palcoscenico del giornale rinominato Vogue Italia, diretto da Franco Sartori, che non sono più solo esempi di bellezza ed eleganza, ma donne con una personalità e dettagli riconoscibili, antesignane dell'epoca d'oro delle top. E poi, un nuovo cambio di pelle con l'arrivo di Franca Sozzani. La moda non è fatta solo di abiti, ma ha a che fare con la vita. E Vogue Italia porta in copertina questioni politiche, sociali e ambientali. Ecco allora ideali e tabù della chirurgia estetica protagonisti del servizio Makeover Madness, lo stato di emergenza post 11 settembre, il Black Issue, l'esplosione della piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico, fino alla rivoluzione di internet e ai giorni nostri. In piena pandemia, Vogue Italia sotto la direzione di Emanuele Farneti si veste per la prima volta di una copertina bianca, tela vergine su cui lavoreranno 49 artisti italiani.
Oggi Vogue Italia, guidato da Francesca Ragazzi, continua a guardare avanti e a farsi promotore del cambiamento attraverso gli occhi della moda, in un ecosistema globale che deve far fronte alle nuove sfide digitali e non solo: e così lo sguardo sul futuro, che non manca mai, ha il volto della campionessa paralimpica Veronica Yoko Plebani, o di Bella Hadid, protagonista di un servizio fotografico con scatti reali su sfondi immaginari creati dall'intelligenza artificiale. L'esposizione è curata da Vogue Italia in collaborazione con Ferdinando Verderi, che ne ha ideato il concept e il design. Verderi, che ha fatto parte della storia della rivista come direttore creativo di Vogue Italia dal 2019 al 2021, ha concepito un percorso interattivo che invita i visitatori a interagire con il design della mostra, trasformando il layout. Come parte del concept, diversi scrittori sono stati invitati a offrire la loro interpretazione personale delle copertine esposte.
“L'idea è di offrire una cronologia non permanente, affinché venga costantemente rielaborata dal pubblico - spiega Ferdinando Verderi -. Non esiste un solo modo per vivere e interpretare questa storia, da qui la scelta di numerose voci invitate a contribuire, che sono, in un certo senso, i protagonisti di questa esposizione”. ‘Sixty Years of Vogue Italia - Sessant'anni di Futuro’ è realizzata in collaborazione con Regione Lombardia e Pinacoteca di Brera e con il patrocinio del Comune di Milano e di Camera Nazionale della Moda Italiana, in concomitanza con l'apertura della Fashion Week Milanese.
“Sessant'anni di Vogue Italia vuol dire 60 anni di politica, di costume e di diritti - evidenzia Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura Comune di Milano - ed è molto bello che la settimana della moda si apra con questa inaugurazione. Milano, come centro propulsore di moda e cultura, è il palcoscenico ideale per questa celebrazione, che evidenzia il legame indissolubile tra creatività e patrimonio culturale”. Per celebrare il suo anniversario Vogue Italia ha realizzato inoltre un numero da collezione in edicola questo mese, firmato da Steven Meisel, con le cover star Mariacarla Boscono, Deva Cassel, Vittoria Ceretti, Linda Evangelista, Maty Fall e Isabella Rossellini.
"Oggi la missione di Vogue si gioca su un playground diverso - dice all’Adnkronos Ragazzi - perché non è più solo l’oggetto cartaceo ma il magazine è diventato multicanale, con sfide digitali amplificate. Dopo il Covid la nostra missione è diventata raggiungere i lettori dovunque si trovino e se nell’era pre digitale l’intento era portare l’Italia nel mondo oggi è portare il mondo in Italia". L'obiettivo è rimanere internazionali, "motivo per il quale in mostra ci sono autori con background diversi, che vengono da Paesi diversi - osserva ancora -. Noi continuiamo a collaborare con creativi internazionali che interagiscono con il Made in Italy. Vogliamo rimanere interconnessi e in conversazione con il mondo”.
Ma non solo. “Vogliamo continuare a guardare avanti e scommettere su nuovi gusti e stili e avvicinarci sempre di più al lettore, al quale chiediamo di interagire con noi - evidenzia Ragazzi -. In questi giorni abbiamo lanciato l’app di Vogue, un progetto globale, alla quale gli utenti possono iscriversi, commentare e fare quiz, in un approccio sempre più vicino al lettore”.