Migranti, nuovo naufragio nella Manica: “Diversi morti”
A due settimane dall'ultima tragedia, ancora vittime nelle traversate con barche di fortuna
Sono otto i migranti morti nel naufragio avvenuto, nella notte tra sabato e domenica, ad Ambleteuse, Pas-de-Calais, durante il tentativo di attraversare illegalmente la Manica verso l'Inghilterra. E' quanto riporta Le Figarò, citando fonti della polizia. L'imbarcazione si è capovolta mentre si trovava ancora nelle immediate vicinanze della terraferma, ha riferito uno dei soccorritori.
La tragedia arriva a meno di due settimane dal peggior naufragio dell'anno, che ha ucciso 12 persone il 3 settembre e ha portato ad almeno 37 il numero di morti in queste traversate da gennaio, rendendo il 2024 l'anno più letale dall'inizio del fenomeno delle barche di fortuna sulla Manica.
Esteri
Libano, nuovo attacco a Hezbollah: esplosi migliaia di...
Tre persone hanno perso la vita a Sohmor nella Valle della Bekaa. Ieri l'esplosione di cercapersone che ha causato almeno 12 morti tra cui due bambini e migliaia di feriti
Migliaia di walkie talkie sono esplosi in Libano, provocando 9 morti e circa 300 feriti. Si tratta di dispositivi utilizzati dai membri di Hezbollah. Sembra essere, quindi, una seconda operazione contro l'organizzazione sciita, dopo l'attacco di ieri e le esplosioni su larga scala di cercapersone che hanno causato almeno 12 morti tra cui due bambini e migliaia di feriti.
Tre persone hanno perso la vita a causa di esplosioni a Sohmor nella Valle della Bekaa come riporta l'agenzia di stampa libanese Nna. L'emittente al-Jazeera ha parlato di oltre 20 feriti in diverse aree del Libano.
Secondo fonti citate dal giornalista Barak Ravid sul social X, i walkie talkie con all'interno trappole esplosive facevano parte del sistema di comunicazioni di emergenza che Hezbollah avrebbe dovuto utilizzare in caso di guerra con Israele.
Una fonte della sicurezza ha confermato alla Cnn che i device, esplosi oggi in Libano, sono walkie talkie. Secondo l'emittente americana, sarebbero state 15-20 le esplosioni nei sobborghi meridionali di Beirut e altre 15-20 nel sud del Paese. I walkie talkie, precisa la fonte, sono nettamente meno diffusi tra i militanti di Hezbollah rispetto ai cercapersone. Vengono distribuiti, infatti, solo alle persone che organizzano eventi come funerali e marce.
I walkie talkie erano stati acquistati da Hezbollah circa cinque mesi fa, spiegano fonti di sicurezza citate dal Times of Israel, nello stesso periodo dunque in cui erano stati comprati i cercapersone.
Anche diversi pannelli solari, essenziali per la tenuta del sistema energetico del Libano, denuncia l'agenzia libanese Nna, sono esplosi in un certo numero di abitazioni nel sud del Paese dei cedri.
Intanto il Segretario di stato americano Antony Blinken ha smentito le notizie secondo cui gli Stati Uniti sarebbero stati a conoscenza dell'attacco compiuto ieri.
Blinken, al Cairo nel quadro della sua decima visita nella regione dal 7 ottobre, ha poi sottolineato la necessità di arrivare a un cessate il fuoco. "Sappiamo tutti che un cessate il fuoco è la migliore occasione per far fronte alla crisi umanitaria a Gaza e ai rischi per la stabilità regionale", ha affermato nel corso di una conferenza stampa.
Secondo Axios, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha chiamato il capo del Pentagono Lloyd Austin pochi minuti prima che partisse l'attacco israeliano. Secondo il sito, solitamente ben informato, la telefonata di Gallant era un tentativo di evitare di lasciare Washington completamente all'oscuro.
"Gli Stati Uniti non sapevano nulla, né sono stati coinvolti in questi incidenti", ha affermato Blinken durante la conferenza stampa al Cairo, sottolineando che "stiamo ancora raccogliendo informazioni e fatti". "Parlando in generale, siamo stati chiari e rimaniamo molto chiari riguardo all'importanza che tutte le parti evitino passi che possano provocare un'escalation del conflitto che stiamo cercando di risolvere a Gaza", ha poi aggiunto il segretario di Stato americano, precisando che ancora non è chiaro che impatto potranno avere queste esplosioni sulle operazioni di Hezbollah.
Esteri
Usa, pacchi con polvere sospetta inviati a uffici...
Indaga l'Fbi. In nessun caso la polvere si è rivelata essere pericolosa
L'Fbi ha avviato un'indagine su pacchi contenenti una polvere bianca sospetta inviati negli uffici elettorali in almeno 16 Stati. Secondo quanto riferisce Abcnews i pacchi sono arrivati questa settimana in uffici elettorali a New York, Tennessee, Wyoming, Kentucky, Oklahoma, Iowa, Nebraska, Missouri, Kansas, Indiana, Massachusetts e Colorado, facendo scattare l'allarme e in alcuni casi l'evacuazione dei locali. In altri Stati, tra i quali Arizona, Georgia, Connecticut e Maryland, i pacchi sono stati intercettati dagli inquirenti prima di arrivare negli uffici elettorali.
In nessun caso la polvere si è rivelata essere pericolosa, in un caso si trattava di farina, rendono noto fonti dell'indagine, che l'Fbi sta conducendo insieme all'ispettorato dell'Us Postal Service. Alcuni dei pacchi sono stati inviati da un sedicente 'United States Traitor Elimination Army', l'Esercito per l'eliminazione dei traditori degli Stati Uniti, rivela ancora l'emittente americana.
E' la seconda volta che negli ultimi mesi pacchi contenenti polvere sospetta vengono inviati a uffici elettorali: lo scorso novembre erano arrivati negli uffici di 5 Stati, e l'Fbi riscontrò la presenza di Fentanyl in quattro pacchi. Gli addetti elettorali di molti Stati hanno seguito corsi per rispondere a situazioni di emergenza con materiale pericoloso inviato per posta. Mentre l'associazione dei segretari di Stato, che a livello statale sono responsabili del processo elettorale, ha chiesto la fine di "minacce e intimidazioni verso i funzionari elettorali: devono finire, punto e basta, la nostra democrazia non ha spazio per la violenza politica, minacce e intimidazioni di ogni tipo".
Esteri
Ucraina, droni colpiscono arsenale Russia: Mosca perde armi...
L'attacco a segno nella regione di Tver: civili costretti a lasciare le case
I droni dell'Ucraina assestano un duro colpo ai piani della Russia. Un attacco con più di 100 droni Kiev nella regione russa di Tver ha colpito un arsenale di missili e proiettili di artiglieria del ministero della difesa russo, provocando un vasto incendio e costringendo le autorità a chiedere ai residenti di lasciare le loro case.
Sono state innescate una serie di violenti esplosioni, registrate anche dai centri per il rilevamento dei terremoti, e un incendio che ha interessato una area di almeno sei chilometri di ampiezza nell'area di Toropets, dove vivono 11mila persone, ha reso noto l'amministrazione regionale.
Il governatore, Igor Rudenya, ha annunciato una "evacuazione parziale" delle case vicino al sito che, secondo quanto rende noto il Moscow Times, corrisponde a un arsenale della direzione principale per i missili e proiettili di artiglieria, a 488 chilometri dal confine con l'Ucraina.
Perché l'attacco è importante
Andriy Kovalenko, a capo del centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha spiegato, in una intervista a Rbc, che nel magazzini si trovavano missili S-300, S-400, sistemi Grad, Iskander e i Kn24 nordcoreani.
Nella cittadina ci sono due siti militari russi, uno dei quali era già stato colpito da raid di droni ucraini due volte negli ultimi sei mesi. Il deposito di missili e munizioni era stato costruito a Toropets nel 2018. Alcuni residenti dell'insediamento di Tsikarevo, su un lago a est di Topets, non riescono a lasciare le loro case e sono in attesa di aiuto. Avevano chiesto sei barche ma le autorità avrebbero perso i contatti con loro, secondo il sito di notizie Astra.