Ucraina, Russia avverte: “Nostra risposta a uso missili Usa sarà brutale”
Il monito del viceministro degli Esteri russo, le minacce di Medvedev, il sostegno "incrollabile" di Stati Uniti e Gran Bretagna a Kiev
La risposta della Russia al via libera degli Usa a Kiev per colpire con missili a lungo raggio in profondità nel territorio di Mosca "sarà brutale". Questo l'avvertimento lanciato dal viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov che ha poi precisato come, secondo la Russia, la decisione sia già stata presa.
Vladimir Putin, ha poi sottolineato, su questo "ha già detto tutto. Noi risponderemo in modo brutale. C'è un elemento di rischio serio perché i nostri oppositori a Washington, Londra e altrove stanno sottostimando il grado di pericolo del gioco che continuano a fare".
Nuove minacce all'Ucraina sono intanto arrivate anche da Dmitry Medvedev, ex presidente russo e numero due del Consiglio di Sicurezza nazionale di Mosca. Commentando l'ipotesi dell'uso di missili a lungo raggio occidentali, Medvedev ha affermato che Mosca ha già motivi formali per ricorrere all'utilizzo di armi nucleari dopo l’incursione dell’Ucraina nella regione di Kursk, ma potrebbe invece utilizzare alcune delle sue nuove tecnologie belliche per ridurre Kiev a "un gigantesco luogo fuso".
La Russia - ha aggiunto - potrebbe distruggere la capitale dell'Ucraina solo con le sue armi non nucleari. Finora ha 'scelto' di non farlo, ha voluto puntualizzare, sottolineando poi che la "pazienza ha i suoi limiti".
Da Usa e Regno Unito sostegno "incrollabile" a Kiev
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha intanto dichiarato che Regno Unito e Stati Uniti hanno raggiunto una “posizione forte” nella ricerca di una soluzione al conflitto in Ucraina dopo il suo incontro con il presidente Joe Biden. Con un punto fermo: il sostegno incrollabile a Kiev contro la Russia, fino alla sconfitta di Vladimir Putin nella guerra.
Starmer ha descritto i suoi colloqui con Biden come “lunghi e produttivi”, ma non ha voluto precisare quali siano le decisioni prese dai due in merito al potenziale uso di armi occidentali da parte dell'Ucraina contro obiettivi russi.
All'inizio del loro incontro nella Blue Room della Casa Bianca a Washington DC, Biden ha detto “non penso molto a Vladimir Putin” quando gli è stata chiesto delle minacce del presidente russo contro la Nato. Interrogato su cosa avessero deciso in relazione al potenziale uso di missili a lungo raggio da parte dell'Ucraina, Starmer ha dichiarato: “Abbiamo avuto un'ampia discussione sulla strategia in Ucraina, naturalmente, in Medio Oriente e in altre parti del mondo".
I due leader avrebbero insomma parlato poco della questione più importante che aleggia sul loro incontro: se gli alleati americani come la Gran Bretagna potrebbero permettere all'Ucraina di usare le loro armi per attaccare obiettivi militari nel profondo della Russia. Putin questa settimana ha messo in guardia da una simile mossa.
All'inizio del colloquio, Starmer ha dichiarato che le prossime settimane e i prossimi mesi saranno “cruciali” per l'Ucraina e che è “importante” che i due Paesi continuino a sostenere la nazione dell'Europa orientale nella sua lotta contro la Russia. L'incontro avviene mentre Zelensky ha espresso la sua frustrazione per le continue restrizioni all'uso di armi occidentali contro obiettivi russi.
La preoccupazione di un'escalation è stata una delle ragioni per cui non è stata ancora data a Kiev l'autorizzazione all'uso illimitato delle armi occidentali. L'Iran è stato colpito da sanzioni da parte di Regno Unito e Stati Uniti dopo che i due Paesi hanno formalmente accusato Teheran di fornire missili balistici alla Russia. Lammy e Blinken hanno annunciato un ulteriore sostegno finanziario per l'Ucraina, compreso un pacchetto di 600 milioni di sterline (788 milioni di dollari) da parte del Regno Unito e di 717 milioni di dollari da parte degli Stati Uniti per soddisfare le esigenze umanitarie, energetiche e di stabilizzazione immediate.
Il pacchetto del Regno Unito include la riconferma dell'impegno di Rishi Sunak di 242 milioni di sterline, oltre a 484 milioni di dollari di garanzie sui prestiti della Banca Mondiale entro la fine dell'anno, mentre il pacchetto degli Stati Uniti comprende 325 milioni di dollari per sostenere le esigenze energetiche dell'Ucraina.
Esteri
Usa, pacchi con polvere sospetta inviati a uffici...
Indaga l'Fbi. In nessun caso la polvere si è rivelata essere pericolosa
L'Fbi ha avviato un'indagine su pacchi contenenti una polvere bianca sospetta inviati negli uffici elettorali in almeno 16 Stati. Secondo quanto riferisce Abcnews i pacchi sono arrivati questa settimana in uffici elettorali a New York, Tennessee, Wyoming, Kentucky, Oklahoma, Iowa, Nebraska, Missouri, Kansas, Indiana, Massachusetts e Colorado, facendo scattare l'allarme e in alcuni casi l'evacuazione dei locali. In altri Stati, tra i quali Arizona, Georgia, Connecticut e Maryland, i pacchi sono stati intercettati dagli inquirenti prima di arrivare negli uffici elettorali.
In nessun caso la polvere si è rivelata essere pericolosa, in un caso si trattava di farina, rendono noto fonti dell'indagine, che l'Fbi sta conducendo insieme all'ispettorato dell'Us Postal Service. Alcuni dei pacchi sono stati inviati da un sedicente 'United States Traitor Elimination Army', l'Esercito per l'eliminazione dei traditori degli Stati Uniti, rivela ancora l'emittente americana.
E' la seconda volta che negli ultimi mesi pacchi contenenti polvere sospetta vengono inviati a uffici elettorali: lo scorso novembre erano arrivati negli uffici di 5 Stati, e l'Fbi riscontrò la presenza di Fentanyl in quattro pacchi. Gli addetti elettorali di molti Stati hanno seguito corsi per rispondere a situazioni di emergenza con materiale pericoloso inviato per posta. Mentre l'associazione dei segretari di Stato, che a livello statale sono responsabili del processo elettorale, ha chiesto la fine di "minacce e intimidazioni verso i funzionari elettorali: devono finire, punto e basta, la nostra democrazia non ha spazio per la violenza politica, minacce e intimidazioni di ogni tipo".
Esteri
Ucraina, droni colpiscono arsenale Russia: Mosca perde armi...
L'attacco a segno nella regione di Tver: civili costretti a lasciare le case
I droni dell'Ucraina assestano un duro colpo ai piani della Russia. Un attacco con un drone di Kiev nella regione russa di Tver ha colpito un arsenale di missili e proiettili di artiglieria del ministero della difesa russo, provocando un vasto incendio e costringendo le autorità a chiedere ai residenti di lasciare le loro case.
Le fiamme si sono sviluppate in una zona di 13 chilometri quadrati di Toropets, dove vivono 11mila persone, ha reso noto l'amministrazione regionale. Il governatore, Igor Rudenya, ha annunciato una "evacuazione parziale" delle case vicino al sito che, secondo quanto rende noto il Moscow Times, corrisponde a un arsenale della direzione principale per i missili e proiettili di artiglieria, a 488 chilometri dal confine con l'Ucraina.
Perché l'attacco è importante
Andriy Kovalenko, a capo del centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha spiegato, in una intervista a Rbc, che nel magazzini si trovavano missili S-300, S-400, sistemi Grad, Iskander e i Kn24 nordcoreani.
Nella cittadina ci sono due siti militari russi, uno dei quali era già stato colpito da raid di droni ucraini due volte negli ultimi sei mesi. Il deposito di missili e munizioni era stato costruito a Toropets nel 2018. I residenti dell'insediamento di Tsikarevo, su un lago a est di Topets, non riescono a lasciare le loro case e sono in attesa di aiuto. Avevano chiesto sei barche ma le autorità avrebbero perso i contatti con loro, secondo il sito di notizie Astra.
Esteri
Offensiva ucraina nel Kursk, vittoria tattica e dilemma...
Una spina nel fianco per Mosca, dura ormai da 40 giorni l’operazione militare ucraina nella regione russa del Kursk.