Banca Popolare di Sondrio, Giorgetti ospite il 28/9. Stoppani: “Onorati, banche al servizio delle persone”
Il ministro dell'Economia all'evento 'La banca non è un algoritmo'
La banca non è un algoritmo e non lo deve diventare. E soprattutto non può esserlo il banchiere. Dietro i numeri ci sono persone e le banche sono e continueranno ad essere il braccio operativo dell’economia italiana, fatte di uomini e donne in carne ed ossa, che ogni giorno rischiano e lavorano per tenere in piedi il sistema. "Metteteci l'intelligenza e il cuore", aveva detto Giancarlo Giorgetti all'assemblea dell'Abi. E sabato 28 settembre, alle 16, nella Sala Fabio Besta della Banca Popolare di Sondrio, il ministro dell'Economia tornerà probabilmente sul tema in occasione dell'evento 'La banca non è un algoritmo'. Un messaggio chiaro: dietro i numeri ci sono persone. Perché, secondo Giorgetti, senza questi elementi anche i migliori risultati finanziari non valgono molto. Un messaggio chiaro e diretto a un settore che, in tempi dominati da algoritmi e automazione, deve ancora ricordarsi che sono le persone a fare la differenza.
Cosa attendersi dal discorso del ministro? "Secondo la mia personale interpretazione - dice all'Adnkronos Lino Stoppani, vicepresidente di Banca popolare di Sondrio - Giorgetti, che siamo onorati di ospitare, ci parlerà del ruolo strategico del sistema bancario italiano nella crescita del Paese anche alla luce del rapporto di Mario Draghi che evidenzia la necessità di un mercato unico di capitali per rilanciare la competitività europea". In che senso le banche non sono un algoritmo? "Nel senso che non hanno solo una funzione economica ma sociale - dice Stoppani - sono a servizio delle persone e dell'economia reale: questo è particolarmente rilevante in un momento in cui si parla di intelligenza artificiale".
La scelta della Banca popolare di Sondrio non è casuale, continua Stoppani: "E' un gioiello, da sempre in prima linea nell'ascolto e nel sostegno dei bisogni del territorio. Fin dalle sue origini, questa banca ha posto al centro della sua missione lo sviluppo delle comunità locali". Un approccio attento ai bisogni delle persone, dice Stoppani, che ha creato un forte legame con soci e clienti, rendendo l’istituto un punto di riferimento per piccole e medie imprese, agricoltori, artigiani e famiglie. E i dati recenti lo dimostrano: il sostegno della Banca Popolare di Sondrio all'economia reale si conferma forte e concreto con nuove erogazioni per 2,7 miliardi di euro destinate a famiglie e imprese, mentre i finanziamenti netti alla clientela sono aumentati del +3,9%.
Una strategia, quella della Banca popolare, che dà anche un eccellente ritorno economico, basta soffermarsi su un primo semestre da record, con utili netti pari a 263,6 milioni di euro: il miglior risultato semestrale nella storia della banca. Un incremento del 27,3% rispetto allo stesso periodo del 2023, un dato che, insieme a un margine di intermediazione cresciuto del 18,5%, ha superato le aspettative degli analisti. I ricavi? 403,7 milioni di euro, ben al di sopra dei 390,5 previsti. Il margine di interesse è salito del 25,9%, raggiungendo i 538,1 milioni, e le commissioni nette sono aumentate del 9,3%, fino a toccare i 212,7 milioni. Sul fronte dei costi operativi, sebbene siano cresciuti del 14,1%, raggiungendo i 317,8 milioni, non hanno impedito al cost/income ratio di scendere al 39,1%, segno di grande efficienza. Questi numeri raccontano che la Banca Popolare di Sondrio, nonostante le sfide globali, continua a crescere.
Mario Alberto Pedranzini, consigliere delegato e direttore generale di Banca Popolare di Sondrio, in occasione della presentati del risultati del primo semestre si è fiducioso sul futuro prossimo: "Puntiamo a proseguire in questo percorso virtuoso di crescita della performance anche nella seconda parte del 2024".
La sfida del futuro passa anche attraverso le nuove generazioni: da qui la nascita di Liquid Factory, una nuova fabbrica di startup: l’obiettivo è attrarre i migliori talenti italiani ed europei. L’iniziativa, promossa da un gruppo di imprenditori con un solido track record in Silicon Valley, punta a creare nuovi “unicorni” partendo dalla Valtellina, unendo la passione per la montagna con una visione innovativa e globale. In partnership con Banca Popolare di Sondrio, il progetto mira a supportare startup promettenti attraverso investimenti iniziali di 200mila euro e l’accompagnamento di esperti che faciliteranno il percorso di crescita e scalabilità internazionale. Una banca che vuole unire passato e futuro.
Economia
“Italiani sul web preoccupati per salari e...
È quanto emerge da uno studio condotto da Vis Factor
Salari, tasse e investimenti. Gli italiani on line mostrano una notevole preoccupazione per la situazione economica italiana. È quanto emerge da uno studio condotto da Vis Factor, presentato nell'ambito della seconda edizione di Capri d'Autore.
Dalle conversazioni, intercettate sui social, emerge una prevalenza del sentiment negativo nei confronti delle condizioni economiche e sociali in Italia, con particolare focus sui bassi salari e la mancanza di investimenti pubblici in settori chiave come sanità, istruzione e infrastrutture. Emerge anche 'un parlato' positivo, legato maggiormente al miglioramento di alcuni indicatori macroeconomici. Le emozioni, associate alle discussioni sull'economia riflettono principalmente frustrazione e sfiducia, ma c'è anche ci si mostra fiducioso per le prospettive future del Paese, supportata dagli ultimi dati, quali il miglioramento dell'occupazione.
E se il sentiment del web nelle regioni del Nord si divide in maniera più o meno uguale tra ottimisti e pessimisti, va segnalato che il Sud spicca per un sentiment negativo del 67,88 %. Al centro il sentiment negativo è del 58,91 %. Tra i 5 temi più dibattuti il primo riguarda gli stipendi e salari, al secondo posto gli investimenti seguiti da tasse e pensioni.
Economia
Zambito Marsala (Intesa Sp): “Creare azioni e modelli...
La responsabile valorizzazione del sociale e relazioni con le università Intesa Sanpaolo al XXI Convegno Codau a Firenze.
"Intesa Sanpaolo sostiene da tempo la strategia di sviluppo di ecosistemi collaborativi tra imprese, università e istituzioni. L’obiettivo è creare azioni e modelli di intervento di innovazione e sostenibilità che generino al contempo valore per il business e nuove opportunità per il nostro Paese". Così Elisa Zambito Marsala, responsabile valorizzazione del sociale e relazioni con le università Intesa Sanpaolo al XXI Convegno Codau a Firenze.
"La nostra capacità di rimanere competitivi a livello internazionale dipenderà da quanto riusciremo a valorizzare le nuove generazioni e a formare i nuovi leader del futuro sulle nuove sfide globali e sui fabbisogni di competenze delle aziende in un mercato del lavoro in continua trasformazione", conclude.
Economia
Maltempo, solo 73.700 imprese agricole assicurate su oltre...
Ma sale valore polizze a 10,3 mld +2,2%. Lo certifica Ismea in un recente report. Betti (Confagricoltura) all'Adnkronos: "Il sistema delle polizze assicurative non regge"
Siccità, alluvioni e più in generale eventi climatici avversi di varia natura, provocano effetti devastanti nelle campagne ma gli imprenditori agricoli, da sempre poco inclini ad ammortizzare i danni con strumenti di gestione del rischio, anche perché non vi è un obbligo, sono oggi più sensibili a stipulare polizze assicurative di maggiore entità anche se inferiori per numero. Tuttavia, se aumentano i valori assicurati, sotto l'ombrello delle compagnie, risultano in assoluto meno aziende assicurate ma mediamente più grandi. In totale sono solo quasi 74mila le aziende assicurate su un totale di oltre 1,133 milioni. E' quanto rileva Ismea, nell'ultimo rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura di giugno scorso, che fotografa il mercato delle polizze agricole agevolate, finanziate con contributi Ue e nazionali nel 2023.
In particolare, in relazione al comparto delle coltivazioni emerge una riduzione nel numero di aziende assicurate (dinamica emersa anche nel circuito zootecnia e strutture), in calo del 4% rispetto all'annualità precedente e ora pari a poco più di 63.000 unità, con una superficie assicurata di 1,28 milioni di ettari (-1,1% rispetto al 2022). Se a queste si aggiungono gli allevamenti e le aziende con polizze contro i danni alle strutture, si superano le 73.700 imprese assicurate, una platea comunque in ribasso rispetto al 2022 (-4%).
Nel 2023 comunque il valore assicurato ammonta a 10,3 miliardi di euro, in crescita del 2,2% su base annua, secondo quanto rileva Ismea, nel rapporto che conferma la tendenza ad una crescita di valori e premi che hanno raggiunto nella scorsa campagna un nuovo massimo storico.
Le coltivazioni vegetali trainano mercato con 7,5 mld, +4,1%, al nord 80% valori assicurati
A trainare il mercato, sotto il profilo di valori e premi, è il solo comparto delle colture vegetali con 7,5 miliardi di valori assicurati, +4,1% rispetto al 2022, mentre si registrano flessioni nei valori espressi dalla zootecnia (-1,5%) e dalle polizze a copertura delle strutture aziendali (-3,6%).
Persistono le asimmetrie, territoriali e settoriali, nel ricorso agli strumenti di gestione del rischio e in particolare alle polizze agevolate. Al Nord si concentra quasi l'80% dei valori assicurati totali, i quali a livello nazionale risultano ancora per oltre i due terzi riconducibili ai primi sei prodotti più assicurati, uva da vino in primis (con una quota superiore al 30%). Del resto, nel segmento delle colture vegetali, i dati del 2023 attribuiscono alla macro-ripartizione geografica del Nord una quota di mercato ancora preponderante, pari al 79,5%, contro l'8,5% del Centro e il 12% del Sud (Isole comprese). Il Mezzogiorno, dunque, stabilizza il recupero di oltre 5 punti percentuali di quota conseguito nelle ultime sei campagne assicurative, nonostante il mercato risulti ancora fortemente sbilanciato territorialmente, anche per fattori economici, climatici e strutturali.
Uva da vino è prodotto più assicurato con 2,9 mld
L'analisi dei dati disaggregati per prodotti evidenzia ancora una forte concentrazione settoriale dei valori assicurati, con l'uva da vino che si conferma anche nel 2023 il prodotto più assicurato con 2,9 miliardi di euro (-1,8% rispetto all'anno precedente), seguita dal pomodoro da industria che, con oltre 652 milioni di valori assicurati, scavalca in classifica le mele (ora al terzo posto con oltre 639 milioni di valori assicurati; -7,6% sul 2022).
Rilevanti anche i valori registrati dal riso (578 milioni di euro; +9,1%), dal mais da granella (571 milioni di euro; +2,5%) e da insilaggio (349 milioni di euro; +16,6%), oltre a frumento tenero e duro che con aumenti rispettivamente del 33,9% e del 34,3% guadagnano il settimo e l'ottavo posto nella graduatoria dei prodotti più assicurati.
Una situazione che si riflette anche nelle imprese sul territorio che in questi giorni è stato colpito dall'alluvione. La conferma arriva da Andrea Betti, presidente di Confagricoltura Ravenna e vice presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, intervistato dall'Adnkronos. "Il sistema delle polizze assicurative non può reggere e anche da noi, qui nel ravennate, le imprese che si assicurano contro le calamità naturali in agricoltura, sono in calo del 6,5%, - sostiene - più che a livello nazionale sia perché le aziende non sono più in grado di sostenere i costi e sia perché le compagnie assicurative si stanno ritirando dal nostro territorio a causa delle calamità che ci hanno colpito, legate alle gelate degli ultimi tre anni, a questa recente alluvione e a quella di maggio 2023. E' chiaro che non è più un territorio appetibile".
"Del resto il sistema che prevede agevolazioni negli anni, ha creato un buco di 350 milioni di euro per le coperture e dunque, lo Stato sta cercando di ripianare e trovare soluzioni alternative perché il ministero dell'Agricoltura chiude in perdita tutti gli anni; la soluzione è facile da costruire con l'obbligo di assicurazione a livello nazionale" sottolinea Betti. Nel ravennate, zona di frutteti, vigneti e di coltivazioni cerealicole, aggiunge, "si assicurano i campi anche dalle grandinate ma considerando che negli ultimi 15 anni i frutteti si sono ridotti del 50% perché non c'è redditività, - spiega Betti - le aziende si stanno ristrutturando ma il sistema sta andando al collasso. I costi sono diventati esorbitanti, le assicurazioni fanno pagare le polizze sempre di più. Quanto alle coperture da parte dello Stato, non tutti gli anni riesce ad erogare i contributi e quindi ci troviamo normalmente in ritardo di un anno nei rimborsi".