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Salone Nautico, edizione 2024 chiude con oltre 120 mila visitatori (+2,19%)

Annunciate le date della 65esima edizione che si terrà a Genova dal 18 al 23 settembre 2025.

Salone Nautico, edizione 2024 chiude con oltre 120 mila visitatori (+2,19%)

Si è chiusa con un nuovo successo la 64ma edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova, con 120.864 visitatori registrati alle ore 14 di questa giornata di chiusura pari a un +2,19% rispetto al 2023 nonostante il meteo inclemente della giornata di ieri. L'organizzazione ricorda come l'edizione 2024 ha visto 1.052 brand esposti, 1.030 imbarcazioni in mostra su una superficie espositiva complessiva di 220mila metri quadrati tra terra e acqua, con l’85% di aree all’aperto. In crescita il format delle prove in mare con 3.855 uscite, 24% in più rispetto all’edizione precedente.

Oltre 100 novità con 30 première, 125 convegni e workshop, 1.154 giornalisti accreditati con un incremento del 1,58% rispetto al 2023 e 2.416 articoli pubblicati nel solo periodo della manifestazione (+5,3% sul 2023).

Come sottolinea Andrea Razeto, Presidente I Saloni Nautici: “Secondo la grande maggioranza degli espositori, il Nautico ha rappresentato un punto di svolta rispetto a un inizio di stagione meno dinamico. Siamo certi che il grande sforzo dell’organizzazione di ripensare e aggiornare l’esposizione sia parte di questo successo”.

Il Salone Nautico - si sottolinea in una nota - "si è confermato il luogo del confronto della filiera nautica con il governo e le istituzioni pubbliche, dove vengono presentati i provvedimenti a sostegno del settore e individuati gli interventi normativi e di politica Industriale. L’edizione 2024 registra l’approvazione Regolamento di attuazione al Codice della nautica - con norme a sostegno della piccola nautica, dei superyacht, semplificazioni sulla bandiera italiana, aggiornamento delle dotazioni di sicurezza e l’introduzione dell’attesissimo patentino nautico per i 16enni - del nuovo Titolo professionale del noleggio e l’annuncio dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di un tavolo tecnico di confronto con per agevolare il passaggio dalla normativa nazionale a quella unionale".

"Lo scorso anno - ricorda Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica - ho chiesto alla Presidente Meloni ascolto, cui dovevano seguire attenzione e quindi azione. Abbiamo avuto l’attenzione del governo e iniziano ad arrivare i provvedimenti di cui il comparto ha bisogno. Confido che anche nel DDL Blue economy siano accolte le nostre istanze”.

La 64esima edizione del Salone Nautico ha visto la visita del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, del Vice Presidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso (con messaggio video per il convegno inaugurale), del Ministro del Turismo, Daniela Garnero Santanchè, del Presidente di ICE Agenzia, Matteo Zoppas, del delegato del Presidente di Confindustria per l’Economia del Mare, Mario Zanetti.

Per Marco Bucci, Sindaco di Genova "il 64° Salone Nautico Internazionale di Genova si conferma ancora una volta un’eccellenza mondiale nel settore della nautica e una vetrina straordinaria per la nostra città. Anche quest'anno il Salone ha confermato la sua posizione come evento di riferimento globale per il settore attirando decine di migliaia di visitatori negli spazi del Waterfront. Questo risultato non è solo il frutto del lavoro di organizzatori e operatori del settore, ma anche un segnale forte della capacità di Genova di accogliere, innovare e rilanciare il proprio ruolo a livello internazionale. L'intera Liguria continua a rafforzare la sua vocazione marittima, ponendosi al centro del dialogo tra imprese, istituzioni e innovazione tecnologica, sempre con uno sguardo attento alla sostenibilità e al futuro del nostro mare. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questo straordinario successo, il Salone Nautico continua a crescere, un risultato che ci riempie di orgoglio."

Il 64° Salone Nautico Internazionale ha potuto contare come ogni anno sul supporto di ICE Agenzia, che ha organizzato insieme a Confindustria Nautica la presenza a Genova di una delegazione di giornalisti e buyer esteri provenienti da oltre 30 Paesi e da 5 continenti con il progetto di incoming inserito nel Piano di Promozione del Made in Italy del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. In occasione della chiusura sono state annunciate le date della 65esima edizione del Salone Nautico Internazionale che si terrà a Genova dal 18 al 23 settembre 2025.

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Economia

Prezzo del gas, l’Ue rassicura ma i mercati non ci...

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Francesco Sassi (Rie) spiega all'Adnkronos che l'interruzione voluta dall'Ucraina apre una nuova fase per l'Europa: il rischio di prezzi alti e i nazionalismi energetici minacciano gli obiettivi comuni

TUBATURE DI UN GASDOTTO IN RUSSIA SIBERIA (Moscow - 2006-01-02, Ropi  - Fotogramma

Il primo dell’anno si sono interrotti i flussi di gas russo attraverso l’Ucraina, come anticipato dal presidente Volodymyr Zelensky in sintonia con Bruxelles. Una scelta pensata per colpire gli introiti del Cremlino e rafforzare la posizione negoziare di Kiev, implementata a quasi tre anni dall’inizio dell’invasione russa, durante i quali l’Ue ha spinto per ridurre la dipendenza dal gas russo. Ma lo sviluppo sta alimentando una serie di tensioni in Europa, e come spiega all'Adnkronos Francesco Sassi – Research Fellow in geopolitica dei mercati energetici presso il think tank Rie –, i rischi di stanno moltiplicando.

Anzitutto c’è una “discrasia notevole” tra le rassicurazioni delle istituzioni europee e la reazione dei mercati, dove i futures del gas europeo hanno raggiunto i prezzi più alti da ottobre 2023. L’Ue insiste che non è più dipendente dal gas russo, ma gli operatori “non credono che da qui al 2027 – anno in cui l’Ue dovrebbe abbandonare completamente l’approvvigionamento di gas russo – la situazione sarà sotto il pieno controllo delle autorità europee”.

Da una parte le oscillazioni del prezzo del gas si ripercuotono su quelli dell’elettricità, come ricorda Sassi. E sebbene “non ci saranno carenze di gas per i servizi essenziali”, serve considerare l’impatto dei prezzi alti nella stagione estiva (in cui si stocca il gas per l’inverno) e il rischio di guasti o sabotaggi alle infrastrutture con cui i fornitori principali riforniscono l’Ue di gas naturale. “Non ci sono i fondamentali per un calo dei prezzi prima della fine del 2025”, avverte Sassi, per cui la crisi energetica è strutturale, non temporanea, e rischia di generare ripercussioni politiche ed economiche su scala europea.

Lo stop ucraino segna “la fine di un’epoca” e il riorientamento dei flussi di gas verso nord, ovest e sud dell’Ue dopo la perdita del fornitore orientale, la Russia. Al contempo, i prezzi sono fino a quattro volte più alti rispetto alla media 2010-2019, ricorda l’esperto. E la combinazione di riassetto degli equilibri e crisi energetica aumenta la tentazione dei Paesi europei di ricadere nel nazionalismo energetico creando “un mix davvero micidiale per quello che sono le ambizioni europee e di sicurezza energetica e di decarbonizzazione”.

La crisi energetica si trasforma così in un conflitto interno, spostando il baricentro delle tensioni dal confine tra Ue e Russia al cuore dell’Europa. E la chiusura dei canali ucraini rafforza il ruolo strategico della Turchia, la quale si candida a diventare un hub energetico chiave per l’Europa grazie al gasdotto TurkStream – che ha origine in Russia, e che al contrario di altre vie “gode di un forte supporto politico grazie all’asse Erdogan-Putin”, sottolinea Sassi. Diventa fondamentale per l’Italia “affrontare la questione in maniera strutturale”, per capire le conseguenze sul rapporto con i fornitori tradizionali nei Balcani, nel Medio Oriente e in Africa settentrionale, aggiunge.

A livello europeo il banco di prova sarà la Moldova, dove il governo filoeuropeo parla del rischio di un collasso energetico regionale e si preannunciano tensioni con l’enclave filorusso della Transnistria, ugualmente dipendente dal gas del Cremlino. “Difficilmente l’Ue può intervenire direttamente”, visto che solo la Romania è dotata delle interconnessioni per esportare energia verso il vicino. Ma Bucarest è già impegnata a fornire energia all’Ucraina, che è alle prese con una grave crisi energetica a causa degli attacchi russi contro l’infrastruttura critica. (di Otto Lanzavecchia)

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Economia

Pensioni, ritardo nel pagamento di gennaio 2025? La...

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Sul proprio sito è stato proprio l'INPS a spiegare i motivi e le modalità con cui avverrà l'accredito

Ritiro pensione Inps - Fotogramma

Niente pagamento pensione di gennaio 2025 questa mattina sul conto? Niente panico. In molti si sono allarmati dopo non aver ricevuto l'accredito della propria pensione sul conto, tanto meno il cedolino, ovvero il documento che consente ai pensionati di verificare l’importo erogato ogni mese dall’INPS e di conoscere le ragioni per cui tale importo può variare. Sul proprio sito è stato proprio l'INPS a spiegare i motivi di questo ritardo e le modalità con cui avverrà l'accredito.

La data di pagamento

Il pagamento della pensione di gennaio 2025 è previsto per domani, venerdì 3 gennaio. L'accredito delle pensioni è infatti previsto di norma il primo giorno del mese bancabile con un unico mandato di pagamento comprensivo di tutte le prestazioni pensionistiche e assistenziali del titolare, ad eccezione però proprio del mese di gennaio.

L'INPS ha voluto ricordare anche come il pagamento in contanti sia ammesso soltanto per importi complessivi fino a un massimo di mille euro netti. Perciò, se l'importo supera questo limite, bisogna comunicare all'INPS il rapporto finanziario su cui ottenere il pagamento utilizzando il servizio 'Cambiare le coordinate di accredito della pensione'.

Indice di rivalutazione e rinnovo delle pensioni 2024

L’indice di rivalutazione delle pensioni per il 2024 è stato confermato nella misura del 5,4%, già attribuito dal 1° gennaio 2024 in via provvisoria; pertanto, nessun conguaglio è dovuto a titolo di rivalutazione. È stato inoltre effettuato il rinnovo delle pensioni per il 2025.

Per il nuovo anno l’indice provvisorio di rivalutazione è pari allo 0,8%, salvo conguaglio da effettuarsi l'anno successivo; le prestazioni di accompagnamento alla pensione (assegni straordinari, isopensione, indennità di espansione, APE sociale) non saranno rivalutate in quanto non hanno natura di prestazione pensionistica.

Le operazioni di rinnovo possono inoltre aver generato conguagli a credito o a debito a vario titolo relativi all’importo di pensione erogato nell’anno 2024. Tali importi sono stati riportati nel cedolino di pensione di gennaio 2024, con la descrizione 'Conguaglio Pensione da Rinnovo'.

Trattenute fiscali

Come si legge sul sito dell'INPS, è stato effettuato anche il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2024 (IRPEF e addizionale regionale e comunale a saldo) sulla base dell’ammontare complessivo delle sole prestazioni pensionistiche erogate dall’INPS. Se le trattenute sono state effettuate in misura inferiore rispetto a quanto dovuto su base annua, l’INPS, in qualità di sostituto di imposta, deve recuperare le differenze a debito sulle rate di pensione di gennaio e febbraio 2025 anche con azzeramento dell’importo di pensione in pagamento, laddove le imposte siano pari o superiori all’importo del rateo mensile in pagamento.

Nel solo caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18mila euro, per il quali il ricalcolo dell’IRPEF ha determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro, la rateazione viene estesa fino alla mensilità di novembre (articolo 38, comma 7, decreto legge n. 78/2010, convertito nella legge n. 122/2010). Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili, inoltre, a decorrere dal rateo di pensione di gennaio, oltre all’IRPEF mensile, vengono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2024.

Le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.

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Economia

Bonus 850 euro per gli anziani, al via domande...

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Ecco chi può usufruirne e come fare domanda

Al via bonus anziani

Al via da oggi, 2 gennaio 2025, il Bonus Anziani 2025 (o Assegno Universale Anziani Non Autosufficienti), un contributo mensile di 850 euro erogato dall'Inps, che potrà essere utilizzato solo per delle specifiche spese.

La misura, introdotta in via sperimentale per il biennio 2025/2026, mira ad aiutare le persone anziane in difficoltà economiche e di salute e presenta requisiti di accesso molto stringenti che ne limitano la portata. Secondo le stime, la platea del Bonus Anziani sarà di circa 25.000 persone in tutto il Paese.

Requisiti

Il trattamento è subordinata ad uno specifico bisogno assistenziale definito “gravissimo”, come specifica lo stesso Istituto in una nota.

Potrà farne richiesta chi:

la titolarità dell'indennità di accompagnamento (che se sospesa non consentirà di vedersi riconosciuta la prestazione).

- ha almeno 80 anni di età anagrafica;

- un Isee non superiore a 6.000 euro;

- un livello di bisogno assistenziale gravissimo, valutato agli atti dalla Commissione medico - legale dell’Inps, anche in base alle indicazioni fornite dalla Commissione Tecnico – Scientifica;;

- la titolarità dell'indennità di accompagnamento che, qualora sospesa, non consentirà di vedersi riconosciuta la prestazione.

Quanto vale e per quali spese

Il Bonus Anziani sarà erogato con cadenza mensile e corrisponde a circa 850 euro al mese, che si aggiungeranno ai 531,76 euro dell’indennità di accompagnamento, per un totale di 1381,76 euro al mese. Questa somma non è tassabile e non è pignorabile. L’importo del Bonus potrà essere utilizzato solo per alcune spese.

Come si legge nel decreto, si potrà usare per “remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona titolari di rapporto di lavoro conforme ai contratti collettivi nazionali di settore o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza e forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale, nel rispetto delle specifiche previsioni contenute nella programmazione integrata di livello regionale e locale”.

Nel caso in cui il contributo venga utilizzato per altri scopi, l’Inps può revocare il bonus e “il beneficiario è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente ricevuto, fermo restando il diritto della persona anziana non autosufficiente a continuare a percepire l’indennità di accompagnamento”.

L’Inps inoltre provvederà al monitoraggio della spesa al fine di un’eventuale rideterminazione dell’importo mensile della quota integrativa, qualora si verifichi uno scostamento fra il numero di domande pervenute e le risorse finanziarie individuate dal legislatore.

Come fare domanda

Il periodo di sperimentazione andrà dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026 e comporterà l’assorbimento dell'indennità di accompagnamento e delle prestazioni fornite dagli Ats, negli ambiti di propria competenza.

La domanda potrà essere presentata telematicamente all’Inps dal portale dell’Istituto tramite il percorso "Sostegni, Sussidi e Indennità > Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità > selezionando la voce “Vedi tutti” nella sezione Strumenti e successivamente “Decreto Anziani – Prestazione Universale” ", sia personalmente, con la propria identità digitale, che tramite gli istituti di patronato.

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