Caivano, don Patriciello: “Mi accusano di essere fascista, ma sono un prete di tutti”
"Vogliamo il bene di questo territorio maltrattato e bistrattato"
"Tante persone, non potendo prendersela con Roma che è troppo lontana, se la prendono con chi è stato l'artefice, con chi ha invitato Giorgia Meloni". Lo ha affermato don Maurizio Patriciello, ascoltato su Caivano in audizione dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. "Questo prete che sta davanti a voi è diventato fascista, è diventato omofobo, tra poco diventerà anche pedofilo: quella volta là, mi sono riservato che appena faranno questo altro passo scatteranno tutte le denunce contro chiunque". "Sono un prete di tutti e per tutti - ha concluso -. Vogliamo il bene di questo territorio maltrattato e bistrattato".
Caivano e la camorra
"Finché ci sarà la gente che muore di fame la camorra non morirà mai" ha riferito, aggiungendo che tanta gente si è rivolta a lui perché ha "visto la possibilità di lavorare" nel nuovo centro sportivo. "Questo immondezzaio è diventato un gioiello" aggiunge riferendosi al nuovo centro sportivo 'Pino Daniele' sorto sulle ceneri dell'ex centro Delphinia, teatro di degrado e violenze. "In quel posto lì ci sta un gioiello e chi dice il contrario mente; capisco i giochi politici, che magari secca a qualcuno, ma dico: abbiamo a cuore il bene comune o il partito?", ha continuato. "La cosa importante da fare è che questo centro rientra nel territorio parrocchiale ed è stato costruito con i fondi della 219 quindi i legittimi destinatari erano i bambini di Parco Verde - ha detto poi don Patriciello -. Io sono contento, ma se non ci sta la possibilità anche per i più poveri di Caivano di poter accedere a una condizione privilegiata sarà ancora una volta qualcosa di bello ma fatto per altri che vengono da fuori e se lo possono permettere, quindi, le prime vittime saranno ancora una volta i nostri bambini". Il parroco, che è anche consulente della Commissione a titolo gratuito, ha ricordato che ora "la caserma dei carabinieri è diventata compagnia e sta sul territorio".
"Meloni ha mantenuto le sue promesse"
"Non c'era nessun tentativo di mettere un timbro politico. La mia era la richiesta di un parroco disperato alla presidente del consiglio e le ho detto 'Vieni': era il 25 agosto e non ci avrei giurato che il 31 di agosto la presidente del consiglio sarebbe venuta con mezzo governo. Lei ha ascoltato con grande attenzione. Le ho detto: 'Noi sappiamo fischiare e sappiamo applaudire, ma siamo stanchi di fischiare, abbiamo troppo fischiato a tutti voi che siete a Roma. In queste periferie siamo stati abbandonati e ora abbiamo un grande desiderio di applaudire. Per cortesia prenditi i nostri applausi'. Lei ha fatto delle promesse, le ha mantenute e il mio compito è applaudire" conclude.
Cronaca
Roma, bus finisce in voragine davanti al parco della...
Non risultano persone ferite. L'area è stata interdetta alla circolazione
A Roma, oggi intorno alle 16.30, i vigili del fuoco sono intervenuti in Largo Pietro Tacchi Venturi, davanti al parco della Caffarella, dove un autobus è finito con le ruote posteriori in una voragine stradale. Non risultano persone ferite. L'area è stata interdetta al traffico in attesa della rimozione del mezzo e della messa in sicurezza della strada. Sul posto gli agenti della Polizia Locale.
Cronaca
Challenge ‘Sex Roulette’, da Codacons esposto a...
L'associazione dei consumatori chiede di "bloccare la diffusione di video e contenuti pericolosi, da sfide sessuali possibili reati a danno dei minori"
'Sex roulette' e sfide sessuali tra minori potrebbero costituire veri e propri reati. Lo afferma il Codacons, che in merito al nuovo allarme sociale scoppiato in Italia presenta oggi un esposto all’Autorità per le Comunicazioni, alla Polizia postale e a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia.
"Nell’era della digitalizzazione e del mondo social sembrerebbe essersi manifestata, specie tra la 'Generazione Z', una nuova moda: la cosiddetta 'challenge online', ossia il lancio di sfide diventate virali in rete nelle quali una o più persone si mettono alla prova in una particolare attività, invitando spesso altri utenti a fare lo stesso – scrive il Codacons nell’esposto - Con la diffusione dei social media, la natura di queste sfide è caratterizzata da nuove dinamiche: il pubblico è potenzialmente enorme e coloro che partecipano cercano una visibilità (e accettazione) tramite like e commenti. Ogni sfida online viene “registrata”, produce contenuti e video (a volte di natura violenta) che viaggiano tra i social e il rischio emulazione è molto forte".
Tra queste sfide quelle a sfondo sessuali sono per il Codacons "le più pericolose, generando allarme sociale sotto il profilo della tutela dei minorenni, prevenzione da malattie infettive, tutela della salute, rischio pedopornografia, possibili ricadute in termini di violenza minorile, diseducazione rispetto a tematiche come violenza sessuale, sfruttamento dei corpi, aborto". Condotte che, secondo l'associazione dei consumatori, potrebbero configurare il reato di 'adescamento di minorennia previsto dall’art. 609 undecies del Codice Penale – che si estende a "qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l'utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione", nonché "il fenomeno meglio noto come sex tortion, ossia ricatti sessuali in cambio di denaro".
Per tali motivi il Codacons ha chiesto all’Agcom e alla Polizia Postale "l’adozione di azioni di contenimento, blocco e limitazione idonee ad impedire il caricamento e la diffusione dei video realizzati, e ciò al fine di assicurare il superamento di una situazione di potenziale e certamente grave pericolo e allarme sociale", e a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia "di aprire indagini penali su tali nuovi fenomeni".
Cronaca
Sanità, Marino (Unindustria): “A Governo chiediamo...
"Esecutivo sta puntando molto sul settore ma provvedimento su farmacie dei servizi è inspiegabile"
"Il governo Meloni sta puntando molto sulla sanità e ci sta mettendo la faccia, ma se si portano avanti provvedimenti inspiegabili come quello sulle farmacie dei servizi, con cui si permette a professionisti stimatissimi come i farmacisti di fare altro rispetto a quello che è il loro ruolo sul territorio, c'è rischio di perdere la faccia. Chiediamo al Governo un tavolo permanente di confronto per avere risposte concrete su questo e su altri temi che mettono a rischio la sostenibilità del nostro Sistema sanitario nazionale". Così Luca Marino, vicepresidente della Sezione Sanità di Unindustria, in occasione della manifestazione promossa da Uap - Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata a Roma.
"Il nostro sistema sanitario nazionale, fondato su un equilibrio tra strutture pubbliche e private, è da sempre riconosciuto come uno dei più efficienti a livello internazionale, con un impiego ottimale delle risorse", spiega Marino. "Tuttavia - aggiunge - oggi assistiamo a una rimessa in discussione di questo equilibrio, proprio mentre il Parlamento esamina il disegno di legge sulle liste d'attesa e sulle farmacie dei servizi: due provvedimenti che impattano profondamente sul nostro settore e che possono decidere le sorti del futuro della sanità".
"Sempre più persone - osserva Marino - rinunciano a curarsi per difficoltà di accesso ai servizi e si registra una profonda disomogeneità fra le Regioni nell'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), a discapito della prevenzione. Secondo i dati che emergono dalla quarta edizione dell'Outlook Salute Italia pubblicato da Deloitte, la sanità privata ha performance giudicate positive dai cittadini, ottenendo un voto pari a 7, contro il 6,3 dato alla sanità pubblica. Tuttavia, le strutture private accreditate e non, pur essendo state fondamentali nel ridurre le liste d'attesa, rimangono sotto-utilizzate a causa di budget bloccati da oltre 10 anni. Con un minimo sforzo economico da parte del Governo, si potrebbe aumentare immediatamente l'offerta di prestazioni e servizi, senza bisogno di nuovi interventi normativi, anche perché le norme esistenti permettono già l'apertura di nuovi centri privati accreditati che rispettino i requisiti di qualità e professionalità".
"Lo spettro dell'entrata in vigore del nuovo nomenclatore dal 1° gennaio 2025, che lo scorso anno prevedeva riduzioni fino all'80% per alcune prestazioni, è ancora vivo - sottolinea il vicepresidente della Sezione Sanità di Unindustria - Nonostante le rassicurazioni del Governo, non c'è ancora stato un vero confronto sul tema e si rischia una situazione di stallo con un nuovo tariffario impraticabile per le strutture costrette a non erogare prestazioni essenziali. Chiediamo, quindi, che si corregga il progetto delle farmacie dei servizi e che si sospenda l'introduzione del nuovo nomenclatore, concentrando invece energie e risorse per aggiornare l'attuale tariffario in modo coerente con l'evoluzione tecnologica e l'aumento delle richieste, al fine di rispondere adeguatamente ai bisogni di salute dei cittadini", conclude.