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È morto Francesco Brioschi, ingegnere-editore della letteratura dei continenti

La morte improvvisa a Milano, dove era nato nel 1938

Francesco Brioschi - Agenzia Fotogramma

L'editore Francesco Brioschi, fondatore di un gruppo formato dall'omonima casa editrice Francesco Brioschi Editore e dalla sigla di libri per ragazzi Valentina, è morto improvvisamente a Milano all'età di 86 anni. L'annuncio della scomparsa, come riferisce l'Adnkronos, è stato dato dai suoi marchi editoriali.

Brioschi non nasce editore ma editore diventa nel mezzo di una vita dedicata alla ricerca e all'insegnamento sotto il segno di una inesauribile curiosità intellettuale e scientifica. Nato a Milano nel 1938, laureato in ingegneria elettronica al Politecnico di Milano nel 1962, Research Fellow presso l’Harvard University dal 1967 al 1968, Brioschi diventa titolare della prima cattedra in Controlli Automatici nel 1969, occupandosi poi della creazione di piani di studio in Marketing e Gestione aziendale, che in seguito diventeranno sotto la sua guida Ingegneria Gestionale. Professore ordinario di Ricerca Operativa dal 1976 al Politecnico di Milano, è stato docente presso l'Ecole Nationale des Ponts et Chaussees a Parigi nel triennio 1989-1991. Ha pubblicato nei settori della Matematica Applicata, dell'Economia e della Finanza; è stato editorialista a diverse riprese de 'Il Sole 24 ore', consigliere di amministrazione di due società quotate e presidente di Banknord Gepafi Sim (oggi Banor Sim) ed era professore emerito di Assetti Proprietari e Governance di Impresa.

L'editoria entra nella vita di Francesco Brioschi come progetto e passione solo nel 2002, a sessant'anni ampiamente compiuti, quando fonda la sigla che porta il suo nome per pubblicare saggi sull'attualità economica e finanziaria e testi sulle emergenze ambientali. Fedele alla sua curiosità ben presto allarga l'assortimento della Francesco Brioschi Editore alla narrativa, inaugurando collane dedicate a letterature ancora poco praticate dal mercato della lettura in Italia. Nasce "Gli altri" con autori e soprattutto autrici iraniane prima, russi poi, per dilagare infine in tutti i continenti e generi, dalla Tunisia all'Africa subsahariana all'Irlanda, dalle saghe familiari al thriller, con autori come Inaam Kachachi, Ali Bécheur, Narine Abgarjan e Abbas Maroufi. Non contento, negli anni ancor più recenti avvia molteplici incursioni nella narrativa italiana e dà vita a una collana di reportage che da subito inanella autori e titoli di primario interesse, da un lato pubblicando nomi consolidati o esordienti, da Giorgio van Straten a Margherita Nani, dall'altro esplorando il meglio del new journalism con i libri di Ben Rawlence, Tom Burgis o di Souad Mekhennet.

Ha anche iniziato ad aprire librerie con l'insegna Brioschi: la prima a Crema, subito seguita da un'altra a piano terra del palazzo che già ospita la casa editrice a Milano e, poi ancora a Milano, nella Cascina Cuccagna. Nei prossimi giorni doveva inaugurarsi, sempre a Milano, il quarto punto vendita, avendo Brioschi rilevato la storica Libreria della Natura di Corso di Porta Romana. L'inaugurazione è stata rinviata.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cultura

Cultura, premiati i vincitori del Premio Driving Energy...

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La via dell'invisibile come tema del “Premio Driving Energy – Fotografia Contemporanea”, il concorso gratuito, aperto a tutti i fotografi in Italia, finalizzato alla promozione e allo sviluppo culturale del Paese e dei nuovi talenti del settore. La proclamazione dei cinque vincitori è avvenuta al Palazzo delle Esposizioni di Roma, luogo che ospita la mostra aperta gratutamente al pubblico fino al 12 ottobre, alla presenza, fra gli altri, del Presidente di Terna Igor De Biasio e del Curatore del Premio e Presidente di Palaexpo, Marco Delogu.

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Cultura

Nasce l’associazione “Identità...

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Nata da un gruppo di fotografi professionisti figli a loro volta di grandi fotografi e custodi di tre immensi archivi fotografici, l'associazione è stata ufficialmente presentata alla Camera dei Deputati

Nasce l'associazione

Tutelare, valorizzare e promuovere gli archivi fotografici italiani, patrimonio di inestimabile valore culturale e storico. Promuovere la cultura fotografica italiana, attraverso il coinvolgimento di Istituzioni nazionali e aziende pubbliche/private per la realizzazione di progetti che creino un ponte tra i fotografi storici italiani e i nuovi talenti del mondo fotografico e del fotogiornalismo. Questi i principali obiettivi dell'associazione "Identità Fotografiche", un nuovo punto di riferimento nel panorama culturale e artistico italiano, presentata ufficialmente a Roma, presso la Sala stampa della Camera dei Deputati.

L'evento ha visto la partecipazione di personalità del mondo della cultura, della politica e del fotogiornalismo. A dare vita all’associazione un gruppo di fotografi professionisti - Maurizio Riccardi, Marco Ravagli e Marco Geppetti, figli a loro volta di grandi fotografi e custodi di tre immensi archivi fotografici. L 'incontro ha sottolineato l'importanza della fotografia come strumento di narrazione visiva della storia italiana, dalle vicende più iconiche ai momenti meno noti, ma di grande rilevanza sociale. Durante la presentazione, diversi esponenti del mondo della cultura e della politica, come Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla Cultura, Federico Mollicone, Alessandro Amorese e Irene Manzi, rispettivamente presidente e membri della Commissione Cultura alla Camera, hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa, riconoscendo la fotografia come parte integrante del patrimonio culturale nazionale.

Il direttore dell’Adnkronos, Davide Desario intervenuto alla presentazione, ha posto l’accento sull’importanza del fotogiornalismo nel raccontare la realtà e ha sottolineato come il lavoro dei fotografi professionisti sia spesso sottovalutato, soprattutto nell'era digitale, dove la fotografia rischia di essere banalizzata e relegata a un semplice scatto da smartphone. "Le fotografie autentiche, quelle che restano nella memoria collettiva, sono frutto del lavoro e della sensibilità di veri professionisti" – ha dichiarato Desario – Le immagini non solo raccontano la storia, ma la rendono indimenticabile".

“L’associazione nasce con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di preservare e valorizzare gli archivi fotografici italiani - ha evidenziato Maurizio Riccardi nel suo intervento, aggiungendo che - oltre alla tutela, uno dei principali obiettivi dell'associazione è quello di promuovere progetti di catalogazione e digitalizzazione del materiale fotografico, al fine di garantirne la fruizione pubblica e la salvaguardia per le future generazioni. Un archivio fotografico, come è stato più volte sottolineato, non è solo una raccolta di immagini, ma un vero e proprio 'affresco' della storia culturale, politica e sociale del Paese”.

"In particolare - ha proseguito Riccardi - l'associazione intende dare nuova vita a fotografie che raccontano momenti fondamentali della storia italiana: dalle immagini iconiche del periodo della Dolce Vita, ai reportage degli anni di piombo, fino alle testimonianze visive dei conflitti internazionali e delle emergenze umanitarie. Tra i progetti più ambiziosi vi è la creazione di un museo dedicato alla fotografia italiana, che possa ospitare sia mostre temporanee che permanenti, coinvolgendo fotografi emergenti e nomi affermati del settore".

L'importanza della conservazione degli archivi fotografici è stata ribadita da diversi partecipanti durante l'incontro. Alessandro Amorese ha evidenziato come molti di questi archivi rischino di essere perduti per sempre, con l’erosione del tempo o la mancanza di strutture adeguate per la loro conservazione, sottolineando come le istituzioni debbano intervenire con fondi e risorse per salvaguardare questo patrimonio visivo. Federico Mollicone ha ricordato che il ministero della Cultura ha già stanziato quattro milioni di euro per progetti di valorizzazione e digitalizzazione degli archivi fotografici, con l’obiettivo di rendere questo patrimonio accessibile non solo agli esperti del settore, ma anche al grande pubblico.

Durante la presentazione, si è anche discusso del ruolo della fotografia come strumento di documentazione e di narrazione giornalistica. Il direttore dell’Adnkronos ha raccontato di come molte delle notizie di maggiore impatto siano state rese tali proprio grazie a una buona fotografia, capace di colpire l’immaginazione e l’attenzione del lettore. L’era dei social media ha ulteriormente accelerato questo processo, facendo delle immagini uno degli elementi più importanti per la diffusione delle notizie. Tuttavia, è emersa anche una nota critica nei confronti della crescente tendenza a considerare la fotografia come qualcosa di accessibile a tutti, senza il bisogno di competenze specifiche. "Non basta avere un telefono con una buona fotocamera per fare una foto che racconti la verità - ha sottolineato Desario - c'è bisogno di sensibilità, di un occhio attento e di una preparazione che solo i professionisti del settore possiedono".

E proprio Maurizio Piccirilli nel suo intervento ha ribadito quanto sia importante “cercare di uscire dalla logica della fotografia figlia di nessuno”, ovvero delle foto spesso senza firma sui giornali, quando in realtà “chi di fatto le realizza quotidianamente lo fa molto spesso con sacrificio, sudore e a volte anche con rischio”.

Uno degli argomenti centrali della presentazione è stato l’impatto delle nuove tecnologie sulla fotografia. L’intelligenza artificiale, in particolare, è stata oggetto di un vivace dibattito: se da una parte rappresenta una risorsa straordinaria per l’organizzazione e la fruizione degli archivi, dall’altra rischia di alterare profondamente la veridicità delle immagini, con la possibilità di manipolare fotografie in modi sempre più sofisticati. Questo ha sollevato una serie di questioni etiche che, secondo l’associazione, vanno affrontate con urgenza, affinché la fotografia possa continuare a essere uno strumento di verità.

Durante il suo intervento, l’Onorevole Amorese ha poi annunciato che la Commissione Cultura della Camera ha avviato un’indagine conoscitiva sulla digitalizzazione dei settori di competenza, includendo anche l’impatto delle nuove tecnologie sulla fotografia. "La fotografia – ha detto – è un mezzo potente per raccontare la storia, ma dobbiamo garantire che resti fedele alla realtà". Sul tema è rimasto Fabio Torriero, Docente Lumsa Media Società e Politica, il quale nel suo intervento ha invitato a riflettere sul futuro della fotografia, sull’importanza di tutelarla come forma d’arte e narrazione, e a sviluppare un sistema di regole che possa proteggerla dall’abuso delle nuove tecnologie.

L'incontro si è concluso con l’appello dei fondatori di "Identità Fotografiche", Riccardi, Geppetti e Ravagli, a tutti coloro che operano nel settore della fotografia, affinché si uniscano a questa battaglia per la salvaguardia del patrimonio fotografico italiano: “L’associazione si propone – ha ricordato Marco Geppetti – come una piattaforma per la collaborazione tra fotografi, istituzioni e appassionati di fotografia, al fine di preservare e promuovere questo importante patrimonio culturale”.

“La fotografia – ha sottolineato Marco Ravagli – non è solo un mestiere, ma una vera e propria arte che racconta storie, trasmette emozioni e costruisce la memoria collettiva di un popolo". "Preservare questo patrimonio – ha concluso Maurizio Riccardi - significa non solo custodire il passato, ma anche garantire alle future generazioni l'accesso a una parte fondamentale della nostra identità culturale".

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Cultura

Dalle Guzzi ai costumi della Scala, al Mimit in mostra le...

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il ministero guidato da Urso ospita le aziende lariane, la rassegna fino all'11 ottobre

Dalle Guzzi ai costumi della Scala, al Mimit in mostra le eccellenze di Como e Lecco

Il Lago di Como protagonista a Roma in un’esposizione che celebra il saper fare delle imprese lariane. Da oggi, e fino all’11 ottobre, Palazzo Piacentini, sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy, ospita la mostra 'Made in Lago di Como: le fiere celebrano l’eccellenza manifatturiera', iniziativa per promuovere le produzioni che caratterizzano le province di Como e di Lecco. L’evento nasce dall’accordo tra l’Associazione Esposizione e Fiere italiane (Aefi) e il Mimit che ha messo a disposizione il salone di ingresso della propria sede, trasformandolo in una vetrina per le principali manifestazioni fieristiche italiane.

L’obiettivo dell’iniziativa è sottolineare il ruolo strategico delle fiere come vetrina privilegiata per l’Italia del fare. La mostra offre una sintesi delle principali manifestazioni fieristiche che caratterizzano il territorio lariano, promosse da Villa Erba e Lario fiere. I visitatori potranno immergersi in un percorso espositivo organizzato in aree tematiche, ognuna delle quali sarà dedicata ai settori più rappresentativi dell’economia delle due province.

Tra gli elementi di spicco che mettono in luce la capacità delle imprese lariane di coniugare tradizione artigianale e innovazione tecnologica: una selezione di oggetti di design provenienti dalle aziende del distretto del mobile della Brianza, due Moto Guzzi, simbolo dell’eccellenza meccanica lecchese, tessuti di pregio e costumi di scena del Teatro alla Scala realizzati da aziende comasche, modelli di imbarcazioni all’avanguardia e produzioni ad alto contenuto tecnologico.

Oltre a promuovere le eccellenze del territorio, l’evento si propone come una piattaforma di dialogo e confronto tra mondo politico, istituzionale e imprenditoriale. All’interno di Palazzo Piacentini saranno infatti organizzate presentazioni, approfondimenti tematici e incontri istituzionali con l’obiettivo di creare nuove sinergie e opportunità di sviluppo economico per le imprese lariane. Per il capo di gabinetto del ministero, Federico Eichberg, il lago di Como "richiama un luogo meraviglioso, dall’aspetto iconico. Esalta il territorio e il saper dare vita grazie all’intelligenza delle mani".

Per Fabio Dadati, presidente della Fondazione Lariofiere e membro di Giunta Cciaa Como-Lecco, intervenuto durante l’inaugurazione della mostra "il territorio lariano è ricchissimo di intraprendenza industriali e artigiani di vari settori che oggi esponiamo qui. Principalmente la meccanica, infatti vediamo la Moto Guzzi, ma anche i tessuti, e vediamo l'azienda Taroni che produce abiti per i grandi film hollywoodiani. Poi c'è la produzione di barche, l'elettronica. E' un territorio che dà un grande sostegno al Pil nazionale. Le due province fanno poco più di un milione di abitanti ma facciamo tantissimo, in più c'è il turismo. Quest'anno abbiamo rinunciato ad andare a Venezia al festival del cinema, stavolta siamo voluti venire qui al ministero. Essere qui per migliorare le relazioni istituzionali è davvero importante".

Secondo Pietro Piccinetti, consigliere Associazione Esposizione e Fiere italiane (Aefi), grazie all’accordo firmato un col Mimit per portare le vere eccellenze italiane all'internazionalizzazione, la nostra realtà costituisce oramai una vera piattaforma industriale, portiamo nel mondo il Made in Italy e cerchiamo di aprire nuovi mercati. Siamo secondi in Europa e quarti nel mondo come metri quadrati venduti e come volume di business. Generiamo 25 miliardi di indotto, siamo una potenza. Ringraziamo Mimit, il ministro Urso e il suo capo di gabinetto per averci ospitato. Oggi è molto emozionante vedere qui esposti prodotti di inventiva e produzione, dalle barche alle moto. Questo è il vero Made in Italy, che a volte è più conosciuto all'estero che in Italia".

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