Israele, da Usa stop guerra Gaza solo con rilascio ostaggi. E lancia idee “concrete” per crisi Libano
Washington lavora alla de-escalation ma "no alla pace a ogni costo". Iran dice no a richiesta di intervento di Hezbollah
Gli Stati Uniti non chiederanno la fine della guerra a Gaza senza un accordo che includa il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani. Lo ha dichiarato un alto funzionario dell'amministrazione Biden. "Abbiamo detto che questo conflitto dovrebbe finire, ma non a qualsiasi condizione. Ci sono molte, molte persone innocenti che sono ancora prigioniere a Gaza, e non stiamo chiedendo una fine del conflitto che ignori la loro situazione", ha detto il vice consigliere per la sicurezza nazionale Jon Finer durante un'intervista con il sito di notizie Axios a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. "Riteniamo che ciò sarebbe fondamentalmente disumano e irresponsabile", ha aggiunto.
Il fronte libanese e la linea della Casa Bianca
Gli Stati Uniti stanno intanto presentando idee "concrete" per alleviare la crisi in Libano, ha affermato un funzionario statunitense, riporta Cgtn, esprimendo la contrarietà Usa rispetto a un'invasione di terra israeliana per colpire Hezbollah.
L'ordine di Washington: "Non colpite le infrastrutture"
Gli Usa hanno avvertito Israele di non colpire le infrastrutture statali del Libano nel corso dei raid contro Hezbollah. Lo apprende l'emittente israeliana Channel 12, secondo cui gli Usa hanno chiesto a Israele di non danneggiare in alcun caso le infrastrutture e/o i beni dello stato sovrano del Libano. Gli Usa hanno detto a Israele di "distinguere il più possibile" tra Hezbollah e Libano, riferisce il canale televisivo.
Israele: "Aperti a idee per de-escalation in Libano"
Israele dal canto suo si dice aperta a idee per una de-escalation del conflitto in Libano. Lo ha affermato l'ambasciatore israeliano all'Onu Danny Danon, dopo che gli Stati Uniti hanno dichiarato di star valutando "idee concrete" con alleati e partner.
"Mentre parliamo ci sono forze importanti che cercano di proporre idee e noi siamo aperti a questo", ha detto Danon ai giornalisti. "Non siamo impazienti di iniziare un'invasione di terra... Preferiamo una soluzione diplomatica".
Idf: "Operazione breve contro Hezbollah ma pronti a impegno maggiore"
Israele si sta impegnando affinché la campagna contro Hezbollah sia la più breve possibile, ma è pronta se dovesse richiedere più tempo, ha detto ai giornalisti il portavoce dell'Idf Daniel Hagari.
Hezbollah ha chiesto all'Iran di attaccare ma Teheran ha detto no
Sembra puntare alla de-escalation anche l'Iran. Hezbollah ha chiesto al suo alleato storico di attaccare Israele mentre le Idf intensificano i loro raid sul sud del Libano, ma finora Teheran ha "espresso riserve", riferisce infatti il sito di notizie Axios, citando due funzionari israeliani e un diplomatico occidentale. Secondo le fonti, gli iraniani hanno risposta a Hezbollah che "il momento non è giusto" perché il presidente Masoud Pezeshkian è attualmente a New York per l'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Stando ad Axios, Hezbollah ha chiesto alla Repubblica islamica di attaccare come parte della rappresaglia per l'uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, avvenuta a Teheran due mesi fa.
Le fonti sostengono che "gli iraniani hanno espresso riserve sull'unirsi ora alla lotta contro Israele e non hanno dato una risposta positiva".
Esteri
Ucraina, i paletti di Kiev per l’accordo di pace:...
Kiev chiede di aumentare la pressione internazionale sulla Russia affinché sgomberi i territori occupati
L'Ucraina non è disposta a cedere territori alla Russia per un accordo di pace. La posizione di Kiev non cambia e lo ha ribadito il ministero degli Esterprecisando che il completo ritiro della Russia dall'Ucraina e dai suoi confini riconosciuti a livello internazionale è "uno dei punti obbligatori del piano di pace formulato dal presidente Volodymyr Zelensky".
La Russia occupa circa un quinto dell’Ucraina dopo oltre due anni e mezzo di guerra, così come la penisola di Crimea, annessa nel 2014. Zelensky è negli Stati Uniti per presentare il suo piano per la vittoria ma della proposta per ora si conoscono solo le linee generali. Il ministero degli Esteri ha affermato che soluzioni temporanee "non possono ripristinare completamente la pace, ma solo rinviare la guerra".
La pressione internazionale sulla Russia affinché sgomberi i territori occupati deve essere aumentata, ha aggiunto. "Questo è uno scenario realistico che possiamo realizzare attraverso sforzi congiunti", ha affermato il ministero.
Oggi il discorso di Zelensky all'Onu
Oggi il presidente ucraino si rivolgerà all'Assemblea generale dell'Onu per la terza volta da quando il suo Paese è stato invaso dalla Russia. possibilità di ribattere sarà offerta al ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che parlerà all'Assemblea sabato, mentre il presidente russo Vladimir Putin non si reca a New York per l'evento dal 2015. L'ultimo intervento del leader del Cremlino all'Assemblea Onu risale però al 2020, in piena pandemia da Covid-19, quando parlò in collegamento video.
A New York, Zelensky ha già avuto una serie di incontri, compreso quello con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "È sempre un piacere incontrare Giorgia Meloni. A margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, abbiamo concordato i nostri prossimi programmi comuni. Sono grato a Giorgia per tutti i passi decisivi compiuti dal G7 sotto la presidenza italiana e per il suo impegno negli sforzi congiunti per stabilire una pace duratura e giusta", le parole del presidente.
Meloni: "La linea dell'Italia non cambia"
Meloni non sarà presente di persona al vertice in programma oggi. La presidente del Consiglio si collegherà in videocall al summit organizzato dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. "Un cambio di line? No, poi io capisco che si cerchi di sostenere tesi anche contro l'evidenza", dice Meloni.
"L'incontro sull'Ucraina è stato spostato su richiesta in particolare degli Stati Uniti, parteciperemo lo stesso e, al di là del tentativo di dimostrare cose che non sono dimostrabili, la posizione italiana non cambia e non sta cambiando, come dimostra l'incontro di questa mattina con Zelensky. E penso che non sia neanche così utile per la nazione, che ha il pregio che tutti riconoscono al mondo della chiarezza e determinazione nel sostenere l'Ucraina, cercare di raccontare un'altra storia. Non dico per il governo, ma per l'Italia che per una volta è considerata seria, affidabile, e che non cambia posizione come cambia il vento", aggiunge.
Esteri
Orsini a E’ sempre Cartabianca: “Hezbollah ha...
"Non darei per scontato che Hezbollah sferri un attacco importante contro Israele"
"Credo che Hezbollah non abbia ancora usato i suoi missili più potenti. Nel 2006 aveva 15mila missili, ora ne ha 150mila". Alessandro Orsini torna a E' sempre Cartabianca dopo una lunga assenza. "Figuriamoci se dopo tutto quello che ho passato avrei epurato Orsini", dice la conduttrice Bianca Berlinguer presentando il professore di sociologia del terrorismo internazionale.
Orsini si sofferma sulla crisi in Medio Oriente e sullo scontro tra Israele e Hezbollah. "Non darei per scontato che Hezbollah sferri un attacco importante contro Israele. Hezbollah sta parlando con l'Iran per capire quanto Teheran sia disposta a impegnarsi in una guerra con Israele. Hezbollah può sferrare un attacco devastante, il suo problema però è la capacità di sostenere una guerra prolungata: in Libano ora il 44% vive in condizione di povertà. Il problema di Hezbollah è un po' quello dell'Ucraina: non basta colpire forte, bisogna sostenere lo sforzo", dice Orsini.
"Israele vorrebbe costringere Hezbollah a ritirarsi dal sud del Libano. L?obiettivo del premier Netanyahu è diverso: vuole uccidere i leader di Hamas e Hezbollah per guadagnare consenso. Ma questa strategia non ha mai indebolito organizzazioni come Hezbollah o Hamas", afferma.
"A livello etico-politico siamo tornati alla Seconda guerra mondiale con il massacro di civili intenzionalmente perseguito. Viviamo in un tempo mostruoso in cui non sembra ci sia progresso umano", conclude.
Esteri
Erdogan all’Onu: “A Gaza politiche di massacro,...
Per il presidente turco, la Striscia è "il più grande cimitero al mondo per donne, bambini e valori"
''L'alleanza dell'umità 70 anni fa ha fermato Hitler. Ora deve fermare Netanyahu". Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan intervenendo all'Assemblea generale delle Nazioni Unite e attaccando ancora Israele e il premier Benjamin Netanyahu. "A causa dei crimini commessi da Israele, Gaza si è trasformata nel più grande cimitero al mondo per donne e bambini'', ma anche il luogo dove ''muoiono i valori morali che l'Occidente dice di difendere''. ''Le mosse ingannevoli di Israele non dovrebbero più ricevere alcun credito'', ha aggiunto il leader turco denunciando le ''politiche di massacro'' messe in atto da Israele.
''La Turchia non ha chiaramente nulla contro il popolo israeliano'', ha tenuto a precisare, ''quello che contestiamo sono gli oppressori e l'oppressione''.
''Coloro che pubblicamente stanno lavorando per un cessate il fuoco a Gaza continuano a inviare armi e munizioni a Israele'', ha continuato il leader turco. "L'unica ragione dell'aggressione di Israele contro il popolo palestinese è il sostegno incondizionato a Israele di una manciata di Paesi", ha affermato il presidente turco.