Israele, intercettato missile Hezbollah su Tel Aviv. Nuovi raid sul Libano
Hezbollah conferma uccisione comandante Qubaisi. Idf ai libanesi: "Non tornate a casa, non è sicuro". Ministro Esteri Libano: circa 500mila sfollati. Netanyahu rinvia la partenza per gli Usa
Nuovi raid di Israele sul Libano. Da questa mattina - fanno sapere le Idf- sono stati colpiti più di cento obiettivi di Hezbollah nel Paese dei Cedri. Secondo il ministero della Sanità di Beirut è di almeno 15 morti e 56 feriti il bilancio degli attacchi.
Nella "serie di attacchi" condotti nella notte dai caccia israeliani contro obiettivi di Hezbollah sono stati colpiti combattenti del gruppo, depositi di armi, lanciarazzi e altri obiettivi, riferiscono ancora le Idf. "In seguito all'attacco a diversi depositi di armi di Hezbollah sono state identificate esplosioni secondarie, che indicano la presenza di grandi quantità di armamenti all'interno delle strutture colpite", ha affermato l'esercito israeliano.
Missile Hezbollah verso Tel Aviv
In mattinata le forze israeliane avevano fatto sapere di aver intercettato un missile terra-aria sparato dal Libano verso il centro di Israele vicino a Tel Aviv. Missile che ha fatto scattare le sirene nelle regioni di Gush Dan e Sharon, nel centro del Paese, con le sirene di allarme che sono suonate anche a Tel Aviv, spiega il Times of Israel. Il Comando del Fronte interno delle Idf ha quindi ordinato ai cittadini israeliani di entrare nei rifugi antiaerei.
A stretto giro Hezbollah ha annunciato di aver sparato un razzo contro il quartier generale del Mossad vicino a Tel Aviv. Il gruppo guidato da Hassan Nasrallah ha spiegato di aver voluto colpire i responsabili degli assassini dei leader di Hezbollah e delle esplosioni dei cercapersone e walkie-talkie in Libano.
Un razzo lanciato dal Libano verso il nord di Israele ha colpito una struttura residenziale a Safed. L'impatto ha causato un incendio, ma non si segnalano vittime. Lo ha reso noto la polizia israeliana.
Idf ai libanesi: "Non tornate a casa, non è sicuro"
Le Idf hanno inviato un messaggio in arabo ai cittadini libanesi, chiedendo loro di non rientrare nelle case che hanno lasciato perché non è ancora sicuro tornare. ''Per la vostra sicurezza, non tornate nelle vostre case fino a nuova comunicazione'', recita il messaggio che lascia presagire nuovi attacchi israeliani in Libano.
Ministro Esteri Libano: circa 500mila sfollati dopo raid Israele
Sono circa 500mila le persone sfollate in Libano dopo i raid aerei sferrati da Israele contro obiettivi di Hezbollah, ha riferito il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib a margine dell'Assemblea generale dell'Onu, durante un evento organizzato dalla Carnegie Foundation per la pace internazionale.
Hezbollah conferma uccisione comandante Qubaisi
Hezbollah dal canto loro ha confermato l'uccisione di Ibrahim Qubaisi, comandante della divisione missilistica del gruppo, in un raid aereo israeliano a Beirut. Per Israele era un obiettivo chiave. Secondo le Idf, Qubaisi era responsabile della pianificazione e dell'esecuzione di numerosi attacchi contro civili e soldati israeliani.
Netanyahu rinvia a domani partenza per Assemblea Onu
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rinviato a domani la sua partenza per New York, dove parteciperà alla 79esima sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo ha reso noto il suo ufficio mentre si intensificano gli scontri tra l'esercito israeliano e Hezbollah in Libano.
"Il primo ministro Netanyahu partirà per il suo discorso alle Nazioni Unite domani, invece che stasera, e tornerà sabato sera", ha affermato il suo ufficio in una nota.
Consiglio di sicurezza Onu terrà riunione emergenza su Libano
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite terrà oggi una riunione d'urgenza per discutere della situazione in Libano dopo l'escalation con Israele e i raid aerei delle Idf che hanno causato oltre 500 morti. Lo ha annunciato la presidenza slovena del Consiglio di sicurezza Onu.
L'incontro di oggi si terrà su richiesta della Francia e si svolgerà alle 18 ora di New York alla presenza.
Esteri
Israele contro Hezbollah, “pronto da anni” il...
Secondo il Washington Post, da anni sarebbe stato messo a punto nel dettaglio il piano sul Libano di Tel Aviv. Che ora sarebbe quasi operativo
Israele apre all'opportunità di una invasione di terra del Libano contro Hezbollah. Invasione che in molti negli apparati di sicurezza chiedono da tempo, anche in base a quanto previsto da un piano messo a punto da anni, quasi dieci. Questo secondo quanto scrive il Washington Post citando ex ufficiali e analisti.
Il piano contro Hezbollah pronto da un decennio: "Ora tutto torna"
"Un conflitto su vasta scala appare come sempre più inevitabile, mano a mano che passano i mesi dal 7 ottobre dello scorso anno. Con Hamas messo alle strette a Gaza, il piano di Israele inizia a essere attuato", scrive il quotidiano americano. "Il piano è stato messo a punto e rivisto dai militari per anni. Ogni volta che arrivavamo vicino alla messa in campo, c'erano vincoli. Ora invece tutto torna. La domanda è cosa viene dopo?", ha spiegato Miri Eisin, ex funzionaria dell'intelligence militare, al corrente con gli sviluppi.
I circa 1.500 obiettivi colpiti nei raid israeliani degli ultimi giorni in Libano rientrano nei dettagliati scenari di guerra pianificati meticolosamente nel tempo, aggiunge Eisin. "Hamas lo scorso sette ottobre ha fatto quello che tutti si aspettavano da Hezbollah", ha sottolineato. L'inizio dell'attuazione dei piani è iniziata pochi giorni dopo il 7 ottobre, ha precisato. Allora è stato il premier Benjamin Netanyahu a fare marcia indietro, nel timore di una sovraestensione dell'Idf.
I timori e i vantaggi di Netanyahu
Netanyahu non era favorevole a un confronto totale con Hezbollah, nel timore di dover combattere su due fronti e di finire impantanato in un'altra guerra costosa e inconclusiva in Libano. Rischi che rimangono anche adesso, ma agire ora offre vantaggi politici: al Premier più tempo per ricostruire la sua reputazione danneggiata, ritardare una possibile commissione di inchiesta sul dopo 7 ottobre, e distogliere l'attenzione del pubblico dalla logorante guerra a Gaza e dalle condizioni degli ostaggi rimasti nella Striscia.
Israele ritiene inoltre che Hezbollah e l'Iran che lo sostiene non abbiano desiderio di una guerra a tutto campo, aggiunge Yossi Kuperwasser, ex direttore del centro di ricerca delle Forze di difesa israeliane. "Siamo stati i primi nell'escalation e questo è andato a nostro vantaggio. Siamo entrati in una nuova fase, violando le regole", ha aggiunto riferendosi alla routine delle schermaglie al confine fra Israele e Libano in atto dallo scorso 7 ottobre.
Il countdown della guerra
Le cose hanno assunto un nuovo ritmo a fine luglio con l'assassinio da parte di Israele di Fuad Shukr, operazione che ha fatto scattare, come dice Eisin, il countdown per la guerra. Gli attacchi ai cercapersone e ai walkie-talkie hanno accelerato il passo.
Israele non è desiderosa di iniziare una invasione di terra e preferirebbe una soluzione diplomatica, ha intanto dichiarato ieri l'ambasciatore israeliano all'Onu, Danny Danon. "Mentre parliamo ci sono forze importanti che cercano di presentare idee e siamo aperti a questo processo", ha spiegato.
Esteri
Germania, esplosione in un bar a Colonia: è la terza volta...
Distrutto il locale in Longericher Strasse. Due persone ferite
Un'esplosione si è registrata in un bar appena aperto nel centro di Colonia, in Germania, intorno alle 2.45 di questa mattina. L'ordigno esploso, che ha distrutto il bar a Longericher Strasse e mandato in frantumi i vetri delle finestre vicine, ha provocato un incendio che i vigili del fuoco hanno spento in un'ora. Due le persone rimaste lievemente ferite.
Si tratta della terza esplosione a Colonia nel giro di dieci giorni. Gli agenti della polizia hanno aperto una indagine per verificare i collegamenti con le deflagrazioni dei giorni precedenti. Da giugno, quella delle scorse ore è la sesta esplosione a Colonia.
Esteri
Eseguita condanna a morte in Missouri, anche senza prove di...
Si era sempre dichiarato innocente. La condanna si è basata sulle parole di due testimoni che, secondo i legali del 55enne, hanno ricevuto ricompense in denaro
E' stata eseguita, tramite iniezione letale, la condanna a morte di Marcellus 'Khaliifah' Williams, il 55enne afroamericano che è stato condannato per un omicidio commesso nel 1998 e per il quale si era sempre dichiarato innocente. L'esecuzione è avvenuta al Potosi Correctional Center di Mineral Point dopo che sono falliti i tentativi legali di scagionarlo.
Anche i procuratori della contea di St. Louis avevano mostrato dubbi sulla sua condanna. Secondo i legali di Williams, "hanno ammesso di aver sbagliato e hanno combattuto con zelo per annullare la condanna e salvare la vita del signor Williams". Diverse organizzazioni e persino la famiglia della vittima dell'omicidio hanno cercato di fermare l'esecuzione, ma il 24 settembre solo 3 giudici su 9 della Corte Suprema si sono espressi a favore dello stop. L'esecuzione di Williams in passato è stata sospesa per 2 volte nel 2015 e nel 2017. E' stato il procuratore generale del Missouri, il repubblicano Andrew Bailey, a battersi perché l'esecuzione procedesse come stabilito.
Condannato nonostante il suo Dna non corrispondesse
Williams è stato condannato nel 2001 per l'omicidio di Felicia Gayle, ex cronista del St. Louis Post-Dispatch, trovata morta l'11 agosto 1998 dopo essere stata accoltellata nella sua casa alla periferia di St. Louis. Le prove raccolte sulla scena del crimine comprendevano impronte digitali, di scarpe, capelli e dna sul coltello da cucina usato per l'omicidio. Williams, che ha sempre negato di aver ucciso Gayle, è stato condannato per l'omicidio nonostante il suo Dna non corrispondesse a quello trovato sulla scena del crimine. La condanna si è basata sulle parole di due testimoni che, secondo i legali di Williams, hanno ricevuto ricompense in denaro e hanno raggiunto un accordo per ottenere pene più brevi nei rispettivi casi penali.
Williams, che è diventato l'imam della sua prigione, si è sempre dichiarato innocente.