A New York il summit Ecam, dialogo e multilateralismo per mondo più solidale
Capi di Stato e di Governo, rappresentanti dell’Onu e dell’Unione Europea insieme per confrontarsi sulla sanità come diritto fondamentale, sulla green transition, sull’istruzione, la ricerca e sull’agro-industria
Si è svolto a New York, in occasione della 79ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il sesto summit dell’Ecam - European Council for Africa e Middle East - la piattaforma di dialogo globale creata per favorire la comunicazione, le connessioni economiche, la pace e la stabilità. Capi di Stato e di Governo, rappresentanti dell’Onu e dell’Unione Europea insieme per confrontarsi sulla sanità come diritto fondamentale, sulla green transition, sull’istruzione, la ricerca e sull’agro-industria.
All’evento, organizzato e coordinato dal presidente e fondatore dell’Ecam, Kamel Ghribi, sono intervenuti, tra gli altri, il presidente del Botswana, Mokgweetsi Masisi; il premier dell’Uganda, Robinah Nabbanja; il Direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus; il ministro di Stato agli Affari esteri emiratino, Sheikh Shakhbout Nahyan Al Nahyan; il commissario per gli Affari Internazionali di NYC, Edward Mermelstein; il sottosegretario generale delle Nazioni Unite e consigliere speciale per l’Africa, Cristina Duarte; il segretario esecutivo della Commissione Economica dell’Onu per l’Africa Claver Gatete; i ministri di Senegal, Costa d’Avorio e Mauritania; alti rappresentanti delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e di altre organizzazioni internazionali.
Nel corso del suo discorso introduttivo Kamel Ghribi ha dichiarato: "Oggi è una di quelle giornate in cui si rafforza la mia fiducia nel dialogo globale e nel multilateralismo. Dopo anni dalla fondazione di Ecam e tanto impegno, oggi una nuova conferma: ne è valsa la pena! È questa la direzione giusta da seguire, affinché il mondo possa diventare più sicuro e più equo". I lavori, ai quali ha preso parte ed è intervenuto il presidente del Gruppo San Donato, Angelino Alfano, sono stati conclusi dal segretario generale dell’Ecam, l’ambasciatore Ettore Sequi.
Esteri
Hezbollah colpita da Israele, cosa resta...
Le stime del Washington Post: tra i 30mila e i 50mila combattenti ancora a disposizione
Fino a 50mila combattenti. Oltre ai 'riservisti'. Fino a 150mila razzi e missili. Queste le stime sull'arsenale e sulla forza degli Hezbollah libanesi, rilanciate dal Washington Post. I razzi di Hezbollah sono in grado di colpire fino a Tel Aviv, ma il gruppo finora è parso preferire la strada della 'cautela', rimarca Orna Mizrahi dell'Institute for National Security Studies, convinta comunque che "siamo solo all'inizio di qualcosa di nuovo".
Dai missili Scud ai droni iraniani: l'arsenale di Hezbollah
Hezbollah può contare su missili con una gittata fino a 500 chilometri (gli Scud), sottolinea la Cnn: ha un arsenale con munizioni di vario raggio fatto da 120-200mila razzi e missili (da razzi Katyusha a missili Scud), oltre ai droni, quasi tutti forniti dall'Iran. Tra questi, gli Shahed-129 hanno un raggio d'azione che in teoria può arrivare a 2mila km, ma che in realtà, dipendendo dal comando di una stazione a terra, è molto più limitato (le stime degli esperti variano da meno di 200 km a 400). Simili ai Predator americani, possono essere usati per missioni di ricognizione e di attacco.
Il leader Hassan Nasrallah, che Israele sostiene di aver ucciso in un raid ieri su Beirut, aveva parlato a inizio anno di una forza di oltre 100mila miliziani e 'riservisti', nonostante gli analisti militari ritengano che Hezbollah abbia tra i 30mila e i 50mila combattenti.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha spiegato recentemente che Israele sta cambiando gli equilibri nel nord (dove sono circa 60mila gli sfollati, stando a dati riportati nei giorni scorsi dal Times of Israel) e al gabinetto di sicurezza, secondo quanto appreso dalla Cnn, ha spiegato che l'obiettivo in Libano è tagliare fuori "Hezbollah dalla guerra con Hamas".
"Il nemico più strategico e meglio armato di Israele"
Da quasi un anno le forze israeliane martellano la Striscia di Gaza, che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas, in risposta all'attacco del 7 ottobre del gruppo in Israele. Nell'enclave palestinese si conterebbero più di 41mila morti. Hezbollah, scrive il Post, è un "nemico più grande, più strategico e meglio armato" e ci sono timori su "risorse ed energie" a disposizione di Israele per affrontare un'altra offensiva su vasta scala.
L'arsenale di Hezbollah è più "sofisticato" e "distruttivo" di quello di Hamas. Resta, comunque, la superiorità militare e d'intelligence israeliana. Secondo la Cnn, il Partito di Dio ha perso da ottobre almeno 500 combattenti, tra cui capi come Fouad Shukr e Ibrahim Aqil, quest'ultimo ucciso in un raid che ha decapitato la leadership. E, stando a quanto riportato da media israeliani, i raid degli ultimi giorni in Libano avrebbero intaccato in modo significativo l'arsenale di razzi di Hezbollah e dimezzato il numero di missili con capacità di attacco di precisione, mentre sarebbe stato ridotto a un quarto il numero di razzi con una gittata fino a 40 chilometri.
In Libano, in aggiunta al prezzo in termini di vite umane, una guerra rischia comunque di costare cara a Hezbollah, oltre che ai libanesi, con il rischio di perdere influenza politica nel Paese dei Cedri.
Esteri
Per la prima volta all’Ucraina le munizioni a medio-lungo...
Nel nuovo pacchetto da 8 miliardi che gli Stati Uniti invieranno all'Ucraina ci sono per la prima volta dall'inizio del conflitto anche le munizioni a medio - lungo raggio Joint Standoff Weapon, per migliorare le capacità di attacco di Kiev. Vengono definite super bombe plananti. Scopriamo assieme nella nostra scheda come funzionano e perché possono essere decisive.
Esteri
Ucraina, Kiev nel mirino: droni russi contro la capitale
Decimo attacco in un mese sulla capitale. Blinken respinge piano di pace Cina-Brasile
La capitale ucraina nel mirino dei droni russi. "Decimo attacco aereo contro Kiev in questo mese di settembre", denuncia l'amministrazione militare della città, confermando che - riportano i media locali - sono stati intercettati e distrutti "circa" 15 droni in avvicinamento a Kiev.
"Come in quasi tutti gli attacchi di questo mese, l'esercito russo ha usato nuovamente droni d'attacco - accusa il capo dell'amministrazione, Serhiy Popko - Sono stati lanciati da sud e nordest in direzione di Kiev in diverse ondate". Nella zona di Obolon un edificio è stato danneggiato da pezzi di droni abbattuti. Non ci sono notizie di feriti.
Le forze russe hanno anche lanciato un attacco con droni Shahed contro una struttura sanitaria nella città ucraina di Sumy. Lo denunciano le autorità locali. E' di almeno otto morti il bilancio delle vittime, mentre undici sarebbero i feriti come ha confermato il ministro dell'Interno, Ihor Klymenko. "Sono stati distrutti vari piani dell'ospedale", ha affermato, accusando le forze russe di aver nuovamente colpito la struttura mentre era in corso il trasferimento dei pazienti.
"Al momento sappiamo di sei morti, compreso un poliziotto - ha detto - Un altro agente è rimasto ferito. Per il secondo giorno consecutivo la Polizia ucraina perde personale". Secondo le autorità di Sumy, i russi hanno usato droni. "Ci sono stati ripetuti attacchi", hanno detto.
Blinken respinge il piano di pace Cina-Brasile
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha espresso ieri sera al ministro degli Esteri cinese Wang Yi le preoccupazioni degli Stati Uniti riguardo al sostegno di Pechino all’industria della difesa russa. Per Blinken, le affermazioni della Cina secondo le quali cercherebbe la pace in Ucraina “non quadrano”. Lo riferiscono il Kyiv Independent, quotidiano ucraino in lingua inglese. "Una pace in cui l'aggressore ottiene tutto ciò che cerca, e in cui non vengono rispettati i diritti della vittima, non è una ricetta per una pace duratura, e certamente non per una pace giusta", ha detto Blinken quando gli è stato chiesto di una proposta di pace da parte della Cina e del Brasile, riporta Voice of America.
Blinken, ha spiegato un portavoce del Dipartimento di Stato, ha sottolineato la continua preoccupazione degli Stati Uniti per il sostegno della Repubblica Popolare Cinese alla base industriale di difesa della Russia e alla guerra di aggressione contro l’Ucraina e ha chiarito la necessità che la Cina affronti la minaccia della Russia alla sicurezza transatlantica. Ha anche sottolineato l’importanza di mantenere la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan e ha espresso "preoccupazione" per le azioni pericolose e destabilizzanti di Pechino nel Mar Cinese Meridionale. Il segretario di Stato ha ribadito, tra l'altro, che resta una "priorità assoluta" risolvere i casi di cittadini americani detenuti o soggetti a divieto di uscita in Cina e ha sollevato preoccupazioni in materia di diritti umani, anche per quanto riguarda Xinjiang, Tibet e Hong Kong.