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Putin e le armi nucleari, solita minaccia o svolta per Russia?

Le modifiche annunciate alla dottrina delineano un nuovo scenario

Vladimir Putin

Vladimir Putin minaccia il ricorso alle armi nucleari, ancora una volta. La Russia potrebbe modificare la propria dottrina, ha detto il presidente, inviando un segnale all'Ucraina e soprattutto all'Occidente che sostiene Kiev nella guerra iniziata oltre 900 giorni fa. Il messaggio che arriva da Mosca è un bluff? O il cambiamento di rotta produrrà effetti concreti nelle operazioni della Russia.

"Le minacce nucleari sono diventate routine per il Cremlino. Mosca torna a usarle ogni volta che all'Ucraina arrivano nuove armi, che a Kiev viene permesso di usare armi occidentali per colpire il territorio russo, o attaccare i sistemi di allerta russi" ha scritto lo scorso luglio, in un articolo per Carnegie Endowment l'analista Maxim Starchak, del Centre for International and Defence Policy della Queen’s University (Canada), precisando tuttavia che "di fronte a noi ci siano anni imprevedibili di confronto".

Saranno sviluppate nuove armi, sia reali che a livello di modelli. Droni nucleari, missili ipersonici e laser saranno una costante dei discorsi ufficiali e delle esercitazioni militari. Le armi nucleari saranno spostate più vicino al nemico. I lanciatori, aerei con missili strategici e i sottomarini nucleari compariranno più frequentemente nelle zone di confine.

Poi, elenca Starchak, ci sarà un rafforzamento delle armi e forze convenzionali in Europa non appena saranno messi a disposizione finanziamenti e soldati (probabilmente, una volta che la fase attiva della guerra in Ucraina sarà terminata). Ci sarà un aumento del numero e delle dimensioni delle esercitazioni militari. E anche più incidenti militari. Infine, un ritorno alla corsa alle armi nucleari e, la cosa più pericolosa, gli arsenali nucleari potranno, a un certo punto, essere messi in elevato stato di allerta.

Un accademico russo considerato vicino alla diplomazia di Mosca che ha chiesto di restare anonimo ha spiegato al Washington Post che gli emendamenti alla dottrina nucleare - il testo in vigore ora è stato varato nel 2020 - aumenteranno la flessibilità della dottrina e quindi, "in un certo senso, la espanderanno". "Sarà mantenuto un elemento di incertezza in modo da aumentare il livello di flessibilità. Ma dal momento che usare l'arma nucleare in caso di attacchi simili a quello di Kursk avrebbe significativi effetti collaterali negativi, da un punto di vista militare sarebbe difficilmente giustificabile", ha affermato.

Le parole pronunciate da Putin ieri, di fronte al Consiglio di sicurezza, sono un chiaro "segnale" all'Occidente, ma "c'è ancora una vasta gamma di opzioni per una escalation e quella nucleare non è la preferita". Per questo, il quotidiano americano conclude che la comunità internazionale è sempre più convinta che le dichiarazioni in arrivo dalla Russia sul possibile uso di armi nucleari "siano poco più che minacce o intimidazioni".

Con il ricatto nucleare, Mosca sta solo cercando di ricreare l'ordine mondiale prevalente nella seconda metà del Ventesimo secolo. "Ignorando i limiti che Washington ha posto al suo sostegno all'Ucraina, il Cremlino fa tutto il possibile per dimostrare che non ha interesse nel mantenere il controllo degli armamenti", ha aggiunto Starchak, ricordando che le minacce nucleari di Mosca risalgono a ben prima dell'inizio dell'invasione dell'Ucraina (2018).

Il Cremlino considera l'epoca della guerra fredda un periodo di stabilità. Anche se nessuna delle parti aveva fiducia nell'altra e ognuna continuava ad aumentare il suo arsenale e a perseguire i suoi interessi. Lo stesso potrebbe verificarsi ora.

"Un accordo per porre fine alla guerra in Ucraina e spartirsi l'Europa non renderebbe il mondo più sicuro. Anzi, convincerebbe il Cremlino della sua invincibilità e lo renderebbe più aggressivo. Il mondo può quindi aspettarsi esibizioni significative di potenza nucleare. Il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov lo scorso maggio aveva detto che Mosca avrebbe archiviato la questione delle 'linee rosse' per riflettere specularmente le minacce dell'Occidente. Di fronte a noi ci sono anni di confronto imprevedibile", conclude l'analista del Carnegie.

A Mosca, intanto, le voci favorevoli alla modifica della dottrina si fanno sentire. I cambiamenti consentiranno al Paese di diventare "più flessibile ed efficace", ha affermato il presidente della Commissione difesa della Duma, Andrey Kartapolov, una delle tante figure dell'establishment politico a Mosca che in questi mesi ha rilanciato la minaccia nucleare in modo tale da mantenere l'alone di incertezza e ambiguità sul ricordo ad armi nucleari, ambiguità che apre la strada a interrogativi e dibattito in Occidente. "I cambiamenti sono stati apportati per garantire che la dottrina corrisponda alla realtà di oggi", ha ribadito Kartapolov

Qualcuno si è preso la briga di calcolare: dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina allo scorso giugno, lo spettro del nucleare è stato evocato da personalità in Russia 74 volte. E' chiara l'accelerazione: dal 1999 sono state 95 in totale.

Si è fatto notare in questo contesto l'ex Presidente e vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev, che lo scorso febbraio, per esempio, ha invocato l'uso di armi nucleari contro Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Ucraina se Kiev e i suoi alleati cercheranno di ripristinare i confini della Russia del 1991.

La soglia per l'uso delle armi nucleari "è stata ora abbassata", ha scritto su Telegram Sergei Markov, analista vicino al Cremlino. "In termini generali, questo significa che la Russia con questa nuova dottrina può usare le armi nucleari contro l'Ucraina. L'aggressione dell'Ucraina alla regione di Kursk è stata sostenuta da Paesi nucleari (Stati Uniti, Francia Gran Bretagna). Quindi sarà possibile colpire Kiev con armi nucleari", ha aggiunto, in coincidenza con il discorso di Putin ieri. La Russia è stata spinta a emendare la sua dottrina nucleare dalla "minaccia di una piena escalation dell'Occidente della guerra contro la Russia", ha ribadito Markov.

L'autorevole falco Sergei Karaganov, ex consigliere del Cremlino, sia con Boris Eltsin che con Vladimir Putin, politologo, fautore fra l'altro di attacchi nucleari limitati preventivi con armi tattiche, contro l'Europa occidentale per ripristinare la deterrenza nucleare e portare la guerra in Ucraina a una conclusione favorevole. spinge da tempo, pubblicamente, Putin ad adottare una dottrina più dura. "L'obiettivo principale della dottrina nucleare russa deve essere quello di garantire che tutti i nemici attuali e quelli futuri siano certi che la Russia è pronta a usare le armi nucleari", aveva detto.

Come moderatore della sessione plenaria del Forum economico di San Pietroburgo, lo scorso giugno, Karaganov aveva esortato Putin a "non ignorare le argomentazioni mie e dei miei colleghi". Il Presidente aveva ringraziato per le raccomandazioni, dopo un nuovo intervento sul nucleare dominato dall'ambiguità. Aveva anticipato la revisione della dottrina nucleare e notato che ""per qualche ragione, l'Occidente crede che la Russia non userà mai" armi nucleari", ma aveva escluso l'impiego delle testate, anche se solo in questo momento. "Non lasciamo nulla di inesplorato. Guardiamo a tutti gli scenari nell'operazione militare speciale" contro l'Ucraina aveva detto il Presidente rispondendo a Karaganov.

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Salute e Benessere

Cambio di stagione: come rinforzare le difese immunitarie

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Cambio di stagione: come rinforzare le difese immunitarie

In collaborazione con: Nocepharm

Durante i cambi di stagione, il nostro corpo deve adattarsi a nuove condizioni climatiche, aspetto può provocare un aumento dello stress fisico e psicologico che, a sua volta, può indebolire le nostre difese immunitarie, rendendoci più suscettibili ai malanni di stagione come raffreddori e influenze.

Il cambiamento delle ore di luce può influire sul nostro ritmo circadiano, sul sonno e sulla produzione di ormoni, ragion per cui è fondamentale prestare particolare attenzione alla cura di sé stessi durante questi periodi, cercando di non far abbassare le proprie difese immunitarie e provando a rinforzarle.

Come prendersi cura delle difese immunitarie

Una delle chiavi per mantenere un sistema immunitario forte è una buona alimentazione che, oltre a fornire al nostro organismo tutte le vitamine e le proteine di cui ha bisogno, è importante per mantenere in salute tutto l’apparato gastrointestinale, fondamentale per il benessere del sistema immunitario. Alcuni nutrienti essenziali includono:

  • Omega-3: acidi grassi essenziali che si trovano nel salmone, nelle noci e nelle uova, dalle spiccate proprietà anti-infiammatorie.
  • Vitamina D: prodotta naturalmente dal nostro organismo quando ci esponiamo al sole, è fondamentale per la salute delle ossa e del sistema immunitario.
  • Vitamina C: essenziale per la funzione immunitaria, la vitamina C si trova in abbondanza negli agrumi, nei kiwi e nelle verdure a foglia verde.
  • Fermenti lattici e probiotici: presenti nello yogurt e nel formaggio, aiutano a mantenere un equilibrio sano della flora intestinale che, come anticipato, è fondamentale per avere difese immunitarie efficienti.
  • Sali minerali: indispensabili per le reazioni chimiche che producono energia all’interno dell’organismo umano.

È bene tener presente che anche la qualità del sonno ha un impatto significativo sul sistema immunitario: dormire almeno 7-8 ore per notte è essenziale per evitare eventuali alterazioni del metabolismo e ridurre la capacità del corpo di combattere le infezioni. Per la stessa ragione, è importante evitare stress di qualunque tipo che spesso disturba il sonno e abbassa le nostre difese immunitarie.

Buone abitudini generali

Come comprensibile, il benessere del sistema immunitario dipende molto dalle proprie abitudini quotidiane, per cui è essenziale:

  • Evitare il fumo e non abusare con l’alcol.
  • Eseguire un’attività fisica costante, che aiuta a migliorare la circolazione sanguigna e a mantenere in forma il sistema immunitario.
  • Curare la propria igiene personale.

Gli integratori naturali possono essere utili durante il cambio di stagione, pur non potendo sostituire lo stile di vita sano di cui abbiamo parlato fin qui. Formulazioni multi-nutrienti contenenti vitamina C, minerali ed echinacea possono supportare le difese naturali dell'organismo.

Un integratore particolarmente utile è il Colostro Noni che, grazie alla sua formula a base di colostro bovino e noni, aiuta a mantenere il benessere dell'intestino: il colostro è una fonte naturale di immunoglobuline, che aiutano a rafforzare il sistema immunitario e a prevenire le infezioni, mentre il noni è un frutto ricco di antiossidanti, che aiutano a contrastare i radicali liberi e a prevenire l'invecchiamento precoce.

Se vuoi approfondire l’argomento, porre qualche domanda o scoprire altri prodotti ideali per la tua salute, contattaci. Il nostro team di professionisti sarà felice di risponderti.

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Esteri

Uragano Helene si abbatte sugli Usa, 3 morti: oltre un...

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Piogge, inondazioni, raffiche di vento fino a 250 km orari per l'uragano di categoria 4 che ha colpito anche in Georgia

Uragano Helene in Florida - Fotogramma /Ipa

Piogge, inondazioni, raffiche di vento fino a 250 km orari. L'uragano Helene si abbatte sugli Usa provocando almeno tre morti. Il devastante fenomeno meteo, di categoria 4 e cioè classificato come 'estremamente pericoloso', è il più forte mai registrato sul nord della Florida. Secondo poweroutage.us, spiega la Cnn, in Florida più di 1,2 milioni di case e aziende sono rimaste senza corrente elettrica nella notte.

Mentre il Centro nazionale degli uragani avverte che "la situazione resta estremamente pericolosa e a rischio per la vita: la gente non dovrebbe lasciare i rifugi", sono intanto stati segnalati dalle autorità almeno tre decessi: in Florida una persona è morta dopo che un cartello è caduto e ha investito un'auto che circolava sulla Interstate 4 vicino a Ybor City, a Tampa, ha spiegato il governatore Ron DeSantis; in Georgia due persone sono morte dopo essere state investite da un tornado legato alle tempeste portate dall'uragano Helene ad Alamo, ha spiegato il sindaco della città alla Cnn.

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Politica

Rai, via libera Camere ai nuovi vertici: palla alla...

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Il Parlamento ha designato i consiglieri di sua competenza: Antonio Marano e Alessandro Di Majo per il Senato, Federica Frangi e Roberto Natale per la Camera

Sede Rai (Fotogramma/Ipa)

Primo passo per la nuova governance della Rai. Il Parlamento ha designato i consiglieri di sua competenza: Antonio Marano e Alessandro Di Majo per il Senato, Federica Frangi e Roberto Natale per la Camera. Il ministero dell'Economia, intanto, ha indicato i 'suoi' consiglieri: Simona Agnes e Giampaolo Rossi. A questo punto il 'board' della Tv pubblica è sostanzialmente al completo, in attesa dell'indicazione del consigliere espressione dei dipendenti. Manca, per voltare pagina a viale Mazzini, il passaggio più delicato: il via libera, obbligatorio, della commissione di Vigilanza sul nuovo presidente.

L'iter del voto parlamentare lascia già intendere che al traguardo della Vigilanza si rischia di arrivare dopo una infinità di polemiche politiche. Il voto sui consiglieri ha spaccato il campo largo, mentre ha registrato la compattezza della maggioranza. Anche se i numeri di Camera e Senato non tornano alla perfezione. Basso il numero dei votanti, anche considerando l'Aventino di parte dell'opposizione: 131 al Senato e 231 alla Camera. "Era un voto dall'esito scontato", viene sottolineato dalla maggioranza. Alla quale forse mancano dei voti, considerando i 97 di Marano e i 174 di Frangi, sotto la somma dei voti dei Gruppi di riferimento.

Ma è l'opposizione ad uscire con le ossa rotte dal passaggio parlamentare. Pd, con Iv e Azione, ha tenuto sulla linea dell'Aventino. M5S, con Avs, ha partecipato al voto. Ed eletto i relativi consiglieri (Di Majo e Natale), lasciando il solo Pd senza rappresentanti al settimo piano di viale Mazzini. "Noi siamo stati coerenti. Chiedete agli altri", ha commentato Elly Schlein puntando il dito verso Giuseppe Conte. "Noi siamo stati sempre coerenti. E' la soluzione più giusta", è stata la replica del leader 5 stelle. Ma in casa dem ci sono stati molti mal di pancia per le scelte di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: "Il voto di oggi non interrompe il percorso per la costruzione dell’alleanza di centrosinistra", ha assicurato il leader dei Verdi.

"Si sono scoperti dorotei. E hanno legittimato, per qualche poltrona, Telemeloni", è la valutazione di fonti parlamentari del Pd sulle decisioni delle altre opposizioni. In Parlamento, le voci sulle prime nomine dei nuovi vertici Rai si rincorrono, parlando di un ricambio al vertice di Rainews24 a favore di un nome vicino al M5S (Giuseppe Carboni o Senio Bonini, tra quelli che circolano). Ma prima, però, il nuovo Cda Rai dovrà passare il vaglio della Vigilanza. Mentre dal 1 ottobre al Senato partirà l'iter della riforma del servizio pubblico, messa in campo dalla maggioranza come gesto di disponibilità verso le opposizioni.

Al centrodestra mancano due voti in Vigilanza per il via libera al presidente (Agnes il nome designato). Il sì di Maria Stella Gelmini, dopo il suo addio ad Azione, viene dato per scontato. "Il patto sui consiglieri non reggerà sino ad allora. La Agnes non avrà i voti", sottolineano fonti parlamentari di opposizione che hanno seguito da vicino il dossier Rai. L'ipotesi, quindi, potrebbe essere quella di un campo largo di nuovo compatto sulla linea Schlein e sull'Aventino. Non sarebbe un inedito. Per Marcello Foa fu necessario un doppio passaggio in Vigilanza dopo una prima bocciatura. Altrimenti, a guidare la Rai sarebbe il consigliere più anziano: Marano, quota Lega.

Su questa ipotesi le valutazioni dell'opposizione sono al veleno: "Tutto torna. Meloni ha stoppato le velleità di Forza Italia e dei Berlusconi. Tanto il vero timoniere è il suo uomo, Rossi, il Dg". In ogni caso, una qualche alchimia dovrà venire fuori da palazzo San Macuto. Per questo il dossier Rai potrebbe anche decantare. Ci sono dei passaggi obbligati da osservare prima che la Vigilanza fissi la data del voto sul presidente. Un tempo che potrebbe dilatarsi di qualche settimana, forse anche un mese. Per avere tutto il tempo per cercare un'intesa.

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