Tumore seno, l’oncologo: “Con terapie innovative anche ritorno al lavoro”
Su 'è tempo di vita': "Farmaci a bersaglio molecolare meno tossici allungano tempi per recidive cambiando storia della malattia"
“Tornare al lavoro, per le donne con tumore al seno metastatico, è possibile e notevolmente auspicato. L'obiettivo delle cure infatti è migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita delle pazienti rendendola il più possibile normale anche dal punto di vista relazionale. Il rientro al lavoro, ha un impatto psicologico estremamente forte e importante, e oggi è possibile grazie a terapie innovative, spesso orali, da assumere a casa, e che permettono di cronicizzare la malattia tumorale con un prolungamento significativo della sopravvivenza e quindi, con evidenti effetti positivi anche sulla qualità di vita e sul benessere della paziente”. Così Carmelo Bengala, direttore Uoc Oncologia medica 1, Azienda ospedaliera universitaria Pisana, descrive la prospettiva di un ritorno completo alla normalità, per una malattia che è diventata curabile con meno effetti collaterali e tempi di efficacia più rapidi e prolungati.
“La storia naturale della malattia è cambiata in questi anni - continua Bengala - Dai dati della letteratura sappiamo che, in Italia, il 66% delle donne con tumore mammario può guarire: sono quasi 2 donne su 3. Il carcinoma mammario metastatico è una patologia complessa, con caratteristiche biologiche differenti in termini di aggressività e di curabilità. Ci sono inoltre delle forme con un interessamento diffuso degli organi e forme, invece, molto più frequenti, che si limitano a livello di singoli organi e tessuti. L'innovazione diagnostica e successivamente terapeutica, ha portato allo sviluppo di farmaci specifici per i tumori ormonosensibili, per quelli cosiddetti triplo negativi e per i tumori che iperesprimono una proteina, la Her2, inclusi i tumori a bassa espressione di Her2”.
Questi trattamenti innovativi “permettono una terapia a bersaglio molecolare - precisa l’oncologo - con farmaci che si legano a molecole e recettori specifici delle cellule del tumore mammario, incrementando notevolmente l'indice terapeutico, quindi incrementando l’efficacia e riducendo la tossicità e con riduzione del rischio di progressione di malattia”. A tale proposito, “un altro aspetto di particolare impatto è la capacità dei nuovi trattamenti di ridurre il rischio di recidiva anche nelle donne a cui è stata diagnosticata la malattia in una fase iniziale”. All’ultimo congresso della Società americana di oncologia (Asco), “sono stati presentati i risultati di farmaci veicolati attraverso anticorpi monoclonali che riconoscono il recettore della cellula tumorale, si legano al recettore cellulare e rilasciano il farmaco. Questo meccanismo d’azione - chiarisce - ha aumentato notevolmente l'efficacia riducendone appunto la tossicità, cambiando di fatto la storia della malattia. Tutti questo è a vantaggio della qualità di vita delle pazienti: poter cronicizzare la malattia, con il mantenimento prolungato di una risposta al trattamento, per anni, le donne, spesso giovani, quindi molto attive, possono mantenere una vita il più possibile normale”, compreso il ritorno al lavoro.
Le nuove terapie pongono una nuova sfida per l’oncologo: “riuscire a trasmettere alla paziente questa consapevolezza perché diventi anche sua”. Serve un cambio di mentalità. A a volte si fa fatica a prospettare il “ritorno al lavoro”, ma “anche il ritorno a un'alimentazione normale, senza particolari restrizioni” anche grazie agli “effetti collaterali ridotti dei farmaci. Si tratta di cercare di far sentire la paziente meno ammalata di quanto lei sostanzialmente percepisca - sottolinea l’esperto - e questo passa attraverso la comunicazione. Al di là delle nozioni scientifiche sull'efficacia dei farmaci, è importante parlare alle pazienti anche di questo aspetto relativo al benessere, al ritorno alla vita, alla normalità relazionale, affettiva e lavorativa. Tutto questo deve entrare nella nostra pratica clinica”.
La stessa recidiva di un carcinoma della mammario metastatico, “che può presentarsi dopo alcuni anni dall'intervento chirurgico in una singola sede, molto limitata, o in più sedi - spiega Bengala - con le nuove terapie può essere affrontata, in entrambe i casi, con risposte rapide, e quindi una regressione della malattia. Nel caso di interessamento dello scheletro potrebbe essere necessaria una terapia del dolore di supporto, ma sin dai primi mesi di trattamento, la donna può riprendere una vita normale, anche lavorativa. Certo non si evitano possibili evoluzioni successive della malattia, ma la sopravvivenza in assenza di progressione della malattia è estremamente prolungata, con tempi più che raddoppiati con i nuovi trattamenti, rispetto ai vecchi. Questo tempo di vita in più è particolarmente prezioso perché, grazie alla velocità della ricerca, apre alla prospettiva dell’arrivo di nuove opportunità terapeutiche”.
La ricerca, inoltre, “è importante perché dà la possibilità alle pazienti, in caso di tumore resistente alle terapie, di entrare negli studi clinici e accedere così già a terapie che sono in sperimentazione - evidenzia l’esperto - Chiaramente questa opportunità si ha solo nei centri di alto livello specialistico, nelle Breast unit dove c’è una presa in carico del percorso terapeutico multidisciplinare, sia per gli aspetti prettamente oncologici che psicologici - sembra un paradosso, ma le donne a volte hanno paura di rientrare al lavoro - che nell’essere coinvolte in studi clinici e anticipare l’accesso a nuovi trattamenti. Non vogliamo dare false speranze, ci sono comunque degli effetti collaterali, degli esami a cui sottoporsi - conclude Bengala - ma è possibile il recupero di una certa normalità, specie se le pazienti sono motivate. In questo, un ruolo importante è riservato all’oncologo, lo psiconcologo, ma anche ai familiari: sostenere la donna nella motivazione a curarsi è fondamentale”. Approfondimenti sul tema sono disponibili nel sito ‘E’ tempo di Vita’, etempodivita.it
Cronaca
Infarto, per le donne più raro ma più grave
Il cardiologo Rebuzzi: "Dopo la menopausa rischio 'sindrome del crepacuore' per lutti o forti stress psichici"
Il cuore delle donne, rispetto a quello degli uomini, "è più protetto dal rischio di cardiopatie ischemiche. Almeno fino alla menopausa". Poi le cose cambiano. "Perché se in età fertile il rischio di patologie cardiovascolari è inferiore rispetto agli uomini (per l'infarto il rapporto è di 1 a 4), quando termina il periodo di fertilità il rischio cardiovascolare si allinea a quello degli uomini. Il motivo? Le donne non fanno prevenzione, nonostante fumino di più e siano meno attente all'alimentazione e ai corretti stili di vita". Così all'Adnkronos Salute Antonio Rebuzzi, docente di Cardiologia all'università Cattolica di Roma, in vista della Giornata mondiale del Cuore che si celebra ogni anno il 29 settembre.
"Le donne sono attente alla prevenzione in ginecologia, ma quando si parla di cuore ignorano i sintomi e i segnali 'spia' - sottolinea Rebuzzi - Ad esempio, non sanno di essere più a rischio per le patologie del microcircolo, cioè di quelle piccole arterie che portano il sangue dalle coronarie alle singole cellule miocardiche".
Dopo la menopausa, poi, a causa della vedovanza o "comunque a seguito di un lutto o un forte stress psichico, la donna - evidenzia l'esperto - ha molte più probabilità di soffrire della sindrome di Tako-Tsubo, una patologia rara anche nota come 'sindrome del crepacuore', indicata così proprio perché a provocarla può essere un particolare stress emotivo".
"Presenta gli stessi sintomi dell'infarto (affaticamento, dolore al torace e respiro corto) e all'esame delle coronarie non si evidenzia nessuna ostruzione - illustra Rebuzzi - Colpisce in circa il 90% dei casi donne nell'età post-menopausa. Si stima che interessi 1-2 casi su 100 pazienti che si recano in pronto soccorso per sospetto infarto. La patologia sembra correlarsi a stress psichici intensi: forti emozioni, paura, panico, spaventi, lutti e da questo nasce il suggestivo soprannome" di sindrome da crepacuore.
Da qui l'importanza della Giornata mondiale del Cuore, "fondamentale - conclude il cardiologo - per far leva su informazione e prevenzione. Si potranno fare in modo gratuito elettrocardiogrammi, controlli della pressione arteriosa e conoscere il proprio indice di rischio cardiovascolare (basso, moderato, elevato)".
Sport
Luna Rossa contro Ineos, oggi regata 3 e 4 finale Louis...
Si riparte dall'1-1 dopo la prima giornata
Luna Rossa oggi affronta Ineos Britannia nella terza e nella quarta regalta della Louis Vuitton Cup 2024. Dopo l'1-1 che ha chiuso la prima giornata, le barche tornano a sfidarsi - in diretta tv e streaming - nel mare di Barcellona per approdare all'America's Cup 2024 e sfidare New Zealand, detentore del trofeo. Luna Rossa ha eliminato in semifinale American Magic, mentre Ineos Britannia ha superato Alinghi.
Nella prima giornata della finale della Louis Vuitton Cup, Luna Rossa si è aggiudicata di autorità la regata che ha aperto la contesa conquistando il punto dell'1-0. Ineos ha risposto nella seconda regata, sfruttando le condizioni adatte alle proprie caratteristiche e conquistando un vantaggio minimo mantenuto fino all'arrivo.
Il calendario della finale
La finale prosegue oggi con altre 2 regate e si disputa al meglio delle 13 sfide: bisogna vincerne 7 per volare all'America's Cup. Il calendario prevede regate domani domenica 29 settembre e poi l'1, il 2, il 5 e il 5 ottobre.
La finale in diretta tv
Fino a sabato 5 ottobre, dalle ore 14.00, la finale sarà trasmessa in diretta esclusiva in chiaro su Italia 1 e in streaming su Sportmediaset.it.
Sport
Sinner oggi contro Safiullin, ottavi Atp Pechino: orario e...
Il numero 1 del mondo contro il russo
Jannik Sinner oggi in campo negli ottavi di finale del torneo Atp di Pechino 2024 contro il russo Roman Safiullin. L'azzurro, numero 1 del mondo e detentore del titolo, nel match di sabato 28 settembre va a caccia di un posto nei quarti di finale e della 57esima vittoria stagionale in un 2024 da incorniciare. L'incontro tra Sinner e Safiullin - in diretta tv e streaming - è il terzo in programma sul campo principale. Si inizia a giocare alle 11 locali, le 5 del mattino in Italia.
Gli altri azzurri in campo
Il sipario si alza con la sfida femminile tra l'azzurra Jasmine Paolini, testa di serie numero 3, e la danese Clara Tauson. A seguire, tocca alla bielorussa Arina Sabalenka: la numero 1 del tabellone affronta la thailandese Mananchaya Sawangkaew, proveniente dalle qualificazioni, che non dovrebbe rappresentare un ostacolo ostico per la vincitrice degli ultimi US Open.
E' ipotizzabile, quindi, che Sinner scenda in campo nella mattinata italiana attorno alle 10, quando saranno le 16 in Cina. All'alba italiana, sul secondo campo dell'impianto, gioca Flavio Cobolli: negli ottavi anche per lui avversario russo, Pavel Kotov.
Sinner-Safiullin, i precedenti
Sinner affronta Safiullin, 27enne e numero 69 del ranking Atp, per la terza volta in carriera. Il 23enne altoatesino si è imposto in entrambi i precedenti. Nel 2022 ha avuto la meglio in 2 set nella sfida valida per la Atp Cup.
Lo scorso anno, invece, sull'erba di Wimbledon si è imposto in 4 set nel match valido per i quarti di finale. Il tennista di Podolsk, che non ha mai vinto un torneo in carriera, non sta vivendo un 2024 memorabile: ha un record negativo (14-21) e ha raggiunto il miglior risultato dell'anno, una semifinale, nel torneo di Brisbane che ha aperto la stagione.
Sinner-Safiullin in tv
La partita tra Sinner e Safiullin sarà trasmessa in diretta tv da Sky Sport Uno (201), Sky Sport Tennis (203). Il match sarà disponibile in streaming su SkyGo, NOW e su Tennis Tv.