Giornata mondiale cuore, flash mob per ‘liberare circolazione dal colesterolo’
A Roma l'iniziativa di sensibilizzazione con screening cardiologici gratuiti promossa da Daiichi Sankyo Italia
Un flash mob per "liberare la circolazione dal Colesterolo" e ricordare che il controllo del rischio cardiovascolare dipende da noi. In occasione della Giornata mondiale del Cuore, ieri 29 settembre, nel centro di Roma, undici ingombranti sfere gialle 'umane' hanno bloccano il passaggio dei pedoni che transitavano tra largo dei Lombardi, largo Goldoni, piazza di Spagna e via del Corso, esattamente come il colesterolo Ldl (cosiddetto colesterolo 'cattivo') ostruisce la circolazione del sangue delle arterie, aumentando il rischio di infarto o ictus. Con questo particolare flash mob ha avuto inizio 'Liberiamo la circolazione dal Colesterolo', la giornata di sensibilizzazione con screening cardiologici gratuiti organizzata da Daiichi Sankyo Italia in occasione del World Heart Day.
I dati Istat parlano chiaro: 9,6 milioni di persone in Italia soffrono di patologie cardio-cerebrovascolari, di cui il 54% sono donne. Con 800.000 nuove diagnosi l’anno, le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel nostro Paese, responsabili del 30,8% di tutti i decessi, ovvero 1 persona su 3 muore di queste malattie. Da qui l'idea del flash mob, il cui scopo è ricordare che tenere sotto controllo il rischio cardiovascolare si può, e dipende da ognuno di noi.
L’iniziativa - riporta una nota - è stata patrocinata dall’Associazione per la lotta all’ictus cerebrale (A.L.I.Ce Italia Odv), Coordinamento nazionale associazioni del cuore (Conacuore Odv), Fondazione italiana per il cuore (Fipc), Società italiana per lo studio dell’aterosclerosi (S.I.S.A) e il sostegno di Roma Capitale. Non solo, grazie allo stand presieduto da Federlazio i passanti hanno potuto effettuare controllo della pressione arteriosa, frequenza cardiaca, ecocardiogramma a una derivazione, misurazione della frequenza respiratoria.
Nello stand dedicato alle associazioni sono stati distribuiti anche il'“Diario della Salute cardiovascolare' e una brochure per aiutare a riconoscere i primi sintomi dell’ictus, per capire quali sono i livelli ottimali di colesterolo Ldl a seconda del rischio cardiovascolare di ognuno, nonché utili consigli pratici per la correzione dello stile di vita, primo fra i fattori modificabili del rischio cerebro-cardiovascolare.
"Grazie al progresso della ricerca medica, abbiamo a disposizione numerosi strumenti terapeutici per prevenire eventi cardiovascolari - spiega Alberico Catapano, professore Università degli studi di Milano e Multimedica Irccs - Tuttavia, solide evidenze scientifiche dimostrano che l’adesione attiva, convinta, e persistente a comportamenti salutari e all'assunzione dei farmaci prescritti ha un impatto molto importante sulla salute. Ancor meglio, aderendo e mantenendo stili di vita salutari lungo tutto il corso della vita, con accorgimenti semplici come una sana alimentazione, attività fisica adeguata, la rinuncia al fumo e la precoce identificazione di fattori di rischio cardiovascolari attraverso controlli periodici, possiamo nella maggior parte dei casi evitare che si instauri una patologia. Ma per raggiungere questo obiettivo bisogna perseverare nell’opera di sensibilizzazione ed educazione del pubblico".
Le malattie cardio-cerebrovascolari comprendono varie condizioni, spesso asintomatiche, che colpiscono cuore e vasi sanguigni e sono caratterizzate da placche di grasso che si depositano all’interno delle pareti arteriose (aterosclerosi), determinando una riduzione o un’ostruzione del regolare flusso di sangue ai vari organi o tessuti. La malattia coronarica, per esempio, riguarda i vasi sanguigni che irrorano il cuore e può tradursi in un’angina o infarto; mentre la malattia arteriosa periferica colpisce i vasi sanguigni che forniscono sangue alle estremità (quasi sempre a carico degli arti inferiori) che causa ischemia; la malattia cerebrovascolare può essere causata da aterosclerosi che colpisce i vasi sanguigni che arrivano al cervello e può tradursi in un ictus ischemico o in un attacco ischemico transitorio, quando l’interruzione del flusso sanguigno è temporanea.
Le dislipidemie, sono alterazioni nella quantità di lipidi (grassi) nel sangue e sono un fattore di rischio di malattie cardio-cerebrovascolari. I lipidi viaggiano nel sangue legati a delle proteine, formando complessi lipoproteici differenti per densità, dimensione e composizione, tra cui il colesterolo legato alle lipoproteine a bassa densità (C-Ldl)noto come colesterolo 'cattivo' e il colesterolo lipoproteico ad alta densità (C-Hdl) noto come colesterolo 'buono'. Per calcolare il rischio cardiovascolare occorre rivolgersi a uno specialista che potrà suggerire le strategie migliori da adottare per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo Ldl ottimali.
Per chi è a rischio cardiovascolare estremamente elevato perché ha avuto eventi multipli, infatti, i livelli di colesterolo Ldl dovrebbero essere inferiori a 40 mg/dl; in caso di rischio cardiovascolare molto alto, la riduzione di C-Ldl dovrà essere maggiore del 50% rispetto al basale, fino a raggiungere valori inferiori a 55 mg/dl. Chi è considerato a rischio CV alto, dovrà ottenere una riduzione maggiore del 50% rispetto al basale, fino a raggiungere livelli di C-Ldl inferiori 70 mg/dl. Per coloro che sono considerati a rischio cv moderato i livelli target di C-Ldl devono essere inferiori a 100 mg/dl, mentre chi è considerato a basso rischio deve mantenere i suoi livelli di colesterolo comunque inferiori a 116 mg/dl.
"Abbiamo scelto questa modalità di sensibilizzazione un po' fuori dagli schemi - ha detto Joanne Jervis, Managing Director e Head of Specialty Division di Daiichi Sankyo Italia - perché volevamo che il pubblico capisse i rischi di determinate patologie cardiovascolari attraverso una dimostrazione plastica e visiva. Siamo consapevoli di quanto sia difficile convincere le persone, che siano sani o pazienti, a pendersi cura di sé attraverso la prevenzione e l’aderenza terapeutica, soprattutto nel caso delle patologie cardiovascolari che spesso sono asintomatiche o silenti e questo purtroppo altera la percezione del rischio, mentre basterebbero piccoli accorgimenti per evitare il peggio. Daiichi Sankyo da sempre si impegna nell’educazione alla prevenzione, perché siamo profondamente convinti che il nostro ruolo nel mantenimento della salute vada ben oltre lo sviluppo di farmaci innovativi, la nostra ambizione è quella di migliorare la qualità della vita delle persone nella loro totalità, non solo dei pazienti".
Salute e Benessere
Morta Marisa Cantarelli, prima teorica dell’assistenza...
Lo ha annuciato Fnopi, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche
Si è spenta oggi a Milano, all’età di 94 anni, Marisa Cantarelli prima teorica dell’assistenza infermieristica in Italia. Lo annuncia la Fnopi, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche sottolineando che "ci lascia una donna, una professionista che ha fatto la nostra storia“. Marisa Cantarelli, dopo la sua formazione negli ani ’50 a Roma, presso la scuola della Croce Rossa Italiana, rientra a Milano e nel 1969 dove apre la Scuola Infermieri Professionali a Magenta. Nel 1975 è chiamata dall’Università degli Studi di Milano con l’incarico di Vicedirettrice della Scuola Universitaria di Discipline Infermieristiche. Mantiene l’incarico fino al 1999, ma intensa è anche la sua attività di docenza. Prima nella scuola regionale, poi in università.
"I perni sui quali incardinare il cambiamento per lei sono stati la competenza infermieristica, la responsabilità dell’infermiere, i contenuti dell’infermieristica: in sintesi, lo specifico professionale in risposta ai bisogni delle persone assistite. Una rivoluzione per quegli anni in cui a farla da padrone era il 'mansionario' e un rapporto con il medico asimmetrico - ricorda la Fnopi - Studiare, ricercare, osservare organizzazioni e modalità di assistere anche in altri Paesi (n quegli anni va spesso all’Estero su mandato dell’allora Ministero della Sanità) l’hanno portata all’elaborazione del modello delle Prestazioni Infermieristiche. Lavoro che le è valso il riconoscimento di prima teorica italiana dell’assistenza infermieristica. Da sempre personaggio autorevole e di spicco nell’ambito accademico, ha scritto molto sul Modello delle Prestazioni Infermieristiche (raccontato in una prima edizione nel 1997 e rieditato per due volte nel 2003 e nel 2017) ma anche su altri aspetti dell’assistenza infermieristica".
Nel 2013 le è stata conferita la Laurea Honoris Causa in Scienze Infermieristiche e Ostetriche e nel 2022 il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, le ha conferito l’Ambrogino d’Oro definendola nella motivazione del premio "infermiera, ricercatrice, docente, fondatrice di una scuola di pensiero. Scrive, nella pratica e nella teoria, 70 anni di storia dell’assistenza infermieristica in Italia, attribuendole un’autonomia basata su preparazione scientifica e capacità organizzative e rendendo possibile la nascita della comunità ordinistica professionale" e sottolineando che "alla guida per un quarto di secolo della Scuola Universitaria di Discipline Infermieristiche dell’Università degli Studi di Milano, insegna come le competenze tecniche possano umanizzare la cura di chi soffre e sostenere il lavoro quotidiano degli oltre 450mila infermiere ed infermieri italiani".
Salute e Benessere
Vaccini, Barretta (Fimp), “Meningioca, per formare i...
Al congresso nazionale Fimp in corso a Rimini, "il secondo step per gaming, nato contro la scarsa promozione della prevenzione nei bilanci di salute"
"Abbiamo scoperto, con una survey, che nei bilanci di salute - le visite programmate in momenti specifici della vita del bambino, come ad esempio al terzo mese di vita - solo nella metà dei casi si promuovono le vaccinazioni in maniera sistematica. Ci siamo quindi mossi per migliorare questo aspetto, introducendo degli strumenti tecnologici come i 'pop-up' nei nostri gestionali, che ci ricordano di verificare lo stato vaccinale durante il bilancio di salute. Anche Meningioca è nato da questa esigenza". Lo ha detto Martino Barretta, responsabile vaccini e immunizzazione della Federazione italiana medici e pediatri, al Congresso nazionale Fimp in corso a Rimini, presentando il secondo step del progetto formativo per clinici dedicato alla vaccinazione anti-meningococco b negli adolescenti.
"Si tratta di una modalità di formazione innovativa, per pediatri, ispirata ai cosiddetti 'serious games', che meno frequentemente si usano per i medici - spiega Barretta - L’anno scorso abbiamo lanciato questo 'game' scaricabile anche dal sito della Fimp, simile al gioco dell’oca per facilitare i pediatri nel promuovere la vaccinazione contro il meningococco, un tema centrale per noi. Anche se non è una vaccinazione obbligatoria, è altamente raccomandata per prevenire malattie gravi nei bimbi di 2-4 anni. L’idea è stata quella di creare un gioco che rendesse più piacevole l’esperienza formativa, rendendo anche il processo di apprendimento più memorabile. Quest’anno lanciamo una versione per la vaccinazione negli adolescenti, che va promossa con altrettanta importanza poiché, le infezioni da meningococco, dopo il picco dei primi anni, ne hanno un secondo, proprio in questa fase della vita".
Ad oggi, "solo 10 regioni hanno incluso questa vaccinazione nei loro calendari vaccinali, l’ultima è stata la Lombardia - ricorda il pediatra - Il gioco ha lo scopo di rendere questo tipo di apprendimento formativo e attraente per i pediatri. Abbiamo inoltre visto che i giochi, in generale, aiutano a ricordare meglio le informazioni rispetto a una lezione tradizionale. Siamo stati creativi e abbiamo avuto successo, con più di 300 pediatri che hanno partecipato finora al game che ha innescato anche una bella competizione, dato che, ogni mese, venivano premiati i pediatri che ottenevano il miglior punteggio".
Adesso, "visti i risultati, abbiamo esteso il progetto anche alla vaccinazione in prevenzione del secondo picco di meningococco, nell’adolescenza. Speriamo che questa modalità divertente e innovativa - conclude Barretta - continui ad appassionare i pediatri, in particolare i più giovani, che sono più avvezzi a queste tecnologie".
Salute e Benessere
Allattamento al seno, 10 consigli per renderlo più efficace
Le raccomandazioni della Società italiana per la care in perinatologia
La prima settimana di ottobre sarà la Settimana mondiale dedicata all'allattamento al seno. L'Aicip (Società italiana per la care in perinatologia) lancia 10 raccomandazioni per un allattamento al seno efficace.
Il vademecum
1) L’importanza del contatto pelle a pelle. Sin dopo il parto, il contatto pelle a pelle stimola il neonato a cercare il seno e favorisce la produzione di ossitocina nella madre, essenziale per la lattazione. L’Unicef, l’Oms e il Waba, insieme alla comunità scientifica, raccomandano di iniziare l’allattamento al seno entro mezz’ora dalla nascita. Però non è necessario forzarlo immediatamente dopo il parto: nella maggior parte dei casi sarà pronto a provare entro un’ora dalla nascita. Spesso in questa fase i neonati sono molto svegli e il loro riflesso di suzione è molto attivo. Il contatto pelle a pelle è fondamentale anche dopo un taglio cesareo. Vari studi citano la difficoltà nella produzione di latte materno a seguito di un taglio cesareo;
2) Il neonato si attacca al seno da solo ('crawll'). Un corretto attacco è fondamentale per un allattamento efficace e senza dolore. Il bambino dovrebbe aprire la bocca ampiamente, con le labbra estroflesse, prendendo non solo il capezzolo, ma anche parte dell’areola. Le guance devono essere rotonde, senza incavi, e si dovrebbe sentire un ritmo di suzione regolare;
3) Allattare a richiesta. È importante allattare il neonato a richiesta, senza seguire orari rigidi. Durante le prime settimane, si dovrebbero incoraggiare le madri ad attaccare al seno il neonato dalle 8 alle 12 volte nelle 24 ore, offrendo il seno ogni volta che il neonato mostra segni di fame come aumento dei movimenti e vocalizzi. Il pianto è l’ultimo segno di fame. L’allattamento a richiesta stimola la produzione di latte in base ai bisogni del bambino, creando un equilibrio naturale;
4) L’importanza del 'rooming-in'. Un inizio adeguato di allattamento è facilitato dal rooming-in continuo nelle 24 ore. La madre dovrebbe offrire entrambi i seni.
5) Cosa fare quando c’è poco latte? Se si sospetta una bassa produzione di latte, è utile aumentare la frequenza delle poppate, offrendo il seno al bambino più spesso. Anche bere molta acqua e riposare adeguatamente può aiutare. In alcuni casi, è possibile ricorrere a integratori alimentari per aumentare la disponibilità di latte materno;
6) Posizioni comode per l’allattamento. È stata individuata una posizione per allattare che attiva molti più riflessi neonatali rispetto alla posizione seduta. Si chiama “Biological Nurturing”: la madre deve semplicemente mettersi in posizione semisdraiata (ad esempio a letto con due cuscini dietro la schiena) e appoggiare il bambino sul suo torace a pancia in giù. Il bambino si attacca sdraiato sul corpo della mamma, e questo incredibilmente fa sì che l’attacco al seno e la suzione siano corretti.
7) Come prevenire le ragadi. I piccoli taglietti sui capezzoli possono essere dolorosi e rendere difficile l’allattamento. Per prevenirli, è importante che il bambino si attacchi correttamente al seno. Inoltre, applicare qualche goccia di latte materno sul capezzolo alla fine di ogni poppata può aiutare a idratare la pelle e prevenire irritazioni;
8) L’uso del tiralatte: quando e come utilizzarlo. Il tiralatte può essere un utile strumento per le mamme che hanno bisogno di stimolare la produzione di latte o di accumulare riserve. Il latte materno può essere poi conservato a temperatura ambiente per 4- 8 ore, in frigorifero per un massimo di 4-5 giorni a una temperatura inferiore a 4°C, oppure congelato a -20° fino a 3-6 mesi. È importante utilizzare contenitori sterili ed etichettare sempre il latte con la data di estrazione. Quando si riscalda, è preferibile farlo sotto l’acqua calda e mai nel microonde.
9) Supporto emotivo e pratico per le mamme che allattano. L’allattamento può essere fisicamente ed emotivamente impegnativo, soprattutto all’inizio. Le mamme devono sentirsi sostenute, sia da parte del partner sia da amici e familiari. Partecipare a gruppi di sostegno o consultare una consulente per l’allattamento può fare la differenza, soprattutto nei momenti di difficoltà;
10) Eliminare le pratiche dannose per l’allattamento al seno. Per un allattamento efficace, si possono tenere a mente questi semplici consigli: nessun limite di tempo né orario prefissato per le poppate, nessuna regola per la pulizia del capezzolo prima e dopo la poppata, niente separazione fra madri e bambini senza speciali motivazioni mediche, niente pasti al biberon o tettarelle artificiali di qualsiasi sorta, niente alimenti di attesa (soluzione glucosata o sostituti del latte materno), non pesare i neonati prima e dopo i pasti.