Impatto su comunità e territorio delle imprese, analisi Ai su impegni Società Benefit
Presentati i risultati della prima analisi delle finalità indicate negli statuti societari di oltre 3600 aziende
Anche grazie all’utilizzo di strumenti di Ia applicati all’analisi testuale, per la prima volta è stato possibile analizzare in modo sistemico gli statuti di tutte le Società Benefit italiane (3.619 a fine 2023), identificando le 18.618 finalità specifiche di beneficio comune, in media 5,8 per azienda. Tali finalità sono state categorizzate secondo uno standard internazionale, evidenziando così gli impegni concreti e pubblici che queste aziende assumono nei confronti delle persone, delle comunità e dell’ambiente. Le Società Benefit italiane dimostrano così un impegno per generare un impatto positivo sui propri stakeholder, caratterizzato da senso di appartenenza al territorio, consapevolezza organizzativa e orientamento all’equità.
Più in particolare, dalla classificazione delle finalità emerge che: il 32,5% (6.045 finalità) ha come argomento il Capitale Sociale, a evidenziare il forte legame con la comunità locale e il territorio in cui le aziende sono inserite. Un approccio che, riprendendo il motto olivettiano, si può tradurre con il principio che "l’impresa è Comunità"; il 24,4% (4.542 finalità) riguarda l’innovazione del Modello di Business, con impegni relativi al ridisegno dei processi interni e lungo la catena di fornitura, delle logiche di progettazione di prodotti e servizi in ottica di sostenibilità; il 17,6% (3.271 finalità) afferisce alle politiche di gestione del Capitale Umano, che incide sull’equità, sull’organizzazione del lavoro, sul benessere e la valorizzazione delle persone, sui processi di formazione e sviluppo e sui modelli di welfare aziendale; il 13,4% (2.494 finalità) rientra nell’area Leadership e Governance e riguarda le pratiche di gestione aziendale (del rischio, la sicurezza, i conflitti di interesse) e la diffusione del modello benefit; infine, con il 12,2% (2.266 finalità) gli impegni per l’Ambiente. Percentuale dovuta al fatto che il 30,5% delle Società Benefit italiane appartiene al settore dei servizi, in cui gli impatti ambientali sono prevalentemente indiretti e quindi meno controllabili; inoltre nello standard adottato il lavoro di ottimizzazione dell’impatto anche ambientale dei processi e prodotti ricade nell’area Modello di Business.
Questa la fotografia che emerge dalla parte 2 della Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2024 - realizzata da: Nativa, Research Department di Intesa Sanpaolo, InfoCamere, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova, Camera di commercio di Brindisi-Taranto e Assobenefit. Entrando nei dettagli, le categorie delle finalità specifiche di beneficio comune rivelano una forte attenzione alle relazioni con la comunità (28,2%), seguite dal coinvolgimento, dalla diversità e dall’inclusione delle persone (14,7%) e dalla diffusione del modello benefit (10,4%). Completano le prime cinque posizioni la resilienza del modello di business (8,2%) e la progettazione del prodotto e la gestione del suo ciclo di vita (8,2%).
A conferma dell’attaccamento alla comunità e al territorio, raggruppando le finalità secondo l'approccio Esg (Environmental, Social, Governance), si evidenzia una particolare attenzione alle attività che producono un impatto sociale positivo (9.671 finalità, 51,9%), seguite da quelle legate all’ambiente (4.832 finalità, 25,6%) e infine alla governance (4.115 finalità, 22,1%). Come prevedibile, la propensione a prendere impegni verso l'ambiente aumenta nelle aziende dei settori più hard, come la trasformazione delle materie prime, prodotti, infrastrutture e trasporti, in cui gli impatti ambientali sono diretta conseguenza delle scelte ambientali, mentre è minore nelle imprese di servizi.
La mappatura delle finalità di beneficio comune è stata realizzata utilizzando lo standard internazionale Sustainability Accounting Standards Board (Sasb), riconosciuto a livello mondiale per la classificazione di questioni ambientali, sociali e di governance più rilevanti relativamente ai rischi finanziari associati in 77 diversi settori. Per ogni settore, lo standard Sasb permette di analizzare anche la materialità, ovvero quanto un certo tema influenza le performance di sostenibilità dell’azienda in uno specifico settore. Tra le Società Benefit, circa 8 su 10 (il 78,0%) hanno indicato almeno una finalità specifica di beneficio comune materiale, dimostrando consapevolezza su quali siano i fattori critici globali per aumentare l’impatto nel proprio settore. Il dato aumenta al crescere della dimensione aziendale: 75,5% per le micro aziende rispetto all’87,7% per le grandi, più strutturate. A queste finalità materiali (in media 2 per ogni azienda), le Società Benefit ne aggiungono altre che meglio interpretano la propria specifica vocazione e che ritengono rilevanti per il particolare contesto economico, sociale e ambientale in cui operano.
Economia
Ue, Draghi: “Singoli Paesi troppo piccoli per...
"Non abbiamo la dimensione necessaria a che le Pmi possano crescere"
"I singoli Paesi europei sono semplicemente troppo piccoli per affrontare le sfide", poste dall'attuale contesto internazionale. Lo dice l'ex presidente della Bce Mario Draghi, presentando nella sede del think tank Bruegel, a Bruxelles, il suo rapporto sulla competitività dell'Ue. "In molti settori - afferma - serve dimensione e si ottiene solo se ci integriamo. Allora avremo i soldi, ma la prima cosa per le imprese medio piccole è essere in grado di crescere. E non abbiamo la dimensione" necessaria a che le Pmi possano crescere e raggiungere dimensioni più grandi nell'Ue a causa delle "barriere nazionali", conclude.
Economia
Venice Hydrogen Forum, prospettive di sviluppo...
Il 18 e 19 ottobre 2024
Il 18 e 19 ottobre 2024, Venezia ospiterà il Venice Hydrogen Forum , un evento internazionale organizzato congiuntamente dalla Green Hydrogen Organisation (GH2) e dalla Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità / Venice Sustainability Foundation (Vsf) con il supporto di Eni e Snam. Il forum vedrà la partecipazione di esponenti istituzionali e governativi di Europa, Nord Africa e Medio Oriente, tra cui il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, oltre a leader del settore energetico, sviluppatori di energie rinnovabili, gestori di infrastrutture per il gas e rappresentanti di istituzioni finanziarie.
Il Venice Hydrogen Forum vuole essere un’occasione per discutere il futuro dello sviluppo dell'idrogeno, in particolare nel bacino del Mare nostrum, che sta emergendo come hub strategico per la produzione e la distribuzione dell'idrogeno. Posizionato all'incrocio tra le infrastrutture europee e i principali centri di produzione di idrogeno verde in Nord Africa e Medio Oriente, il Mediterraneo ha un enorme potenziale per accelerare la transizione energetica e promuovere una rigenerazione economica sostenibile. L’evento prevede un programma articolato in sessioni strategiche, tavole rotonde e discussioni plenarie, incentrate sulle sfide e le opportunità dell'economia dell'idrogeno.
Nella cornice del Forum, venerdì 18 ottobre, alle 17.30, si terrà la tavola rotonda 'H2 in Venice for Regional Value Creation', organizzata da Vsf con il supporto di Edison, dedicata alle prospettive di sviluppo dell'economia dell'idrogeno a Venezia. L’incontro coinvolgerà i principali portatori di interessi locali per discutere strategie e partnership volte alla riqualificazione di Porto Marghera e alla creazione di una catena del valore capace di sfruttare appieno il potenziale del vettore energetico idrogeno, con l’obiettivo di contribuire al rilancio socioeconomico del Veneto.
Economia
Sostenibilità, Novamont: prodotti Mater-Bi con carbon...
Clienti e utilizzatori finali potranno così scegliere i prodotti in Mater-Bi consapevoli del loro impatto ambientale
Uno strumento grazie al quale tutti i manufatti realizzati in Mater-Bi potranno dotarsi di un indice di impatto ambientale verificato. Questo il risultato della collaborazione con Deloitte e con la filiera dei partner commerciali di Novamont, società di Versalis (Eni). Mater-Bi è una famiglia di materiali compostabili e biodegradabili in suolo, in tutto o in parte di origine rinnovabile, realizzati grazie all’integrazione di innovative bioraffinerie europee.
Inserendo nel tool tutti i dati di processo connessi con la produzione del singolo manufatto - spiega Novamont in una nota - (utilizzo del Mater-Bi, consumo energetico, idrico, utilizzo mezzi di trasporto, produzione e smaltimento rifiuti, ecc...), le aziende di trasformazione, clienti di Novamont, otterranno un valore che corrisponderà all’impronta di carbonio generata da quel manufatto (sacchetto, imballaggio alimentare, monouso, ecc...) secondo i criteri di calcolo del nuovo strumento sviluppato.
Clienti e utilizzatori finali potranno così scegliere i prodotti in Mater-Bi consapevoli del loro impatto ambientale, in linea con gli obiettivi prefissati dalla proposta di Direttiva sui Green Claims sull’affidabilità e verificabilità delle informazioni divulgate dalle aziende sui meriti ambientali dei prodotti e gli obblighi di rendicontazione delle emissioni di scopo 3 previsti dalla Direttiva Europea Corporate Sustainability Reporting Directive, che entrerà in vigore a gennaio 2025.
La verifica del tool da parte di Certiquality completerà lo scopo del progetto, pensato anche per far emergere il valore dei prodotti Novamont sul mercato. I partner commerciali di Novamont, inoltre, sono stati coinvolti in un percorso di formazione per gestire in modo autonomo lo strumento. “Abbiamo sviluppato questo strumento per aiutare i nostri partner ad essere maggiormente competitivi e offrire numeri, ottenuti con uno strumento messo a punto con la collaborazione di un ente terzo, Deloitte, verificabili e quindi affidabili in termini di prestazioni ambientali”, spiega Alessandro Ferlito, direttore commerciale di Novamont.