Università Rome Tre: nella Notte della Ricerca la scienza si apre al pubblico
Torna l'appuntamento con la “Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici”, evento che celebra la scienza e la ricerca, portandole direttamente tra cittadini, giovani e studenti con laboratori, mostre e attività interattive. Un'iniziativa ormai consolidata per l'Università degli Studi Roma Tre che anche quest'anno vede coinvolti numerosi dipartimenti. La manifestazione fa parte del progetto #LEAF, acronimo per “heaL thE plAnet's Future”, cura il futuro del pianeta, organizzato da Frascati Scienza e promosso dalla Commissione Europea e dalla Regione Lazio.
Economia
Alimentazione, vegetariani 6 under 35 su 10 per aiutare...
La ricerca di Gruppo Prodotti a Base Vegetale di Unione Italiana Food in vista della 'Giornata Mondiale dei Vegetariani', in programma il 1° ottobre.
Il 7,2% degli italiani si dichiara vegetariano, un dato in forte crescita rispetto al 2023 quando era il 4,2% della popolazione ed oltre 6 giovani under 35 su 10 dichiarano di considerare i prodotti a base vegetale un "aiuto per il Pianeta”. E' la fotografia del rapporto tra italiani e prodotti plant-based scattata dal Gruppo Prodotti a Base Vegetale di Unione Italiana Food in vista della 'Giornata Mondiale dei Vegetariani', in programma il 1° ottobre.
"La crescente inclinazione verso una dieta vegetale, certificata da numerosi studi e dati, rappresenta un profondo cambiamento culturale e di consumo nella nostra società, dove la sostenibilità è diventata un fattore determinante nelle scelte di acquisto. Questo vale sia per chi sceglie una dieta vegetariana sia per chi vuole mantenere un approccio ampio, senza rinunciare alle proteine animali, ma semplicemente aumentando il consumo di quelle vegetali”, dichiara Sonia Malaspina presidente del Gruppo Prodotti a Base Vegetale di Unione Italiana Food.
Ed è prorio l'attenzione alla sostenibilità, secondo lo studio, a determinare questa scelta. Una dieta a base vegetale può contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni di gas serra. Di fatto, se adottassimo a livello globale diete ad alto contenuto di alimenti vegetali, si potrebbe ridurre la perdita di biodiversità dal 5% fino al 46%. In Italia, l'adozione diffusa di una dieta più ricca di alimenti di origine vegetale (verdura, frutta, cereali integrali, legumi), avrebbe effetti molto positivi in termini di minori emissioni di gas serra e maggiore risparmio idrico, rispetto all'attuale regime alimentare: si produrrebbero gas serra equivalenti a 106 Mt CO2eq, anziché 187; verrebbero utilizzati terreni coltivati pari a 15 mila campi di calcio, anziché 20 mila; l'acqua consumata sarebbe pari a 17 km³, anziché 26, con un risparmio idrico equivalente a 3 milioni e 600 mila piscine olimpioniche.
Economia
Calcio, De Siervo: “Grazie a IA riconoscimento...
Così l'amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, a margine dell'incontro "Ricette di Innovazione" che si è svolto oggi all'università di Milano-Bicocca.
Dopo i fatti di ieri in Spagna, dove il derby tra Real Madrid e Atletico è stato sospeso dopo il gol del Real in seguito ad un fitto lancio di oggetti in campo, "l’Italia non può ritenersi al di sopra del problema. Siamo costretti ad arrivare ad un percorso per cui all’ingresso dello stadio, passando sul tornello il biglietto verrà associato il nominativo, la posizione, al nostro volto. Queste immagini verranno custodite in un server criptato a disposizione delle forze dell’ordine, non delle squadre di calcio o della Lega".
"Nel caso in cui si dovessero verificare dei fatti di attenzione da parte delle forze dell’ordine, le immagini verranno recuperare e queste persone daspate". Lo ha affermato oggi l'amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, a margine dell'incontro "Ricette di Innovazione" che si è svolto oggi all'università di Milano-Bicocca.
Economia
Impatto su comunità e territorio delle imprese, analisi Ai...
Presentati i risultati della prima analisi delle finalità indicate negli statuti societari di oltre 3600 aziende
Anche grazie all’utilizzo di strumenti di Ia applicati all’analisi testuale, per la prima volta è stato possibile analizzare in modo sistemico gli statuti di tutte le Società Benefit italiane (3.619 a fine 2023), identificando le 18.618 finalità specifiche di beneficio comune, in media 5,8 per azienda. Tali finalità sono state categorizzate secondo uno standard internazionale, evidenziando così gli impegni concreti e pubblici che queste aziende assumono nei confronti delle persone, delle comunità e dell’ambiente. Le Società Benefit italiane dimostrano così un impegno per generare un impatto positivo sui propri stakeholder, caratterizzato da senso di appartenenza al territorio, consapevolezza organizzativa e orientamento all’equità.
Più in particolare, dalla classificazione delle finalità emerge che: il 32,5% (6.045 finalità) ha come argomento il Capitale Sociale, a evidenziare il forte legame con la comunità locale e il territorio in cui le aziende sono inserite. Un approccio che, riprendendo il motto olivettiano, si può tradurre con il principio che "l’impresa è Comunità"; il 24,4% (4.542 finalità) riguarda l’innovazione del Modello di Business, con impegni relativi al ridisegno dei processi interni e lungo la catena di fornitura, delle logiche di progettazione di prodotti e servizi in ottica di sostenibilità; il 17,6% (3.271 finalità) afferisce alle politiche di gestione del Capitale Umano, che incide sull’equità, sull’organizzazione del lavoro, sul benessere e la valorizzazione delle persone, sui processi di formazione e sviluppo e sui modelli di welfare aziendale; il 13,4% (2.494 finalità) rientra nell’area Leadership e Governance e riguarda le pratiche di gestione aziendale (del rischio, la sicurezza, i conflitti di interesse) e la diffusione del modello benefit; infine, con il 12,2% (2.266 finalità) gli impegni per l’Ambiente. Percentuale dovuta al fatto che il 30,5% delle Società Benefit italiane appartiene al settore dei servizi, in cui gli impatti ambientali sono prevalentemente indiretti e quindi meno controllabili; inoltre nello standard adottato il lavoro di ottimizzazione dell’impatto anche ambientale dei processi e prodotti ricade nell’area Modello di Business.
Questa la fotografia che emerge dalla parte 2 della Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2024 - realizzata da: Nativa, Research Department di Intesa Sanpaolo, InfoCamere, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova, Camera di commercio di Brindisi-Taranto e Assobenefit. Entrando nei dettagli, le categorie delle finalità specifiche di beneficio comune rivelano una forte attenzione alle relazioni con la comunità (28,2%), seguite dal coinvolgimento, dalla diversità e dall’inclusione delle persone (14,7%) e dalla diffusione del modello benefit (10,4%). Completano le prime cinque posizioni la resilienza del modello di business (8,2%) e la progettazione del prodotto e la gestione del suo ciclo di vita (8,2%).
A conferma dell’attaccamento alla comunità e al territorio, raggruppando le finalità secondo l'approccio Esg (Environmental, Social, Governance), si evidenzia una particolare attenzione alle attività che producono un impatto sociale positivo (9.671 finalità, 51,9%), seguite da quelle legate all’ambiente (4.832 finalità, 25,6%) e infine alla governance (4.115 finalità, 22,1%). Come prevedibile, la propensione a prendere impegni verso l'ambiente aumenta nelle aziende dei settori più hard, come la trasformazione delle materie prime, prodotti, infrastrutture e trasporti, in cui gli impatti ambientali sono diretta conseguenza delle scelte ambientali, mentre è minore nelle imprese di servizi.
La mappatura delle finalità di beneficio comune è stata realizzata utilizzando lo standard internazionale Sustainability Accounting Standards Board (Sasb), riconosciuto a livello mondiale per la classificazione di questioni ambientali, sociali e di governance più rilevanti relativamente ai rischi finanziari associati in 77 diversi settori. Per ogni settore, lo standard Sasb permette di analizzare anche la materialità, ovvero quanto un certo tema influenza le performance di sostenibilità dell’azienda in uno specifico settore. Tra le Società Benefit, circa 8 su 10 (il 78,0%) hanno indicato almeno una finalità specifica di beneficio comune materiale, dimostrando consapevolezza su quali siano i fattori critici globali per aumentare l’impatto nel proprio settore. Il dato aumenta al crescere della dimensione aziendale: 75,5% per le micro aziende rispetto all’87,7% per le grandi, più strutturate. A queste finalità materiali (in media 2 per ogni azienda), le Società Benefit ne aggiungono altre che meglio interpretano la propria specifica vocazione e che ritengono rilevanti per il particolare contesto economico, sociale e ambientale in cui operano.