Ndrangheta, infiltrazioni ad Anzio e Nettuno: chieste condanne per oltre 240 anni di carcere
Le richieste dei pm della Dda di Roma. Ai vertici di due distinti gruppi criminali secondo l’accusa, Giacomo Madaffari, Bruno Gallace e Davide Perronace
I pm della Dda di Roma hanno chiesto condanne per oltre 240 anni di carcere per i 22 imputati nel processo nato dalla maxi-inchiesta ‘Tritone’ sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta ad Anzio e Nettuno, sul litorale romano. L’inchiesta, dei pm Giovanni Musarò e Alessandra Fini, aveva portato nel 2022 all’arresto eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo della Capitale di oltre sessanta persone. Ai vertici di due distinti gruppi criminali, distaccamenti delle 'ndrine, secondo l’accusa, Giacomo Madaffari, Bruno Gallace e Davide Perronace.
I pm della direzione distrettuale amtimafia di Roma questa mattina, al termine della requisitoria davanti ai giudici del tribunale di Velletri, hanno chiesto le condanne più alte per Giacomo Madaffari a 30 anni e per Davide Perronace a 24 anni.
In base a quanto emerso dalle indagini, i clan della ‘ndrangheta puntavano a ‘colonizzare’ il litorale romano, e per rafforzare il proprio potere sfruttavano la consolidata capacità di importare ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America, per poi infiltrarsi nelle amministrazioni locali attraverso la gestione e il controllo di attività economiche nei più svariati settori, da quello ittico alla gestione e smaltimento dei rifiuti.
Nell’ambito del procedimento alcune delle posizioni sono state già definite con rito abbreviato davanti al gup di Roma con il riconoscimento dell’accusa di associazione di tipo mafioso e la condanna a 20 anni, tra gli altri, di Bruno Gallace. In seguito all’inchiesta della Procura capitolina, i comuni di Anzio e Nettuno sono stati sciolti per mafia.
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Omicidio Viadana, autopsia contraddice 17enne: Maria Campai...
Sul corpo della vittima, uccisa con una mossa di Mma, anche lesioni e traumi
Maria Campai, la 42enne ritrovata morta nel giardino di una villetta giovedì scorso a Viadana, nel Mantovano, a una settimana dalla denuncia di scomparsa, è stata strangolata e brutalmente picchiata. E' quanto è emerso dall'autopsia effettuata nel pomeriggio sul corpo della donna dal medico legale Antonello Cirnelli.
La morte risale al 19 settembre, la sera in cui la vittima e il 17enne che ne ha confessato l'omicidio, dopo essersi conosciuti online, si sono dati appuntamento a Viadana. L'incontro è avvenuto nel garage della casa in cui il ragazzo vive con i genitori. Lì, dopo un rapporto sessuale, il minorenne avrebbe ucciso la donna. Un omicidio che nell'udienza di convalida del fermo avvenuta lunedì al tribunale per i minorenni di Brescia il ragazzo ha ammesso, spiegando di aver praticato su Campai una mossa di Mma. Mossa che si è rivelata letale, uccidendo la donna per soffocamento.
Dalle prime risultanze dell'autopsia, però - a quanto si apprende da fonti qualificate - emerge ben altro: la 42enne non è stata solo soffocata, ma anche brutalmente picchiata. Sul suo viso e sul suo torace, infatti, ci sono lesioni e traumi importanti, segno che chi l'ha uccisa ha usato su di lei molta violenza. Resta da chiarire se le lesioni siano state causate da calci o pugni o se la donna abbia sbattuto con forza la faccia a terra. Campai probabilmente ha tentato di difendersi, ma nulla ha potuto di fronte alla potenza del 17enne, molto muscoloso e appassionato di Mma.
I risultati dell'autopsia saranno incrociati con gli esiti del sopralluogo dei Ris di Parma sulla scena del crimine, per chiarire cosa sia accaduto nel garage il 19 settembre. Al momento quello che emerge dalle prime risultanze dell'autopsia è una "forte discrasia" tra quanto dichiarato dal 17enne e le importanti lesioni trovate sul cadavere di Campai. Proseguono intanto le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Mantova e della compagnia di Viadana per escludere che il ragazzo, accusato di omicidio premeditato e occultamento di cadavere, possa essere stato aiutato da qualcuno. Per il momento tutto lascia pensare che abbia agito da solo.
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Inter, rispunta Steven Zhang: la foto su Instagram con...
L'ex presidente a Shanghai per il Masters 1000 Atp
Che fine ha fatto Steven Zhang? L'ex presidente dell'Inter, sparito da mesi dalla scena pubblica, è a Shanghai e incontra i tennisti impegnati nel Masters 1000. L'ex numero 1 del club nerazzurro pubblica una foto che lo ritrae insieme, tra gli altri, a Fabio Fognini. Zhang ha chiuso la sua parentesi calcistica in Italia perdendo il controllo dell'Inter, ora gestita dal fondo Oaktree. L'imprenditore cinese nell'ultima fase della sua presidenza non è più stato avvistato in Italia e non ha nemmeno partecipato di persona alla festa per la conquista dello scudetto 2023-2024. Lo scatto da Shanghai arriva curiosamente mentre la società nerazzurra vive un momento particolare, con gli sviluppi dell'inchiesta che ha decapitato la curva nerazzurra e ha svelato rapporti e contatti tra esponenti del tifo e figure di squadra e società.
Salute e Benessere
Dengue a Fano, l’esperta di zanzare:...
Epis (Statale di Milano): "L'attività riproduttiva dell'Aedes albopictus crolla a fine ottobre, ma potrebbe proseguire se il clima resta mite"
"La situazione di Fano", dove si sta verificando un maxi focolaio di Dengue, "è abbastanza grave. Il virus e soprattutto le zanzare che lo trasmettono devono essere assolutamente contenute. I casi accertati di Dengue hanno superato quota 100 in un comune di media grandezza. Allarma soprattutto perché ovviamente si teme che possa diffondersi anche al di fuori" di quest'area. E' l'analisi di Sara Epis, professore associato di parassitologia all'università degli Studi di Milano, che all'Adnkronos Salute spiega quali misure vengono messe in atto in questi scenari e i tempi necessari per poter vedere i primi segni di miglioramento.
"Il Comune e le autorità stanno provvedendo a disinfestare l'intero territorio cittadino, con interventi notturni di disinfestazione attraverso delle ditte specializzate, e ne verranno fatti sicuramente altri. Molto importante - puntualizza l'esperta - è anche tutta l'attività di monitoraggio che stanno facendo in collaborazione con l'Istituto zooprofilattico, che in questo caso viene condotta su tutta la città per monitorare proprio la presenza di eventuali zanzare infette attraverso la cattura con delle trappole. Oltre a queste azioni messe in atto dal Comune per contenere la diffusione delle zanzare, come sempre è importante il contributo del cittadino per ridurre secchi, pozzetti, sottovasi con acqua e ristagni in generale che possono favorire la diffusione delle zanzare".
Quanto durerà? "Questi interventi che vengono fatti sicuramente sono molto efficaci e vanno a ridurre enormemente i siti di sviluppo larvali delle zanzare, e così anche gli interventi adulticidi, che riducono appunto" gli insetti "adulti che poi vanno a deporre le uova - riflette Epis - Sicuramente avranno un effetto che speriamo di vedere nel breve termine, associato anche al fatto che l'attività riproduttiva della zanzara tigre (è lei, l'Aedes Albopictus, che trasmette Dengue) si dovrebbe concludere con la fine di ottobre. L'arrivo del freddo ridurrà tantissimo la presenza di zanzare, sebbene queste siano zone dove non si possa escludere un prolungamento legato proprio al clima mite che l'autunno ci sta proponendo".
Bastano "piccole raccolte d'acqua, sia naturali che artificiali", perché la zanzara tigre si riproduca, ribadisce la parassitologa, "quindi è veramente importante ridurre queste aree, come innaffiatoi, sottovasi e così via, evitando che possa deporre le uova. Ho visto che a Fano sono venduti nelle farmacie" a prezzi calmierati "dei kit che possono contribuire ad aiutare un po' a controllare la presenza delle zanzare, utilizzando dei larvicidi, degli spray repellenti, delle pennette disinfettanti. Si sta facendo anche questo". Come evidenziato anche da virologi e infettivologi, "il virus va arginato - conferma Epis - Bisogna sicuramente limitare la diffusione di questi casi" di Dengue "ed evitare appunto il rischio di espansione" del focolaio.
L'infettivologo Matteo Bassetti ha ipotizzato anche una possibile vaccinazione. "Esiste un vaccino commercializzato in Italia dall'inizio di quest'anno contro Dengue, che in realtà viene somministrato alle persone che si recano in Paesi endemici e che ci rimangono per un po' di tempo. Potrebbe essere somministrato anche in queste aree, proprio per evitare che ci siano queste particolari espansioni come è successo nel comune di Fano", osserva l'esperta.
Cosa ha favorito il maxi focolaio? "Dal confronto con colleghi anche del Centro Italia - riporta Epis - non mi risulta che siano state evidenziate particolari situazioni, che sia stato un anno particolarmente ricco di zanzare nella zona del Centro. A mio avviso adesso i fattori sono 3: sicuramente in generale c'è un'abbondanza di zanzare tigre, forse sono state fatte poche disinfestazioni prima, in più c'è anche il clima mite che favorisce la diffusione in questa stagione. Quindi, come è successo l'anno scorso" anche in altre aree, "ci sono stati questi casi".