Inter, l’ultrà Beretta: “Salvo per una soffiata, hanno provato a uccidermi”
Nelle carte dell'inchiesta spuntano i presunti interessi del clan Flachi sulla curva dell'Inter
Andrea Beretta, l'ex capo della curva Nord colpito dall'ordinanza di custodia cautelare per l'indagine sul tifo organizzato e già detenuto a San Vittore per l'omicidio di Antonio Bellocco, "è riuscito più volte a sventare il progetto omicidiario grazie alle rivelazioni ricevute dalla persona incaricata a tirarlo in trappola, verosimilmente con un sonnifero, e condurlo in un luogo idoneo a perfezionare la sua esecuzione: qui sarebbe stato colpito con arma da fuoco e sotterrato". E' uno dei dettagli che emerge da una delle integrazioni che i pm di Milano Sara Ombra e Paolo Storari hanno inoltrato al gip Domenico Santoro per chiedere gli arresti.
Un'esecuzione sventata che sarebbe stata legata alla volontà di estrometterlo dal business del merchandising e che appare verosimile se si tiene conto che lo scorso 23 luglio ci sarebbe stato un incontro minatorio all'interno dell'abitazione di Bellocco.
Dopo l'omicidio del rampollo del clan di Rosarno, si legge sempre nel documento della procura, il capo ultrà nerazzurro Marco Ferdico avrebbe commentato con un altro degli arrestati la possibile presenza di "nuovi soggetti terzi interessati alla gestione della tifoseria" interista facendo riferimento a tale 'Davidino'", ossia Davide Flachi, oltre che sulla necessità "di tenere un 'profilo basso' in modo da non insospettire le forze dell'ordine".
Esteri
Non solo Unifil: tutte le missioni con militari italiani in...
Carabinieri per addestramento a Gerico, anche Israele e palestinesi d'accordo con Usa
In questi giorni si parla spesso della missione Unifil, che nell'acronimo ha "interim", provvisorio, ma che dura dal 1978, e che è stata creata da una risoluzione Onu per creare un 'cuscinetto' nella cosiddetta Blue Line, tra Libano del sud, Israele e un pezzetto di Siria. Un mandato rinnovato più volte, una forza di interposizione che non può mettersi a combattere. Dal 2 agosto 2024, l'Italia in questa missione è rappresentata dalla Brigata Sassari, guidata dal generale Stefano Messina. Si tratta di 1.256 militari italiani su circa 10mila caschi blu da 40 paesi, con il nostro che è il contingente più numeroso dopo l'Indonesia. Ma la nostra presenza nell’area è più ampia.
Addestramento della polizia palestinese
C'è la missione multi-nazionale di addestramento della polizia palestinese, uno sforzo a trazione europea ma con il sostegno di Stati Uniti, Israele e Autorità palestinese. Ha la sua base a Gerico, in Cisgiordania, una delle città più antiche del mondo. Un anno fa, all’indomani degli attentati del 7 ottobre, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ritirato il contingente di 22 carabinieri che era impegnato nella missione.
Ora, il generale Michael Fenzel, coordinatore per la sicurezza dell'ambasciata americana in Israele, vorrebbe revitalizzare questa forza tanto da aver chiesto 200 carabinieri all'Italia, come confermato ieri in audizione dal ministro Crosetto. Nel frattempo, a quanto risulta all'Adnkronos, a Gerusalemme sono arrivati degli ufficiali dell’Arma che stanno discutendo la possibilità di un comando italiano anche di questa missione, cosa che aumenterebbe ancora di più il nostro 'standing' nella regione. Israeliani e palestinesi, sempre a quanto risulta, sono favorevoli a questo progetto.
Mibil - Addestramento dell’esercito regolare libanese
L'Italia è impegnata anche nella "Mibil", Missione militare bilaterale italiana in Libano, nell'ambito dell’International support group for Lebanon (Isg), anche questo voluto dall’Onu. In particolare, le nostre forze armate si occupano di addestrare il personale dell’esercito regolare libanese (Laf).
Fonti dell’Adnkronos spiegano che fino al 7 ottobre c'erano una sessantina di ufficiali e sottufficiali italiani, ora il numero è sceso a 15-20, ma sia Israele che Libano hanno chiesto al nostro governo di non interromperla: l'idea è che un giorno le milizie di Hezbollah, che è diventata uno Stato (o un cancro, a seconda dei punti di vista) nello Stato, dovranno lasciare il controllo del territorio alle forze regolari. Il Comitato Tecnico Militare, composto da 8 nazioni (Canada, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti), oltre a occuparsi dell’addestramento dell’esercito libanese, si impegna anche a sostenere la popolazione locale, "elemento chiave per favorire una rinnovata fiducia nell’operato delle Laf", si legge sul sito del ministero della Difesa.
Multinational Force & Observers (Mfo)
Altra missione storica, nata negli stessi anni di Unifil, è quella terrestre e navale istituita dopo gli accordi di Camp David del 1978, per il mantenimento della pace tra Egitto e Israele. Dislocata nel Sinai e nel Mar Rosso, controlla la fascia di confine tra i due paesi e dal Mediterraneo a Sharm el Sheik. L'Italia partecipa con un contingente denominato anche Coastal Patrol Unit (Cpu), cui è stato affidato il compito di verificare la libertà di navigazione nello Stretto di Tiran, che unisce il Golfo di Aqaba al Mar Rosso, e le zone contigue allo stretto.
Tale compito viene assicurato con tre pattugliatori costieri classe Esploratore della Marina Militare. Hanno un equipaggio di 14 effettivi, di cui 2 ufficiali e 12 sottufficiali, sottocapi e comuni. Queste navi sono state impiegate sin dalla loro entrata in servizio in questa missione e hanno preso il posto di vecchie dragamine che venivano usate come pattugliatori.
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Roma, rubata auto Squadra mobile a Monteverde
Il furto domenica mattina all'altezza del civico 106 di via Gianicolense
A quanto apprende l'Adnkronos, una macchina della Squadra Mobile della Questura di Roma è stata rubata domenica mattina nel quartiere Monteverde, a pochi passi da Trastevere. E' successo all'altezza del civico 106 di via Gianicolense. Nella circolare interna diffusa dallo stesso ufficio l'indomani, si legge che il furto dell'auto di servizio Fiat Grande Punto di colore bianco è avvenuto alle 10.20 circa. All'interno del mezzo, dove è installata la radio di servizio, erano presenti oltre agli effetti personali dei due agenti di pattuglia anche il dispositivo di segnalazione. (di Silvia Mancinelli)
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Hilti Italia e AIS Presentano le Prospettive per il futuro...
L’Infrastructure Academy 2024 si è focalizzata su temi di grande attualità come la digitalizzazione, l’innovazione e la sostenibilità
Si è svolta oggi l’Infrastructure Academy di Hilti Italia, l’evento di punta dedicato all’innovazione infrastrutturale nel mercato delle costruzioni, organizzato in collaborazione con AIS (Associazione Infrastrutture Sostenibili). A Roma presso il Salone delle Colonne, si sono riuniti esperti e aziende di rilievo nell’ambito delle infrastrutture. Obiettivo della giornata avere insight sulle ambizioni future e la vision di attori chiave del settore, fra cui rappresentanti di realtà come Anas, Studio Speri, Icmq, Sina, Aspi, Amplia Infrastructure, Italferr, Ance Roma e Telt.
L’Infrastructure Academy 2024 si è focalizzata su temi di grande attualità come la digitalizzazione, l’innovazione e la sostenibilità. La giornata si è articolata in due tavole rotonde e diversi case studies che hanno esplorato lo sviluppo di progetti e cantieri sostenibili, garantendo al contempo produttività e sicurezza nel settore delle infrastrutture.
Fra i punti chiave emersi, la conferma che le infrastrutture rappresentano un elemento fondamentale per garantire la crescita economica del nostro Paese. Per questo motivo devono essere progettate e costruite secondo direttive che si focalizzano sugli aspetti di sostenibilità, innovazione, funzionalità e sicurezza. Per vincere le sfide del PNRR e quelle che si prospettano per il mondo delle infrastrutture è inoltre necessario adottare un approccio end-to-end. Il progetto deve considerare l’intero ciclo di vita dell’opera, dalla progettazione alla manutenzione fino alla fine dell’opera, adottando un approccio “dalla culla alla culla”. La sostenibilità è sempre più l’elemento centrale.
D'altronde, il 40% delle emissioni globali proviene dall’edilizia: la sostenibilità deve quindi essere integrata fin dall’inizio e deve guidare gli obiettivi e gli impegni in termini di responsabilità di tutti gli stakeholder. La sostenibilità ha un costo stimato tra il 4% e il 6% dei ricavi, secondo uno studio Ance. Un cambio di paradigma si rende necessario nel passaggio della visione delle aziende, che hanno il compito di interpretare il concetto di sostenibilità in termini di investimenti ed eredità per le comunità e le generazioni future. Pertanto - è stata una delle conclusioni - le infrastrutture devono essere progettate e costruite secondo direttive che si focalizzano su sostenibilità, innovazione, funzionalità e sicurezza.
La territorializzazione dell’opera, come dimostrato dal caso studio della Telt in Valle di Susa, è fondamentale. Gli interessi delle persone e del territorio devono essere convergenti con quelli delle imprese, all’insegna di un dialogo costante in tutte le fasi del progetto. La sostenibilità si declina anche nel suo valore sociale verso una comunità oltre che nel rispetto dell’ambiente. Secondo un recente studio Cresme negli ultimi 30 anni, la produttività nell’ambito dell’edilizia è diminuita di 20 punti. La digitalizzazione, attraverso ad esempio BIM e pre-industrializzazione, offre grandi opportunità di cambiamento.
L’Infrastructure Academy di Hilti Italia pone tra i suoi obiettivi quello di affrontare e partire proprio dalle sfide del settore, in un contesto di scambio e dialogo, per trasformarle in opportunità. Lo scopo è creare una community sempre più forte attraverso la condivisione di esperienze, i principali driver del settore infrastrutturale, le nuove frontiere del comparto e la ricerca condivisa di soluzioni innovative che possano trainare uno sviluppo sostenibile a lungo termine