Casa, Ferri (Fhs): “Dialoghiamo con istituzioni perché portino avanti programmi di social housing”
Le dichiarazioni del direttore esecutivo di Fondazione Housing Sociale alle celebrazioni per il ventennale
“Inizialmente Fondazione Housing Sociale era identificata come uno strumento di Fondazione Cariplo. Siamo oggettivamente legati a Fondazione Cariplo, ma ormai la nostra esperienza si è ampliata ad altre attività e tantissimi soggetti ci chiedono di partecipare ai progetti. Quindi sentiamo anche questo ruolo istituzionale, abbiamo la possibilità di disseminare una conoscenza e di parlare con le istituzioni perché portino avanti dei programmi in questo senso” ha dichiarato a Milano, ai microfoni di Adnkronos Giordana Ferri, direttore esecutivo di Fondazione Housing Sociale - Fhs, la fondazione nata nel 2004 su spinta di Fondazione Cariplo per dare risposte e trovare soluzioni alla crescente emergenza abitativa. Solo in Lombardia, Fhs in qualità di advisor tecnico-sociale di fondi di housing, ha promosso la realizzazione di 3 mila alloggi in locazione, coinvolto oltre 3 mila famiglie nei percorsi di community engagement e avviato sei associazioni di abitanti.
“In questi vent'anni abbiamo lavorato con quasi tutti gli operatori del settore - spiega il direttore esecutivo di Fhs - È stato molto difficile poter realizzare questi interventi. Sono complessi per loro natura e sono molto difficili da realizzare perché i margini sono molto risicati, perché ci vuole un controllo molto forte sui costi, sulla qualità, sull'offerta fatta. Ma soprattutto anche sulle procedure, sui processi. Abbiamo diffuso una cultura in questo senso parlando con le amministrazioni pubbliche, con i soggetti che realizzano housing sociale e in qualche modo condividendo anche quello che abbiamo imparato anche attraverso i soggetti con i quali collaboriamo. Ci auguriamo di poter essere, di poter diventare e rimanere, un soggetto di riferimento per coloro che realizzano edilizia residenziale sociale”, conclude.
Lavoro
Heineken, Pratolongo: “Segreto dei risultati è la...
La birra di domani sarà più green, leggera e sociale
“Heineken celebra 50 anni di produzione della birra in Italia, il segreto è la passione e la capacità di produrre birre eccellenti e di raccontarle nel modo migliore”. Lo ha sottolineato Alfredo Pratolongo, Corporate Affairs Director Heineken Italia, intervenuto alle celebrazioni dei 50 anni dell'azienda in Italia che si sono svolte a Milano. “Heineken ha impattato nella cultura birraria del paese su due aree: quella di birra e cibo, contribuendo a rendere la birra parte della cultura alimentare del Paese, e quella della socializzazione, con i grandi eventi di tanti anni fa come l'Heineken Jammin’ Festival, il trofeo Birra Moretti, partecipando all'evoluzione del mercato birrario in Italia. L'ultima fase, la più importante, è quella della varietà delle ricette, delle birre proposte e degli investimenti sui marchi italiani, come Birra Moretti e Birra Messina”
Più green, leggera e sociale, questa è la birra di domani che chiedono i consumatori secondo lo studio di Future Concept Lab. “Heineken Italia è l'azienda che ha fatto la prima campagna dedicata al consumo responsabile 20 anni fa – ha spiegato Pratolongo - e ha portato avanti un programma di campagne con messaggi chiari, inequivocabili e aspirazionali. Parliamo di responsabilità, di moderazione, ma c’è anche l’alternativa delle birre analcoliche, che oggi sono molto più buone.”
Tra le tendenze del futuro tracciate dal primo produttore del Paese assieme a Future Concept Lab anche consumi sempre più green e attenti ai processi e agli ingredienti. La birra si distinguerà per la propria «naturalità» e processi di produzione sempre più attenti alla sostenibilità. “La sostenibilità è un tema chiave e noi abbiamo obiettivi e azioni dal punto di vista aziendale di primo ordine. Per esempio abbiamo l’obiettivo di arrivare entro il 2030 a zero emissioni di CO2 nei nostri birrifici in Italia” ha concluso Pratolongo.
Esteri
Dazi sulle auto elettriche cinesi: arriva l’ok dalla...
I Paesi dell'Unione si spaccano: dieci hanno votato a favore, tra cui l'Italia, 12 astenuti e 5 contrari
L'Unione Europea ha deciso di imporre dei dazi sui veicoli elettrici (Bev) provenienti dalla Cina. La proposta della Commissione Europea ha ottenuto il "sostegno necessario" da parte degli Stati membri dell'Ue per l'adozione. Lo comunica l'esecutivo Ue, dopo il voto di oggi nel comitato Tdi (Trade Defence Instruments), nel quale non si è registrata né una maggioranza qualificata a favore della proposta, né una maggioranza qualificata contraria. In questo caso, secondo la procedura della comitatologia (l'insieme delle procedure che la Commissione usa per attuare il diritto Ue), la Commissione può procedere autonomamente, dato che l'atto di fatto è approvato (per bloccarlo occorre una maggioranza qualificata contraria, in caso contrario passa).
Il voto, secondo l'esecutivo Ue, "rappresenta un altro passo verso la conclusione dell'indagine antisovvenzioni della Commissione". Parallelamente, l'Ue e la Cina "continuano a lavorare duramente per esplorare una soluzione alternativa che dovrebbe essere pienamente compatibile con l'Organizzazione Mondiale del Commercio, adeguata ad affrontare le sovvenzioni dannose accertate dall'indagine della Commissione, monitorabile e applicabile". Un regolamento di esecuzione della Commissione, comprensivo delle conclusioni definitive dell'indagine, deve essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'Ue entro fine mese. Hanno votato a favore dei dazi 10 Stati membri, tra cui l'Italia, 12 si sono astenuti e 5 hanno votato contro, tra cui la Germania.
Lavoro
Birra: ricerca Future Concept Lab, è importante nella...
Con consumi sempre più green e veg
“Il futuro che ci aspetta è un futuro in cui i valori sono molto chiari, anche se non è facile praticarli – ha spiegato Francesco Morace sociologo e saggista, fondatore di Future Concept Lab intervenuto all'incontro per i 50 anni di Heineken in Italia che si è svolto a Milano. “C'è un grande afflato nei confronti di quello che noi chiamiamo il crucial and sustainable – ha spiegato Morace -. Una sostenibilità diffusa in cui la birra diventa protagonista perché può intervenire sia in termini di responsabilità - e quindi del bere responsabile - ma anche in termini di qualità, di qualità della vita. Le persone vogliono in qualche modo birre che abbiano un gusto che sia riconoscibile e che può funzionare sia come grande elemento di convivialità perché tutti vorremmo in futuro riappropriarci dei luoghi della città insieme ai nostri amici, rincontrarci. E allo stesso tempo però avere un momento e un'esperienza che sia di qualità in cui la birra rappresenta un compagno quotidiano”.
Una socialità con consumi sempre più green e veg privilegerà il gusto naturale della birra e le “ricariche naturali risonanti”: esperienze di consumo che rimandano alla natura, in ambiti outdoor e alimenti e bevande a base vegetale. Una tendenza, questa, che incrocia la birra per la sua essenza di bevanda naturale e poco (o per nulla) alcolica, esaltata da una produzione sempre più sostenibile.
“C'è voglia di convivialità ma nello stesso tempo, anche di riappropriarsi di luoghi e di tempi. Quindi un momento in cui la birra diventa davvero facilitatore attraverso questa capacità anche di scambiare esperienze che non siano solo digitali ma in presenza. Questa è una richiesta che i giovani stanno cominciando a proporre" ha concluso Morace.