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Festival, dal 18 al 20 a Nardò la Neretina: con Di Battista, Poli Bortone e Sgarbi

Festival, dal 18 al 20 a Nardò la Neretina: con Di Battista, Poli Bortone e Sgarbi

Dal 18 al 20 ottobre è pronta a tornare la rassegna letteraria "La Neretina. Festival della cultura controcorrente". Dopo aver esordito lo scorso anno l'evento patrocinato dal comune di Nardò e dalla provincia di Lecce vedrà coinvolti tra gli ospiti Diego Fusaro, Simone Pillon, Gian Micalessin, il sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone, Alessandro Di Battista, Gianluca Veneziani e Vittorio Sgarbi. Una seconda edizione ricca e composita di temi dopo il successo di 12 mesi fa grazie alla partecipazione di personalità del mondo della cultura come Pietro Senaldi, Francesco Borgonovo e Gianluigi Paragone.

Un autunno letterario caldo quindi accompagnato dalle onde dello Ionio che vedrà Nardò diventare per tre giorni capitale delle idee del Salento al Teatro Comunale cittadino. Tra gli argomenti affrontati, a partire dalla serata di venerdì 18 ottobre, l'evoluzione del pensiero che diventa sempre più totalitario con l'intervento del filosofo torinese Diego Fusaro che dialogherà assieme al giornalista Flavio De Marco, a Cosimo Massaro e ad Agostino Ciucci. Il sabato, dopo l'inaugurazione al Chiostro dei Carmelitani della mostra "L'Europa dei figli" con la partecipazione dell'assessore al comune di Carmiano Camillo Villani Miglietta, nel pomeriggio insieme a Eleonora Miggiano e Dario Fiorentino verrà ricordata la figura dell'inviata Ilaria Alpi a 30 anni dalla morte, per poi parlare di famiglia, diritti sociali, gender e natalità con Simone Pillon. Infine il reporter di guerra Gian Micalessin guiderà il pubblico nella sua professione tra taccuino, penna e cinepresa in quattro decadi di conflitti dall'Afghanistan fino ai giorni nostri parlando di Russia-Ucraina.

La domenica, invece, il focus sarà incentrato sul tema delle Foibe insieme al Presidente del Comitato 10 Febbraio Silvano Olmi, Roberto Menia e il vicesindaco di Lecce Roberto Giordano Anguilla. Ci sarà anche spazio alle 18:30 per un confronto a tutto tondo tra il neo sindaco del capoluogo salentino Adriana Poli Bortone e l'attivista politico ed ex volto del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista con la moderazione del giornalista del TGR Puglia RAI Gianluca Veneziani. Infine la penna della Gazzetta del Mezzogiorno Michele De Feudis colloquierà con Vittorio Sgarbi parlando di arte e dell'ultima fatica letteraria del saggista ferrarese Arte e Fascismo edito da La Nave di Teseo. Attualità, modernità, giornalismo, guerra, Foibe e molti altri argomenti verranno trattati nel corso di tre giorni di dibattiti e conferenze. Il tutto sotto l'egida del comune di Nardò e della provincia di Lecce. Un progetto, in primis, voluto fortemente dal Sindaco neretino Giuseppe Pippi Mellone, dall'assessore alla cultura Giulia Puglia e dal consigliere Pierpaolo Giuri che per la seconda volta vestiranno col suo abito da gala migliore Nardò trasformando la città nel salotto letterario del Salento.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cultura

Il polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano restaurato

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(foto ufficio stampa)

Ha recuperato colori e lucentezza il polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano, capolavoro assoluto della pittura lagunare e italiana del Trecento: dopo un lungo e complesso restauro durato oltre quattro anni, finanziato da Save Venice con il sostegno del mecenate Randolph H. Guthrie, le Gallerie dell'Accademia di Venezia lo espongono da oggi in una sala dedicata della loggia palladiana del museo.

Si tratta di un'opera di straordinaria qualità, un esempio eccezionalmente integro di ancona veneziana trecentesca a più registri, con scene narrative disposte attorno a un episodio centrale – l'Incoronazione della Vergine – e una fastosa cornice lignea intagliata e dorata, che inquadra venticinque parti dipinte in uno splendido connubio tra oro e colore. Realizzata per lo scomparso monastero femminile di Santa Chiara, a Venezia, fu per secoli gelosamente conservata tra le mura claustrali fino all’avvento delle soppressioni napoleoniche, giungendo alle Gallerie dell'Accademia solo nel 1812 – ad esclusione della tavola centrale, inviata alla Pinacoteca di Brera a Milano e sostituita da un dipinto di Stefano di Sant’Agnese fino al 1950, anno in cui l’opera fu ricomposta con le sue parti originali.

L'intervento conservativo – direzione lavori di Valeria Poletto, con la direzione tecnica di Maria Chiara Maida e Francesca Bartolomeoli – ha restituito la raffinatissima gamma cromatica del polittico, il calore delle superfici dorate e la piena leggibilità del programma iconografico, rivelando aspetti tecnico-esecutivi preziosi e inediti. Tra questi, in particolare, gli schizzi, le prove di colore e i disegni preparatori che Paolo Veneziano aveva realizzato nelle parti non visibili del polittico. La pulitura della cornice, per la quale è stata adoperata la tecnologia innovativa e altamente selettiva del laser, ha consentito di rimuovere le stratificazioni più recenti, recuperando la doratura ottocentesca, in ottimo stato di conservazione. Inoltre, per rispondere alle attuali necessità conservative, è stata appositamente progettata una nuova struttura di supporto e sostegno.

La morfologia del manufatto è stata, inoltre, mappata tramite scansione fotogrammetrica e l’acquisizione di immagini ad altissima risoluzione e dettaglio, con il microscopio digitale 3D Hirox, in comodato alle Gallerie dell’Accademia grazie al comitato Venice International Foundation, ha consentito di osservare particolari dell’opera ad ingrandimenti inediti.

"L'eccezionale campagna di restauro del polittico – commenta il direttore delle Gallerie dell'Accademia, Giulio Manieri Elia – corona un lungo lavoro di acquisizione, studi preliminari, pulitura e reintegrazioni pittoriche. La valorizzazione del patrimonio artistico è frutto dell’intensa e costante attività di ricerca del museo, che oggi raccontiamo anche al grande pubblico, presentando un’installazione multimediale che descrive il restauro nei suoi diversi passaggi. Stiamo già lavorando alla preparazione di un importante convegno di studi, al fine di condividere i risultati di questa operazione con la comunità scientifica".

Lo straordinario lavoro di studio e ricerca svolto con le più avanzate tecnologie, viene raccontato ai visitatori grazie a un’importante e particolareggiata presentazione multimediale, consultabile attraverso un touch screen, realizzata da Culturanuova srl di Arezzo. Tramite foto, dettagli, testi, focus storico-artistici, video, sarà possibile “navigare” dentro il polittico, approfondire le sue vicende storiche, indagare le fasi del restauro e le diverse tecniche diagnostiche, mettere a confronto il risultato finale con le condizioni conservative iniziali, scoprire le aree dell’opera normalmente non visibili, e persino conoscere l’aspetto originale che l’opera doveva probabilmente avere prima degli interventi ottocenteschi.

La sontuosità del manufatto, per il quale sono stati utilizzati materiali preziosi quali l’oro e il blu di lapislazzuli, fa comprendere l’importanza della committenza che si rivolse al più importante pittore veneziano del Trecento, le cui opere sono oggi conservate nei più prestigiosi musei del mondo, dalla Frick Collection a New York, alle Gallerie degli Uffizi di Firenze, al Museo del Louvre di Parigi.

Il dotto programma iconografico è esplicitamente rivolto alla sensibilità di una comunità femminile. Nella tavola centrale è raffigurato il soggetto dell’Incoronazione della Vergine, un tema di origine occidentale che ebbe grande fortuna in laguna nel corso di tutto il secolo XIV. L’evento celeste è descritto all’interno di un’elaborata macchina scenica di grande ostentazione esornativa: un ampio trono, circondato da un cielo stellato, accoglie Cristo e Maria ammantati in drappi serici, mentre un coro d’angeli musicanti domina la scena. Negli scomparti laterali si dispiegano otto scene con episodi della vita di Cristo, in particolare: Natività e Adorazione dei Magi; Battesimo di Cristo; Ultima cena; Orazione nell’orto e Cattura; Andata al monte Calvario; Crocifissione; Resurrezione e Noli me tangere; Ascensione. Nel registro superiore vengono narrate le storie di san Francesco e santa Chiara. Nella parte alta, completano la ricca narrazione le figure di re Davide e del profeta Isaia, i quattro evangelisti, oltre alla Pentecoste e al Giudizio Universale. Quattro piccole immagini angeliche, infine, e precisamente Dominazioni con il globo e lo scettro, simbolo di autorità, sono visibili dell’intradosso dello scomparto principale.

L'opera, che è parte della collezione permanente delle Gallerie dell’Accademia, viene esposta accanto a una piccola e preziosa croce astile polilobata e dipinta su entrambi i lati, dall’altissima qualità pittorica, proveniente da una collezione privata e concessa in comodato d’uso al museo. Un esempio raro di pittura veneziana di primo Trecento, attribuita al Maestro dell’Incoronazione della Vergine di Washington del 1324, una figura ancora per molti aspetti poco nota, ma che potrebbe essere identificato con il fratello di Paolo Veneziano, Marco, o con il padre Martino, entrambi documentati come pittori.

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Cultura

La Visitazione del Pontormo di nuovo esposta al pubblico

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Nella Sala del Fregio della Villa medicea di Poggio a Caiano (Prato)

La Visitazione del Pontormo di nuovo esposta al pubblico

Nuova collocazione per la Visitazione del Pontormo, trasferita di recente dalla Pieve di Carmignano (Prato), attualmente inagibile: da domani, sabato 5 ottobre, sarà nuovamente esposta al pubblico nella Sala del Fregio della Villa medicea di Poggio a Caiano (Prato), a poca distanza dal Salone di Leone X, dove si trova un altro capolavoro del Pontormo, l'affresco con Vertumno e Pomona del 1520-21.

La Diocesi di Pistoia e di Pescia ha accolto la proposta congiunta della Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura e del Comune di Poggio a Caiano, condivisa anche dal Comune di Carmignano, in accordo con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Firenze, Pistoia e Prato, di esporre a Poggio a Caiano i dipinti della Pieve per il tempo necessario al restauro della chiesa, che versa in condizioni conservative molto critiche, tali da non garantire la sicurezza al suo interno delle opere d'arte.

La Direzione generale Musei del MiC ha stanziato un finanziamento di 35mila euro a favore della Direzione regionale Musei nazionali della Toscana per tutte le operazioni legate all'allestimento della Visitazione nella Sala del Fregio della Villa di Poggio a Caiano e all'adeguamento delle condizioni microclimatiche della stessa.

Nella sala della Giostra del Comune di Poggio a Caiano, che ha fornito anche un importante contributo economico per il trasporto, la movimentazione della Visitazione e la realizzazione della sua teca protettiva, hanno trovato ospitalità e sono esposte da settembre le altre pale d’altare provenienti dalla Pieve: la Madonna del Carmine e santi di G. P. Naldini e i Santi, l’Annunciazione di Ambito fiorentino), la Natività di Ambito fiorentino), la Madonna del Rosario di Carlo Lotti, ‘Estasi di San Francesco del Cigoli.

La Visitazione ora esposta nella Villa di Poggio a Caiano, oggi parte del nuovo istituto autonomo del MiC - Ville e residenze monumentali fiorentine diretto da Federica Bergamini, fu dipinta dal Pontormo nel 1528-1529 circa per la cappella dei Pinadori, famiglia di ricchi speziali antimedicei, all’interno della Pieve di Carmignano. Mai citata dal Vasari, è tornata all’attenzione della critica moderna grazie all’attribuzione di Carlo Gamba del 1924. L’attribuzione si basa su un passo del Bocchi-Cinelli (1677) che ricorda un modello preparatorio per i Pinadori riferito già all’epoca al Pontormo. Del modello si sono perse le tracce, ma sono conservati alcuni disegni preparatori nel Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, da cui si evince uno schema compositivo simile a quello utilizzato da Albrecht Dürer del 1497 nell’incisione raffigurante Quattro Streghe: è ben noto come il Pontormo si ispirasse frequentemente, nella forma e nei contenuti, all’arte d’Oltralpe. Dalle disposizioni testamentarie di Bartolomea del Pugliese, moglie di Paolo Pinadori, del 25 giugno 1538, si apprende che a quella data l’opera era già stata eseguita ed era destinata all’altare della famiglia nella Pieve di Carmignano. La morte di Paolo Pinadori nel 1526 è stata, con tutta probabilità, l’occasione per rinnovare la cappella di famiglia e per commissionare la nuova pala d’altare. I Pinadori, ricchi speziali fiorentini, erano anche fornitori di colori per artisti ed ebbero l’opportunità di conoscere il Pontormo per il tramite di Ludovico Capponi e della Confraternita di San Sebastiano, della quale facevano parte il giovane Bonaccorso Pinadori ma anche il Carucci e il Bronzino, che aveva anche eseguito un suo ritratto.

La pala raffigura l’incontro tra Maria e la cugina Elisabetta, entrambe incinte, narrato nel Vangelo di Luca: le due figure femminili, monumentali e slanciate, si uniscono in un abbraccio così vibrante e vivo da rappresentare l’animo umano in un attimo sospeso tra il reale e l’irreale. I volti, segnati da un’espressione di profonda commozione, sembrano riflettere un’interiorità complessa e tormentata e i corpi abbigliati con colori vivaci e cangianti alimentano un’atmosfera mistica, che trascende la dimensione terrena. Il contesto è tipicamente fiorentino, con altissimi palazzi caratterizzati dal bugnato in pietra serena e cornici marcapiano.

La composizione esprime un sentimento religioso di ispirazione riformata, e propone una invenzione formale di grande originalità (ed ancora in parte misteriosa), con l’accostamento delle quattro maestose figure femminili sdoppiate e poste a specchio su uno sfondo architettonico quasi astratto, con un gioco incrociato dei colori vivaci e contrastanti delle vesti e dei panneggi.

La datazione alla fine degli anni Venti del Cinquecento si motiva per lo stile a metà strada tra la Deposizione (1526-28) per la Cappella Capponi in Santa Felicita e il dipinto coi Diecimila martiri (1528-30) della Galleria Palatina di Firenze. Il restauro eseguito in occasione della mostra Pontormo e Rosso. Divergenti vie della “Maniera” (Firenze, Palazzo Strozzi, 2014) ha confermato la datazione e restituito i colori vibranti con cui la Visitazione era stata concepita in origine.

Come scrive il Vasari, il Pontormo era un artista “di singolare ingegno e di maniera molto propria”, capace di tradurre in immagini le più sottili sfumature dell’animo umano. Questa opera del Pontormo, lontana dagli schemi classici, è considerata oggi quasi un manifesto delle inquietudini del Manierismo, per le sue figure dalle forme allungate ed ovoidali, le loro pose innaturali, i colori usati in modo antinaturalistico e la ricerca di una bellezza inquieta e tormentata.

Nella Visitazione le peculiarità dello stile del Pontormo raggiungono un apice assoluto, dando vita ad un’opera che ancora oggi affascina e commuove. Nel 1995 l’artista statunitense Bill Viola, dopo aver casualmente visto l’opera riprodotta sulla copertina di un volume, ne rimase talmente affascinato che realizzò The Greeting, un’installazione audio-video che è un omaggio al dipinto. Per enfatizzare il mistero dell’incontro fra le donne, Bill Viola adoperò uno slow motion estremo, che dilata una azione di quarantacinque secondi in un video della durata di dieci minuti. L’impatto della poetica pontormesca fu tale che Viola nel 2013 volle scrivere una dedica al grande maestro fiorentino, con la toccante conclusione "with gratitude and respect".

“L’intesa tra gli istituti competenti del Ministero della Cultura, la Diocesi di Pistoia e la Parrocchia di Carmignano, e i Comuni coinvolti – dichiara Stefano Casciu, direttore regionale Musei nazionali della Toscana - ha prodotto un risultato di cui siamo molto soddisfatti: esporre il celebre capolavoro del Pontormo, una icona del suo stile inimitabile, nelle condizioni di massima sicurezza ed accessibilità, nella Villa che fu di Lorenzo il Magnifico e che ospita un altro altrettanto celebre capolavoro dell’artista, la lunetta con Vertumno e Pomona. Sono certo che il territorio tutto trarrà un grande vantaggio da questa collocazione temporanea a Poggio a Caiano, nell’auspicio che la Pieve di San Michele Arcangelo possa quanto prima tornare ad accogliere un’opera identitaria per tutta la comunità di Carmignano”.

“E’ un grande onore per la Villa medicea di Poggio a Caiano e per il Museo autonomo delle Ville e residenze monumentali fiorentine, poter restituire al pubblico la Visitazione del Pontormo – afferma Federica Bergamini, dirigente delle Ville e Residenze monumentali fiorentine. Al piano nobile della Villa, il visitatore potrà immergersi in rari quanto inediti cortocircuiti tra la grande pittura del Cinquecento e tante altre opere enigmatiche, come il fregio attribuito a Bertoldo. Poggio a Caiano diventa così un percorso museale affascinante, ancor più ricco e certamente inaspettato”.

“La scelta della Villa di Poggio a Caiano – commenta la soprintendente Antonella Ranaldi – è apparsa la più opportuna e convincente dettata da affinità storiche e artistiche e soprattutto dal legame della Visitazione al territorio a cui appartiene. Si offre infatti un’attrattiva in più, tra capolavori grandissimi, come la magnifica Villa medicea, per i visitatori, pensando intanto a riportare la Pieve di San Michele Arcangelo a Carmignano alle condizioni di sicurezza che permetteranno il ritorno delle opere in quella sede”.

“Rendere alla fruizione dell’intera comunità la Visitazione del Pontormo ed il patrimonio artistico ospitato nella Pieve di San Michele Arcangelo - sottolinea il Vescovo di Pistoia e di Pescia, Mons. Fausto Tardelli - è un momento di gioia. Sono certo che questa collocazione presso la Villa Medicea di Poggio a Caiano, che garantisce accessibilità e sicurezza e che ha visto una piena collaborazione tra le istituzioni coinvolte, valorizzerà non solo le opere ospitate, ma sarà anche un prezioso traino per mantenere alta l’attenzione e l’interesse sul recupero e la fruizione della Pieve di San Michele, restituendo quanto prima alla comunità di Carmignano la sua chiesa”.

“Come Comune di Poggio a Caiano non possiamo che dirci orgogliosi di aver realizzato un’operazione culturale così importante – sottolinea l’assessore alla cultura Diletta Bresci – Le opere arrivate a Poggio a Caiano vanno ad accrescere il lustro del nostro territorio e vanno ad arricchire il nostro già vasto patrimonio artistico e culturale. Una grande soddisfazione per noi che deriva anche dal fatto che la Visitazione e le pale d’altare sono rimaste all’interno dei Comuni medicei, quello che possiamo definire il loro habitat naturale”.

La Villa medicea di Poggio a Caiano è un museo statale, oggi parte del nuovo Museo autonomo delle Ville e Residenze monumentali fiorentine, recentemente istituito dal Ministero della Cultura, che offre ai visitatori un affascinante percorso attraverso le sale storiche come il Salone di Leone X, il Teatro mediceo e la Sala dei biliardi, ricche di affreschi, arredi ed opere d'arte dal Cinquecento all'Ottocento, che testimoniano il passaggio delle dinastie dei Medici, degli Asburgo-Lorena e dei Savoia. Al secondo piano della villa si trova inoltre il Museo della Natura morta, l'unico museo in Italia dedicato a questo genere pittorico, che ebbe la sua massima fortuna tra la fine del Cinquecento ed il Settecento, e del quale i Medici furono grandi amanti e collezionisti.

La Visitazione si potrà ammirare all’interno del consueto percorso di visita, da martedì a domenica con ingresso ogni ora a partire dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 15.30. La prenotazione è obbligatoria e gratuita al numero +39 055 877012. Inoltre, domenica 13 ottobre la Villa sarà straordinariamente aperta anche in orario serale con visite accompagnate alle ore 20, 21, 22 e prenotazione obbligatoria.

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Cultura

Il ministro Giuli ha sostenuto l’ultimo esame...

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Si trattava della prova di Teoria delle dottrine teologiche nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'università 'Sapienza' di Roma

Il ministro Alessandro Giuli a Napoli - Agenzia Fotogramma

Ultimo esame prima della laurea per il ministro della Cultura Alessandro Giuli. Il titolare di via del Collegio Romano questa mattina ha sostenuto la prova di Teoria delle dottrine teologiche nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'università 'Sapienza' di Roma. Per il ministro, che è stato interrogato alle 8 per "motivi di sicurezza", la votazione finale è stata quella del 30.

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