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La Civil Social Business City al Festival Nazionale dell’Economia Civile

La Civil Social Business City al Festival Nazionale dell’Economia Civile

4 ottobre 2024. L’assemblea per la Civil Social Business City – risposta comunitaria alla sfida dei 3 ZERI proposta dal Premio Nobel Yunus: Zero Esclusione, Zero Disoccupazione, Zero Inquinamento – e l’hackathon con gli studenti hanno caratterizzato il pomeriggio della prima giornata del Festival Nazionale dell’Economia 2024, in programma a Firenze fino al 6 ottobre.

La proposta della Civil Social Business City ha diversi obiettivi:

•Trasformare l’approccio delle organizzazioni del Terzo Settore in modo ampio, che rappresentano gli attori principali dell’economia sociale, verso un cambiamento di lungo periodo improntato all’innovazione, all’autonomia e alla sostenibilità, accelerando modelli di cooperazione comunitari che possano favorire la collaborazione strategica tra i diversi attori economici del territorio (sia sul lato della produzione che sull’integrazione dei servizi, dal welfare all'educazione, all’assistenza sociale, ai piani territoriali di sviluppo, fino ad arrivare alla cultura e al turismo.

•Favorire sistemi di inter-cooperazione tra le imprese nel quale si valorizzano lo scambio di know how, competenze, servizi e relazioni per moltiplicare il valore sociale e civile condiviso, creando delle filiere che siano integrate e coese.

•Impegnare l’amministrazione locale nel co-programmare co-progettare, assumendosi un ruolo-guida verso regione, governo e affiancamento ad essi nell’interlocuzione europea, nel progetto di un sistema stabili di infrastrutture sociali e tecniche (mettendo a valore quanto sta già facendo da tutti i punti di vista) per la sperimentazione di un modello di “città inclusiva, sostenibile e partecipata”.

•Favorire nuove forme di partecipazione a bandi nazionali e internazionali sull’economia sociale e civile per la promozione, l’aggregazione e lo sviluppo di nuove forme di autoimprenditorialità sostenibile.

Per Enrico Testi (Direttore del Yunus Social Business Centre University of Florence): «Per raggiungere uno sviluppo umano sostenibile e per transitare dal modello economico esistente, che abbiamo visto ormai non essere sostenibile penso che la risposta sia riassunta dalla parola “partecipazione”, seguita da “cooperazione”. Il modello capitalistico ci ha insegnato a competere, ma l’essere umano e la società nascono dalla cooperazione. Quello che dobbiamo imparare a fare meglio è, appunto, cooperare».

Mario Biggeri (Professore Economia Università di Firenze e Direttore scientifico del Yunus Social Business Centre University of Florence) ha detto: «Lo sviluppo umano sostenibile è centrale per dare risposte a dei problemi. Le persone con fragilità, infatti, non sono sempre un problema, ma possono rappresentare la soluzione. Se diamo risposte alle loro domande di benessere e inclusione, possiamo produrre qualcosa di importante che dia una risposta chiara e forte al senso di umanità che sta mancando nella società moderna».

Per gli studenti «questo hackathon è un’esperienza importante sia per noi, che per i professionisti di diversi settori, dall’economia alla salute e fino al design, perché cerca di mettere insieme differenti aspetti importanti per le sfide che dobbiamo affrontare quotidianamente».

Luigino Bruni (Presidente “SEC – Scuola Economia Civile”) ha invece ricordato la figura di Giorgio La Pira: «Aveva una visione carismatica e profetica delle città e in particolare di Firenze. Se Firenze dimentica La Pira, dimentica sé stessa. La città di La Pira era la civitas romana, cui si appartiene per cittadinanza. Ecco perché ci piace chiamarci economia civile: perché richiama la sua natura inclusiva. La città come luogo di alleanza tra i diversi, tra i mercanti, i frati e i politici».

Il FNEC è promosso da Federcasse (l’Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen) e da Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia Per Tutti), con il contributo di Fondosviluppo, Assimoco, Assicooper, Coopersystem, Federazione Toscana delle BCC, Frecciarossa e la collaborazione della SEC (Scuola di Economia Civile) e di MUS.E.

Ufficio Stampa Festival Nazionale dell’Economia Civile

Stefano Testini 3356138145

Matteo Spinelli 3347661138

ufficiostampa@festivalnazionaleeconomiacivile.it

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Barrette ai cereali: dalla colazione alla merenda, sono uno...

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Ecco alcuni consigli utili da Altroconsumo per aiutare i consumatori nella scelta.

Milano, 4 ottobre 2024 –Barrette ai cereali a colazione o a merenda, oppure da mettere in borsa, in uno zaino e da portare in giro come snack o durante una gita in montagna. Pensando “ai cereali” viene in mente la prima colazione, quindi un prodotto per iniziare la giornata, da affiancare ad un caffè e magari ad un frutto. Il fatto, però, che le barrette siano confezionate singolarmente, le rende comode e pratiche anche come snack di metà mattina o metà pomeriggio.

Tramite la piattaforma ACmakers, Altroconsumo ha chiesto a mille consumatori e la maggior parte di loro le preferisce come snack fuori dai pasti. In realtà non c’è un momento giusto o uno sbagliato per mangiare una barretta e ce ne sono di ogni tipo e di ogni gusto: alcune hanno il cioccolato, altre la frutta, altre ancora la frutta secca; e spesso le troviamo con un mix di questi vari ingredienti. Da non trascurare, poi, un’altra tipologia di barrette, simile nella forma e nelle occasioni di consumo alle barrette ai cereali, ma diversa nella composizione, essendo fatte da semi (semi di girasole, di zucca, di sesamo…) e non da cereali.

Non solo la scelta è ampia, ma anche le caratteristiche nutrizionali sono diverse e variano in funzione degli ingredienti usati. Nel comparatore on line di Altroconsumo si trovano oltre 100 barrette ai cereali valutate sulla base degli ingredienti e dei valori nutrizionali.

Ma quali sono gli ingredienti? Quali i benefici? Possono sostituire un pasto completo e essere consumate anche dai bambini?

Nel caso delle barrette ai cereali, da zuccheri e grassi non possiamo prescindere dal momento che tra gli ingredienti principali troviamo la frutta essiccata/disidrata, ricca di zuccheri, e la frutta secca, fonte di grassi. È importante, invece, stare attenti agli zuccheri e ai grassi aggiunti, e meno ce ne sono e meglio è.Fonte di zuccheri sono i vari sciroppi che troviamo nella lista degli ingredienti (sciroppo di glucosio, di riso), il miele, destrosio.

Nelle barrette “light”, lo zucchero è sostituito da un edulcorante, spesso il maltitolo. Ha un potere dolcificante simile al saccarosio, con il vantaggio di fornire meno calorie, circa 2,4 kcal/g contro le 4 kcal/g fornite dal saccarosio.

Tra i grassi aggiunti c’è spesso l’olio di girasole, buono dal punto di vista qualitativo essendo costituito soprattutto da acidi grassi insaturi. A proposito di grassi, alcuni prodotti si dichiarano “senza olio di palma” ma poi, tra gli ingredienti hanno il grasso di cocco, che dal punto di vista nutrizionale non è migliore essendo ricco di acidi grassi saturi, più dannosi per la nostra salute.

Molti dei consumatori intervistati tramite ACmakers, ritengono che le barrette ai cereali siano ricche di fibre. In effetti, il riferimento alle fibre è tra gli slogan più riportati sulle etichette delle barrette. Ma ci sono alcune considerazioni da fare.

Il contenuto di fibra varia molto tra le barrette, spesso è effettivamente alto se si considerano i valori per 100g; le porzioni, però, sono “leggere”, e quando si guarda alla quantità per singolo pezzo, i grammi di fibra si riducono e molte barrette ne hanno meno di una mela (che ne ha circa 2,5g). Più della metà delle barrette del comparatore ha meno di 2 g di fibra per singolo pezzo.

Inoltre, alcuni prodotti sono naturalmente ricchi di fibre (alcune barrette a base di semi o barrette a base di cereali integrali), altri, invece, sono arricchiti e la fibra è uno degli ingredienti, indicata come oligofruttosio, fibra di cicoria o fibra vegetale.

Per quanto riguarda gli additivi, nel comparatore Altroconsumo di oltre 100 barrette, sono 18 quelle senza. Nella maggior parte dei prodotti troviamo 2-3 additivi. Nessun conservante, qualche colorante come caroteni e caramello semplice, ossia coloranti “accettabili”. Sono molto usanti gli antiossidanti, per preservare la frutta e la frutta secca, gli umidificanti (sorbitolo e glicerolo) per mantenere una consistenza morbida e gli emulsionanti come la lecitina di soia. Per saperne di più sugli additivi è possibile consultare la banca dati Altroconsumo.

Sicuramente le barrette rappresentano uno spuntino pratico e gustoso, ma è anche sano? Dipende dagli ingredienti e dai valori nutrizionali. Secondo le linee Guida per una sana alimentazione, uno spuntino per un adulto deve corrispondere al 5% del fabbisogno calorico giornaliero, che per il valore di riferimento di 2000 kcal, corrisponde a 100 kcal. È un valore indicativo, da adattare alle proprie esigenze, anche in base all’attività fisica prevista per la giornata.

Ci sono anche barrette più leggere a cui si può abbinare un frutto, e ci sono anche barrette molto caloriche con oltre 200 kcal a porzione da destinare, magari, a giornate particolarmente intense. Come molti alimenti consumati come spuntino la formulazione ideale non esiste. È importante sceglierle con consapevolezza, sapendo che se c’è la frutta, le barrette saranno un po’ più ricche di zuccheri; se, invece, c’è la frutta secca aumenta il tenore di grassi.

Le barrette ai cereali non possono sostituire un pasto completo. Un pranzo e una cena devono avere un adeguato apporto calorico (600-700 kcal) dato dal giusto equilibrio dei nutrienti, cioè carboidrati, proteine e grassi. A comporre il pasto ci devono essere cereali, preferibilmente integrali, le verdure e una fonte di proteine; olio extravergine per condire e un frutto alla fine.

Le barrette ai cereali, invece, hanno nella maggior parte dei casi 100-150 kcal per singolo pezzo, caratteristica che le rende più adatte ad essere consumate come snack.

Le barrette ai cereali non devono essere confuse con le barrette appositamente formulate come sostituto di un pasto per il controllo del peso. In questo caso il prodotto deve rispondere a precisi requisiti di legge sulla composizione, a cominciare dalle calorie che devono essere comprese tra 200 e 250 kcal.

Nell’indagine fatta tramite la piattaforma ACmakers, la maggior parte dei consumatori con figli ha risposto che compra le barrette anche per loro, preferendo la tipologia al cioccolato e proponendole come merenda.

Per i bambini, lo spuntino di metà mattina così come quello di metà pomeriggio, deve corrispondere al 5-8% del fabbisogno calorico giornaliero. In questo caso è difficile dare un valore di riferimento perché nella “fascia bambini” i fabbisogni calorici variano al crescere dell’età. Molto indicativamente possiamo parlare di 100-160 kcal per spuntino. Ci sono molte barrette anche intorno a questo range, in particolare le barrette ai cereali e frutta secca. Magari non sono particolarmente apprezzate dai bambini, che preferiscono merendine più “tradizionali”, ma non c’è un motivo per cui non proporle.

Le barrette del supermercato hanno dalla loro la praticità: pronte, comode da portare in borsa o nello zaino e disponibili in mille versioni per accontentare tutti i gusti. A volte, però, abbondano di ingredienti ultraprocessati, di additivi e di zuccheri aggiunti.

Una soluzione potrebbe essere farle in casa. Le combinazioni tra gli ingredienti sono infinite: si può usare solo l’avena oppure un mix di cereali, e poi frutta secca a piacere con o senza uvetta o mirtilli. E per tenere insieme tutti gli ingredienti molte ricette propongono il miele, altre invece il cioccolato.

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Gruppo Oknoplast: un’avventura iniziata 30 anni fa

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Gruppo Oknoplast: un’avventura iniziata 30 anni fa

Milano, 04 ottobre 2024 - 3.500 showroom presenti in Europa e Nord America, 124.000 m ²l’area complessiva di produzione suddivisa in cinque stabilimenti situati tra Polonia e Spagna, per un totale di 2,3 milioni di finestre prodotte all’anno: questi i sorprendenti numeri del Gruppo Oknoplast, che nel 2024 festeggia 30 anni di attività.

Tra i mercati più importanti per l’azienda sicuramente l’Italia, dove Oknoplast è approdata nel 2006In quasi 2 decenni il brand ha consolidato la propria posizione di leadership nella produzione e distribuzione di finestre in PVC e alluminio, chiudendo il 2024 con un fatturato stimato di 215 milioni di euro (+75% sul 2023).

Tutto è iniziato nel 1994 quando l’azienda polacca ha avviato a Cracovia la produzione di finestre in PVC con l’obiettivo di offrire un prodotto robusto, dal design moderno e all’avanguardia dal punto di vista tecnico. In tre decenni Oknoplast ha saputo cogliere le continue sfide e rispondere in modo puntuale ai trend di un mercato sempre più esigente ed evoluto - arrivando a estendere l’offerta anche a soluzioni in alluminio – nonché globale: le esportazioni, infatti, oggi rappresentano l’85% dei profitti dell’azienda, con rivenditori presenti oltre che in Europa anche in Nord America e Africa (Camerun).

Con all’attivo circa 5.000 finestre prodotte giornalmente e un’espansione così repentina il Gruppo OKNOPLAST ha dovuto necessariamente adeguare la propria capacità produttiva e anche per questo motivo ha recentemente completato la costruzione di un innovativo magazzino di stoccaggio automatizzato presso la sua sede centrale a Cracovia. Questo moderno edificio ad alta capacità, caratterizzato da un’altezza impressionante di 15 metri, rappresenta un’importante pietra miliare nel percorso di crescita dell’azienda. Con una metratura totale di 29.557,8 m3 il magazzino può ospitare fino a 1800 pallet specializzati, offrendo uno degli spazi di stoccaggio più grandi nel settore.

“Un risultato così positivo, ottenuto nonostante le condizioni di mercato non siano sempre state facili, è il frutto di una strategia aziendale che presuppone la diversificazione e l’adattamento dell’offerta alle mutevoli condizioni e richieste dei clienti”, afferma Giuseppe Bencivenga, referente OKNOPLAST in Italia. “L’innovazione e l’impegno nella ricerca di soluzioni tecnologicamente all’avanguardia hanno permesso all’azienda di rispondere in modo puntuale ed efficace alle richieste del mercato. Tutto ciò senza mai perdere di vista il design, la qualità dei prodotti e il servizio offerto ai clienti”.

In questi trent’anni l’orientamento al cliente è stato l’obiettivo primario del gruppo. La consapevolezza dell’importanza della lavorazione è condivisa da tutti i dipendenti, che sviluppano costantemente nuove tecnologie e soluzioni estetiche per soddisfare le richieste dei clienti di tutto il mondo. Una consapevolezza che abbraccia la qualità dei prodotti e che si estende al modo in cui vengono realizzati. Un impegno produttivo responsabile e sostenibile, come dimostrato dal certificato ISO 14001, riconoscimento che attesta come l’azienda abbia ridotto al minimo l’impatto ambientale della produzione, rendendo i suoi impianti tra i più ecologici d’Europa. Negli ultimi anni il consumo di gas è stato dimezzato e quello di elettricità diminuito grazie ai pannelli fotovoltaici e l’illuminazione LED installati negli stabilimenti. Inoltre, anche l’impatto ambientale del reparto di impiallacciatura è stato ridotto del 95%.

I profili per finestre sono prodotti a ciclo chiuso, utilizzando rifiuti riciclati. Ogni anno 2.000 tonnellate di rifiuti vengono riciclate e destinate a nuovi usi, rendendo le finestre del Gruppo tra le più ecologiche del settore.

L’azienda ha fatto dell’ecologia un vero e proprio manifesto, dimostrando come agire in modo sostenibile sia possibile anche attraverso le più semplici azioni quotidiane svolte sul lavoro, con l’obiettivo di guardare al futuro con ottimismo.

Anche la responsabilità sociale è tra i valori che guidano il Gruppo Oknoplast, un impegno che spinge l’azienda a fornire un concreto aiuto laddove ce n’è più bisogno e in modi differenti: dal supporto al progetto della Fondazione Once Upon a Time to Live, che combatte lo spreco alimentare, al contributo a favore delle popolazioni colpite dalla Guerra in Ucraina, al sostegno ad attività artistiche e culturali attraverso le quali trasmettere messaggi importanti.

L’azienda, infatti, è conosciuta da anni anche per la sua partecipazione attiva a iniziative volte allo sviluppo dell'arte contemporanea e alla promozione, attraverso di essa, del dialogo su importanti tematiche sociali. È quanto è accaduto con OKNOPLAST FOR ART, nelle sue due edizioni, realizzate in partnership con il MOCAK – Museo di Arte Contemporanea di Cracovia, iniziativa che ha dato voce ad artisti emergenti provenienti da tutta Europa utilizzando la finestra come tela su cui esprimere la propria arte.

Ed è quello che sta avvenendo proprio in queste settimane a Venezia, con il sostegno di Oknoplast in qualità di Main Sponsor alla mostra ONLY IMAGINATION GOT THERE dell’artista polacco Dobiesław Gała, aperta fino al 31 ottobre presso la Fondazione Marta Czok.

Contatti:

OKNOPLAST

t. 0549 905424

www.oknoplast.it

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Giorgio Pasotti e Chiara Francini al Festival Nazionale...

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Giorgio Pasotti e Chiara Francini al Festival Nazionale dell’Economia Civile

Un viaggio ideale sul tema della città grazie alle parole dei grandi pensatori ed economisti della storia, da Aristotele a Giorgio La Pira, per riflettere sul vivere il valore della partecipazione all’interno dei contesti sociali, economici e istituzionali.

Firenze, 4 ottobre 2024.Di questo si è parlato a Palazzo Vecchio, nella prima serata del Festival Nazionale dell’Economia Civile, in programma a Firenze fino al 6 ottobre. Ospiti della serata – dal titolo “Come partecipare alla Nuova Economia”, a cura di MUS.E – gli attori Giorgio Pasotti e Chiara Francini, che sono stati moderati e accompagnati nel corso della serata dal giornalista e scrittore Aldo Cazzullo.

Pasotti ha dichiarato: «Arte ed economia civile devono camminare insieme e dialogare. L’obiettivo deve essere continuare a cercare una via per arrivare ai giovani. Questi, rapidi nell’apprendimento e veloci nelle connessioni, hanno pochissimo tempo di concentrazione. Ma il post-Covid è un momento fertile per loro, essendoci grande voglia di socializzare e stare insieme. Dobbiamo approfittarne per seminare la cultura civile del futuro».

Chiara Francini ha invece dichiarato: «La società civile è il più grande agglomerato che racconta l’essere umano, di cui scienze come economia e pedagogia sono parte. Ma ne è parte anche l’arte, che è quindi una di quelle entità che non deve essere divisa dalle altre e che anzi vi si deve stringere».

La serata è stata accompagnata dalla musica del “Nico Gori Swing 10TET”.

Il FNEC è promosso da Federcasse (l’Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen) e da Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia Per Tutti), con il contributo di Fondosviluppo, Assimoco, Assicooper, Coopersystem, Federazione Toscana delle BCC, Frecciarossa e la collaborazione della SEC (Scuola di Economia Civile) e di MUS.E.

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