Terza vittoria consecutiva per i campioni d'Italia
Terza vittoria di fila dell'Inter che chiude un'ottima settimana superando al 'Meazza' per 3-2 il Torino oggi 5 ottobre, dopo aver sconfitto con lo stesso punteggio l'Udinese sabato scorso e per 4-0 la Stella Rossa Belgrado martedì in Champions. Grande protagonista del match è Thuram, a segno con una tripletta. Il capocannoniere della Serie A va a segno al 25', al 35' e al 60'. Per i granata che giocano dal 20' del primo tempo in dieci uomini per l'espulsione di Maripan, in gol Zapata al 36' e Vlasic su rigore all'86'. In classifica i nerazzurri salgono al 2° posto con 14 punti, mentre il Toro resta 5° a quota 11 insieme al Milan.
La partita
Sin dalle prime battute è chiaro il filo conduttore della partita con i padroni di casa a comandare il gioco e gli ospiti attendisti e pronti a ripartire in contropiede. Al 14' la prima vera occasione del match con Ricci al tiro da fuori area, respinto in tuffo da Sommer. Al 20' la svolta della partita con l'espulsione di Maripan per un brutto fallo su Thuram. In un primo momento Marcenaro estrae il giallo, richiamato dal Var rivede l'intervento e opta per il rosso. Al 25' nerazzurri in gol con Thuram. Cross di Bastoni dalla trequarti, il francese stacca di testa tra Coco e Pedersen: il pallone bacia il palo e si infila poi alle spalle dell'incolpevole Milinkovic-Savic.
Alla mezz'ora la squadra di Inzaghi potrebbe raddoppiare. Cross di Calhanoglu, Bisseck e Lautaro non trovano il pallone di testa e la difesa del Toro prolunga, Thuram prova il sinistro al volo da posizione defilata e colpisce l'esterno della rete. Al 32' il primo cambio del match dentro Masina per Adams, tra le fila degli ospiti.
Serve a poco perché l'Inter raddoppia al 35' ancora con Thuram. Cross dalla sinistra di Acerbi e il francese va a segno di testa. Passa un minuto e i granata accorciano le distanze con Zapata. Verticalizzazione di Gineitis, il colombiano scatta in posizione regolare, resiste al rientro di Darmian e di sinistro calcia potente sotto la traversa. Al 39' assist perfetto di Thuram per Dimarco che va al tiro di sinistro, gran parata di Milinkovic-Savic.
Al 3' della ripresa un brutto tiro di Pavard dal limite dell'area rischia di diventare un assist per Thuram, ma l'attaccante francese in spaccata non arriva per poco sul pallone vagante. Al 5' Pavard crossa dal limite dell'area e trova la sponda di Acerbi per Lautaro, il destro del Toro è deviato da Coco in angolo. Al 10' altro cross invitante in area di Pavard per Lautaro, che colpisce di testa da solo ma non trova la porta.
Poco dopo gran tiro di Calhanoglu con palla di poco alta. Al 15' Thuram firma la tripletta. Bastoni crossa da sinistra per Lautaro, il colpo di testa dell'argentino è ancora imperfetto, ma Milinkovic-Savic respinge male e poi reagisce goffamente al tap-in del francese, che colpisce di destro schiacciando il pallone. Gli ospiti optano per un doppio cambio, dentro Ilic e Vojvoda per Gineitis e Lazaro. Al 23' Thuram e Darmian lasciano il terreno di gioco, scocca l'ora di Taremi e Dumfries. Per il francese standing ovation di San Siro.
Alla mezz'ora chance per Acerbi che va al tiro dopo una carambola in area: palla alta. Al 32' entra in campo Zielinski al posto di Mkhitaryan, Passano 4 minuti e Inzaghi esaurisce i cambi con De Vrij per Bastoni. Al 38' allarme in casa Torino. Zapata resta a terra per diversi minuti e viene portato fuori in barella. Al suo posto Karamoh, entra anche Vlasic per Ricci. Al 41' il Toro accorcia le distanze su rigore. Masina si incunea in area dopo aver bruciato Frattesi e Dumfries in anticipo e viene scalciato da Calhanoglu. Marcenaro non ha dubbi e indica subito il dischetto. Dagli 11 metri Vlasic non sbaglia: tiro potente e preciso alla sinistra di Sommer, che indovina l'angolo ma non arriva per poco. Nel recupero doppia prodezza di Milinkovic Savic, che prima respinge un destro di Zielinski e poi si esalta sulla respinta ravvicinata di Taremi. Nel finale nonostante qualche patema l'Inter riesce a portare a casa la vittoria.
Spettacolo
Che tempo che fa, al via nuova stagione: ospiti Fabio Fazio...
In diretta dalle 19.30 sul Nove
Al via la 22esima stagione di 'Che tempo che fa' di Fabio Fazio con Luciana Littizzetto e Filippa Lagerbäck. Ospiti della prima puntata di oggi, domenica 6 ottobre, sul Nove: Amadeus, Damiano David, Claudio Bisio, Monica Maggioni, Antonio Di Bella, Ferruccio de Bortoli, Massimo Giannini, Michele Serra, Sami Al-Ajrami, Davide Lerner, Roberto Burioni, Tommaso Marini, Cristiano Malgioglio.
In diretta dalle 19.30 sul Nove, e in streaming su discovery+, lo spazio 'Che tempo che farà', con incontri e interviste del mondo della cultura e dell’arte. Alle 20 l’inizio di 'Che Tempo Che Fa' con la sua anteprima e le grandi interviste, per poi concludersi come da tradizione con 'Il Tavolo', tra conversazioni informali con gli ospiti, gag comiche e improvvisazioni.
Ospiti della puntata di oggi, domenica 6 ottobre
In studio ci saranno Amadeus, in onda sul Nove dal lunedì al sabato alle 20.30 col nuovo game-show 'Chissà chi è' e da fine ottobre con 'La Corrida'. Damiano David, frontman dei Maneskin, in anteprima tv con il suo primo brano da solista, 'Silverlines', frutto della collaborazione con il cantautore e produttore inglese Labrinth e uscito in tutto il mondo venerdì scorso, venerdì 27 settembre. Il pezzo è il primo tassello del suo nuovo progetto solista, nato dalla necessità di esprimere una parte più personale e intima di sé.
Claudio Bisio, al suo esordio letterario col romanzo 'Il talento degli scomparsi', in uscita martedì 8 ottobre. E ancora: Monica Maggioni, nelle librerie con 'Spettri. Abbiamo scelto di dimenticarli. Prima o poi torneranno perché sono la cattiva coscienza dell’Occidente'; l’editorialista del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli; Antonio Di Bella; l’editorialista de La Repubblica Massimo Giannini; Michele Serra; Cristiano Malgioglio; il giornalista palestinese Sami Al-Ajrami, in libreria con 'Le chiavi di casa. Un diario da Gaza', scritto in collaborazione con Anna Lombardi, e Davide Lerner, autore del saggio 'Il sentiero dei dieci. Una storia fra Israele e Gaza', Tommaso Marini, campione mondiale ed europeo del fioretto maschile individuale e vincitore alle Olimpiadi di Parigi 2024 della medaglia d’argento nel fioretto maschile a squadre con i compagni Guillaume Bianchi, Filippo Macchi e Alessio Foconi.
La new entry nel cast Edoardo Prati, giovane divulgatore letterario sui social; Roberto Burioni, professore ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele; l’amatissima e attesissima Ornella Vanoni, in uscita il 18 ottobre col nuovo album 'Diverse'.
Chiude la serata l’immancabile appuntamento di 'Che tempo che fa – Il Tavolo' con Nino Frassica, Mara Maionchi, la Signora Coriandoli (Maurizio Ferrini), Francesco Paolantoni, Ubaldo Pantani, Simona Ventura e Diego Abatantuono e Max Giusti, entrambi da quest’anno nel cast.
Spettacolo
On the Go with Ginta, Rudy Zerbi: “Se non avessi...
L'intima intervista all'uomo che ha portato la figura del discografico in televisione
"Se non avessi fatto ciò che faccio oggi, sarei stato un gallerista", è questa una delle confessioni di Rudy Zerbi nella nuova puntata di 'On the Go with Ginta', il video podcast condotto da Ginta e distribuito da Warner Music Italia. Il critico musicale ha mostrato un lato poco conosciuto della sua personalità, offrendo uno sguardo inedito sulla sua carriera, le sue passioni e le controversie che lo circondano. "Ho perso la sanità mentale", ha scherzato, parlando del caos che lo circonda nel mondo dello spettacolo.
Rudy Zerbi è l'uomo che ha portato la figura del discografico in televisione e in questa intervista esclusiva ha ripercorso le principali tappe della sua carriera che lo hanno visto lavorare al fianco di artisti del calibro di Franco Battiato, Lucio Dalla e Gianni Morandi. Ma non mancano i momenti salienti: Zerbi critica l’industria discografica di oggi, ammettendo di essersi allontanato per scelta ed etica. "Il futuro è degli artisti che non avranno più bisogno di una casa discografica", afferma senza mezzi termini.
Ginta lo provoca sul suo stile personale, ma Zerbi si definisce "classico e senza pretese", tuttavia, rivela il suo rituale segreto prima di andare in scena: due spruzzate del suo profumo preferito per darsi il giusto tono. Il suo passe-partout? Le camicie blu, e a volte le pantofole e il pigiama per andare in radio, dichiarando che "la moda è un gioco, è effimera."
Nel corso dell’intervista, Zerbi svela anche il suo lato più umano, parlando della paternità di quattro figli e della sfida nel mantenere un equilibrio tra vita personale e professionale. Un episodio imperdibile – tra provocazioni e rivelazioni, l’intervista con Rudy Zerbi è un mix di autenticità, ironia e riflessione. Un’occasione per conoscere da vicino uno dei personaggi più affascinanti della scena musicale e televisiva italiana.
Esteri
Harris-Trump verso le elezioni, ecco tutti i testa a testa...
In vista dell'election day del 5 novembre
Manca meno di un mese all'election day e il duello elettorale tra Kamala Harris e Donald Trump appare come un testa a testa all'ultimo voto. La vice presidente ha un modesto vantaggio a livello nazionale, del 3,4% secondo l'ultima media di The Hill. Considerando però il sistema del Collegio elettorale - che prevede che vengano eletti in ogni stato i grandi elettori, in numero proporzionale alla popolazione, che poi voteranno per il presidente - saranno i sette Stati chiave a decidere l'esito delle elezioni, determinando quale candidato raggiungerà il 'magic number' di 270 voti elettorali che consegna la Casa Bianca.
Secondo le ultime medie, Harris è in vantaggio in quattro di questi Stati, Trump in tre, ma si tratta di scarti minimi, meno di punti, in alcuni casi meno di un punto percentuale. Nelle prossime settimane quindi si prevede una battaglia elettorale accanita, con le campagne che spenderanno centinaia di milioni di dollari negli Stati chiave. Ecco la situazione Stato per Stato.
Arizona
Trump ha un vantaggio minimo, dello 0,8% in questo stato chiave dove, essendo sul confine, la questione dei migranti, per la quale Trump promette il pugno di ferro, è centrale. Secondo un recente sondaggio Cnn, l'ex presidente ha il 50%, contro il 34% di Harris, per quanto riguarda la politica sui migranti. Quattro anni fa, l'Arizona è stato uno degli stati con lo scarto più basso, con Joe Biden che ha vinto con un vantaggio dello 0,3% dopo una lunga fase di contestazioni da parte di Trump.
Georgia
Trump anche è in vantaggio con lo 0,7% nello stato che Biden nel 2020 si è aggiudicato con appena 12.670 voti di vantaggio, diventando il primo democratico a vincere le presidenziali in Georgia dal 1992, prima vittoria di Bill Clinton. L'ex presidente aveva un vantaggio molto più consistente ma si è assottigliato dopo che Harris ha sostituito Biden nella corsa per la Casa Bianca nello stato in cui il voto degli afroamericani, che sono il 33% della popolazione, è cruciale.
Michigan
Minimo, dello 0,2%, il vantaggio di Harris nello stato dove invece subito dopo la convention a fine agosto era riuscita ad ottenere un vantaggio di 2 punti. Secondo alcuni al suo arretramento nei sondaggi sta contribuendo l'aggravarsi della situazione in Medio Oriente, dal momento che nello stato del Mid West vivono 200mila arabo americani che hanno minacciato di non sostenere i democratici per l'appoggio dato ad Israele dall'amministrazione Biden. Quattro anni fa Biden vinse nello stato per 150mila voti e nel 2016 Trump per meno di 11mila.
Nevada
Harris ha qui il suo vantaggio più consistente, due punti, dovuta al fatto che lo stato negli ultimi cicli elettorali si è sempre di più spostato verso i democratici. L'ultimo repubblicano a vincere le presidenziali è stato, due volte, George W. Bush. Ad agosto la democratica ha incassato l'endorsement dell'influente Culinary Workers Union Local 226, che rappresenta i lavoratori del settore alberghiero di Las Vegas e Reno ai quali entrambi i candidati hanno promesso misure per detassare le mance.
North Carolina
Harris ha un vantaggio dello 0,8% nello stato che è stato l'unico stato chiave vinto da Trump quattro anni fa. I precedenti storici sembrano comunque favorire l'ex presidente: Barack Obama è stato l'unico democratiche a vincere nello stato dal 1976. E ci è riuscito nel 2008 ma non nel 2012. Ma in favore di Harris può giocare il fatto che il 22% della popolazione è afroamericana ed una sua affluenza massiccia alle urne potrebbe essere determinata per la candidata afroamericana. Favorevole ai democratici anche il fatto che la North Carolina è tra gli stati chiave quello con il maggior numero di laureati, gruppo che negli anni recente tende a votare dem.
Pennsylvania
Il Keystone State appare quest'anno come lo stato da conquistare per arrivare alla Casa Bianca, grazie ai suoi 19 voti elettorali, il bottino maggiore tra tutti gli stati chiave. Harris al momento è avanti dello 0,8%, ma oggi è atteso un nuovo comizio di Trump a Butler, la località dove il 13 luglio l'ex presidente è scampato ad un tentato assassinio. A confermare quanto sia cruciale la vittoria in questo stato, a sostegno di Harris nei prossimi giorni arriverà in Pennsylvania Obama, che terrà un comizio a Pittsburgh il 10 ottobre.
Wisconsin
Harris ha un vantaggio relativamente più consistente, 1,3%, ma sfortunatamente per lei i sondaggi in Wisconsin si sono rivelati diverse volte errati nello stato. Nel 2016 davano Clinton in testa per 6 punti, invece Trump vinse di misura. E anche quattro anni fa Biden era dato avanti di 7 punti, invece alla fine ha vinto per il rotto della cuffia. Bisogna infine notare che anche in questo stato, nelle ultime settimane la democratica ha visto ridursi in modo preoccupante il vantaggio ottenuto dopo la convention che in Wisconsin era arrivato a quattro punti.